Continua il confronto sulla riforma Igr
La seduta del pomeriggio si è aperta con un Ufficio di Presidenza dal quale scaturisce la proposta di inserire di un Comma extra per sostituire il consigliere Pelliccioni dalle Commissioni in cui è presente, alla luca delle dimissioni dal gruppo consiliare di Domani Motus Liberi.
La prima parte dei lavori ci sono incentrati sul proseguo del dibattito sul Progetto di legge “Modifiche alla Legge 16 dicembre 2013 n.166 ‘Imposta Generale sui Redditi’ e successive modifiche” e sull’ordine del giorno presentato dai gruppi di maggioranza. Il Segretario di Stato Marco Gatti ha sostenuto che il provvedimento “non inasprisce la situazione fiscale di San Marino, ma porta solo dei correttivi” e mira a chiedere “un po’ di più a chi percepisce dai 23.000 euro in su di stipendio annuale, in modo graduale, per ridarlo a chi prende sotto quella cifra, e non credo sia una cosa vergognosa”. “Siamo intervenuti- ha piegato Gatti – anche su situazioni che, pur non essendo evasione o illusione fiscale, contribuivano ad abbattere il reddito imponibile delle attività economiche, sia società che persone”. Obiettivo dichiarato è un aumento delle entrate fiscali di 20 milioni di euro all’anno.
L’opposizione ha duramente criticato sia il metodo che il merito della proposta. Antonella Mularoni (Rf) ha attaccato: “Non riuscite a far comprendere ai cittadini la necessità di questa riforma, che va a portare via, non a dare di più, in un momento in cui il potere d’acquisto è diminuito”. Fabio Righi (D-ML) ha espresso “profonda preoccupazione”, dichiarando che “se questo è quello che questa maggioranza riesce a partorire come riforma strutturale… mi preoccupo non poco”. La maggioranza, dal canto suo, ha presentato un ordine del giorno per impegnare il governo al contenimento della spesa pubblica e allo sviluppo. Massimo Andrea Ugolini (Pdcs) ha difeso l’impianto: “Non si parla di lacrime e sangue. C’è attenzione alle fasce più basse e alla lotta all’evasione”. Il segretario alle Finanze Marco Gatti ha respinto le accuse: “È un progetto aperto. Dite cosa non vi piace e proponete alternative che portino lo stesso risultato”. Federico Pedini Amati, segretario al Turismo, ha portato un esempio personale per evidenziare le anomalie del sistema: “Io e mia moglie, entrambi dipendenti pubblici con una bambina, abbiamo un reddito complessivo di 90mila euro. Non posso andare a credito di 1.500 euro sulla mia dichiarazione dei redditi. C’è un’anomalia”. Nell’ordine del giorno la maggioranza chiede impegno per ridurre la spesa pubblica e una “agenda per la crescita” da attuarsi nei 12 mesi successivi.
Toni accesi anche al comma successivo, la presentazione in prima lettura del progetto di legge di variazione al bilancio di Previsione 2025, che vede un aumento del deficit previsto da 28 a 30 milioni di euro. Emanuele Santi (Rete) ha definito questo incremento “assurdo” e “politicamente inaccettabile”. Matteo Casali (Rf) ha criticato l’aumento delle spese dopo aver chiesto sacrifici ai cittadini con il pdl precedente. Tra le spese aggiuntive, circa un milione di euro per espropri legati a bonifiche per danno ambientale (ex Beccari), spese legali per cause perse (220.000 euro), acquisto di veicoli per la Polizia Civile sezione Anticendio e maggiori stanziamenti per turismo e territorio. Il Segretario Gatti ha spiegato: “Purtroppo, perdiamo le cause perché, come sapete, andiamo in giudizio su tutto”. Le polemiche hanno toccato anche le spese per il turismo e le consulenze, con Nicola Renzi (Rf) che ha accusato il Segretario Pedini Amati di usare soldi pubblici per eventi e trasferte personali. Pedini Amati ha reagito duramente, sfidando Renzi a ripetere le accuse fuori dall’aula senza immunità parlamentare. Dalla maggioranza Sandra Stacchini (Pdcs) ha invitato a distinguere tra spese necessarie e improduttive, mentre Matteo Rossi (Psd) ha chiesto “un assestamento più dignitoso entro la seconda lettura”.
Meno controversi sono stati gli altri provvedimenti di giornata, come la ratifica del Decreto Delegato n.80 sul credito agevolato alle imprese, che ha visto l’innalzamento della richiesta di mutui da 500.000 a 2 milioni di euro. Nonostante Emanuele Santi (Rete) abbia sospettato che fosse “ad hoc per qualcuno”, il Segretario Rossano Fabbri ha negato categoricamente, affermando che la misura è “generale ed astratta” e mira a portare “ricchezza e lavoro”. Ratificato anche il Decreto 84 che allinea San Marino con quanto modificato in Italia in tema di accise. Vedono diminuite le accise sulla benzina e aumentate sul gasolio.
Infine, il Consiglio ha unanimemente approvato l’Istanza d’Arengo n.13 per istituire la Giornata Nazionale della Cura e del Sostegno il 29 ottobre, con diversi consiglieri che hanno chiesto che a questa giornata di sensibilizzazione si affianchino “provvedimenti concreti” e un “sostegno a livello economico” per i caregiver.
Di seguito una sintesi dei lavori
Comma 10 – Progetto di legge “Modifiche alla Legge 16 dicembre 2013 n.166 ‘Imposta Generale sui Redditi’ e successive modifiche” (presentato dalla Segreteria di Stato per le Finanze) (I lettura)
Andrea Menicucci (Rf): All’attuale aspetto del dibattito, sia per quanto riguarda il contenuto, sia per quanto riguarda il metodo, credo che il tempo della legislatura sia ormai in una fase particolarmente avanzata e, pur non avendo una storia politica che mi permetta un raffronto con il passato, con questa esperienza non credo che questo sia stato un modo corretto di fare politica. Sentire i consiglieri delle stesse forze di maggioranza che hanno presentato la legge dire che poteva esserci maggiore equità, maggior giustizia fiscale, maggiore tutela del potere di acquisto e della natalità, mi sembra un esempio lampante di un corto circuito istituzionale. Mi ha colpito, in senso forse ancora più negativo, vedere le forze di maggioranza arrivare sino alla necessità di dover presentare un ordine del giorno per suppire a delle evidenti carenze presenti all’interno di questo provvedimento in prima lettura. L’intento è nobile, ma credo sia errato nel metodo. L’ordine del giorno è condivisibile, afferma con forza gli obiettivi e le finalità che una riforma fiscale deve perseguire, ma io credo che andasse fatto prima di presentare la legge, perché rappresenta la base dalla quale è necessario arrivare al ragionamento. Mi chiedo come si possa arrivare ad emendare una legge che è critica nella sua ratio, nella sua base, senza un confronto e senza una visione chiara condivisa. Abbiamo un doppio posizionamento del governo: quando si parla di legge di bilancio o sviluppo, l’economia è florida, ma quando dobbiamo intervenire con questo provvedimento, si giustifica dicendo che si vogliono maggiori entrate. Io penso che oggi qualche nodo stia arrivando al pettine, forse qualche organismo internazionale ha detto “O fate i compiti a casa”. Il problema non credo sia solo di metodo, ma di sostanza, perché il nostro sistema fiscale è afflitto da una cronica inefficienza sul fronte degli accertamenti e dei controlli. Esistono ancora troppe sacche di evasione che non riusciamo a riportare all’interno del sistema di controllo, e gli operatori spesso non sono messi nelle capacità di attuarli. Eppure, anche con questa riforma, si decide di colpire ancora una volta solo i redditi certi, tracciabili e quelli che sempre pagano. Credo che questa sia una ingiustizia sistemica inaccettabile. Questa non è la riforma fiscale di Repubblica Futura, né, alla luce del dibattito di oggi, nemmeno quella di tutta la maggioranza.
Massimo Andrea Ugolini (Pdcs): Penso che occorra riflettere sul percorso che abbiamo vissuto in questi ultimi anni, avendo attraversato come paese un’emergenza pandemica e conflitti internazionali. In queste circostanze molto critiche, abbiamo cercato in maniera responsabile di non toccare mai l’aspetto fiscale o innalzare la pressione fiscale del nostro paese. Il report delle agenzie internazionali e del Fondo Monetario ci ha riconosciuto che le politiche finanziarie adottate hanno dato risultati molto importanti. A fronte anche di riflessioni che vengono dalla passata legislatura, il segretario delle finanze aveva già indicato prospettive di modifica sulla legge IGR, la 166 del 2013. Credo che, se le modifiche sono quelle che ci ha illustrato il segretario Gatti, di lacrime di sangue non si può parlare, e le traiettorie di sviluppo su cui ha lavorato la segreteria delle finanze mostrano una chiara attenzione alle fasce di reddito più basse, per far sì che non venissero toccate da una maggiore pressione fiscale. Abbiamo cercato di allargare il gettito e una base imponibile nel rispetto delle regole comunitarie. Si è cercato di spingere affinché l’aspetto dei controlli per contrastare l’evasione fiscale potesse avere maggiore forza nell’attuale impostazione della legge IGR, potenziando l’ufficio tributario che ha già propria autonomia per iniziare a fare dei controlli. Inizialmente era stata ventilata la possibilità di introdurre una minimum tax, ma si è voluto dare l’indirizzo politico di potenziare i controlli su tutte quelle attività che da tempo hanno un reddito o dichiarano zero, poiché se tale contingenza diventa continuativa negli anni, qualcosa non c’è. L’evasione fiscale è un elemento che va contrastato, è volontà di maggioranza e opposizione cercare di arginare questo fenomeno e far sì che chiunque, in base alla propria capacità reddituale, possa contribuire in maniera più equa. Ci sono poi politiche che non sono proprie della legge IGR, come quelle a sostegno della famiglia, dello sviluppo dell’impresa o del contenimento della spesa, e la maggioranza ha voluto presentare un ordine del giorno per evidenziarle. Queste politiche sono importanti, ma devono essere affrontate in altri provvedimenti.
