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DIARIO ARGENTINA/ Riforme economiche, un successo “a metà” per Milei


Alcuni risultati economici importanti raggiunti da Milei hanno delle conseguenze che non vanno trascurate, anche per i loro effetti sociali

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Sono ormai anni che sosteniamo come, in un certo senso, Italia e Argentina siano due Paesi che, specie nell’attualità, siano assimilabili a due fratelli che però non si conoscono: fatto facilmente dimostrabile dalla quantità di “inesattezze” sulle quali ogni volta ci si imbatte e che sono frutto in particolare di stereotipi che vengono presi come verità, anche perché quasi mai corrispondono alla realtà del vissuto o a un’informazione approfondita, che alla fine costituiscono le uniche fonti attendibili, specie quando si parla di giornalismo.



In questi giorni, specie su organi di stampa filo governativi italiani, è apparsa la notizia che le politiche applicate finora da Milei (quelle economiche) stiano avendo un successo tale da poter essere citate come esempio per un’Europa in crisi profonda.

Si dice che, per esempio, l’inflazione mensile sia calata al 2% dopo anni di una cifra annua superiore al 200% e che l’attuale Governo abbia raggiunto un avanzo primario grazie a tagli di spesa e riforme fiscali. Senza però minimamente citare quali e soprattutto gli effetti delle cifre sopra elencate sulla vita di tutti i giorni, fatto sicuramente non secondario perché non è vero che la vita degli argentini sia passata da una crisi pazzesca come lo era al benessere in un anno.


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Come sosteniamo dalle quantità industriali di articoli finora scritti, osservando e giudicando le politiche dell’istrionico leader, in Italia come sempre si trattano personaggi stranieri (non solo politici) con il pensiero che si potrebbe definire “un tot al chilo”, visto che solo nel febbraio dello scorso anno, quando era appena entrato e non aveva ancora chiuso la porta della Casa Rosada (visto che il suo mandato iniziava solo nel dicembre 2023) in Italia la sua immagine era passata, mediaticamente e politicamente, da “il fratello minore di Beppe Grillo” a quella di “Nuovo Adenauer” o “Nuovo Churchill”, con una giravolta di 180 gradi tale da far impallidire le “Frecce Tricolori”!



Si vede che dopo le sue “imprese” religiose che abbiamo descritto da poco, con le sue alleanze e conversioni tanto all’Ebraismo che alla Chiesa Evangelista, dalle nostre parti sia ormai considerato “l’uomo dei miracoli” ed è un peccato che a questo punto non si sia presentato al Conclave, perché mediaticamente sarebbe stato il successore di Bergoglio…Scherzi a parte vediamo di iniziare un’analisi, pardon di ripeterla, su quanto scritto nella nostra Italietta suppostamente di destra, dopo le roboanti e catastrofiche visioni vendute dall’Italietta Radical-chic ZTL definita ex sinistra sempre sullo stesso personaggio.

La verità, lo ripetiamo, sta nel mezzo: e cioè è ancora troppo presto per definire bene il personaggio. Questo perché, al di là delle cifre sopra riportate che non sono inventate, mai come ora la matematica si può considerare una vera opinione… perché?

Semplice: perché la storia spesso è uno scherzo che i vivi giocano ai morti, come diceva Voltaire, ma qualcosa che si basa sulle realtà, in questo caso, della vita quotidiana passata e presente, dove nella prima faceva spicco quella che in Italia si amava definire “scala mobile” e in Argentina si chiamava “paritaria”.

Raggiunto un livello d’inflazione (ma anche in maniera automatica), Governo e sindacati si incontravano e iniziavano trattative per arrivare ad aumenti salariali che alla fine annullavano in gran parte gli effetti dei crolli dovuti a politiche economiche semplicemente pazzesche con stampa di banconote che spesso venivano importate pure dal Brasile.

Ciò ha permesso alla gente di poter “seguire” la crisi faraonica tappandone gli effetti nella vita di tutti i giorni: ora che l’inflazione è scesa quasi di colpo a livelli “occidentali”, gli aumenti si sono bloccati, ma i prezzi nei supermercati hanno assunto un livello europeo, arrivando a provocare dei veri e propri sconquassi come quello di una lattina di olio di oliva, nemmeno EVO e nazionale, venduta a 25 euro! E così via.

In pratica in un battibaleno l’Argentina sta vivendo quello che, con l’entrata dell’Italia nell’Euro, noi stiamo affrontando da anni con stipendi bassissimi (i più bassi dell’Ue) e che però hanno perso circa il 50% del loro potere di acquisto, al punto che c’è una povertà strisciante molto simile a quella italiana: gente che non riesce ad arrivare a fine mese seppur non disoccupata. E come da noi davanti alle mense della Caritas, fuori dai supermercati si possono vedere persone ben curate che chiedono alla gente che entra di comprargli qualcosa da mangiare!

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E ora arriviamo ai tagli sulle spese dello Stato, fenomeno colossale che ha portato non solo alla scomparsa di molti Ministeri sostanzialmente inutili, ma anche di moltissimi cosiddetti lavoratori che, nella maggior parte dei casi, non si presentavano al lavoro se non per ritirare lo stipendio.

A questo però è anche seguita la mancanza di sostegno economico a settori nevralgici dello Stato come la sanità, i trasporti, la viabilità e l’istruzione, “risparmi” che hanno portato a crolli notevoli della qualità dei servizi offerti, cosa che sta iniziando a provocare proteste notevoli, come quella intrapresa dall’Ospedale pediatrico Garrahan di Buenos Aires, che ha subito tagli pure nell’assistenza ai disabili, tirati letteralmente dalla finestra dalle presunte “riforme” mileiste.

E anche naturalmente ad aumenti pazzeschi delle tariffe delle assicurazioni sanitarie, che ormai la maggioranza delle gente non può più nemmeno permettersi, abbinate ai tagli sulle sovvenzioni alla povertà che in effetti ha raggiunto un 38% dopo aver passato anni sopra il 50%: ma ciò non significa che ci siano meno poveri e che la macchina mileista stia andando con il vento in poppa, come asseriscono i media di casa nostra.

Siamo ormai arrivati a un punto di rottura che non è solo politico, ma anche sociale: e Milei dovrà correggere veramente il tiro perché non solo il suo cammino economico si può definire in pericolo. Anche la sua carica sta traballando con forti correnti interne, che dovrebbero appartenere alla maggioranza, in aperto conflitto sia con lui che con le stravaganti decisioni della sorella Karina che, come tutti sanno, ne è Segretaria di Stato.

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