Per raggiungere gli obiettivi dell’Agenda 2030 delle Nazioni Unite l’Italia deve accelerare. Infatti, sebbene il 50% delle misure abbia registrato un miglioramento nell’ultimo anno monitorato, un altro 20% non ha avuto progressi significativi.
È quanto emerge dall’ottava edizione del Rapporto SDGs 2025 sugli obiettivi di sviluppo sostenibile (Sustainable development goals) dell’Istat.
In particolare, obiettivi come il 15 “Vita sulla terra”, il 16 “Pace, giustizia, istituzioni”, il 6 “Acqua” e il 5 “Parità di genere”, hanno mostrato stabilità o addirittura regressione per il 60% delle misure. I goal ambientali in generale, come il 15 (tre quarti delle misure stabili) e il 6 (70% delle misure stabili), evidenziano una certa inerzia, e anche l’obiettivo 3 “Salute” registra un peggioramento.
Alcuni obiettivi in miglioramento
Spiccano invece per un’elevata incidenza di indicatori in miglioramento i goal:
- 17 “Partnership per gli obiettivi”
- 8 “Lavoro e crescita economica”
- 7 “Energia”
con oltre i tre quarti delle misure in miglioramento.
Segnano progressi superiori alla media anche i goal:
- 4 “Istruzione”.
- 12 “Consumo e produzione responsabili”.
- 11 “Città sostenibili”.
Goal 12 “Modelli di produzione e consumo sostenibili”
Focalizzandoci sui goal e sui relativi indicatori sui quali il mondo produttivo contribuisce al raggiungimento, vediamo dal rapporto Istat che nel goal 12 “Garantire modelli sostenibili di produzione e di consumo”, rispetto all’anno precedente, quasi tutte le misure sono in miglioramento. Fanno eccezione i rifiuti urbani pro capite e il tasso di utilizzo circolare dei materiali (stabili), e l’incidenza del turismo sui rifiuti urbani (in peggioramento).
Per quanto riguarda il consumo di materiale interno, nel 2023 si è registrata una diminuzione del 6,7% in volume rispetto al 2022 e del 7,4% per unità di PIL, passando da 0,27 a 0,25 tonnellate per migliaia di euro. Questo dato rappresenta un calo del 16,7% rispetto a dieci anni prima, confermando l’Italia come il terzo paese più virtuoso nell’Unione europea per il disaccoppiamento tra ciclo economico e impiego di materiali. Sul fronte della gestione dei rifiuti, la produzione pro capite di rifiuti urbani si attesta a 492,6 kg, in leggero aumento su base annua ma comunque sotto la media UE di 511 kg. La quota di rifiuti urbani indirizzati alla raccolta differenziata raggiunge il 66,6%, e il tasso di riciclaggio ha toccato il 50,8% nel 2023, superando il target europeo del 50% al 2020.
Il tasso di utilizzo circolare dei materiali, che indica la quota di materiale recuperato e reimmesso nell’economia, è pari al 20,8%, in leggero aumento (+0,2%) sul 2022 e con un notevole progresso (+4,8%) rispetto al 2013, un valore significativamente superiore alla media europea dell’11,8%. Nel 2022, le attività produttive hanno generato 10 milioni di tonnellate di rifiuti speciali pericolosi, in flessione del 6,4% rispetto all’anno precedente, ma in aumento del 13,6% rispetto al 2014.
Goal 5 “Parità di genere”
Per quanto riguarda gli indicatori attinenti al mondo del lavoro del goal 5 “Raggiungere l’uguaglianza di genere”, nel periodo 2013-2024 la partecipazione delle donne nelle principali sedi politiche e decisionali registra un progressivo miglioramento. L’aumento più considerevole riguarda i consigli di amministrazione delle società quotate in borsa (+25,4%) e negli organi decisionali (+7%). Dal 2023 migliora anche il rapporto tra il livello di occupazione delle donne con figli in età prescolare rispetto a quelle senza figli che nel 2024 è del 75,4%, tornando ai livelli pre-pandemia.
Goal 8 “Lavoro dignitoso e crescita economica”
Dal goal 8 “Promuovere una crescita economica duratura” che evidenzia aspetti fondamentali per la competitività e lo sviluppo delle imprese risulta che il Pil nazionale è aumentato dello 0,7% nel 2024, leggermente al di sotto della media UE27 (+1%), e che il Pil per abitante ha mostrato una crescita dello 0,8%. Tuttavia, la produttività del lavoro, misurata sia dal Pil per occupato che dal valore aggiunto per ora lavorata, ha registrato una contrazione per il secondo anno consecutivo (-0,9% e -1,5% rispettivamente nel 2023 e 2024). In particolare, nel biennio 2023-2024, si sono osservate variazioni negative nel manifatturiero (-2,5% e -1,3%) e nei servizi (-2% e -1,8%).
Sul fronte del mercato del lavoro, il tasso di occupazione (20-64 anni) è salito al 67,1% nel 2024 (+0,8% rispetto all’anno precedente e +7,6% nell’ultimo decennio). Nonostante il miglioramento, l’Italia resta sotto la media europea del 75,8%. Il tasso di disoccupazione, invece, è diminuito di 1,2%, raggiungendo il 6,5% nel 2024 (-6,4% rispetto a dieci anni fa), rappresentando la riduzione più significativa tra i paesi UE27.
Goal 9 “Imprese, innovazione e infrastrutture”
Dal monitoraggio del goal 9 “Costruire una infrastruttura resiliente e promuovere l’innovazione e una industrializzazione equa, responsabile e sostenibile”, l’Italia continua a mantenersi sotto la media europea di oltre il 2% per quanto riguarda gli investimenti in ricerca e sviluppo a cui destina l’1,37% del Pil. Il numero di ricercatori (in equivalente tempo pieno) per 10 mila abitanti era di 28,3 nel 2022, un dato in crescita sia rispetto all’anno precedente (+5,6) che nel decennio (+4,3%). Tra il 2020 e il 2022 la quota di imprese con 10 addetti e oltre, che hanno introdotto una o più innovazioni con effetti positivi sull’ambiente, passa dal 37% al 40,1% in particolare nei servizi e nelle costruzioni. Anche l’attività d’impresa risulta più sostenibile con il rapporto tra emissione di CO2 e valore aggiunto prodotto che cala dell’8% tra il 2022 e il 2023, passando da 143,7 a 132,2 tonnellate per milione di euro.
Goal 7 “Energia pulita e accessibile”
Il goal 7 “Assicurare a tutti l’accesso a sistemi di energia economici” è cruciale per i costi operativi e la sostenibilità ambientale delle aziende. Cresce la capacità netta di generazione elettrica di energia da fonti rinnovabili (FER) del 9,6% nel 2023 rispetto all’anno precedente, confermando un rafforzamento nel decennio (+36,3% rispetto al 2013). Il settore manifatturiero presenta un elevato potenziale di efficienza energetica con tempi di ritorno dell’investimento rapidi: quasi il 20% dei risparmi potenziali può essere ottenuto con un ritorno in meno di un anno, e il 25% con un ritorno tra 3 e 5 anni. Interventi con un ritorno entro 3 anni potrebbero generare quasi la metà dei risparmi con solo il 16% degli investimenti.
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