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La Provincia approva la manovra di bilancio, voto nella notte. Dalle minoranze ‘no politico’ – LaVocedelNordEst


La Provincia approva la manovra di bilancio, voto nella notte tra venerdì e sabato. Dalle minoranze ‘no politico’

Più risorse per le famiglie, 400mila euro per Gaza

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Palazzo della Provincia Autonoma di Trento in piazza Dante

Trento – La discussione in Consiglio provinciale è andata avanti tutta notte e all’1.45 il disegno di legge provinciale con l’assestamento del bilancio di previsione Pat (Provincia autonoma per gli anni 2025-2027. Il voto, 20 sì e 13 no mostra un ‘parlamentino’ nettamente diviso fra la maggioranza di centrodestra e la minoranza di centrosinistra. Verso le 22.30, è il racconto condensato in una nota della Provincia, si era concluso il lungo lavoro di confronto (quasi ventimila emendamenti depositati) e l’intesa è stata trovata su una decina di emendamenti. L’accordo ha portato, tra le altre cose, all’impegno a incrementare di 2 milioni di euro gli stanziamenti nel triennio a sostegno della famiglia e genitorialità e a valutare nelle prossime manovre di bilancio l’incremento per le annualità 2026 e 2027, compatibilmente con le risorse disponibili; un fondo di garanzia che miri al recupero di alloggi da destinare a lavoratori; stanziamento di 6 milioni di euro in 3 anni per interventi volti a sostenere le famiglie nei loro progetti di vita; stanziamento di 400 mila euro per progetti di inclusione nelle scuole d’infanzia, sulla comunicazione alternativa aumentativa e per aree giochi per la decompressione sensoriale; 100 mila euro per favorire le scelte professionali di laureandi e neo-laureati. Inoltre sì unanime all’emendamento delle minoranze che stanzia 400 mila euro per l’emergenza umanitaria a Gaza. La Giunta, conclude una nota, “si impegna sui temi dell’adeguamento dei salari, del diritto all’abitazione, della detanalità e misure conciliative per le famiglie, delle politiche giovanili”.

Le critiche delle minoranze

La manovra di bilancio della Provincia autonoma di Trento è passata a maggioranza anche con il no di Alleanza democratica autonomista, composta da Pd, Campobase, Avs e Casa autonomia, che ribadisce l’urgenza di riforme e lancia un allarme sui due volti della maggioranza, quella capace di mediare e quella, capitanata dal presidente Maurizio Fugatti, “che considera questa cosa inutile e non dovuta perché si comanda e non si governa”. E’ la conclusione di Francesco Valduga (Campobase), garante in assemblea delle minoranze ma un pensiero condiviso anche da Alessio Manica, presidente del gruppo del Pd che evidenzia “due maggioranze” e da Lucia Maestri (Pd) che parla di “democrazia sotto pressione”. “Voglio sottolineare il senso politico del nostro no alla manovra di assestamento – spiega Valduga entrando nel merito del disegno di legge sull’assestamento di bilancio – ci sono delle questioni di metodo che non ci trovano d’accordo, non solo dal punto di vista tempistica ma anche di come si ingessano le risorse, avremmo fatto una manovra diversa. Il tema delle borse di studio per gli infermieri (alla fine bocciato) e quello più ideologico di Gaza “ha tenuto la discussione inchiodata” sottolinea Manica e alla fine “la soddisfazione è parziale, con molti temi ‘caduti sul campo di battaglia’”.

Resta la soddisfazione di esser riusciti a migliorare, con la mediazione, alcuni temi; “la promozione della natalità e il sostegno alla genitorialità, l’attrattività del sistema sanitario e quando parliamo di aiuti per Gaza” ricorda Valduga. C’è, conclude, “una parte di maggioranza che ha dimostrato la voglia di costruire momenti di convergenza piuttosto che spaccature o divisioni e mi auguro che questo metodo di analisi e poi anche di possibilità di convergenza possa ampliarsi nelle prossime manovre: non vuole dire associativismo, non vuole dire confusione, non vuole dire qualunquismo” ma “permettere anche a chi ha qualcosa da dire, e noi abbiamo la presunzione di averla, di poter modificare al meglio una manovra”.

L’emendamento sui lupi non è un ‘baratto’ in cambio di un aumento alle risorse stanziate per l’emergenza umanitaria a Gaza, come rumors e le dichiarazioni di qualche associazione ambientalista volevano far sembrare. Lo chiarisce Alleanza democratica autonomista, commentando il voto al decreto di legge sull’assestamento di bilancio di previsione della Provincia di Trento e, nel dettaglio, la ‘firma tecnica’ data su quel punto. “Si tratta del recepimento di una norma europea (che cambia da ‘strettamente protetto’ a ‘protetto’ lo status del grande carnivoro, ndr), che il Sudtirolo andrà a recepire la settimana prossima, che va nella direzione che PD, Campobase, Casa Autonomia hanno sempre immaginato che dovesse essere quella giusta: attenzione al territorio, possibilità di selezione che permetta realmente una convivenza” secondo “i bisogni di chi la montagna la abita, quotidianamente ci opera e ha creato occasioni di sviluppo, verso i quali non possiamo rimanere insensibili” spiega Francesco Valduga, Garante delle minoranze dell’assemblea.

