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Energia, ANIS: tariffe orarie e più infrastrutture per l’autonomia


La competitività delle imprese sammarinesi e dell’intero sistema economico del Paese dipende da diversi fattori, tra cui il contenimento dei costi energetici che stanno mettendo a dura prova diversi settori a causa della dipendenza quasi totale di San Marino dall’esterno per le fonti primarie: una situazione che la pone di conseguenza in balia delle fluttuazioni di mercato. Consapevole di questo rischio e delle difficoltà che le imprese energivore, ma anche quelle che non utilizzano prettamente gas, energia elettrica e acqua per i propri cicli produttivi, ANIS ha richiesto un incontro con l’Autorità di Regolazione per i Servizi Pubblici e l’Energia, che ha da qualche mese cambiato governance con le nomine dei tre membri nelle persone di Valeria Giacomoni (Presidente), Marco Silvagni e Federico Bascucci (Componenti). “Nell’incontro avanzeremo alcune proposte per mantenere competitive le aziende che rappresentiamo”, spiega il Presidente ANIS, Emanuele Rossini. “In particolare solleciteremo l’Autorità sull’introduzione anche a San Marino delle tariffe orarie, in maniera tale da rimodulare i consumi in base a quelle fasce orarie in cui i costi sono minori, soprattutto per le aziende più energivore, come avviene del resto in tutti i paesi nostri competitor. Chiederemo anche di azzerare sia sulle forniture di gas che di energia elettrica la vecchia ma ancora in vigore “addizionale incentivo FER” che viene richiesta da ormai quindici anni per incentivare i primi impianti FER, che ormai sono andati a esaurimento. Quel contributo, accresciuto nel tempo, se aveva una giusta e condivisibile ragione d’essere al tempo, per incentivare in maniera efficace gli investimenti privati nelle rinnovabili, a distanza di anni ha perso la sua motivazione principale, soprattutto nel momento in cui tale importante incentivo non è più corrisposto, essendo concesso lo scambio sul posto, che rappresenta un indubbio vantaggio del nostro sistema, ma che non funge appunto da incentivo all’investimento. L’aliquota è però rimasta e crediamo possa essere azzerata, data anche il suo peso nel computo delle tariffe, essendo pari al 4,1% dell’importo della fattura”.

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LA PRIORITÀ: “SERVONO LE INFRASTRUTTURE”

Il tema delle tariffe è, però, solo uno dei tanti che ruotano attorno al problema principale di San Marino, ovvero la non autonomia energetica. “Accogliamo con favore il Decreto con cui si avvia finalmente l’acquisizione di partecipazioni in realtà operanti nel settore della produzione di energia da fonti rinnovabili”, spiega il Presidente Rossini: “Si tratta di un primo importante passo nella direzione da noi auspicata di garantire una maggiore autonomia al sistema sammarinese. Sappiamo che sono in corso delle trattative con alcune società in Italia, a non ci interessa né chi siano né quali tecnologie abbiano sviluppato, se fotovoltaico, eolico o idroelettrico. Crediamo sia un investimento ragionevole e lungimirante, che ci garantirà una quota di energia elettrica al prezzo che decideremo noi, in pratica. Un cambiamento non da poco, ma nonostante sia come detto un fatto estremamente positivo, purtroppo ancora non sufficiente”, ammette il Presidente ANIS, ricordando anche quanto emerge dal PEN3 appena approvato dal Consiglio Grande e Generale. “Tenuto conto dell’attuale fabbisogno di energia elettrica e di quello che potrebbe essere in futuro, avremo bisogno di una quota sempre maggiore di energia auto prodotta, con impianti fuori territorio, ma anche in territorio. L’approvazione della normativa per la cogenerazione, arrivata solo l’anno scorso – seppure senza nessuno degli ingenti incentivi riconosciuti in Italia e in molti altri paesi europei – è un altro passo in quella direzione, ma ne mancano tanti altri. Alcuni di questi, come abbiamo spiegato anche nella recente Assemblea Generale, riguardano non solo l’energia elettrica, ma anche il ciclo dei rifiuti e quello idrico. Nel primo caso, proprio il PEN3 approvato prevede la possibilità di realizzare impianti di gassificazione per il trattamento delle biomasse. Si tratta di una tecnologia che darebbe risultati immediati nel nostro contesto, per cui crediamo sia opportuno procedere come descritto nell’ultimo Piano Energetico  Nazionale con la progettazione di un impianto anche di piccole dimensioni, tarato sui bassi volumi di biomasse presenti in territorio: un investimento limitato, con cui valutare la bontà tecnologica dello stesso e verificarne l’assenza di impatto sull’ambiente, data soprattutto l’assenza di fiamma da combustione, che non è necessaria. Sappiamo inoltre che i sistemi più evoluti che sfruttano questa tecnologia possono essere utilizzati non solo per quello che riguarda il ciclo delle biomasse, ma anche nel ciclo dei rifiuti e nella produzione di energia pulita, fino alla produzione di idrogeno, una risorsa che sta diventano sempre più preziosa e ricercata in tutto il mondo. Un impianto di questo tipo genererebbe sicuramente utili per lo Stato e potrebbe produrre diversi megawatt di energia elettrica per il fabbisogno interno. L’investimento sarebbe più che giustificato dai numeri, considerato che ogni anno l’Azienda dei Servizi perde circa 3 milioni di euro in questa gestione”.

Parlando di rifiuti, però, si torna a parlare di autonomia: “Abbiamo ribadito anche recentemente come sia urgente una nuova impostazione della gestione e smaltimento dei rifiuti, perché è un tema estremante sensibile per le imprese, le quali tuttora in assenza di un impianto di smaltimento interno sono costrette a rivolgersi a quelli esterni sostenendo significativi aggravi burocratici ed economici. Senza trascurare il fatto che non sempre tali impianti sono disponibili a ricevere i nostri rifiuti, avendo già esaurito la propria capacità”.

Senza dimenticare che l’Unione Europea ha un’idea molto chiara – e più virtuosa del classico “pago gli altri perché se li prendano” – sulla produzione e smaltimento dei rifiuti dei Paesi che fanno parte del mercato unico, dove San Marino vuole integrarsi tramite l’Accordo di Associazione.

Altro tema, il ciclo idrico: “È necessario l’ampliamento dei bacini idrici per ovviare alla carenza di acqua che si ripresenta costantemente”, aveva rilevato proprio il Presidente Rossini in Assemblea Generale qualche settimana fa, sollecitando politica e istituzioni a uscire dallo stallo in cui si trovano i vari progetti presentati negli anni, dal bacino di Gorgascura fino agli impianti di depurazione delle acque, i quali, insieme al potabilizzatore già presente, potrebbero garantire un riciclo importantissimo delle acque utilizzate nella rete sammarinese. Ma anche questi investimenti, per il momento, non sono ancora partiti e le imprese, in particolar modo quelle rappresentate da ANIS, continuano a subirne ritardi e conseguenze dirette, perdendo punti di competitività. 

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