Il recente disegno di legge denominato ColtivaItalia, collegato alla legge di bilancio, segna una svolta nella politica agricola italiana grazie all’impiego di oltre un miliardo di euro nel triennio 2026-2028. Tale provvedimento, approvato dal Consiglio dei Ministri con procedura d’urgenza, si affianca agli investimenti già realizzati negli anni precedenti, collocandosi come misura aggiuntiva e straordinaria dedicata al settore primario.
Diversi fattori hanno reso necessaria l’approvazione del DDL ColtivaItalia: la crescente attenzione verso la sovranità alimentare, il rischio concreto di tagli alle risorse europee destinate alla Politica Agricola Comune e la pressione esercitata dalla volatilità dei mercati e dall’imposizione di nuovi dazi internazionali.
Secondo le recenti dichiarazioni istituzionali, l’iniziativa mira a rafforzare l’autonomia produttiva nazionale e rappresenta la risposta alle esigenze degli operatori agricoli italiani, nonché una strategia di resilienza rispetto ai futuri scenari del mercato europeo ed extraeuropeo. Il progetto legislativo include una molteplicità di azioni che saranno implementate tramite ben venti articoli normativi specifici, con particolare attenzione agli strumenti finanziari, alle politiche di filiera e alle agevolazioni per le nuove generazioni.
Obiettivi strategici del DDL: sovranità alimentare, filiere e autonomia produttiva
L’intervento legislativo concentra le proprie finalità sull’affermazione della sovranità alimentare italiana, sostenendo i comparti produttivi più esposti e promuovendo la sicurezza degli approvvigionamenti interni. In primo piano sono collocati la riduzione della dipendenza dalle importazioni – soprattutto per cereali, proteine vegetali e carne bovina – e il rilancio delle filiere produttive nazionali. L’impegno per il rafforzamento delle risorse disponibili per le imprese agricole si inserisce in un contesto che vede l’Unione Europea riconsiderare il proprio sostegno al settore, con ipotesi di tagli alla PAC che potrebbero impattare pesantemente sul reddito degli agricoltori italiani.
Le direttrici strategiche individuate includono:
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Rafforzamento dell’autonomia produttiva, valorizzando la produzione nazionale con interventi strutturali sulle filiere agroalimentari e favorendo il consolidamento tra impresa agricola e industria della trasformazione; -
Stimolo al ricambio generazionale e all’imprenditoria giovanile e femminile tramite accesso agevolato al credito e disponibilità di terreni abbandonati; -
Investimenti in ricerca e digitalizzazione per aumentare la competitività del settore e promuovere pratiche agricole moderne e sostenibili; -
Diminuzione della burocrazia con semplificazione delle pratiche amministrative e rafforzamento della trasparenza lungo la catena produttiva; -
Sostegno alle aree rurali in difficoltà, come risposta alle emergenze fitosanitarie e produttive (ad esempio le epizoozie e la xylella nell’olivicoltura).
La strategia sottesa al DDL si inserisce in un quadro di consolidamento dell’agricoltura italiana come settore strategico sia sul piano economico sia sul piano della sicurezza alimentare.
Le principali misure previste: ripartizione dei fondi e ambiti di intervento
La ripartizione delle risorse rappresenta uno degli aspetti più innovativi del piano normativo. Tra il 2026 e il 2028, il miliardo di euro stanziato sarà suddiviso su tre pilastri prioritari, ciascuno destinatario di una quota identica di finanziamento. Gli ambiti d’intervento sono stati individuati sulla base dell’analisi delle criticità strutturali del sistema agricolo italiano e sono pensati per valorizzare le catene produttive chiave. La suddivisione dei fondi (2026-2028) è la seguente:
Pilastro
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Importo (€ milioni)
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Fondi per Sovranità alimentare (cereali, proteine vegetali, filiere zootecniche)
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300
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Piano olivicolo nazionale (rilancio dell’olivicoltura)
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300
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Allevamento (rafforzamento della produttività interna di carne bovina e zootecnia)
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300
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Fondi aggiuntivi sono destinati alla stabilizzazione dei mercati, con 10 milioni di euro per garantire prezzi certi tramite contratti di filiera sulla produzione di frumento, cui si aggiungono crediti d’imposta del 20-40% sugli investimenti in macchinari e innovazione. -
150 milioni di euro finanzieranno programmi di ricambio generazionale e facilitazioni per l’imprenditoria emergente (giovani e donne). -
Nel campo della ricerca e digitalizzazione, lo stanziamento è di 13,5 milioni di euro, volto a rafforzare la capacità di innovazione di sistema.
Completano il pacchetto misure specifiche di semplificazione amministrativa, costituzione di una banca dati per i terreni abbandonati, sviluppo di sistemi avanzati nell’intelligenza artificiale e strategie per una maggiore trasparenza lungo le filiere produttive.