Antonella Mularoni (Rf): Segretario, penso lei abbia scelto la via sbagliata per questo progetto di legge. Sappiamo tutti che una riforma IGR è difficile, a meno che non voglia dare di più ai cittadini, eppure lei ha agito in quasi solitudine. È un unicum vedere un ordine del giorno della maggioranza che boccia la prima lettura. Abbiamo già detto che non condividiamo, ma lei non ha cercato la nostra condivisione; quindi, se la sua maggioranza voterà, la responsabilità sarà esclusivamente vostra. Ritengo che le riforme vadano fatte quando c’è un vero cambiamento, non perché si ha bisogno di tirar su soldi, come lei ha fatto capire, promettendoli ad organizzazioni internazionali e agenzie di rating. I suoi stessi consiglieri hanno ricordato l’emergenza famiglie, e la sede fiscale è quella giusta per intervenire. Perché non ha pensato al quoziente familiare o altre modalità per rendere giustizia alle famiglie, anziché considerarlo un regalo? Se un nucleo ha cinque persone, tre bambini, il reddito diviso per cinque fa differenza. Le sue introduzioni su babysitter e spese studio non bastano. Non riuscite a far comprendere ai cittadini la necessità di questa riforma, che va a portare via, non a dare di più, in un momento in cui il potere d’acquisto è diminuito. Gli stipendi a San Marino non permettono più di vivere dignitosamente a molte famiglie, data l’esplosione dei costi. Ci voleva una riforma diversa, lungimirante, che considerasse, ad esempio, l’imprenditoria giovanile, dove in Italia si paga il 5%. Qui non c’è niente. Poi c’è la tematica dei controlli, sempre menzionata ma mai attuata. Se ci fosse volontà politica, avreste tutto sotto gli occhi. Vediamo gente dichiarare €10.000 e girare con la Ferrari; bisogna voler vedere certe cose. Non riteniamo questa riforma emendabile né approvabile, perché parte da premesse sbagliate e non affronta i nodi veri, né le difficoltà di una parte della nostra popolazione. Non date piena attuazione alla dichiarazione dei diritti dei cittadini, poiché i soldi per certe cose fondamentali non ci sono mai.
Federico Pedini Amati (Segretario di Stato per il Turismo): Allora, rispetto alla riforma IGR, voglio dire alcune cose anch’io. Il Partito dei Socialisti e dei Democrati ha già messo nero su bianco la richiesta di togliere la minimum tax e ha chiesto di far emergere i redditi cosiddetti non dichiarati o comunque un aggravio ulteriore di verifiche o controlli su chi non paga le tasse come dovrebbe. Però, la riforma IGR ancora non mi torna. Vi faccio un esempio pratico: io guadagno 60.000 euro all’anno come segretario di Stato, mia moglie è un altro dipendente statale, e insieme portiamo a casa 90.000 euro all’anno, ma vado a credito di 1.500 euro. C’è qualcosa che non va, non mi sento in coscienza di dover andare a credito di 1.500 euro. Quando ero libero professionista in una vita precedente, pagavo 15.000 euro sulle dichiarazioni dei redditi, magari con un reddito minore. Capite che c’è una stortura? I liberi professionisti pagano una paccata di soldi rispetto ai dipendenti, è un fatto. Vogliamo andare a verificare le imprese che pagano zero, è giusto, però non si può intervenire solo sui dipendenti, sui pensionati. Io sono un dipendente pubblico e non posso andare a credito di 1.500 euro sulla mia dichiarazione dei redditi. C’è un’anomalia su cui lavorare tra la prima e la seconda lettura in Commissione. Dovremmo fare l’incrocio tra lo stato di famiglia e la dichiarazione dei redditi, che con l’ICEE ci direbbe in maniera pro capite chi effettivamente guadagna di più e dovrebbe pagare di più. Chi ha un reddito pro capite particolarmente elevato deve pagare di più di chi ce l’ha più basso, mi sembra molto semplice come ragionamento. Vorrei che, attraverso l’ICEE e l’incrocio dello stato di famiglia nella somma dei redditi sulla suddivisione pro capite, perché se uno ha quattro bambini è sicuramente diverso da chi ne ha uno o di chi ne ha zero, come ha detto il consigliere Mularoni, si pagassero delle tasse equamente. Su questo, vorrei che il Consiglio Grande e Generale lavorasse, c’è margine per lavorare anche se ancora non c’è la riforma ICEE. Dobbiamo andare a verificare le dichiarazioni dei redditi, sia di dipendenti, sia di liberi professionisti, sia di dipendenti pubblici o privati.
Fabio Righi (D-ML): Permettetemi di esprimere la mia profonda preoccupazione in questo dibattito sulla prima lettura di quella che, con difficoltà, io faccio fatica a chiamare riforma IGR, perdonatemi. Non posso parlare di riforma IGR perché se questo è quello che questa maggioranza riesce a partorire come riforma strutturale del nostro sistema di imposta generale sul reddito, mi preoccupo non poco. È evidente che il provvedimento sia stato steso senza tenere in minima considerazione i dati o senza avere la capacità di analizzarli, di incrociarli e sulla base di quello costruire politiche fiscali. Questo, per certi versi mi fa piacere, è stato sottolineato dalla stessa maggioranza. Mi chiedo: vi sembra questo il modo di fare? Portate una riforma, che voi definite importante, in quest’aula, e qui ci troviamo in un fuoco incrociato principalmente della maggioranza che dice: “qui non mi va bene, non ho capito, non funziona, non è equo”. Per quel che ci riguarda, non c’è stato neanche un incontro su questo testo, ma zero, zero. Abbiamo ricevuto tabelle con dati disorganici che abbiamo dovuto cercare di capire dove collocarli. Ci lasciano perplessi provvedimenti come il tema della minimum tax e della Smac, dove ci viene detto non si aumentano le aliquote, ma poi aumenta la base di calcolo, e comunque voglio dire, si mettono le mani in tasca ai cittadini. La critica più importante è che si va a colpire in modo sicuro dipendenti e pensionati e basta, senza nessuna prospettiva di sviluppo. Questo lo confermate voi con l’ordine del giorno imbarazzante che avete depositato. Noi non crediamo che sia questo il modo di fare e chiediamo: spiegateci dove voi vedete l’equità. Non crediamo si possa tenere il paese fermo, non si può fare una norma innovativa, si mandano via gli investitori, non si può crescere a livello economico. Sembra si vogliano raccattare disperatamente almeno 20 milioni di euro. Non siamo solo delusi, siamo molto preoccupati e anche molto perplessi. Detto questo, se c’è disponibilità a lavorare tra la prima e la seconda lettura, il che sostanzialmente vuol dire stracciare il foglio che avete depositato e riscriverlo insieme, allora ci sono tutte le condizioni per poterlo fare.
Luca Boschi (Libera): Eccellenza, desidero richiamare l’attenzione sul percorso che ha condotto a questa riforma dell’IGR, un tema che nella scorsa legislatura era centrale e su cui tutte le forze politiche, inclusa RF, eravamo concordi sulla necessità di agire. Ricordo bene come dai banchi dell’opposizione le critiche più forti al segretario Gatti riguardassero proprio il non aver presentato questa riforma, che a nostro avviso è la prima da fare in un’azione riformista, quella che dà “le gambe alle altre riforme”. Come già detto in quest’aula, è imperativo riequilibrare i conti dello Stato. Attualmente, con un avanzo primario di 20 milioni di euro, a cui si sommano 40 milioni di euro di interessi, il saldo finale è un disavanzo di 20 milioni. È fondamentale che i cittadini comprendano che un tale disavanzo non si risolve con pagherò, ma significa che lo Stato accende un mutuo, trasferendo di fatto la spesa sulle generazioni future anno dopo anno. Avere un bilancio in pareggio è quindi una questione di equità intergenerazionale, un principio a cui teniamo particolarmente. Molti si chiedono: A cosa servono quei soldi?. Ebbene, quei 20 milioni servono a mantenere, almeno a livello quantitativo, le spese come sono adesso. Le vere riforme di riequilibrio, di distribuzione e di qualificazione della spesa, orientando le risorse dalle spese improduttive verso settori vitali come l’ospedale, la scuola, la sanità, il welfare e il sostegno alle famiglie, non si fanno con questo provvedimento, ma piuttosto nella legge di bilancio previsionale, la finanziaria di fine anno. Tuttavia, senza sistemare il quantitativo di imposte dello Stato, non possiamo procedere con tutto il resto. L’IGR è, a mio parere, il provvedimento più politico che c’è, poiché stabilisce il contratto tra i cittadini e lo Stato: chiedo risorse per poi offrire servizi ai cittadini e alle imprese. Questa necessità, già fondamentale nella scorsa legislatura, lo è altrettanto in questa. Ho notato con favore che il segretario Gatti ha dimostrato ampia disponibilità a valutare qualsiasi tipo di proposta alternativa, purché non modifichino il saldo finale. Le variazioni e i miglioramenti al testo dovranno essere il frutto di un lavoro di condivisione vera, non una bandierina. Ci attendono due mesi pesanti, coordinati dalla segreteria, per garantire che le misure siano eque e non recessive. Questa riforma darà le gambe e le basi al governo a fare delle riforme. Dobbiamo dire che questo primo anno di legislatura è stato alquanto scarno di provvedimenti per lo sviluppo e il riordinamento del paese. Per questo, come maggioranza, incalzeremo il governo affinché il programma, che vede l’IGR al suo primo punto, sia pienamente attuato entro il 2026. Vorrei infine ribadire che non ci tireremo indietro di fronte a questa riforma, per quanto impopolare possa apparire, poiché tutti in quest’aula ne riconoscevamo la necessità già nella scorsa legislatura.
