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Pac vs fondo unico, continua il disappunto degli stakeholder


Non si arrestano le reazioni degli stakeholder dopo la presentazione, ieri a Bruxelles, del quadro finanziario pluriennale 2028-2034, che prevede la diminuzione delle risorse della Politica agricola comune, con l’accorpamento delle risorse per lo sviluppo rurale in un fondo unico. 

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Lollobrigida: “Proposta non all’altezza degli obiettivi”

“La Commissione europea – dichiara il ministro dell’Agricoltura, della sovranità alimentare e delle foreste, Francesco Lollobrigida – ha annunciato ieri la proposta di bilancio che stiamo ancora approfondendo per una valutazione complessiva. Per mesi l’Italia ha sostenuto la necessità di garantire il mondo agricolo e della pesca, settori economici, ma soprattutto pilastri dell’economia europea così come sancito dai trattati fondativi. Siamo stati promotori di documenti sottoscritti dalla stragrande maggioranza dei ministri competenti di tutta Europa e abbiamo sostenuto le istanze delle associazioni di rappresentanza italiane ed europee. In un momento difficile come quello che il mondo sta attraversando, l’approvvigionamento alimentare e la custodia da parte del settore primario dell’ambiente sono quantomai indispensabili. Abbiamo lavorato, e lo ringrazio anche in questa occasione, con il vicepresidente Fitto per arginare modelli di programmazione finanziaria in evidente contrasto con gli interessi dell’economia europea e dei suoi produttori, artefici principali della ricchezza della quale tutti beneficiamo. Purtroppo, la proposta della Commissione non è all’altezza di questi obiettivi”.

“Seppure una parte importante delle risorse per l’agricoltura, anche grazie al nostro impegno, è stata salvaguardata nel fondo indistinto assegnato alle singole Nazioni, il rischio di lasciare alla determinazione dei singoli governi il 20% delle risorse potenziali non garantisce il mondo produttivo minando l’obiettivo della sicurezza e della sovranità alimentare europea. Avevamo apprezzato un cambio di rotta annunciato dalla Commissione rispetto alle follie di Timmermans ma questi propositi si sono realizzati solo in parte. Una parte troppo piccola per garantire capacità di resilienza al nostro settore e alla sua competitività”. 

“L’Italia, in modo spesso trasversale alle forze politiche, ha denunciato da mesi la sua contrarietà a ipotesi che indebolissero ulteriormente il sistema. Alcuni risultati sono stati raggiunti sulla condivisione di investimenti strategici per il sistema di approvvigionamento idrico con fondi aggiuntivi rispetto a quelli per la Pac, una semplificazione necessaria e non più rinviabile, una diversa visione sulla gestione della fauna selvatica nel rispetto della produzione, la cancellazione di alcune follie ideologiche previste dal Green Deal e soprattutto una valutazione differente dell’agricoltura come primo difensore dell’ambiente – sottolinea il ministro – Purtroppo, non si è raggiunto ancora l’obiettivo che come Governo Meloni ci siamo posti, riuscendovi in Italia, di rimettere al centro delle politiche di sviluppo e coesione territoriale l’agricoltura e la pesca. La proposta, così come è stata presentata dalla Commissione, al netto dei risultati ottenuti dalle battaglie al suo interno del vicepresidente Fitto, è lontana dal poter soddisfare noi tutti a partire da agricoltori e pescatori fino alle Regioni a cui viene di fatto viene sottratta la possibilità di usufruire di uno strumento di pianificazione che dia certezza delle risorse. 

“L’Italia, auspico in modo compatto, nel Parlamento europeo e in ogni consesso lavorerà a modifiche sostanziali del piano presentato per renderlo idoneo agli obiettivi che l’Unione europea deve raggiungere per garantire prosperità ai Popoli che ne fanno parte. Al contrario di quanto avvenuto in questi anni a Bruxelles, il Governo Meloni ha stanziato più risorse per agricoltura e pesca di qualsiasi precedente governo proteggendo il settore e migliorando i risultati rispetto alla situazione nella quale lo abbiamo ereditato. Continueremo a farlo e a batterci per garantire sempre maggiore centralità alle nostre imprese a fianco delle rappresentanze del modo agricolo e della pesca”.

Coldiretti: “Disastro annunciato”

“Un taglio del 20% delle risorse della Pac è un disastro annunciato”. A denunciarlo sono il presidente della Coldiretti Ettore Prandini e il segretario generale Vincenzo Gesmundo.

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“Ha vinto la linea politica della presidente Von der Leyen che ha imposto ai commissari tagli draconiani – attaccano – Sono imbarazzanti in particolare le parole del Commissario all’Agricoltura Hansen che dichiara di aver salvato l’80% del budget Pac. Sarebbe stato più dignitoso dimettersi, ammettendo una sconfitta clamorosa con un taglio di un quinto delle risorse precedenti che ha votato anche lui, garantendo l’unanimità”.

