L’Unione Europea sta dimostrando la volontà di assumere un ruolo di primo piano nell’innovazione tecnologica, puntando in particolare sull’Intelligenza Artificiale.
Il potenziale strategico delle infrastrutture AI in europa
La “rivoluzione AI” offre infatti all’Europa un’occasione unica per trasformare e sviluppare le sue infrastrutture tecnologiche e per creare progetti di grande impatto – come le AI Factories e le Gigafactories.
Con il piano d’azione AI Continent, l’Europa può creare le condizioni per un salto di qualità e costruire una piattaforma di crescita per il futuro. Questo obiettivo ambizioso richiederà un’azione coordinata a livello continentale su investimenti, ricerca, strategie e principi condivisi.
In questo contesto, mentre il focus principale rimarrà naturalmente sulla necessità di potenziare e costruire l’infrastruttura per l’AI, si dovranno tenere in conto anche fattori chiave come la cybersicurezza e la resilienza, oltre all’impatto dell’AI su altre infrastrutture chiave del continente, a partire da quelle energetiche e di telecomunicazione.
Altrettanto fondamentale sarà fare in modo che i veri protagonisti di questo processo di innovazione – i cittadini e cittadine, la forza lavoro europea – abbiamo gli strumenti per coglierne le opportunità.
Infrastrutture scalabili e connettività per la crescita dell’AI
Secondo lo studio AI Readiness Index di Cisco solo il 6% delle organizzazioni dell’UE si considerano già “AI-ready”. I principali ostacoli citati sono la sicurezza, le infrastrutture inadeguate e la carenza di competenze: proprio come per il continente, è qui che bisogna agire.
Tecnologie ad alta intensità di dati come l’AI richiedono infrastrutture capaci di gestire e trasferire a velocità senza precedenti enormi quantità di informazioni: tutti gli “anelli” di una infrastruttura del genere devono essere pensati per questi requisiti. È positivo, quindi, che il piano AI Continent parta dall’urgenza di investire nelle infrastrutture da una prospettiva AI, con le Gifafactory e le AI Factory, ma anche avendo l’ambizione di triplicare i data center “tradizionali” in Europa nell’arco dei prossimi 5 – 7 anni.
In tutto ciò la connettività resta un nodo critico: sempre secondo il Cisco AI Readiness Index 2024, il 66% delle imprese europee segnala di avere infrastrutture poco scalabili, spesso basate su componenti obsoleti che riducono la flessibilità, e portano anche a maggiori rischi, da mitigare anche in base alle normative in essere come la NIS2 per la cybersecurity.
Guardando alla popolazione generale, poi, in Europa solo il 18,5% delle famiglie ha accesso a connettività gigabit. Con l’EU Gigabit Infrastructure Act l’Unione Europea ha stabilito un contesto che aiuterà a superare questo ritardo; non meno importante sarà focalizzare attenzione e investimenti anche sul livello periferico della rete, che sarà sotto pressione a causa di un numero crescente di carichi di lavoro Edge AI, elaborati su sempre più numerosi device abilitati per l’AI, con le loro specifiche esigenze di connettività.
Energia e sostenibilità per l’espansione dell’AI
Questa espansione dell’AI fa anche aumentare molto il fabbisogno energetico. Sebbene i data center AI “pesino” oggi per meno di un quinto della domanda globale del settore, si prevede una rapida crescita.
L’Europa ha già una delle reti elettriche più interconnesse e resilienti al mondo, ma un continente AI deve anche prevedere un percorso capace di conciliare sostenibilità e innovazione. Servirà un approccio duale: digitalizzare le reti energetiche per renderle più resilienti e in grado di gestire fonti rinnovabili e distribuite, e spingere il mercato ad adottare tecnologie più efficienti, anche attraverso iniziative come il futuro Sustainability Rating Scheme for Data Center.
Resilienza e sicurezza lungo la value chain dell’AI
L’AI introduce minacce informatiche sempre più sofisticate e nuove. Per questo l’Europa deve considerare la cybersecurity una necessità primaria, farla diventare parte integrante dei progetti di rinnovamento infrastrutturale e supportarla con policy e programmi di finanziamento.
Un’AI progettata, sviluppata e implementata in Europa può esistere solo con infrastrutture resilienti e cyber sicure, da costruire secondo alcune linee ben precise. In particolare, è importante affrontare la cybersecurity in un’ottica di value chain.
Già oggi gli ambienti tecnologici AI sono nel mirino di attacchi frequenti, dei più vari tipi: distrazione di risorse di calcolo, esfiltrazione di dati, prompt injection sono alcuni esempi.
Per come questi ambienti funzionano, compromissioni a livello di infrastrutture AI possono portare a vasti effetti a cascata su molteplici processi: si tratta infatti di un ecosistema che fa molto affidamento su una condivisione di modelli, set di dati, librerie etc… tutti anelli di una supply chain che possono introdurre ulteriori vulnerabilità nascoste se vengono compromessi.