Marco Gatti (Segretario di Stato per le Finanze): Ringrazio intanto per il nutrito dibattito, perché è importante raccogliere le riflessioni di tutti. Ora abbiamo un testo consolidato, nonostante si cerchi di distruggere i provvedimenti ancor prima che gli stessi nascano. Tant’è vero che ancor prima che fosse depositato il progetto di legge, abbiamo utilizzato il tempo per il confronto con gli attori del paese. A questo punto la palla passa al Consiglio Grande Generale, che entrerà nel merito della proposta del governo. Non credo sia vero che la mia sia una gestione tirannica, né che il governo sia stato commissariato. Essendo in Consiglio dal 2006, ho visto spesso, in sede di progetti di legge, la presentazione di ordini del giorno che, basandosi su impegni forti del progetto, chiedono al governo un impegno preciso su temi correlati. Questi includono il contenimento e la qualificazione della spesa e gli investimenti, perché non possiamo pensare di incrementare le entrate dello Stato esclusivamente sulla leva fiscale, dato che sappiamo che non funziona. Il provvedimento, infatti, non inasprisce la situazione fiscale di San Marino, ma porta solo dei correttivi, ed è una modifica di alcune parti della legge GR, non una riforma. Come ho detto, è un progetto aperto. Progetto aperto vuol dire che mi aspetto proposte sul tavolo con l’obiettivo di migliorare le entrate di 20 milioni rispetto alla situazione attuale. Non c’è un articolo del progetto di legge che non si tocca; si può ragionare su tutto, ma occorre dire il perché non si è d’accordo e proporre alternative che portino lo stesso risultato. Siamo assolutamente aperti a verificare gli impatti, poiché a volte grandi risultati attesi non portano poi risultati finanziari effettivi. Abbiamo simulato e proposto un’operazione per i residenti a zero, chiedendo un po’ di più a chi percepisce dai 23.000 euro in su di stipendio annuale, in modo graduale, per ridarlo a chi prende sotto quella cifra, e non credo sia una cosa vergognosa. Siamo intervenuti su molte situazioni che effettivamente non creavano elusione fiscale e neanche evasione fiscale, ma che contribuivano ad abbattere il reddito imponibile delle attività economiche, che siano società o che siano persone, quindi siamo intervenute in parecchie di queste. Abbiamo cercato soprattutto di recuperare un’altra cosa. C’è sempre questa lotta i lavoratori autonomi, che pagano adesso l’aliquota proporzionale del 17%, rispetto ai lavoratori dipendenti. Vorrei far presente che un artigiano che paga il 17% per fare pari con un lavoratore vuol dire che deve prendere 80.000 euro.
Dichiarazioni di voto sull’ordine del giorno della maggioranza
Matteo Rossi (Psd): Come è stato detto dal mio Segretario nel momento in cui è stato letto l’ordine del giorno della maggioranza e come è anche stato spiegato da diversi colleghi e dal segretario Gatti in questa replica, la maggioranza ha tenuto a presentare un ordine del giorno che noi riteniamo sia una formula inconsueta per fare notare, per proporre all’aula e alla gente che ci ascolta indirizzi che i partiti che compongono la maggioranza intendono dare a sostegno di questo progetto di legge che oggi è arrivato in pretura. Ci sembra del tutto plausibile e coerente con gli obiettivi che comunque si dà la proposta di legge in oggetto e che rientrano nell’alveo di quelle che sono le garanzie che come legislatori, quindi come parlamentari, vogliamo dare accompagnando questo progetto. Noi tutti sappiamo che è un’iniziativa che non è soft, un’iniziativa che andrà a incidere, un’iniziativa che però va calibrata nella maniera migliore possibile. Nell’estendere questo ordine del giorno, i gruppi hanno inteso proporre degli aspetti che riteniamo qualificanti per cui impegnare il governo nell’ottica di predisporre e presentare entro il termine dell’anno in corso una proposta di intervento coordinata con la Segreteria di Stato per gli Interni per il contenimento della spesa pubblica intervenendo sugli sprechi e diseconomie per i singoli comparti con criteri di prudenza ed efficienza. Ci sembrava una cosa opportuna e senz’altro dovuta dal momento in cui si cerca di andare a equilibrare i conti con questo intervento. Quindi, da un lato, se si cercano risorse, ci sembra molto plausibile e sacrosanto andare a dire che gli sprechi vanno del tutto contrastati e combattuti. Come d’altro canto, ci sembrava opportuno ribadire un concetto fondamentale: che occorre che questo governo presenti all’aula del Parlamento quella che abbiamo nominato agenda per la crescita che, in coerenza con il programma di governo, individua le linee e priorità di intervento per lo sviluppo, l’innovazione e la sensibilità economica ad attuarsi nei 12 mesi successivi. Per cui, crediamo che non solo si possa intervenire sulle imposte dirette, come stiamo facendo in questo caso, ma bisogna agire sulle leve dello sviluppo e sulla crescita per incrementare quella che è la base imponibile e per andare a cercare nuove risorse per lo Stato. Questo creerà sicuramente le condizioni per il mantenimento del welfare state e per il mantenimento di un futuro molto più solido e un equilibrio ovviamente dei conti pubblici. Per cui, come Partito dei Socialisti e Democratici, sosterremo questo ordine del giorno chiaramente.
Matteo Zeppa (Rete): È difficile difendere da parte della maggioranza un ordine del giorno del genere, perché qualcuno non ha svolto i compiti prima. Potevano essere attuate delle norme che potevano andare avanti di pari passo, e questo impegna il vostro Congresso di Stato. Per Rete, è un no grande come una casa, come il palazzo direi, perché non esistono i requisiti minimi per condividere un passaggio di cui anche voi della maggioranza non sapete i dati, le prospettive, perché non ve li hanno dati. Questo è un commissariamento non solo della segreteria del Segretario Gatti, ma di tutto il Congresso di Stato, qualcosa che riguarda il vostro operato. Sfido chiunque dei consiglieri di maggioranza che avete votato questo governo e gli avete dato la fiducia a tirare fuori i dati di prospettiva che questa riforma IGR ha portato, perché non li avete. Non potete fidarvi di quello che vi dicono Gatti, Beccari, o i vari Segretari di Stato. Avete un compito di controllo che non si esaurisce con questo dispositivo. Dal 2006, una roba del genere su una riforma non si è mai vista, e il mondo è cambiato. C’è stata una forzatura in maggioranza, vi siete incontrati all’Ex International, e alcuni del direttivo hanno detto ai propri consiglieri “Ma cosa state facendo?”. Non è una questione di equilibri politici, ma di dignità personale nel sapere cosa dovrete sostenere. Io ricordo la manifestazione del 2013 qui fuori, presi anch’io un uovo che volava, con Luca Santolini e Mimma Zavoli, ed eravamo in opposizione. Se la memoria è corta, non si può portare avanti una cosa così senza pretendere i dati dal segretario. Non si deve fare una riforma perché lo dice un organismo internazionale o per l’attrazione degli investimenti, che è il DES o le sue vecchie vestigia. Pretendete un minimo di contraddittorio; a noi lasciateci fuori. Il segretario dice di aver fatto incontri con tutte le parti, ma il comunicato delle associazioni e dei sindacati unitari dice esattamente il contrario; ci vuole prendere per i fondelli i suoi. Una riforma del genere con un impegno simile per Rete è un no grande come la casa. Voi consiglieri di maggioranza non fatevi sempre prendere per il naso da queste cose qua. Chiedete, domandate i dati e poi venite con gli strumenti normativi adeguati.
Massimo Andrea Ugolini (Pdcs): Per ribadire che questo ordine del giorno non è assolutamente un commissariamento del governo o del segretario Gatti. È un ordine del giorno che guarda al di là della riforma o della modifica alla legge IGR del 2013, e che vuole in maniera più complessiva cercare di mettere in fila quelle che sono chiaramente le priorità che la maggioranza e il governo vogliono cercare di portare a compimento nell’arco del breve e medio periodo. È chiaro che ci sono degli interventi che non sono di competenza di una legge di modifica della IGR, ma è chiaro che nel momento in cui si iniziano ad adottare certe politiche che appunto riguardano la modifica sugli studi generali dei redditi, ci sono delle politiche che giustamente vanno messe in campo perché in maniera complessiva e organica hanno tutte insieme una sua attinenza. Chiaramente, noi vogliamo investire sulle politiche, e continuare a investire su politiche che riguardano lo sviluppo e l’attrazione degli investimenti. Qui il governo ha un’agenda e chiaramente fa parte del programma di governo, ma è importante che si mettano in fila anche i vari interventi che si pensa di portare a compimento già nel breve e nel medio periodo. C’è una politica che riguarda il sostegno alla famiglia e sappiamo molto bene, l’ha già annunciato anche il segretario e su questo vuole intervenire. C’è una politica di ammodernamento, efficientamento dei servizi, miglioramento dei servizi e riduzione della spesa pubblica, su cui la maggioranza del governo vogliono intervenire e quindi si richiede in maniera anche forte e per competenza anche delle singole segreterie. Chiaramente la delega prioritaria in questo caso è riferita sulla revisione e miglioramento dei servizi della macchina pubblica alla Segreteria di Stato agli Interni. È chiaro che c’è una volontà da questo punto di vista di dare continuità a questa tipologia di politica. Quindi, quest’ordine del giorno non è assolutamente un commissariamento, è un impegno politico a tutto tondo che la maggioranza e il governo si continuano a prendere e vogliono dare dei risultati già nel breve e medio periodo. Da parte della Democrazia Cristiana, il voto è favorevole a questo ordine del giorno.