“Ora tocca ai capi di Stato e di governo che dovranno interrompere il loro silenzio e fermare questa pericolosa deriva autocratica – proseguono – ulteriormente dimostrata da questo bilancio folle. Paradossalmente dobbiamo fare appello alla regola dell’unanimità per salvare la democrazia europea”.

“Se i governi non si opporranno – assicurano i vertici di Coldiretti – avranno anche loro la corresponsabilità di aver ucciso la politica agricola in Europa. Ormai è chiaro a tutti che in Europa comanda solo la Von der Leyen, come fa Xi Jinping in Cina, tra l’ignavia e la mancanza di coraggio e di dignità dei Commissari. Un disegno mortale per l’agricoltura e per la tenuta democratica dell’Unione, che è sempre più sempre più lontana dai suoi popoli e sempre più vicina alla sua implosione”.

“Sotto le macerie di questa implosione – aggiungono – resteranno le future generazioni i nostri figli e nipoti. Un progetto avviato da Timmermans e realizzato con spietata lucidità da Von der Leyen. Ma non finisce qui. La nostra mobilitazione resta forte e permanente, perché non ci rassegniamo a chi vuole togliere i soldi alle imprese agricole e al cibo sano per finanziare i carri armati e rovinare la salute dei consumatori, depotenziando un settore strategico per l’Europa e per l’Italia in particolare, come l’agricoltura e l’agroalimentare. Abbiamo davanti due anni per combattere questa deriva, salvare gli agricoltori e scongiurare la fine del sogno europeo. Chiediamo un incontro urgente alla presidente del Consiglio Giorgia Meloni e al ministro Francesco Lollobrigida“.

Cia: “Vergognoso attacco all’agricoltura”

“Vergognoso e indicibile attacco all’agricoltura. La Pac annacquata con il fondo unico e un taglio di quasi il 30% delle risorse per il settore, faranno l’Europa a brandelli, quando tra dazi e crisi globali la presidente Ursula von der Leyen aveva l’occasione unica di dare prova di credibilità agli europei, di rafforzare la coesione e l’autorevolezza dell’Unione a difesa dell’unica leva di sviluppo e competitività possibile, la sua sicurezza alimentare. Così, invece, la Pac è stata disintegrata”. 

È questo il commento a caldo del presidente nazionale di Cia-Agricoltori Italiani, Cristiano Fini, che sottolinea: “Arriva la dimostrazione imbarazzante che gli interessi veri di questa Europa sono altri, non i conti degli agricoltori, ma tanto meno la sopravvivenza agroalimentare Ue e la sua autonomia da importazioni forzate e concorrenza sleale”. 

“La Von der Leyen avrebbe dovuto difendere l’Europa e l’agricoltura, la produzione di cibo sano e accessibile a tutti – chiosa Fini – dalla scellerata corsa agli armamenti. Perché il fondo unico metterà in competizione i settori e gli Stati membri, e a nulla servirà la certezza dei 300 miliardi appena annunciati, meno degli attuali, quando al comparto ne sarebbero serviti da tempo molti di più. Aspettiamo di leggere il dossier e di capire le regole del gioco, ma così è la fine dell’agricoltura. Ci chiediamo come intenda la Von der Leyen garantire, adesso, cibo agli europei”.  

Confcooperative: “Segnale di abbandono del primario”

“La Commissione ha deciso di compiere un passo indietro rinnegando di fatto l’essenza stessa dell’Unione europea smantellando per la prima volta il principale pilastro della casa comune dell’Unione, ovvero la Politica Agricola Comune, l’unica vera politica che l’Europa ha promosso e perseguito fin dalla sua nascita in maniera strutturale e coesa”. 

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Così il presidente di Fedagripesca Confcooperative Raffaele Drei, che prosegue: “Insieme alla dotazione insufficiente destinata all’agricoltura e alla pesca è grave il segnale politico di abbandono che l’Europa ha dato al comparto agricolo che risulta ancora più preoccupante perché giunge in un contesto di grande instabilità, fortemente mutato rispetto solo a qualche anno fa, per via delle crescenti tensioni geopolitiche”. 

“Il disappunto è forte – evidenzia – In attesa di approfondire meglio i contenuti della proposta, è evidente che portare l’attuale Pac dentro un fondo unico significa di fatto smantellarla, togliendo risorse e sostegno al settore in un contesto delicatissimo in cui invece occorrerebbe fare politiche orientate alla competitività delle filiere e non perseverare nell’imporre agli agricoltori europei standard produttivi elevatissimi e unici al mondo per poi non sostenere le filiere adeguatamente ed aprirsi alle importazioni da paesi terzi”. 

La decisione di Bruxelles suona inoltre “come una vera e proprio beffa se ripensiamo ai messaggi rassicuranti arrivati agli agricoltori dopo gli esiti delle elezioni europee e che sembravano andassero nella direzione di ridisegnare assetti e cambi di visione strategica nelle istituzioni di Bruxelles. 

