(Sesto Potere) – Roma – 21 luglio 2025 – Sono stati presentati in Senato, presso la Sala Caduti di Nassirya, i risultati del progetto CO-SMART – Flagship Linea A, nell’ambito delle attività dello Spoke 11 del Partenariato esteso MOST – Centro nazionale per la Mobilità Sostenibile.
L’incontro, promosso dal Senatore Luca De Carlo, Presidente della 9ª Commissione permanente del Senato (Industria e agricoltura), ha visto la partecipazione di docenti e ricercatori di quattro università italiane coinvolti nel progetto.
In apertura dei lavori, il Senatore De Carlo ha voluto sottolineare il valore strategico dell’iniziativa: “Quando i fondi pubblici vengono utilizzati per progetti seri, concreti e ad alto impatto come questo, la politica ha il dovere non solo di sostenerli, ma di valorizzarli, perché rappresentano uno strumento reale di sviluppo sostenibile per il nostro Paese”.
CO-SMART è uno dei progetti strategici di Flagship Linea A, finanziato dal PNRR nell’ambito della Missione 4 “Istruzione e Ricerca”.
Il programma MOST coinvolge 24 università italiane, il CNR, 24 grandi imprese nazionali, più di 700 ricercatori strutturati e 574 nuovi assunti, per un investimento complessivo di circa 380 milioni di euro.
Organizzato in 14 Spoke tematici, MOST affronta diverse direttrici della mobilità sostenibile, tra cui la mobilità leggera e attiva, il trasporto ferroviario, marittimo e aereo, lo sviluppo di nuovi carburanti e i sistemi intelligenti di mobilità.
Il progetto CO-SMART, coordinato dall’Università di Pisa in collaborazione con l’Università di Bologna, l’Università Politecnica delle Marche e il Politecnico di Bari, è incentrato sulla comunicazione e sullo sviluppo di linee di ricerca su materiali innovativi per l’alleggerimento strutturale e la sostenibilità nel settore automotive. L’iniziativa mira a promuovere una maggiore consapevolezza sull’importanza della ricerca in questo ambito strategico per il Paese. I risultati presentati in Senato hanno messo in evidenza un significativo avanzamento delle attività scientifiche, con ricadute concrete in termini industriali e ambientali.
Tra le attività illustrate, spicca lo sviluppo, nell’ambito del progetto SUSTAINED, di un nuovo materiale realizzato riciclando reti da pesca dismesse e fibre di carbonio usate. Questo materiale innovativo non solo contribuisce a ridurre in modo significativo l’impatto ambientale, ma rappresenta anche una valida alternativa ai materiali tradizionali impiegati nel settore dell’auto. Secondo i dati illustrati, ogni tonnellata di questo composito permette di evitare l’immissione nell’atmosfera di quasi sei tonnellate di CO₂, un contributo importante nella lotta al cambiamento climatico. Per testarne l’efficacia, è stato prodotto un prototipo reale di un componente per la cintura di sicurezza, interamente realizzato con questi materiali riciclati. Le prove di resistenza hanno confermato che questo nuovo materiale non solo regge il confronto con quelli convenzionali, ma in alcuni casi garantisce addirittura prestazioni migliori, superando i test previsti da grandi case automobilistiche come Stellantis.
Un altro ambito di ricerca molto interessante, illustrato durante l’incontro, riguarda i progetti BOOSTER, ECOFRIEND e REOBTAIN, che hanno puntato a dare nuova vita all’olio da cucina esausto, quello usato ad esempio per friggere. Attraverso specifici processi di trasformazione, questo olio è stato convertito in una sostanza chiamata poliolo, utile per produrre schiume flessibili da utilizzare nell’industria automobilistica. Si tratta di materiali composti per l’80% da elementi di origine vegetale o riciclata, capaci di resistere bene alla pressione e di tornare facilmente alla forma iniziale. Per queste caratteristiche sono perfetti, ad esempio, per realizzare imbottiture dei sedili, cruscotti o pannelli porta delle auto.
Ma l’innovazione non si ferma qui: all’interno di queste schiume sono state inserite minuscole capsule intelligenti che riescono ad assorbire e rilasciare calore in modo controllato, migliorando così il comfort termico dell’abitacolo durante la guida. Dalla stessa lavorazione dell’olio usato sono stati inoltre ottenuti biolubrificanti, ovvero oli speciali destinati all’uso nei motori e nei macchinari, che si sono dimostrati molto stabili, resistenti al calore e altamente performanti, adatti anche per operazioni meccaniche complesse e di precisione.
Il terzo filone di ricerca presentato riguarda il progetto AMATEVI, che si è concentrato sullo sviluppo di materiali antimicrobici per gli interni delle auto, pensati per migliorare l’igiene e la sicurezza a bordo. I ricercatori hanno creato nuovi tessuti tecnici partendo dal riciclo di reti da pesca dismesse, trasformate in fibre di nylon attraverso una tecnica avanzata. Su questi materiali sono poi stati applicati agenti antibatterici, in grado di limitare la crescita dei microrganismi.
Parallelamente, sono state messe a punto anche superfici plastiche di nuova generazione, ottenute con materiali riciclati e arricchite con micro-particelle attive, capaci di proteggere dagli agenti patogeni. Tutti questi materiali sono stati sottoposti a numerosi test, per verificarne la resistenza al calore, la durata nel tempo e l’efficacia contro batteri e germi. I risultati hanno dato esito positivo: i prototipi dimostrativi hanno superato brillantemente le prove di laboratorio, confermando la loro reale capacità di prevenire la proliferazione di microrganismi potenzialmente pericolosi per la salute.
A concludere l’incontro è stato Luca De Gaetano, fondatore e presidente di Plastic Free Onlus, che ha sottolineato l’importanza di creare ponti tra mondo della ricerca, industria e società civile: “Quando ricerca e industria collaborano con visione, anche l’associazionismo può contribuire ad accelerare il cambiamento culturale necessario per una mobilità davvero sostenibile”, ha dichiarato.
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