Enrico Carattoni (Rf): Segretario, mi permetta di partire con una battuta, poiché lei si è dipinto come il novello Robin Hood, volendo togliere a chi guadagna di più per dare a chi guadagna di meno. In realtà, però, da quest’ordine del giorno e anche da quanto ci hanno scritto i sindacati e le forze sociali, lei sembra più lo sceriffo di Nottingham, facendo il contrario esatto, togliendo a chi ha di meno per dare ancora di più a chi ha di più. O c’è uno scollamento totale del paese, non solo da parte di questa malafede di Repubblica Futura, ma anche dei sindacati, delle categorie economiche e di tutti gli altri partiti di opposizione che non hanno capito niente del suo piano visionario, oppure c’è un problema. E un problema c’è, perché da quest’ordine del giorno si capisce che le cose non vanno bene, poiché se lo scopo della riforma fosse stato quello di togliere a chi ha di più per dare a chi ha di meno, non ci sarebbe stato bisogno di mettere in campo politiche di contenimento della spesa e di redistribuzione, dato che sarebbero già state adottate in questo provvedimento. Questo provvedimento fa l’esatto contrario di quanto lei ha detto. La maggioranza, nel tentativo di salvare capra e cavoli, sente che le sta venendo meno il terreno sotto i piedi, perché nel momento in cui si deve fare una riforma IGR e non si ha un progetto per il futuro, si capisce di inimicarsi tutto il paese. D’altra parte, abbiamo una gestione folle, con NPL e debito pubblico, paghiamo interessi folli sul debito e, nonostante le enormi risorse investite nel recupero crediti degli NPL, andiamo a chiedere soldi ai cittadini. Questo teorema non può reggere in nessun modo. La cosa ancora più paradossale di quest’ordine del giorno è che sembra un provvedimento fatto per la campagna elettorale, prima dell’insediamento di un governo, perché si dice che è necessario porre in essere strumenti di contenimento della spesa. Ma scusate, abbiamo l’assestamento di bilancio al prossimo comma, e se ci sono interventi da attuare, si fa un provvedimento di legge, non un ordine del giorno. Basterebbe semplicemente non fare quelle delibere milionarie dove spendete decine di migliaia di euro per banchetti in giro per il mondo, come quelli a Parigi con cantanti celebri. Iniziamo da lì la spending review, senza fare riforme IGR. E poi è un crescendo rossiniano: “si impegna il Congresso di Stato entro il mese di settembre a elaborare un documento di indirizzo strategico per la crescita del paese”. Ma non abbiamo votato un programma di governo un anno fa? Cosa avete fatto in un anno? Non avevate un’agenda per la crescita? I progetti di sviluppo per il paese dovevano già essere nel programma di governo, non oggetto di un ordine del giorno. L’impressione è che le linee di sviluppo del paese fossero una sola, quella del DES, delle residenze fiscali non domiciliate. Nel momento in cui sono sparite quelle, non avete più niente, nessuna moneta da spendere per giustificare lo sviluppo e la crescita del paese. Il nostro no è indirizzato a questo, non tanto al contenuto che potrebbe anche astrattamente essere condivisibile, ma alla forma, alla presa in giro che nel momento in cui si va a fare una riforma IGR che toglie risorse ai cittadini sammarinesi, dall’altro si fa un ordine del giorno per pulirsi la coscienza.
Gian Nicola Berti (Ar): Beh, dopo l’intervento del segretario Robin Hood, abbiamo sentito il principe Giovanni dipingerlo come un delinquente che sta rubando i poveri per dare ricchi quando abbiamo visto che cosa ha fatto nella sua storia il principe Giovanni rubando ai sammarinesi le pensioni per donarli al ricco sammarinese preferito. Chiusa questa parentesi, io non comprendo la posizione di chi si oppone a questo ordine del giorno. Questo documento, infatti, mira a ribadire concetti di equità, solidarietà e responsabilità contributiva, finalizzati a privilegiare i redditi medio-bassi, filosofia del progetto di legge e direzione in cui la maggioranza intende proseguire, con eventuali approfondimenti e correttivi. La sua finalità è reperire risorse per investimenti cruciali, dall’ospedale al miglioramento delle strutture turistiche, il nostro settore trainante, e altre necessità. Abbiamo fatto sacrifici per un equilibrio di bilancio, e ora raschiamo il fondo del barattolo per queste risorse. Però, non vorremmo dimenticare un’altra leva fondamentale: il risparmio economico. Questo va attuato a 360 gradi dall’intera amministrazione pubblica, per contenere i costi. Dobbiamo ragionare sugli impieghi a medio-lungo termine e sulle logiche di sviluppo che vogliamo dare a questo paese. Non è un commissariamento dell’esecutivo o del segretario Gatti; anzi, presentiamo l’ordine del giorno come parte di un lavoro su due direttrici importanti. La prima è reperire risorse attualmente non tassate che dovrebbero esserlo, applicando i principi italiani a redditi e attività economiche a San Marino che non pagano tasse, per far valere la nostra potestà impositiva come fanno tutti gli altri paesi. Non vogliamo assolutamente una recrudescenza fiscale e lo ribadiamo. Vogliamo anche migliorare il sistema economico, puntando a trasparenza, efficienza e liberando risorse per generare sviluppo, innovazione, sostenibilità economica. Non so perché ci sia contrarietà, forse lo trovano pleonastico, ma avanzare su queste direttrici è un dovere di ogni forza politica. Per questo sosterremo l’ordine del giorno e il progetto di legge.
Fabio Righi (D-ML): Non possiamo limitarci a dire che questo ordine del giorno non serviva o che è pleonastico; si dimentica troppo facilmente il passato. Non è un rafforzamento degli intendimenti della maggioranza, ma un correre ai ripari. Arriva dopo che avete bocciato almeno due o tre ordini del giorno con il medesimo contenuto, incluso uno di lunedì che chiedeva un tavolo dello sviluppo economico. Eppure, oggi candidamente, presentate un ordine del giorno che dice “dobbiamo fare un tavolo dello sviluppo economico”. Questo non è accettabile. Una maggioranza, che non era d’accordo sul deposito di un progetto di legge, depositato tra capo e collo, cerca ora di salvare la faccia davanti a una situazione imbarazzante. Scrivete di equità, ma non siete conseguenti nei fatti. È come difendere la famiglia con un provvedimento come l’IGR senza alcun supporto concreto per le famiglie o le giovani coppie. Non ci si può limitare a questo. Dopo aver bocciato richieste di mettersi attorno al tavolo per delineare linee di sviluppo, strategie e priorità, ora venite candidamente a depositare quest’ordine del giorno. Signori, le prese in giro non vanno più bene, non sono mai state accettabili. State governando voi il paese. Vi dovete fare un ordine del giorno per dire che dovete avere un’agenda per la crescita? Vi siete candidati per fare cosa? Per la decrescita? Siete voi che dovete proporre e portare l’agenda della crescita. Diteci in aula quali risorse serviranno per supportare queste linee d’azione, questi progetti, investimenti, provvedimenti normativi. Mentre il segretario Gatti si faceva da solo la riforma dell’IGR, gli altri cosa facevano? Erano ignari. Questo è evidente a chiunque. Davanti alle sfide che il paese deve affrontare, è questa la proposta politica seria di valori? È imbarazzante parlarne. Il contenuto in astratto potrebbe essere condiviso; siamo i primi ad aver detto che serve una strategia pluriennale per la crescita. Ma non siamo costretti a votare no, perché questa è solo l’ennesima vostra presa in giro per noi e per i cittadini.
Giuseppe Maria Morganti (Libera): Vorrei ricordare ai consiglieri che sono intervenuti quali sono le funzioni del Consiglio Grande Generale, che sono plurime, come tutti sappiamo. Una è la funzione legislativa, l’altra è la funzione di controllo sull’operato del governo, e in generale, c’è anche una funzione di orientamento. Ebbene, con un ordine del giorno si svolge proprio la funzione di orientamento. Questo è il tema intorno al quale dobbiamo confrontarci, perché c’è la necessità di orientarsi. Siamo infatti di fronte ad un passaggio legislativo molto importante, il più importante, potremmo dire, perché è il patto che lega la politica e lo Stato, i cittadini, quello legato al fisco. Determina anche il futuro sotto il profilo dello sviluppo e di una migliore gestione della spesa pubblica. Di fronte ad una evidente necessità di intervenire sul fronte tributario, c’è contemporaneamente l’altrettanto evidente necessità di far capire che la politica è consapevole che non solo è necessario avere ulteriori entrate, ma è altrettanto necessario generare elementi di salvaguardia della spesa, di un migliore utilizzo della spesa in modo che ci siano dei risparmi. Questo è uno dei punti di orientamento molto importanti. Il governo, nella sua azione anche di mediazione con le forze sociali, con le altre forze politiche e con tutti i corpi che dovranno intervenire su questa riforma, che deve essere ancora scritta in gran parte, ha questo intendimento, questa necessità di agire. L’ordine del giorno ribadisce con forza gli elementi intorno ai quali questa riforma sta per essere fatta, quindi gli orientamenti sono quelli dell’equità, della solidarietà, della responsabilità contributiva. Questo serve a difendere i redditi medio-bassi delle famiglie, incentivare il consumo interno e contrastare con maggiore efficacia l’evasione fiscale. Questi sono orientamenti sui quali occorre dare delle risposte in termini legislativi, cioè in termini di norme che saranno presenti all’interno di questo provvedimento. Trovo paradossale che l’opposizione non sia contentissima del fatto che questo avvenga, dando un input, mentre la maggioranza sia più titubante. Libera è soddisfatta del contenuto di quest’ordine del giorno e lo sosterrà. Riteniamo che si dica in maniera molto chiara che gli strumenti di contenimento della spesa dovranno riguardare in particolare la razionalizzazione e l’efficienza amministrativa. Questo è un punto cruciale intorno al quale dobbiamo essere tutti impegnati.