Il fondo dedicato alla sovranità alimentare prevede 300 milioni di euro nel triennio per supportare i segmenti storicamente più esposti agli squilibri di mercato. Gli interventi risultano strategici nel ridurre la scarsità dell’offerta interna di frumento e soia e nel promuovere una produzione di cereali e proteine vegetali funzionale alla mangimistica, in modo da rafforzare anche la zootecnia nazionale. La presenza di un credito d’imposta associato ai contratti di filiera stipulati tra produttori e industrie trasformatrici aumenta la protezione dal rischio di volatilità dei prezzi e offre certezze economiche al comparto.
La filiera della carne bovina e la cosiddetta “linea vacca-vitello” sono ulteriormente valorizzate, puntando ad aumentare il grado di autosufficienza dell’Italia in un comparto che rischia di vedere compromesso il proprio equilibrio produttivo. Il sostegno si traduce sia in un rafforzamento degli investimenti strutturali sia nell’agevolazione dei processi di contratto tra produttori e trasformatori.
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Crediti fiscali significativi per la modernizzazione e per il consolidamento dei rapporti di filiera; -
Stabilizzazione dei mercati e contratti di durata variabile (da 3 a 5 anni) con garanzia di prezzo per tutta la validità del contratto; -
Supporto alle imprese colpite da crisi di settore o da cambiamenti nei flussi commerciali internazionali.
L’olivicoltura nazionale rappresenta un asset strategico sia in termini economici che identitari. Il piano di intervento prevede 300 milioni di euro destinati al reimpianto di oliveti con varietà resistenti e alla ricostruzione della capacità produttiva delle aziende colpite da fitopatie, tra cui la xylella. Il riequilibrio fra produzione e consumi interni consentirà di ridurre la dipendenza dall’importazione di olio extravergine, rafforzando la qualità e la tracciabilità della filiera.
Tale approccio risponde a una strategia di lungo periodo, utile a garantire la crescita sostenibile del comparto e la difesa delle eccellenze agroalimentari italiane.
Ricambio generazionale, imprenditoria giovanile e nuovi strumenti per l’accesso alla terra
Favorire il passaggio generazionale nell’agricoltura e l’accesso dei giovani ai mezzi di produzione rappresenta una leva centrale degli interventi previsti. Con 150 milioni di euro dedicati, il piano sostiene sia forme di credito agevolato sia la messa a disposizione di oltre 8.000 ettari di terreni abbandonati o silenti tramite comodato d’uso gratuito per dieci anni, con eventuale riscatto a condizioni agevolate. Gli imprenditori agricoli tra i 18 e i 41 anni costituiscono i principali destinatari di questa misura.
L’intervento si combina con sistemi di assistenza per l’avviamento imprenditoriale e l’inserimento delle nuove generazioni nei percorsi di innovazione e digitalizzazione agricola.
Ricerca, innovazione, digitalizzazione e semplificazione amministrativa
Il piano pone attenzione all’innovazione con uno stanziamento di 13,5 milioni di euro finalizzati alla ricerca, sperimentazione e digitalizzazione, strumenti ritenuti essenziali per la modernizzazione del comparto. Tra le principali azioni si evidenziano:
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Assunzione di nuovo personale nella ricerca agricola nazionale (Crea); -
Trasformazione di Agea in Ageait, agenzia orientata all’erogazione digitale e all’innovazione tecnologica (piattaforme dati, sistemi predittivi, raccolta informatizzata); -
Semplificazione delle procedure amministrative, con istruttorie immediate per le pratiche prive di valutazioni discrezionali e principi di trasparenza nella concessione dei fondi.
I progetti sperimentali supporteranno l’adozione dell’intelligenza artificiale e la digitalizzazione delle catene logistiche e amministrative, riducendo i margini di errore e il peso burocratico.
S
zoozie e altre emergenze
Un capitolo specifico prevede il sostegno alle imprese colpite da eventi straordinari come epizoozie, fitopatie e crisi di mercato. Tale misura comprende la sospensione, per 12 mesi, del pagamento della quota capitale delle rate di mutui e di altri finanziamenti rateali in scadenza nel 2026, agevolando le aziende del comparto zootecnico e delle filiere produttive maggiormente coinvolte negli eventi emergenziali. In pratica:
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La moratoria si attiva su autodichiarazione e si applica anche alle aziende di pesca e acquacoltura duramente colpite dalla recente instabilità di mercato e dalle crisi sanitarie (es. peste suina africana, blue tongue). -
L’intervento si integra con risorse specifiche già previste dalle Regioni e dal livello comunitario per la gestione delle emergenze, definendo un quadro di maggior tutela per il tessuto produttivo agricolo nazionale.
Tempistiche di approvazione e prossimi passi per l’attuazione del DDL ColtivaItalia
La procedura d’urgenza richiesta per il provvedimento dovrebbe consentire una dimezzamento dei tempi di approvazione parlamentare. Le principali istituzioni governative hanno indicato come data-obiettivo marzo 2026, con investimenti effettivi già previsti per il successivo triennio. Il percorso di attuazione richiederà ulteriori decreti attuativi, tabelle di ripartizione e accordi interistituzionali per la gestione delle risorse.
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