Da anni l’Italia affronta un’importante fase di digitalizzazione dei servizi pubblici. Lo Spid (Sistema Pubblico di Identità Digitale) e la Cie (Carta d’Identità Elettronica) sono stati i protagonisti principali di questa transizione, offrendo ai cittadini strumenti unici per l’accesso ai servizi online della pubblica amministrazione e di molte imprese.
Stando ai dati riportati nel recente Annual Report 2024 di ForumPA, la diffusione dello Spid in Italia ha registrato una crescita impressionante. A novembre 2024 erano oltre 39,2 milioni le identità Spid emesse, con un incremento del 7% rispetto a fine 2023. Un dato che si aggiunge ai circa 48,8 milioni di Cie rilasciate, con un incremento del 18%. Questi numeri evidenziano la progressiva diffusione dell’identità digitale tra i cittadini italiani, il cui obiettivo, fissato dal Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (Pnrr), è di raggiungere i 42,3 milioni di italiani con identità digitale (Spid e/o Cie) entro dicembre 2025.
Anche le pubbliche amministrazioni stanno accelerando il passo: a fine novembre 2024, oltre 18.700 PA avevano adottato Spid, segnando un aumento dell’11% rispetto al 2023, mentre quelle che consentono l’accesso tramite Cie sono circa 10.000, con un incremento del 36%. È dunque vero che l’Italia è all’avanguardia nei processi di digitalizzazione, eppure la strada verso la piena maturità è ancora lunga: nonostante i progressi, infatti, ci sono ancora importanti sfide da affrontare, soprattutto legate alla sicurezza, ai costi e alle problematiche operative del sistema. Non a caso, molte realtà sono spinte a cercare soluzioni alternative per l’onboarding digitale.
Le criticità dello Spid
Nonostante l’adozione massiccia e la rilevanza che ha assunto, lo Spid ha sollevato negli ultimi anni diverse preoccupazioni, sia per i cittadini che per le aziende. Tra le principali problematiche riscontrate, le più evidenti riguardano la sicurezza e i costi associati.
In primo luogo, la sicurezza. Se da un lato lo Spid ha rappresentato un passo avanti rispetto ai tradizionali metodi di autenticazione, dall’altro ha esposto gli utenti a un crescente numero di frodi legate all’identità digitale. Gli attacchi informatici, tra cui il furto d’identità, l’utilizzo di deepfake e l’accesso fraudolento ai servizi online tramite phishing, sono diventati fenomeni sempre più diffusi. Le vulnerabilità del sistema sono amplificate dalla gestione decentralizzata del servizio, che vede la presenza di numerosi identity provider (IdP) non sempre in grado di garantire standard di sicurezza uniformi. L’assenza di un controllo centralizzato sui vari provider rende il sistema suscettibile a falle che i criminali informatici sono sempre più abili nel sfruttare.
Oltre alla questione della sicurezza, un altro aspetto problematico riguarda l’introduzione di costi per l’emissione e il rinnovo del Spid. Originariamente gratuito, il sistema ha visto l’arrivo di tariffe da parte di alcuni provider, creando nuove barriere d’accesso sia per i cittadini che per le aziende. Sebbene il Spid sia ancora gratuito per molti utenti, la crescente pressione economica e le difficoltà legate alla gestione del processo di onboarding digitale stanno spingendo molte imprese a cercare soluzioni più vantaggiose.
Il modello distribuito di Spid: limiti e sfide
Il modello distribuito su cui si fonda lo Spid, sebbene utile per garantire un’ampia diffusione, ha dimostrato nel tempo i suoi limiti. La frammentazione del sistema, che prevede numerosi provider di identità, ha creato disparità nei servizi offerti e ha complicato il processo di verifica dell’identità. In particolare, le pubbliche amministrazioni e le imprese si trovano ad affrontare difficoltà nell’interfacciarsi con diversi provider e nel garantire che ogni accesso sia sicuro e conforme alle normative in vigore.