Giovanna Cecchetti (Indipendente di maggioranza): Sostengo pienamente questo ordine del giorno, presentato in questa sede. Il consigliere Morganti, che ha parlato prima di me, ha chiarito in maniera esemplare e con grande precisione quale sia il vero intento di questa proposta, rendendola comprensibile a tutti. È naturale che l’opposizione svolga il proprio ruolo, come è doveroso che faccia. Il loro compito è giustamente quello di sindacare le azioni della maggioranza, di insinuare dubbi, spingendosi persino ad affermare che il nostro agire equivalga a sindacare direttamente il governo. Proprio come viene detto chi mi ha preceduto, la maggioranza vuol ribadire che nel momento in cui si chiede si vanno a fare la leva fiscale, ci vuole essere molto più oculatezza nelle spese: non ci devono essere sprechi ed ovviamente ci devono essere degli intenti per dare sviluppo a questo paese. Non ho nulla da aggiungere. Voterò favorevolmente.
L’ordine del giorno della maggioranza è approvato con 31 voti favorevoli e 13 voti contrari.
Comma 11 – Progetto di legge “Modifiche Variazione al Bilancio Previsione dello Stato e degli Enti Pubblici per l’esercizio finanziario 2025, modifiche alla Legge 20 dicembre 2024 n.202” (presentato dalla Segreteria di Stato per le Finanze) (I lettura)
Marco Gatti (Segretario di Stato per le Finanze): Presento il progetto di legge di variazione del bilancio di previsione dello Stato e degli enti pubblici per l’esercizio finanziario 2025, una variazione prettamente tecnica e molto sintetica, in prima lettura, che riguarda il bilancio dello Stato e reca adeguamenti per spese obbligatorie e trasferimenti di fondi fino a giugno. Confido di sottoporre la proposta in seconda lettura già a settembre-ottobre per l’approvazione, definendo un quadro aggiornato di entrate e uscite. L’andamento delle entrate tributarie ed extra-tributarie, come l’imposta monofase e quella sui prodotti petroliferi, procede come da attese, supportate dalle previsioni Anis di un trend stabile con leggero aumento nel secondo semestre 2025. I conguagli risultano in linea con le previsioni. Il governo segue criteri di prudenza nelle stime e garantisce massima attenzione al contenimento della spesa corrente. La liquidità dello Stato registra stabilità, senza necessità di accendere mutui. Gli emendamenti governativi in seconda lettura saranno esclusivamente tecnici e circoscritti, come impegno preso con questo Consiglio. Il progetto si compone di cinque articoli: l’articolo 1 integra i convenzionamenti agevolati con un bonus ristrutturazioni per persone fisiche, istituendo un plafond. L’articolo 2 propone una variazione straordinaria al rendiconto generale dello Stato 2024 per gli utili di Cassa di Risparmio, destinando 5 milioni di euro al rimborso di titoli del debito pubblico. L’articolo 3 autorizza i dati della variazione, trattando principalmente spese obbligatorie quali i gettoni di presenza per i consiglieri e fondi per attività istituzionali, ripristinando riserve per risarcimenti danni. L’articolo 4 contiene disposizioni contabili, istituendo un capitolo per l’assistenza legale alle vittime di violenza e regolando gli espropri per danno ambientale, Durante il corrente esercizio infatti sono stati perfezionati due espropri per danno ambientale. Nell’apposito capitolo di spesa sono state stanziate le risorse finanziarie da rimborsare l’Azienda Autonoma di Stato per i Servizi Pubblici che ha sostenuto le spese degli interventi di bonifica (400.000 euro sull’immobile in via Rio Cerbiano 21 a Fiorentino e 555.000 euro circa sull’immobile in via Fosso della Rupe 14 sempre a Fiorentino. Il Comma 8 Ter precisa che i titoli del debito pubblico conferiti a copertura di crediti vantati della stessa Eccellentissima Camera sono estinti ai sensi dell’articolo 2 comma 1 e 2 della legge 15 settembre 2023 numero 132 ovvero in considerazione della coincidenza tra emittente e ricevente dai titoli del debito pubblico. Questo progetto di legge sarà oggetto di nuova disamina e confronto a fine luglio-agosto con uffici ed enti per un aggiornamento complessivo basato sull’andamento effettivo dell’esercizio in corso, e sarà oggetto di integrazioni e adeguamenti in seconda lettura.
Emanuele Santi (Rete): Nel provvedimento precedente abbiamo capito che il segretario Gatti intende prelevare fondi dai pensionati e lavoratori dipendenti per chiudere il buco di bilancio, scelta che l’aula, anche la maggioranza tra le righe, non ha gradito affatto. Ora, con questo assestamento, vediamo dove spendiamo. Io faccio un appello alla maggioranza: se fossi stato lì, non avrei mai acconsentito a proporlo. Mettiamo le mani in tasca ai cittadini, dobbiamo attuare la riforma IGR, e ci portate un provvedimento che trasforma un deficit preventivato di 28 milioni per il 2025 in un -30 milioni, con 2 milioni in più di costi. Questo è assurdo; politicamente, credo che anche il segretario Gatti si sarà rammaricato. Come è possibile una cosa simile? E dove vanno questi 2 milioni in più? Le volevo chiedere, segretario, per quale necessità circa 1 milione di euro per espropri, quasi 400.000 euro per acquisto veicoli e 600.000 euro di spesa “coerente” richiesta dalle segreterie di Stato? Questo è il segnale: spendiamo 2 milioni in più. Ricordo, segretario, quando eravamo insieme al Begni, al governo, e per i bilanci 20, 21 e 22, chiamavamo singolarmente i segretari di Stato chiedendo loro di tagliare del 10% le spese. Questa cosa si fa ancora? Questo assestamento era già gonfiato di oltre 7 milioni di euro rispetto al preventivo 2024, e ora aggiungiamo altri 2 milioni. Forse sarebbe meglio, come nella passata legislatura, che lei prendesse per le orecchie i suoi colleghi e gli dicesse di non spendere. È un controsenso che, mentre dobbiamo trovare 20 milioni per la riforma IGR, dall’altra parte si continui a spendere. Questo è politicamente inaccettabile, soprattutto per i cittadini. La maggioranza ha votato un ordine del giorno per il contenimento della spesa entro settembre. Bisogna prendere il coraggio e dire basta agli sprechi, non toccando lo stato sociale, ma tagliando ciò che le delibere pubbliche rivelano. Il progetto di riduzione è semplice: prendete per il coppetto i segretari e dite: “Ora spendi il 10% in meno”. Non c’è molto da discutere. Basta con gli ordini del giorno che servono solo a coprire una disfatta, perché in un anno non avete fatto nulla, nessun progetto di sviluppo, solo liti per le poltrone e spartizioni. Il segnale in questo assestamento doveva essere una riduzione del deficit, magari a -25. Invece, il segnale è stato “spendiamo più che posso”. Le delibere sono pubbliche, i cittadini trarranno le proprie conclusioni se va bene che gli si mettano le mani in tasca mentre qualcuno spende senza domani. Questo provvedimento politicamente non sta in piedi.
Iro Belluzzi (Libera): Io intervengo a sostegno e in supporto di quello che sarà l’azione del segretario Gatti. È vero, è un brutto segno del destino vedere nella stessa giornata la proposta per una riforma tributaria, che dovrà essere luogo di confronto e di modifiche perché possa essere quanto più rispondente ai concetti di equità e di equilibrio del bilancio, e provvedere ad approdare in aula quella che è la legge di variazione di bilancio. Non è che venga approvata oggi, inizia un iter che vedrà presumibilmente l’approvazione del testo della norma a settembre, ed è perfettamente in linea all’ordine del giorno con cui la maggioranza si impegna a far sì che vengano eliminate tutte le spese improduttive. Logicamente non posso entrare nel merito di quello che possono essere gli investimenti per espropri, io presuppongo che ci siano delle opere, delle infrastrutture che dovranno essere realizzate, né nell’acquisto di automezzi o nel rinnovo del parco auto in funzione delle mutate esigenze del paese e della vetustà degli apparati e veicoli dello Stato. Però, in funzione di quello che sarà il rigore con cui la maggioranza e il segretario Gatti, e qui troverà tutta la maggioranza al suo fianco, affinché le spese improduttive vengano eliminate e gli sperperi operati, se ci sono, nelle varie segreterie di Stato, le spese che magari non portano un vantaggio alla collettività, sicuramente saremo al fianco del segretario Gatti perché tutti i segretari di Stato rispettino il mandato che oggi il Consiglio con l’approvazione dell’ordine del giorno ha dato al governo e si è dato come maggioranza. Questa non è una deresponsabilizzazione del governo, è un’assunzione di responsabilità da parte del Consiglio Grande Generale nel determinare quello che è positivo, quello che può essere speso, andando ad eliminare veramente tutte le sacche di spesa inutile, spesa che non ha portato e non porterà mai nessun vantaggio. Il momento che stiamo affrontando è un momento estremamente difficile, e lo è da tempo, da quando si è generato un buco di un debito di circa 2 milioni, anche se determinati passaggi hanno permesso comunque di recuperare quell’enorme massa di denaro che doveva essere ripianata. Lo faremo con la massima serietà, con il massimo rispetto di quello dei sacrifici che chiederemo ai cittadini e con la massima attenzione su quello che sarà l’operato di chi governa. Veramente mi sento di dire, anche proprio perché a sostegno del segretario Gatti, che quello che oggi deve affrontare è un momento non facile. Tutti quanti avrebbero voluto presentare contratti con aumenti degli stipendi. Un assestamento di questa portata probabilmente oggi viene presentato in una determinata maniera. Mi auguro che a settembre verrà approvato con un disavanzo inferiore rispetto a quello che oggi viene presentato, anche in funzione del dibattito che c’è stato precedentemente.
