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La priorità energetica e il bisogno di un ecosistema digitale nello sviluppo del cloud sovrano


Di Michele Zunino, Amministratore Delegato di Netalia

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I servizi cloud sono oggi essenziali nello sviluppo del business (per l’Osservatorio del Politecnico di Milano, anche nel 2024 il cloud si conferma la principale piattaforma per l’innovazione). La spinta del cloud fa emergere due temi a esso collegati: la priorità energetica e la sovranità digitale, elementi che impattano, rispettivamente, sulla riduzione dell’impronta di carbonio e sul ruolo dell’Europa nella sfida globale connessa alla trasformazione digitale.

Considerando i passaggi che determinano i processi di trasformazione, il cloud è certamente l’elemento centrale del cambiamento, anche in ambito energetico. Dietro al digitale ci sono infatti le infrastrutture che servono ad alimentarlo: infrastrutture fisiche e virtuali energivore quali server, piattaforme e impianti, custodite nei data center. I data center stessi sono progettati per essere sempre più efficienti, utilizzando soluzioni avanzate che consentono di ridurre consumi ed emissioni di CO₂ attraverso l’adozione di fonti rinnovabili, il riciclo e la conversione del calore, per esempio in riscaldamento residenziale. Si stanno anche sviluppando tecnologie per anticipare i picchi di domanda e ottimizzare l’allocazione delle risorse, evitando sprechi.

La sovranità è un’altra caratteristica portante della catena del valore del cloud. La disponibilità di data platform che consentono di processare le informazioni è collegata ai data center: decisivi, ma la cui localizzazione sul territorio non è sufficiente a garantire una piena sovranità. Occorre presidiare e disporre di una intera catena di fornitura, perché alcuni componenti apparentemente collaterali risultano invece critici rispetto alla sovranità e al controllo dell’accesso ai dati. Ad esempio, la crittografia è una soluzione che risponde bene al tema della sicurezza ma non a quello della disponibilità continua dei dati, che assume un ruolo sempre più importante. Tale garanzia può venire solo dalla piena sovranità digitale, che implica la residenza fisica, normativa e giuridica sul suolo nazionale.

In questo contesto, le imprese si trovano a gestire la sfida/opportunità dell’Intelligenza artificiale (AI), che richiede sistemi sempre più potenti ed energivori. Il cloud ne è l’elemento abilitante e anche il modello che può determinare la sovranità del dato.

La (de)globalizzazione sta modificando i rapporti di interdipendenza energetica e tecnologica, accelerando la corsa alla sovranità strategica, intesa come abilità di un paese di gestire le proprie risorse energetiche e digitali senza dover subire pressioni da terzi. Gli eventi geopolitici stanno ampliando le criticità: le tensioni USA, Cina, Russia e Ucraina, le instabilità nel Medio Oriente complicano gli scenari. L’Unione Europea evidenzia divisioni interne nello sviluppo di una chiara strategia energetica e di sovranità dei dati.

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Diventa così indispensabile fare in modo che i sistemi vengano utilizzati all’interno di perimetri regolati, per difendere gli interessi del perimetro stesso. È importante assicurare l’utilizzo dei dati in modo conforme alle logiche per le quali quei dati sono stati creati e concessi. Da questo punto di vista, il comportamento delle grandi piattaforme e le norme a cui rispondono, di

diritto straniero, portano le imprese alla necessità di attivare sistemi di sicurezza e di gestione del rischio, per tutelare il know-how e il valore prodotto nel perimetro nazionale di interesse.

In molti paesi, Italia inclusa, si sviluppano anche per questo gli operatori nazionali, tendenzialmente rivolti ai mercati più vicini agli elementi regolatori. Non a caso, solo anche quelli più attenti al tema della sostenibilità. Le grandi aziende in particolare stanno adottando strumenti capaci di soddisfare i requisiti regolatori, con grande attenzione alla sostenibilità ambientale.

L’evoluzione dei servizi cloud sta inoltre viaggiando velocemente verso modelli cloud native, abilitando la trasformazione delle applicazioni da una logica di prodotto a una di servizio. Ad esempio, la Netalia Cloud Platform risponde perfettamente alla crescente domanda di strumenti flessibili, scalabili, aperti e facilmente integrabili da parte di ISV e System Integrator. Si consolida quindi la visione di un modello di ecosistema digitale nazionale nel quale ciascun operatore valorizza le proprie competenze specifiche, mettendole a disposizione di una filiera integrata, in grado di soddisfare le esigenze degli utenti in modo completo.

In quest’ottica si inserisce per esempio la collaborazione tra Netalia, cloud provider totalmente italiano, e Atlas Reply Roma, azienda specializzata in servizi di consulenza IT: una collaborazione che racconta la trasformazione avanzata di una soluzione esistente verso un servizio cloud SaaS. 𝘊𝘢𝘴𝘴𝘪𝘰𝘱𝘦𝘢 Event Management Agentic System è un framework applicativo AI-based che consente di monitorare gli ambienti di produzione e intervenire sulle eventuali discontinuità. Oggi risiede sul cloud Netalia ed è immediatamente disponibile come servizio, riscontrando l’interesse di interi settori, dal manifatturiero alla finanza, sempre più attenti ai temi di sovranità, compliance e affidabilità.

In sintesi, oggi il tema dei servizi offerti dai cloud provider è legato a un doppio filo che da una parte vede la criticità di soddisfare i crescenti bisogni di risparmio energetico, dall’altra l’esigenza di un equilibrio tra il ricorso alle Big Tech extraeuropee e il supporto degli operatori nazionali che offrono servizi dedicati alle imprese italiane. Anche il nostro Paese, infatti, deve conciliare il necessario slancio verso la trasformazione digitale e una robusta competitività globale con la garanzia della più alta sicurezza e della protezione del dato nel perimetro nazionale.

In un contesto in cui archiviare e processare enormi quantità di informazioni è imprescindibile, le economie di scala consentite dal cloud possono essere uno strumento potente per il controllo energetico e la sostenibilità. Netalia richiama inoltre da anni l’attenzione sull’importanza di mantenere un cloud sovrano, a garanzia della competitività e della cybersicurezza nazionali. È indispensabile assicurare la protezione degli asset strategici delle aziende italiane, promuovendo investimenti mirati nelle infrastrutture nazionali e tecnologicamente avanzate, una politica industriale attenta a innescare un circolo virtuoso di produttività e una fattiva collaborazione tra il settore pubblico e privato.

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