Copagri: “Proposta irricevibile”

“La riduzione dei fondi destinati all’agricoltura, legata al taglio del bilancio comunitario, unitamente all’accorpamento della Pac in un fondo unico in cui far confluire risorse destinate ad altri obiettivi, mette seriamente a rischio la sicurezza alimentare dell’Unione Europea, nonché la tenuta e la competitività delle migliaia di imprese agricole dell’Ue”. 

Lo sottolinea l’esecutivo della Copagri, che spiega: “Oltre alle ricadute negative di quella che è una vera e propria rinazionalizzazione delle politiche agricole comunitarie, a destare particolare preoccupazione è la scomparsa di strumenti quali il Fondo europeo agricolo di garanzia-Feaga e il fondo europeo agricolo per lo sviluppo rurale-Feasr, da sempre fondamentali per assicurare stabilità alle imprese e permettere loro le necessarie attività di programmazione”. .

“Non possiamo accettare un’impostazione che non offre le adeguate garanzie per il sostegno al reddito, il ricambio generazionale, il rafforzamento degli strumenti di gestione del rischio e la promozione della sostenibilità, da intendersi in chiave economica, ambientale e sociale, che come ripetiamo da tempo sono le priorità maggiormente avvertite dai produttori agricoli – rimarca il presidente della Copagri Tommaso Battista, presente da giorni a Bruxelles insieme al vicepresidente Giovanni Bernardini – “Una proposta irricevibile che sminuisce la regia europea, frammentando le politiche agricole e indebolendo il Primario, creando evidenti disparità tra gli Stati membri e riducendo la capacità dell’UE di affrontare sfide globali come la sicurezza alimentare, il cambiamento climatico e la transizione ecologica”.

Federbio: “Grave passo indietro”

“Riteniamo questa proposta sulla Pac un grave passo indietro sul fonte della sostenibilità e della transizione verso modelli agroecologici – argomenta Maria Grazia Mammuccini, presidente di FederBio – Oltre a un taglio dei fondi destinati alla Pac in una fase di grandi difficoltà per tutti gli agricoltori, la scelta di assegnare le risorse del bilancio esclusivamente ai pagamenti a superficie, non solo penalizza chi fa agricoltura biologica, ma è anche inadeguato per la valorizzazione delterritorio rurale e delle aree interne e per rispondere alle sfide ambientali e sociali dei prossimi anni”. 

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Senza un chiaro orientamento alla sostenibilità si rischia che la Pac generi una pericolosa corsa al ribasso tra gli stati membri, con conseguenze gravi per la sovranità alimentare e un progressivo disimpegno dalle politiche ambientali. Le grandi difficoltà che stanno attraversando gli agricoltori vanno affrontate con approcci innovativi, come l’agroecologia, i sistemi locali di produzione e di consumo del cibo che mettano al centro agricoltori e cittadini”. 

“Puntare sull’agricoltura biologica offre benefici d’interesse collettivo come la tutela della salute e della biodiversità, una migliore redditività, favorisce l’occupazione femminile e il ricambio generazionale, rilanciando le aree rurali. Per questo chiediamo che i fondi Pac siano vincolati in modo chiaro alla protezione ambientale, alla lotta al cambiamento climatico e al benessere animale, a sostegno di un’autentica transizione ecologica. Senza un adeguato incentivo economico, la sostenibilità rischia di rimanere un’opzione marginale anziché diventare la scelta strategica per il futuro”.

Regione Lombardia: “Scelerato, si rinuncia al futuro”

Siamo di fronte a una proposta scellerata, che fortunatamente è solo un’ipotesi ma che, se confermata, segnerebbe una vera e propria resa dell’Europa sulla sovranità alimentare. Ci avevano detto che l’agricoltura sarebbe stata al centro delle politiche europee, ma il ravvedimento è durato lo spazio di una campagna elettorale. Ora, con un taglio del 20% alla Pac e senza più strumenti per le Regioni, si minaccia la tenuta stessa del settore primario: economia, ambiente, biodiversità e territori verrebbero travolti insieme”. Lo dichiara l’assessore all’Agricoltura, sovranità alimentare e foreste, Alessandro Beduschi, commentando la proposta di bilancio presentata dalla Commissione europea.

“Da una parte – conclude Beduschi – ci sono le tensioni sui mercati internazionali, che mettono a rischio la competitività dei nostri prodotti di eccellenza. Dall’altra, l’Europa vuole mettere gli agricoltori nelle condizioni di chiudere. È inaccettabile. Noi non accetteremo mai l’idea che la produzione di cibo venga delegata altrove, magari senza le nostre garanzie di qualità e i nostri controlli. Ci auguriamo che il Parlamento europeo sappia sconfessare questa idea pericolosa”. 

Fonte: Masaf – Coldiretti – Cia – Confcooperative – Copagri – Federbio – Regione Lombardia 

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