Sandra Stacchini (Pdcs): Anch’io mi unisco al coro di coloro che richiedono una massima attenzione a quelle che sono le spese improduttive. Devo ammettere che nessuno di noi avrebbe voluto trovarsi ad autorizzare un assestamento con un aumento così significativo di spesa. Tuttavia, ritengo fondamentale entrare nel merito di queste spese e analizzare con precisione se siano tutte, indistintamente, spese improduttive. Abbiamo infatti un incremento di circa €600.000 nelle spese totali. Di questi, una parte consistente, ben €217.000, è dovuta a rimborsi spese per cause legali, e su queste somme è evidente che sono obbligatoriamente da pagare, non potendo fare altrimenti. Altri €100.000 sono invece imputabili a spese aumentate per il Consiglio e per le commissioni, in particolare dovute a un maggior numero di consigli e a un incremento delle attività delle commissioni. Mi riferisco specificamente alla commissione per le riforme istituzionali, per la quale, lo sottolineo, ci attendiamo con urgenza dei risultati tangibili nel breve periodo, e auspico che non diventi soltanto una commissione che comporta una spesa non indifferente senza poi produrre i frutti sperati in termini di riforme. Rimangono poi circa €230.000, i quali sono suddivisi tra la Segreteria al Territorio e al Turismo; per queste cifre, chiederemo indicazioni più precise su dove siano state effettivamente spese. Riguardo alle spese in conto capitale, ci tengo a precisare che non mi risulta siano dovute a espropri, ma piuttosto a spese di bonifica, per un ammontare di circa €190.000, e all’acquisto di veicoli essenziali per la Polizia Civile, per cui, diciamo, non parliamo qui di cifre di rilevanza critica. In definitiva, è importante riconoscere che non tutte queste spese sono classificabili come improduttive; forse solo una piccola parte lo è. La nostra priorità assoluta deve essere quella di stare attenti a non generare più spese di questo tipo, perché la volontà generale è chiara: interrompere definitivamente questo circuito di spese non produttive. A darci un notevole conforto è la notizia che, pur avendo fatto una stima prudente, le entrate procedono esattamente come dalle attese, e l’ANIS prevede addirittura un ulteriore aumento nel secondo trimestre. Questo dato è per me estremamente confortante e ci dà speranza per il prosieguo.
Tomaso Rossini (Psd): Anch’io mi unisco alle riflessioni dei consiglieri che mi hanno preceduto e faccio questa considerazione: il fatto che questo assestamento di bilancio venga proprio dopo la presentazione dell’IGR è un motivo in più per rimarcare il tema da noi proposto in quell’ordine del giorno, ossia l’attenzione agli sprechi. Nel momento in cui interveniamo sulle tasse della cittadinanza con l’IGR, non possiamo assolutamente esimerci dal compiere spese con assoluta e massima attenzione verso i possibili sprechi che possono esserci. Al di là di quelli già discussi e che la collega Stacchini ha evidenziato non essere tutti sprechi, ma anche spese obbligate da certi interventi, a mio avviso c’è un altro tema. Riprendendo le parole del consigliere Belluzzi, dobbiamo aiutare il segretario alle Finanze a intervenire sulle consulenze di cui usufruiscono le segreterie di Stato. Io credo, anzi penso di poterlo dire certamente, che nella nostra pubblica amministrazione ci siano risorse professionali tali per cui qualche consulenza si potrebbe risparmiare. Quello che noi ci auguriamo con questo assestamento di bilancio, e con il lavoro che ci aspetta in questi mesi per portarlo a compimento verso la fine di settembre, è proprio individuare tutte le sacche dove si può risparmiare. Questo è anche un monito ai nostri segretari di Stato ad essere molto più moderati rispetto alle spese delle proprie segreterie, riferite sia a spese improduttive che a consulenze reperibili altrove. Altro aspetto è quello degli investimenti: molte delle spese che la Repubblica affronta, se non tutte, dovrebbero essere fatte in un’ottica di qualità delle spese, portando un ritorno di sviluppo e di futuro per la nostra Repubblica. Rimarchiamo ancora l’importanza di quest’ordine del giorno, come sottolineato anche dal consigliere Morganti, quale orientamento del Consiglio Grande Generale verso il Congresso di Stato. Un orientamento che è rafforzativo verso l’opera della Segreteria alle Finanze, ma che vuole anche essere di appoggio e di aiuto verso quello che sarà il suo lavoro.
Matteo Ciacci (Segretario di Stato per il Territorio): Riguardo a questo assestamento di bilancio, che è ovviamente la prima lettura e ci impegnerà nella condivisione di proposte con emendamenti per la seconda lettura, ritengo che il ragionamento debba essere fatto complessivamente. Parliamo di come stanno i conti pubblici e di come andare, nel primo semestre 2026, a rinnovare i rollover del debito che scade nel 2027. L’assestamento di bilancio ha una impostazione di carattere squisitamente tecnico, con una lettura prevalentemente tecnica, anche perché le entrate rimangono sostanzialmente invariate. Per quanto riguarda le spese che riguardano il territorio. Desidero ricordare tutti gli interventi delle spese obbligatorie legate agli espropri per danno ambientale nell’ex Beccari / ex TitanStrade, che ci ha consentito di avere in proprietà due immobili, due magazzini nella zona industriale di Fiorentino. Questi verranno ristabiliti e riassegnati sia all’Azienda dei Lavori Pubblici sia ad altri magazzini inerenti al settore pubblico allargato. Questa attività, tra immobile acquisito ed espropri e bonifica, ha visto un deficit di circa €100.000, ma ci consente di fare politiche sulla riorganizzazione degli spazi pubblici, cosa assolutamente necessaria. Altre spese riguardano il milione di euro, che va ad appannaggio di una sinergia tra turismo e territorio, e il finanziamento della prima tranche del bonus ristrutturazione per l’emergenza casa, che andremo a liquidare nella legge di bilancio di fine anno. Le spese della mia segreteria, come quelle legate al supporto al comparto agricolo e liquidate dalla Commissione Risorse agricole ambientali, possono essere annoverate nelle spese ordinarie, ad esclusione forse del milione di euro e degli espropri. Credo che l’attenzione debba essere mostrata soprattutto sulla gestione del debito. Il nostro impegno sarà lavorare per ridurre sia l’ammontare del debito sia, e soprattutto, il suo tasso di interesse. Abbiamo un 6,5% di tasso di interessi, ovvero circa 22 milioni e mezzo all’anno di interesse che dobbiamo pagare. La sfida sarà arrivare pronti al rinnovo nel 2026. Ascolteremo istanze e provvedimenti per la seconda lettura, fermo restando che la natura asciutta del testo dovrà essere premiante.
Nicola Renzi (Rf): Siete dei dilettanti allo sbaraglio, oppure qualcuno vuole far cadere questo governo il prima possibile? Il primo autogol clamoroso è stato l’ordine del giorno che avete votato, dimostrando che in maggioranza non riuscite a mettervi d’accordo su niente, sconfessando il segretario Gatti. Sentiamo dire che abbiamo un avanzo, ma poi il deficit aumenta: prima perdevamo 28, adesso 30 in assestato. Ma vi ascoltate quando parlate? A me qualche dubbio mi viene francamente. Se si vuol far passare il principio che il buco mastodontico viene dalla Commissione sulle riforme istituzionali, io dico che era più degno dire che erano i disastri di Banca Cis. Basterebbe dirlo al presidente democristiano, chiudiamo la Commissione e non facciamo più niente, che è la cosa migliore. Questo assestamento è un atto da kamikaze; di solito si cercano maggiori introiti e minori spese, non spese ulteriori. Voi state sdoganando la spending review, bandita per sei anni nell’età dell’oro Gattiana. Vediamo Segretari di Stato con la 500, la canoa, la scaranina, targata San Marino, che spendono dove gli pare, con consulenze a tutti, ad Altafini e non solo. Non se ne può più! Quando andrete a dire ai cittadini che la riforma IGR porta via 500.000 euro, vi chiederanno di Pedini se è andato a Parigi a spese nostre. Se volete essere seri, andate dal segretario Gatti e ditegli che un assestamento così non si può presentare, deve arrivare a -20 milioni. Chi vi ha mandato allo sbaraglio in aula con queste cifre vuole tirar giù il governo. Questa è l’unica spiegazione. Iniziate a chiedervi chi vuole tirar giù il governo e chi porta avanti un metodo d’azione allucinante e inspiegabile. Le delibere del Congresso di Stato dovrebbero essere pubblicate tutte, anche se la maggior parte sono già pubbliche. In questo assestamento ci sono altri 100-200.000 euro per il turismo, per qualche festicciola per Peppa Pig. Siete in grado di dire a qualcuno di smetterla di usare i soldi dei sammarinesi per divertimento? Buttate via la riforma IGR, fate un assestamento più credibile; dopodiché, se volete, ci mettiamo a ragionare.
