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semplificare il linguaggio per vivere l’Europa dei diritti


Tutti devono poter comprendere e partecipare alle iniziative e ai processi di pianificazione delle comunità affinché sia garantita un’effettiva inclusione. È da questa consapevolezza che è nata l’esigenza di semplificare il linguaggio della progettazione comunitaria; una consapevolezza che si è sviluppata nel corso degli anni grazie a studi, esperienze sul campo e a un crescente movimento di advocacy per i diritti delle persone con disabilità.

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Sono soprattutto le persone con disabilità intellettiva che spesso incontrano difficoltà nel comprendere terminologie tecniche o complesse, che possono rappresentare un ostacolo alla loro piena partecipazione e al loro diritto di essere coinvolte nei processi decisionali che attengono alla loro vita e alla comunità di appartenenza. È stato riconosciuto che un linguaggio troppo tecnico o burocratico può creare barriere e portare all’esclusione involontaria di queste persone dai processi di progettazione e pianificazione. Di conseguenza, è emersa l’esigenza di adottare un linguaggio più semplice, chiaro e accessibile, che possa essere compreso da tutti, indipendentemente dal livello di abilità cognitiva. 

Inoltre, questa esigenza è stata rafforzata dall’obiettivo di promuovere una cittadinanza attiva e partecipativa, in cui ogni individuo possa contribuire alle decisioni che influenzano la propria comunità. La semplificazione del linguaggio diventa quindi uno strumento fondamentale per garantire pari opportunità di partecipazione, favorendo un ambiente inclusivo e rispettoso delle diversità. 

In Italia ci sono decine di migliaia di persone maggiorenni con disabilità intellettiva o relazionale che godono del diritto di voto, ma è noto che tale prerogativa viene esercitata in modo estremamente sporadico a causa di difficoltà diffuse: mancanza di informazioni adeguate, frequente inconsapevolezza da parte delle famiglie circa la titolarità di diritti civili dei propri cari, assenza di un’effettiva prossimità delle istituzioni nei confronti di tutti i cittadini.

La Regione Molise, da anni attenta a questa parte importante di cittadini, ha progressivamente pensato e attuato progetti finalizzati a coinvolgere tutti nella vita attiva del Paese. Nasce così “C.L.A.R.I.T.Y. Connecting Learning And Rights for Individuals with The intellectual disabilitY”, il progetto premiato all’interno del FORUM PA 2025 Premio “PA Aumentata”, Ambito Inclusione.

Potete vedere anche la scheda progetto sul sito del Premio.

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“CLARITY” nasce con l’intento di raggiungere le persone con difficoltà intellettiva, incontrandole nelle diverse associazioni presenti sul territorio molisano e avviando, con il supporto delle Prefetture e di personale regionale dedicato, percorsi di educazione civica in occasione delle tornate elettorali.

Abbiamo iniziato con il progetto “Quote Bianche: anche noi siamo votABILI”, che ha ottenuto una grande risposta e ci ha spinti ad andare oltre, impegnandoci a rendere i temi e le normative europee più accessibili e comprensibili per le persone con disabilità intellettiva. Come? Creando materiali informativi chiari, visivi e facili da comprendere, utilizzando un linguaggio semplice e supporti grafici, che sono stati sottoposti direttamente ai destinatari. L’affermazione: “Noi vogliamo votare, scegliere, ma dobbiamo capire bene tutto” ci ha scosso e ci ha indotto a perseverare: leggere, tagliare, scrivere, semplificare. In occasione di uno degli incontri del progetto abbiamo chiesto a una persona coinvolta: “Marco, cosa ne pensi? Hai capito?”. E lui ha risposto: “Finalmente, sì”. Abbiamo così continuato a lavorare per contribuire a creare un ambiente inclusivo, dove le persone con disabilità intellettiva possano esprimere le loro opinioni e partecipare attivamente ai processi decisionali che le riguardano. Le mettiamo in rete e poniamo al centro le loro esperienze ed esigenze, assicurando che le loro voci siano ascoltate e rispettate.

L’importanza di semplificare il linguaggio è, del resto, al centro dell’attenzione delle istituzioni europee per garantire un reale diritto di voto a tutti. Negli ultimi decenni, l’Unione Europea e le sue istituzioni hanno promosso un forte impegno verso l’inclusione sociale, la parità di diritti e l’accesso alle opportunità per tutti i cittadini, indipendentemente dalle loro capacità o disabilità. Tuttavia, uno degli ostacoli più significativi ancora oggi riguarda il linguaggio utilizzato nelle normative, nei comunicati ufficiali e nelle procedure elettorali, che spesso risultano complessi, tecnici e poco accessibili. 

Fondamentale è dunque semplificare il linguaggio. 

Il diritto europeo e le sue istituzioni sono fondamentali per garantire diritti civili e politici ai cittadini, tra cui il diritto di voto. Tuttavia, per le persone con disabilità intellettiva o relazionale, comprendere le norme, i regolamenti e le procedure può essere molto difficile, se non impossibile, senza un adeguato supporto o senza un linguaggio chiaro e accessibile. 
 
Se il linguaggio rimane complicato e troppo tecnico, si rischia di escludere inconsapevolmente una parte significativa della popolazione dal pieno esercizio dei propri diritti civili. Questo non solo va contro i principi di inclusione e parità di diritti sanciti nelle Carte europee, ma contraddice anche l’obiettivo di una società democratica realmente partecipativa. Quindi abbiamo scelto di fare inclusione attraverso la semplicità.

Per rendere effettivo il diritto di voto e di candidatura a tutte le persone con disabilità intellettiva o relazionale, è fondamentale adottare un linguaggio più semplice, chiaro e comprensibile. E questa semplificazione è davvero inclusiva perché permette alle persone con disabilità di comprendere meglio i contenuti delle programmazioni, delle istituzioni, e quindi anche quali sono i loro diritti e come esercitarli in modo consapevole. La consapevolezza è il primo passo per l’autonomia e l’autodeterminazione. Se le persone sono pienamente informate, possono partecipare attivamente al processo democratico, esercitando il voto attivo e passivo con maggiore sicurezza. 
 
Inoltre, un linguaggio accessibile favorisce anche la partecipazione di altre categorie di cittadini, come gli anziani o le persone con altre disabilità, contribuendo a una società più equa e inclusiva. 

Ecco le nostre sfide per creare opportunità

Rendere il linguaggio e i contenuti più semplici ed inclusivi non è solo una questione di buona volontà, ma richiede un impegno concreto e risorse dedicate. Le istituzioni devono adottare politiche di comunicazione inclusive, investire nella formazione del personale e collaborare con esperti di comunicazione accessibile. 

La semplificazione del linguaggio delle istituzioni europee e delle procedure elettorali è un passo fondamentale per garantire che tutte le persone, indipendentemente dalle loro capacità relazionali o cognitive, possano esercitare i propri diritti civici in modo consapevole e autonomo. Solo attraverso un linguaggio accessibile e comprensibile possiamo costruire una società più democratica, inclusiva e rispettosa dei diritti di ogni individuo. 

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Allo stesso tempo, questa sfida rappresenta un’opportunità: promuovere un cambiamento culturale che valorizzi la comprensione e la partecipazione di tutti, senza esclusioni. E la Regione Molise, grazie al lavoro della squadra della Programmazione Regionale, ci sta provando, coinvolgendo tutti. 
 
Per un’Europa davvero di tutti, la chiarezza è il primo passo. E il progetto CLARITY è il nostro passo più bello. 



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