Tutti alla corte di Coldiretti. Forza Italia vede in Ettore Prandini quel “volto nuovo” che i Berlusconi chiedono per rinnovare il partito. Fratelli d’Italia recupera un rapporto che rischiava di logorarsi. La Lega mette la strategia italiana davanti a quella “politica agricola comune che è una vergogna. Chi decide a Bruxelles non sta nei campi, ma nei palazzi”. L’effetto è che il governo annuncia un miliardo di euro nel settore agricolo con il provvedimento Coltiva Italia “per sostenere le produzioni nazionali strategiche e diminuire così la nostra dipendenza dall’estero”, spiega sui social Giorgia Meloni. “Uno dei più importanti provvedimenti della storia dell’agricoltura”, lo presenta il ministro Francesco Lollobrigida. Il disegno di legge del governo è però un collegato alla finanziaria, diventerà legge a marzo 2026. Mentre per la difesa dell’agricoltura italiana dalla Pac 2028-32, ci sono quindici mesi di trattativa molto difficile a Bruxelles.
Francesco Lollobrigida ed Ettore Prandini arrivano insieme a Montecitorio di prima mattina, ospiti di Federcaccia. Fratelli d’Italia va di nuovo a braccetto con la più grande associazione di imprese agricole – 1,6 milioni di associati, 5.668 sezioni, 19 federazioni regionali. Persino le critiche dell’associazione di Prandini sui dazi e sulla politica agricola comune, sostenuta anche dal commissario europeo FdI Raffaele Fitto sono relegate al passato. Ora Prandini arriva ad apprezzare persino i dazi al 15% che gli Stati Uniti impongono all’Europa e quindi anche all’Italia: “Anche il 15 per cento è impegnativo, ma bisogna vedere come vengono scritti i dazi. Perchè ci potrebbe essere la possibilità di assorbire le tassazioni inserite precedentemente. Se così fosse sarebbe un grande risultato”. Poco distante Lollobrigida apprezza la distensione agricola. A far tornare il sereno ci pensa il disegno di legge ColtivaItalia, che il Consiglio dei ministri approva nel pomeriggio. Stanzia un miliardo di risorse aggiuntive ma soprattutto mette nelle mani di Coldiretti, e in misura minore anche di Confagricoltura e di Cia, la gestione dei fondi agricoli comunitari.
I centri di assistenza agricola, una sorta di caf agricoli, potranno gestire in autonomia i fascicoli aziendali. I controlli del ministero funzioneranno in parallelo. Nel frattempo verranno erogati i soldi. Lo spiega lo stesso Lollobrigida in conferenza stampa: “Il provvedimento mette in condizione i centri di assistenza agricola di essere corresponsabili delle pratiche che gli agricoltori gli assegnano. Nello stesso tempo si garantisce la possibilità di far diventare immediatamente esecutive le istanze che non richiedono valutazioni successive. Il ministero lo farà in parallelo, così le risorse possono essere utilizzate immediatamente. E le criticità saranno contestate successivamente e ci si potrà rifare sui soggetti che non avevano titolo”.
Coldiretti gongola. I Centri di Assistenza Agricola di Coldiretti sono infatti di gran lunga i più numerosi, presenti in tutte le regioni con una diffusione capillare su tutto il territorio nazionale. Col disegno di legge si sganciano dal controllo preventivo del ministero sulle pratiche per i finanziamenti europei. Ma il provvedimento del governo mette anche molti soldi sul settore: 300 milioni sul fondo di sovranità alimentare, che rafforza le filiere agricole in difficoltà. Altri 300 milioni nel settore delle carni rosse, la linea vacca-vitello, con la possibilità di avere nuovi allevamenti in particolare nel centro sud Italia. Altri 300 milioni vanno al settore olivicolo, per la trasformazione degli impianti con specie più resistenti a parassiti e fitopatie. Centocinquanta milioni di euro andranno a misure per il ricambio generazionale: per facilitare l’accesso al credito dei coltivatori con meno di 41 anni, dare terre ai giovani in comodato d’uso gratuito, incentivare la coltivazione su terreni abbandonati e silenti. Gli allevamenti colpiti da infezioni – peste suina, dermatite bovina… – godranno di una moratoria sui mutui per 12 mesi. Tredici milioni e mezzo vanno alla ricerca: all’assuznione di personale dedicato (45 ricercatori al Crea), agli investimenti nel digitale e nel trattamento dei dati.
“È un provvedimento storico. Con questo miliardo di risorse aggiuntive siamo il governo che più di ogni altro ha investito in questo settore”, dice Lollobrigida. E Giorgia Meloni gli dà manforte: “Abbiamo fatto scelte concrete costruite con la collaborazione delle organizzazioni di categoria. Un’azione di sistema che ha consentito di raggiungere un record storico: nel 2024 siamo la prima nazione dell’Ue col più alto valore aggiunto agricolo, 42,4 miliardi di euro”. L’enfasi è forse eccessiva. Il provvedimento non è infatti un decreto ma un disegno di legge, collegato alla finanziaria. Questo significa che fino a marzo del 2026 – come prevede il ministro per i rapporti Ue Tommaso Foti – non sarà approvato dal Parlamento. Fatta la doverosa premessa, da dove viene il miliardo per l’agricoltura? Dai fondi di coesione e sviluppo, dice Foti, ma non ci sono stati tagli ad altri ministeri. “C’erano dei fondi che non erano stati destinati e che vengono utilizzati in parte”.
Il Coltiva Italia, che sarebbe più giusto declinare al futuro, ColtiveràItalia, non spegne le polemiche in maggioranza sulla politica agricola comune. A Bruxelles è iniziata la discussione sul quadro pluriennale finanziario 2028-2032. La politica agricola comune è finita in un fondo indistinto, insieme a politiche di coesione e welfare, per un valore di 300 miliardi di euro. L’Italia, e Coldiretti è in prima fila, chiede più soldi e che i fondi siano dedicati al solo settore agricolo, in modo da non poter essere ritoccati. Fratelli d’Italia si muove con un certo imbarazzo. “Continueremo in Europa la battaglia per difendere gli agricoltori”, promette Giorgia Meloni. “L’attuale presentazione del bilancio non ci vede d’accordo. Ma abbiamo 15 mesi davanti”, se la cava Tommaso Foti. Lollobrigida difende Fitto con qualche difficoltà: “Ha fatto del suo meglio per limitare gli aspetti negativi. Ha fatto un lavoro molto puntuale”. Ma lui stesso è costretto ad ammettere che la proposta della Commissione – datata 16 luglio – “non garantisce le specificità del settore agricolo e della pesca. Non è immaginabile che il bilancio europeo sarà approvato com’è stato composto. Il governo farà di tutto per correggere un errore, una vera politica antieuropea”. Nel 2021 sia FdI che la Lega hanno votato a favore della Pac. Questa volta minacciano entrambi di non farlo. “Il quadro pluriennale è una vergogna. Presenta dei tagli inaccettabili”, dice Giorgio Maria Bergesio, senatore e responsabile agricoltura della Lega. “Ursula von der Leyen è la peggiore nemica dell’agricoltura: distrugge la filiera agroalimentare, abbandona le aree interne, lascia soli i nostri agricoltori e i nostri pescatori di fronte alle multinazionali. Noi diciamo no”. Come dice Foti, mancano 15 mesi.
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