Rossano Fabbri (Segretario di Stato per l’Industria e lo Sport): È stato fatto un ottimo lavoro per l’aula, dalla Consigliera Stacchini, spiegando dove sono andate a finire queste spese. Altrimenti si rischia in maniera così demagogica di prendere un po’ tutto e di non comprendere che buona parte di quelle spese se non sono obbligatorie poco ci manca. Abbiamo parlato di spese relative a cause perse, di necessità che sono sostanzialmente in ausilio della cittadinanza, c’è il rinnovo del parco macchine della Polizia Civile per oltre €400.000. Vogliamo continuare ad avere una sicurezza all’altezza e dotare le nostre forze di polizia di essere in grado di fare il proprio lavoro? Come vedete, si riduce al nonnulla o alla demagogia dell’opposizione sul punto. Nessuno sa mai indicare quali sono le spese superflue, e nessuna segreteria credo abbia ben in mente qual è lo spirito e il messaggio che il Consiglio lancia all’esecutivo e alla pubblica amministrazione. Non a caso, la mia segreteria unitamente a quella al Lavoro, ha inteso tenere un solo capo dipartimento, nonostante due Segretari di Stato diversi e due partiti diversi; fatemi voi il calcolo quanto può costare un capo dipartimento superfluo. Discorso analogo vale per i due fabbisogni liberi inseriti nella mia segreteria da quando ha preso avvento; sfido anche nelle scorse legislature a verificare come le caselle si riempivano tutte a prescindere dal bisogno. Noi questo lo facciamo nei singoli provvedimenti. Sulla telefonia, stiamo implementando un progetto dove i costi, a differenza dei 12 milioni di euro che sono stati buttati in una legislatura particolare per un’infrastruttura che è rimasta a deperire, non si comprendeva se dovessero essere pagati dallo Stato o meno. Stesso discorso può valere per le antenne; si cerca di risparmiare e di stare attenti alla spesa su tutto. Sono anche disponibile a rispondere delle singole delibere, compresa quella che Repubblica Futura, nella pochezza della propria azione volta a screditarmi, ha iniziato a utilizzare sulla famosa delibera di Altafini. Ma come tutte le altre delibere, c’avete il comma comunicazione appositamente? Si scoprirà che quello è un progetto che deve ancora partire, in realtà non si è speso ancora 50 centesimi di euro. È un progetto fatto sinergicamente col Comitato Olimpico, perché si vuole valorizzare anche le nostre comunità all’estero, poiché crediamo che i cittadini sanmarinesi residenti all’estero siano un valore e debbano essere coinvolti. Affrontiamo questi argomenti con cognizione di causa, andando con specificità a indicare quali sarebbero le spese superflue.
William Casali (Pdcs): Non sono un esperto di politica, e mi perdoneranno i colleghi, ma osservo che la maggioranza, spesso accusata di essere succube del governo, concorda su un ordine del giorno per razionalizzare le spese e promuovere lo sviluppo economico. Questo, a mio avviso, non mette in crisi la maggioranza. Siamo qui a discutere un assestamento con un aumento di 2 milioni di euro, e sebbene non sia ideale, dobbiamo subito chiedere ai segretari tagli, senza presentarci in aula giustificando l’aumento per la riforma IGR. Io preferisco la trasparenza assoluta, affrontare le questioni in aula, accettare le critiche e andare avanti. Potrei essere giudicato ingenuo o inesperto, ma preferisco agire alla luce del sole. Quei 2 milioni di spesa aggiuntiva sono stati spiegati dal consigliere Stacchini: investimenti per i corpi di polizia, nuovi mezzi di stato, espropri di terreno e bonifiche, ovvero elementi straordinari che hanno inciso sul bilancio. Ci sono state anche spese straordinarie e cause perse. Abbiamo scelto di presentare queste realtà con trasparenza, senza nasconderle. Chiediamo però al governo di mantenere la barra dritta, perché pur accettando con fiducia questo disavanzo, il controllo delle spese deve valere per tutti. Se si interviene sulla fiscalità, si deve razionalizzare anche la spesa. È importante sottolineare che, al di là di fattori straordinari come emissioni e rimborsi di titoli che creano un passivo temporaneo, la gestione caratteristica dello Stato, ovvero la differenza tra entrate e uscite, è positiva. Su questa base primaria positiva possiamo intervenire in modo responsabile ed equilibrato. Infine, mi dispiace che i toni spesso si esasperino. Dovremmo tutti, e io per primo, essere più moderati, evidenziando le inefficienze ma mantenendo un clima di confronto costruttivo, evitando di stracciarci le vesti e di elevare il dibattito a livelli non idonei.
Silvia Cecchetti (Psd): Io credo che, siccome abbiamo appena parlato di un intervento su IGR e il PSD, un intervento a cui tutta la maggioranza ha dato ampio, ampio sostegno, definendo anche quelle che sono ovviamente le finalità, e naturalmente un ampio sostegno è stato dato anche al segretario di Stato alle Finanze. È importante sottolineare che, fra gli elementi che sono stati richiesti con molta chiarezza dalla maggioranza, ma in particolare dal PSD, oltre all’intervento sull’IGR, ci sono state proprio due richieste molto specifiche. La prima è la spending review, ovvero la necessità di risparmiare sulla spesa pubblica, e soprattutto sulla spesa corrente. La seconda è intervenire a fianco del provvedimento IGR con provvedimenti di sviluppo che possano attrarre nuovi investimenti. Ebbene, ci troviamo un minuto dopo, proprio ora, a parlare di spending review. Per questo, io credo che sia molto importante fare attenzione su questo aspetto. E forse che sia anche il caso di prenderci un attimo di tempo fra la prima e la seconda lettura del provvedimento. Questo tempo sarebbe utile per andare a verificare bene quali sono le spese effettive e, soprattutto, qual è la tipologia di assestamento che si intende attuare. In questo contesto, devo dire che il consigliere Stacchini ha sollevato una serie di richieste di approfondimento e credo sinceramente che sia corretto farlo. Perché spetta proprio alla maggioranza fare questo tipo di considerazioni in modo scrupoloso. Per cui, siamo assolutamente favorevoli ad un assestamento ove necessario, ma con la condizione di prendersi del tempo per analizzare. Credo che questo sia un atto di responsabilità da parte della maggioranza, prima di tutto nei confronti dell’opposizione, ma soprattutto nei confronti dell’intero paese. Dobbiamo verificare quali spese vanno effettivamente in assestamento e su quali, invece, si può fare un ragionamento di risparmio tangibile. Perché se noi chiediamo, e l’abbiamo fatto proprio questa mattina nel dibattito, un sacrificio, seppur piccolo e minimo, alla nostra comunità, dobbiamo anche come istituzioni dare per primi l’immagine di una realtà che risparmia. Questo è particolarmente vero per quelli che sono costi dove è effettivamente possibile risparmiare. Ovviamente, non verranno toccati quei posti dove in realtà abbiamo una necessità impellente e quindi abbiamo anche la necessità di questo assestamento. Ma credo che il PSD non abbia assolutamente niente in contrario nell’andare fra la prima e la seconda lettura a riflettere bene e a cercare di capire dove possiamo attuare una spending review da subito. Perché, lo ribadisco, credo fermamente che questo sia il nostro preciso dovere.
Matteo Casali (Rf): Ma mi verrebbe proprio da dire che delle volte il destino è beffardo, perché dopo aver approvato la riforma IGR, che prevede di attingere alle tasche dei sammarinesi per un’agenda di sviluppo ancora inesistente, ora dichiariamo come useremo questi soldi. Contrariamente alla prudenza del buon padre di famiglia, costantemente citata, anziché una riduzione delle previsioni, abbiamo un aumento di 2 milioni di euro. Il destino è veramente beffardo. Un milione di questi denari è stato giustificato come spesa imprevista, ma è il costo della bonifica dell’ex Beccari. Ricordate la polemica dal 2021, quando dicevamo che i sammarinesi non avrebbero pagato? La propaganda ha le gambe corte: dal 2021 ad oggi, i nodi vengono al pettine. Un milione di euro, soldi dei sammarinesi, è servito per bonificare l’ex Beccari. Questi denari erano assolutamente noti, non imprevisti, almeno dalla scorsa finanziaria. Non furono inseriti, forse per non ‘fare troppo mucchio’. Non sono affatto imprevisti, ma denari previsti e di spesa corrente. La famosa legge del 2021, che doveva evitare di gravare sui sammarinesi, ci ha permesso di incamerare due capannoni, valutati al costo stimato di bonifica. Tuttavia, i conti non sono stati fatti bene: i costi di bonifica sono stati di circa 100.000 euro in più del previsto. Ironia della sorte, poiché la legge si appoggia agli espropri e una proprietà ha accettato la stima, le diamo anche il bonus previsto. Quel disavanzo sarà più vicino ai 200.000 euro, perché il conto non torna e dobbiamo pagare un bonus a chi ha causato un danno ambientale. Questa non è una spesa imprevista né di investimento. Metà dell’attuale sbilancio è dovuta a questo. Quando nel 2021 dicevamo ‘bene la legge, ci rivaliamo per danni ambientali’, non raccontiamo che i sammarinesi non pagano una lira; ne stiamo ancora parlando a metà del 2025. Abbiamo fatto propaganda, e ora i nodi vengono al pettine, e si afferma fossero spese impreviste quando erano ampiamente previste. Cara prudenza del padre di famiglia, qui gestiamo il portafoglio dello Stato con una spensieratezza preoccupante, e poi ai sammarinesi gliela raccontiamo. Sono situazioni che non tornano.