“L’alternativa poteva essere un ddl a settembre, con corsia preferenziale a cui avremmo comunque votato a favore; non è mai stato parte della trattativa – chiarisce Alessio Manica, capogruppo Pd confermando che non è piaciuto il ‘metodo e la tempistica con cui l’emendamento è stato proposto – ma altrettanto forte è stata la consapevolezza che si tratta del recepimento sul territorio della nostra regione di una normativa habitat europea. Aveva poco senso immaginare che si dovesse essere per forza contro”. Solo Lucia Coppola, di Alleanza Verdi e Sinistra, si è battuta fino all’ultimo e non ha dato l’ok alla firma tecnica per il deposito dell’emendamento e, ribadisce, continuerà a portare avanti il tema a livello europeo. Nessuno strappo però all’interno della coalizione, sgombra il campo da possibili polemiche. “Mi sono sentita estremamente rispettata anche nelle mie divergenze e differenze, è la ricchezza di questa coalizione”. Nessun ‘giallo’ infine sui numeri dello stanziamento per Gaza, spiega poi Valduga incontrando la stampa dopo la nottata in aula. “Volevamo dare il più possibile aiuto sul posto mentre la maggioranza pensava a un corridoio umanitario che portasse le persone qua, in qual caso non c’era bisogno di mettere una grande posta di bilancio”, da qui la discrepanza tra 50 e 400 mila euro. Dopo il chiarimento “le cifre sono tornate ad essere quelle più o meno ipotizzate all’inizio” conclude.

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In breve

“Un punto di partenza, non di arrivo”. Il segretario della Cgil del Trentino Andrea Grosselli ha definito così il Patto dei salari, a cui Cgil, Cisl e Uil hanno dato il via libera. L’accordo, che verrà firmato nei prossimi giorni, movimenta 638 milioni di euro. All’interno del Patto, ha spiegato in conferenza stampa il segretario della Cisl del Trentino Michele Bezzi, viene rilanciata la contrattazione territoriale e aziendale, che “per noi è l’unica vera leva con cui possiamo esprimere la nostra autonomia”. “Prima del Patto – ha chiarito Walter Largher della Uil del Trentino – la contrattazione territoriale non è obbligatoria per le aziende. Con il Patto cambia tutto”, perché la contrattazione a tre è resa obbligatoria. Centrale anche il tema degli incentivi affinché i giovani rimangano a lavorare in Trentino. “Siamo convinti che non è solo la retribuzione che li spinge ad uscire, perché anche possibilità di crescita e servizi fanno la differenza. Dobbiamo occuparci di tutti e tre questi aspetti, altrimenti rischiamo di dare una risposta parziale”, ha detto Bezzi. Ritorna poi il tema dell’innovazione tecnologica e degli incentivi alle imprese. In Trentino, ha sottolineato Largher, “abbiamo piccole imprese, e solo una su cinque opera in settori ad alta intensità tecnologica”. Gli investimenti pubblici nelle aziende, ha ricordato ancora il segretario della Uil, in Trentino “sono il doppio rispetto al resto d’Italia. Chiediamo in maniera forte che siano anche le imprese ad investire nelle proprie imprese”. Qualcosa che manca nel Patto c’è, hanno sottolineato i sindacati. Sull’Irap, ha spiegato Grosselli, “avremmo preferito un intervento simile a quello della Provincia di Bolzano”, dove i finanziamenti “sono vincolati alla capacità delle imprese di restituire parte di quei vantaggi ai lavoratori e alle lavoratrici sotto forma di aumenti salariali”. Un’altra richiesta non accettata, ha aggiunto Bezzi, è quella di un “integrativo territoriale” per la sanità privata, settore in cui la contrattazione nazionale è ferma da dodici anni. La richiesta, ha specificato poi il segretario della Cisl, verrà portata “in un altro tavolo”. Carente nel Patto, secondo Grosselli, anche il riferimento al welfare, che è “un potente investimento sul potere d’acquisto delle famiglie – soprattutto quelle più deboli – e per la coesione sociale”. Su questo tema, ha annunciato il segretario della Cgil, “continueremo ad incalzare la politica”. I sindacati adesso attendono la risposta delle imprese. “Ci aspettiamo la stessa responsabilità che abbiamo avuto noi, quella di firmare il patto pur sapendo che non tutto è stato inserito in questo testo”, ha concluso Grosselli.

Approvato nella notte l’assestamento del bilancio Pat

Manovra, votati gli odg. Si tratta sul ddl

Assestamento, respinta una serie di odg della minoranza. I consiglieri di opposizione lasciano l’aula per protesta

Tutti approvati i 34 ordini del giorno della maggioranza

Assestamento, la replica di Fugatti



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