In questo senso la protezione dell’intera value chain dell’AI richiede un approccio coordinato tra Stati membri europei, con policy condivise, posture di sicurezza comuni e formazione adeguata, e la più ampia cooperazione possibile tra i soggetti privati. La cooperazione è essenziale, anche per sviluppare standard e framework europei riconosciuti a livello internazionale e per lavorare sulla formazione di tutti coloro che a qualsiasi titolo agiscono in questa catena del valore.
Il quadro può sembrare pessimistico, e sicuramente si tratta di uno scenario complesso. È importante però ricordare che l’AI stessa ci offre anche strumenti per aumentare la capacità di protezione, critici per proteggere gli interessi economici e la sicurezza del continente . Per esempio, l’AI è in grado di analizzare vaste quantità di dati per individuare segnali anomali indicativi di attacchi, individuare codice malevolo; si possono automatizzare i processi di risposta agli incidenti per una maggiore rapidità e per applicare policy specifiche: il futuro è questo, ed è basato su un approccio che da reattivo passa a proattivo e preventivo.
Affidabilità e governance dell’AI in europa
La portata e la profondità della trasformazione AI sono inevitabilmente legate al bisogno di trasparenza e affidabilità.
Sistemi AI ad alto rischio e modelli AI “general purpose” sono al centro dell’attenzione dell’AI Act europeo, con requisiti di cybersecurity molto elevati, e questo è corretto: non sempre elevate performance corrispondono a sicurezza. Chi sviluppa e implementa AI deve conoscerne le vulnerabilità e agire per mitigarle. Il tema è cruciale considerando che lo sviluppo di applicazioni AI si sta estendendo a platee più ampie, che includono anche settori delicati come la sanità o la pubblica amministrazione.
La tecnologia può venire in aiuto grazie a piattaforme che aiutano a monitorare e garantire la compliance ai requisiti previsti e a creare affidabilità e trasparenza, ma c’è anche bisogno di un coordinamento a livello più ampio.
Ancora una volta, la cooperazione tra entità europee, internazionali, settore privato sarà fondamentale, andando in una direzione che mantenga una neutralità tecnologica, faciliti l’accesso al mercato e riduca la complessità.
Competenze e cooperazione per l’ecosistema AI europeo
Per costruire un ecosistema AI europeo competitivo e realmente innovativo, supportato dalle necessarie infrastrutture e focalizzato sulla sicurezza, servono anche altri elementi abilitanti.
Il mantenimento delle politiche ed iniziative per sviluppare standard globali per l’interoperabilità tecnologica, che raccolgano il consenso e l’indirizzo degli attori del settore, saranno passaggi chiave.
Il più importante abilitatore resta però la cultura: competenze e consapevolezza sono fondamentali per affrontare la trasformazione digitale. È un tema che riguarda la trasformazione digitale dell’economia e della società e implica la necessità di coordinamento tra settore pubblico, privato e cittadini.
Secondo il Cisco AI Readiness Index 2024, a livello aziendale la preparazione dal punto di vista delle competenze rispetto ai cambiamenti che l’AI porterà è un problema: solo il 5% dei top manager europei interpellati ritiene che la propria organizzazione sia del tutto pronta in questo senso. C’è un grave problema di carenza di competenze, per il quale il 9% delle aziende europee si sente pronta – e che è molto significativo considerando che invece negli USA le aziende che non hanno problemi a reperire competenze ICT adeguate all’AI sono il 21%. .
La EU Union of Skills è il piano d’azione risponde a questa sfida. Lo sforzo pubblico e privato collettivo è ingente ma necessario. Accelerare la creazione di competenze legate all’AI è la priorità per assicurarci che l’AI sia una opportunità inclusiva. Un gap molto forte di competenze correlate riguarda la cybersecurity che abbiamo citato in precedenza: iniziative della Commissione come la Cyber Skills Academy – che ancora una volta unisce impresa, accademia e settore pubblico per affrontare il tema della mancanza di talenti specializzati nel continente- sono necessarie.
E bisogna guardare fin d’ora anche al domani: accanto all’AI, rivoluzione già in corso, abbiamo la prospettiva di un nuovo cambiamento legato alle tecnologie quantistiche.
Con l’AI Continent Action Plan, le iniziative correlate per favorire gli investimenti e la formazione e gli altri framework tecnologici cui l’UE sta lavorando, la corsa dell’Europa per creare una leadership nei settori chiave del futuro è iniziata. Adottando un approccio olistico che guarda alle multiformi necessità e sfide– dall’infrastruttura al cloud e alle policy, alla cybersecurity alla resilienza e alle competenze, l’Europa potrà liberare tutto il suo potenziale.
***** l’articolo pubblicato è ritenuto affidabile e di qualità*****
Visita il sito e gli articoli pubblicati cliccando sul seguente link