Il sistema decentralizzato ha anche ostacolato la possibilità di implementare misure più efficaci per prevenire le frodi e garantire la protezione dei dati sensibili degli utenti. La mancanza di un controllo centralizzato ha reso più difficile la gestione e la supervisione dei processi di identificazione, aumentando il rischio di violazioni della sicurezza.
Le alternative allo Spid: l’esigenza di soluzioni più sicure e rapide
Di fronte alle difficoltà dello Spid, come detto, molte aziende stanno cercando soluzioni alternative per l’onboarding digitale dei propri utenti. La necessità di garantire una protezione elevata contro le frodi, di ridurre i costi operativi e di semplificare il processo di identificazione ha infatti portato alla nascita di nuove tecnologie per la verifica dell’identità.
Una delle soluzioni più efficaci in questo campo è l’utilizzo della biometria, che consente di identificare gli utenti in modo rapido e sicuro attraverso il riconoscimento facciale, la lettura di impronte digitali o altre caratteristiche biometriche uniche. Le soluzioni biometriche, che combinano intelligenza artificiale e algoritmi avanzati, sono in grado di garantire un livello di sicurezza molto più elevato rispetto ai tradizionali metodi di autenticazione, come la password o il Pin.
Inoltre, queste soluzioni sono rapide e facili da usare, riducendo notevolmente il tempo necessario per completare il processo di onboarding. L’adozione di tecnologie biometriche non solo riduce i rischi legati alle frodi d’identità, ma consente anche di migliorare l’esperienza dell’utente, che può completare il processo di identificazione in pochi secondi, senza la necessità di complesse procedure manuali.
Veridas: una soluzione europea e sicura per l’onboarding digitale
Veridas si inserisce in questo scenario con una delle soluzioni più avanzate per l’identificazione digitale. Con una tecnologia che combina biometria facciale e verifica dei documenti in tempo reale, Veridas offre un’alternativa allo Spid sicura, rapida e completamente conforme alle normative europee. L’approccio di Veridas risolve infatti molte delle problematiche che affliggono lo Spid, offrendo un’opzione conveniente per le aziende che necessitano di un sistema di onboarding digitale che rispetti le normative europee e che garantisca un alto livello di protezione contro le frodi.
I principali vantaggi della soluzione Veridas rispetto allo Spid includono un processo di onboarding che può essere completato in meno di 60 secondi, l’uso di intelligenza artificiale avanzata per il rilevamento di frodi come il deepfake, la possibilità di ridurre i costi legati all’utilizzo di provider esterni e la completa conformità alle normative europee, come il regolamento eIDAS 2.0.
La tecnologia Veridas è inoltre sviluppata interamente in Europa, garantendo la sovranità dei dati e una protezione totale dei dati sensibili degli utenti. Le certificazioni internazionali, come Nist e Iso, attestano l’affidabilità e la sicurezza del sistema, che è già utilizzato con successo da importanti istituzioni finanziarie come BBVA Italia.
Il futuro dell’onboarding digitale
In un contesto in cui lo Spid sembra giungere a un bivio, tra le sfide legate alla sicurezza e l’inasprimento dei costi, la necessità di esplorare alternative più robuste è ormai ineludibile. La digitalizzazione dei servizi pubblici e privati, seppur avanzata, non può fare a meno di soluzioni che, pur garantendo accessibilità e velocità, sappiano rispondere in modo più efficace alle preoccupazioni degli utenti e degli operatori.
Ne consegue che l’evoluzione della tecnologia dell’identità digitale è ormai un processo che va oltre l’adozione di un singolo strumento. Si tratta di costruire un ecosistema in grado di supportare non solo la sicurezza, ma anche la trasparenza e l’affidabilità. In quest’ottica, l’onboarding digitale non è solo una questione tecnica: è una questione di fiducia. Il futuro risiede in un approccio integrato che sappia rispondere alle richieste di sicurezza avanzata e di efficienza operativa, senza compromettere l’inclusività o il rispetto delle normative europee.
Articolo realizzato in partnership con Veridas
***** l’articolo pubblicato è ritenuto affidabile e di qualità*****
Visita il sito e gli articoli pubblicati cliccando sul seguente link