Fabio Righi (D-ML): Mi sembra che il dibattito e gli atti si stiano concatenando in una modalità che rischia di essere una china scivolosa, perché ogni parola, ogni affermazione, ogni intervento viene smentito il secondo dopo dai fatti che si susseguono in quest’aula. Non sto dicendo che le segreterie non debbano avere gli strumenti per portare avanti le proprie attività, anzi, noi abbiamo sempre detto che se si crede nelle istituzioni bisogna investirci e metterle nelle condizioni di poter lavorare. Ci stupisce, tuttavia, quando questi incrementi sono fatti senza alcun tipo di logica, senza alcuna pianificazione per il raggiungimento di non si capisce quali obiettivi. Questo è ciò a cui assistiamo ormai da quasi un anno, e non c’è niente sul tavolo. Il provvedimento che abbiamo appena finito di discutere, quella che chiamano riforma IGR, non è una riforma; è un assestamento di bilancio particolare. Continuano a dire “non capiamo qual è il problema se la maggioranza dice che vuole avere un piano strategico”, ma nessuno direbbe nulla se non fosse che la stessa maggioranza lo ha bloccato e bocciato in altre circostanze, e parte di quella maggioranza ha fermato lo sviluppo economico nella precedente legislatura, consapevolmente contro l’interesse del paese. Governare non dovrebbe significare firmare un documento per dire “governiamo, ma bisogna che facciamo un’agenda per la crescita”. Questo paese si è abituato a che vada tutto al contrario, a che la follia sia la normalità, a che il mondo che gira al contrario sia la normalità. Non ci si può abituare a questo. C’è un aspetto positivo nell’avere maggiore integrazione nel contesto internazionale e un maggior rapporto con gli organismi internazionali. Sono convinto che queste robe, visto che qui dentro non succede niente, vadano denunciate agli organismi internazionali. Qui c’è un problema di democrazia, di tenuta del nostro ordinamento democratico, perché se può succedere tutto il contrario di tutto, dalle autorizzazioni volanti a spendere soldi a caso, senza più ordine di niente, allora abbiamo bisogno di un commissariamento oltre che di un’associazione con l’Unione Europea. Rischiamo di diventare un buco nero rispetto alla normalità del mondo occidentale e alle conquiste delle democrazie occidentali. È difficile argomentare, ci dicono che ora cominceranno a lavorare per un piano di sviluppo, ma noi abbiamo sempre detto che daremo il nostro contributo. Ma veniamo a dare un contributo a cosa? Non siamo stati chiamati neanche un minuto per questa riforma IGR. Questo è tutto un cinema, e poi all’ultimo secondo arriva il DES 2, il bulgaro travestito. Non si può andare avanti così. Vi prego, fermatevi, ritornate in voi, riappropriatevi dei valori che sono stati propri di questo paese, perché questo è inaccettabile.
Matteo Rossi (Psd): Francamente devo dire che non sono soddisfatto di questo assestamento. Sarebbe una bugia ai microfoni affermare il contrario. Abbiamo discusso oggi dell’esigenza di doverci in qualche modo rimboccare tutti le maniche e guardare in prospettiva a quello che serve per mettere in sicurezza i conti del paese e soprattutto per liberare risorse. Questo è fondamentale in un momento che è stato bonariamente segnato da non buoni indici a livello di occupazione ed entrate a livello tributario, derivati in particolare dal manifatturiero. Per cui, ritengo che questa prima lettura dell’assestamento sia un qualcosa che debba essere fortemente lavorato, e invito i segretari, il governo e chiaramente i partiti di maggioranza a lavorare affinché possiamo presentare alla cittadinanza una seconda lettura con un disavanzo sicuramente inferiore a quello attuale. Lo spirito deve essere in linea con il contesto paese e il contesto storico nel quale, come legislatori, stiamo lavorando. L’ordine del giorno che abbiamo votato come maggioranza deve essere sicuramente una delle prerogative tramite cui il legislatore vuole dare un indirizzo al governo, e credo che debba essere perentoriamente messo in campo. Soprattutto per quel che riguarda la spesa improduttiva, ci sono delle voci che francamente mi lasciano un po’ sgomento; ci lasciano come partito, e vogliamo invitare il segretario ad andare a fondo in quelle spese. Credo che in un momento come questo dobbiamo fare soltanto quello che è in coerenza con quello che chiediamo alla nostra cittadinanza. Chiediamo nello sviluppo, crediamo nella prospettiva, e crediamo che debbano essere liberate risorse per investimenti infrastrutturali. Non possiamo presentarci negli assestamenti sempre dicendo che quelle risorse non riusciamo a destinarle per un ospedale o per infrastrutturali che servono al nostro paese, e anzi, peggio ancora in questo momento, dover andare ad aumentare quello che è il disavanzo. Per cui, io insomma, mi appello ai miei colleghi di maggioranza e al governo affinché si riesca a fare un lavoro migliore tra la prima e la seconda lettura, per andare a rivedere quelle che sono le spese produttive e dar seguito a un mandato che abbiamo dato al governo, e lavorare affinché questo venga attuato nella maniera più performante e puntuale possibile. Capisco che ci sono molte voci di spesa che ci ritengono necessarie. Io credo che, insomma, tutte le voci di spesa che sono inserite in questo assestamento, guardate dagli occhi di chi è che le ha chieste, siano tutte necessarie. Con un occhio oggettivo e con un’analisi molto più elaborata, probabilmente ci rendiamo conto che molte voci di spesa non sono così necessarie. Per cui, il lavoro che da qui nei prossimi mesi per la seconda lettura dell’assestamento che ci dovrà vedere impegnati dovrà proprio essere quello: andare a individuare quelle che non lo sono, e mi riferisco alle spese non necessarie, e presentare un assestamento in maniera molto più dignitosa per l’aula e per il paese.
Katia Savoretti (Rf): Qua non ci resta che ridere per non piangere veramente. Nel comma precedente, avete toccato le tasche dei cittadini diminuendo le entrate, prevedendo nuove tasse tramite la modifica alla legge sull’IGR. Ora, invece di risparmiare, portate una variazione di bilancio previsionale dove aumentate le spese. Eppure, l’ordine del giorno che avete approvato, e mi auguro lo abbiate scritto voi, impegnava il Congresso di Stato a contenere la spesa pubblica intervenendo sugli sprechi e le diseconomie con criteri di trasparenza ed efficienza. Ma qui si continua ad aumentare la spesa senza neppure indicare chiaramente dove questi soldi saranno spesi. Abbiamo sentito parlare di un milione per espropri, non si capisce quali, e un milione come bonus per la ristrutturazione casa, che doveva essere previsto con la legge casa. Siamo passati da 28 a 30 milioni, una perdita, un grosso buco che continuate ad aumentare. Non credo sia la commissione delle riforme istituzionali o il parco auto della polizia civile, che gira con delle semplici pande, a causare questi aumenti. Invito invece i colleghi di maggioranza a guardare le spese pazze che fate con le vostre delibere, dando soldi e consulenze a chiunque senza un obiettivo. Penso siate voi a dovervi dare una regolata perché fate un po’ come volete. Non si può continuare così, dicendo che va sempre tutto bene, agendo una volta in un modo e la volta successiva al contrario. Siete nel caos più totale. Abbiamo visto aumenti, come €115.000 in più per la segreteria al Turismo senza spiegazioni, e aumenti per varie spese di segreteria ed eventi. Penso sia giusto che noi sappiamo dove spendete questi soldi, dato che non c’è stato confronto. Per voi forse sono brustolini, ma 2 milioni di euro sono una cifra molto importante. Il governo non vuole rendersene conto: prima prende i soldi dalle tasche dei cittadini e poi li usa per le proprie spese. Questo non è un modo serio di operare. La serietà va affrontata diversamente.
Dalibor Riccardi (Libera): Intervengo anch’io perché il dibattito ha sicuramente scaturito dei contributi interessanti e utili per sviluppare determinati ragionamenti. Sono molto in linea con l’intervento del collega consigliere Matteo Rossi che ha sicuramente puntualizzato una serie di temi che giustamente devono essere posti all’attenzione di questa maggioranza di quest’aula. Sì, vero che prima, nella prima lettura, nella dichiarazione del progetto di legge di una riforma dell’IGR, comunque seppur si andrà a cercare rispetto alla prima lettura di trovare ulteriori contributi che possono andare nell’ottica dell’equità e della situazione comunque legata appunto a questa riforma, io credo che immediatamente dopo ci troviamo questo assestamento di bilancio dove effettivamente il disavanzo è aumentato. Per questo motivo, credo sia più che opportuno e interessante un confronto fra le forze politiche all’interno della maggioranza per andare analizzare, non tanto in maniera analitica o magari strumentale dove o perché ci sono state sacche di spese ulteriori, ma di sicuro andare invece a verificare quelle che sono state le condizioni che han portato un ulteriore disavanzo. Permettetemi, credo sia assolutamente necessario verificare anche quello che dicevamo prima e hanno detto tanti esponenti della maggioranza che una riforma IGR non può passare se non anche al monitoraggio e al contenimento della spesa pubblica oltre che per il discorso di accertamenti. Credo sia opportuno che visto e considerato che questo progetto di legge IGR serve a consolidare un bilancio, come l’abbiamo detto, non a rincorrere e serve anche per una stabilità, la stabilità passa anche per un controllo, un monitoraggio serio dei fondi pubblici, un controllo vero, chiaro e trasparente della spesa pubblica. Io credo che questo sia uno sforzo assolutamente necessario e invito, come ha fatto anche il collega Rossi, tutta la maggioranza, a fare una riflessione seria per dare appunto questo piano di stabilità che chiediamo nello sforzo del progetto di legge dell’IGR. È assolutamente importante, assolutamente necessario far sì che questa stabilità e questo sforzo che dobbiamo fare unitamente debbano portare anche a dei progetti di crescita e di sviluppo richiamati anche da qualche autorevole membro del Congresso di Stato, perché non dobbiamo assolutamente mai distogliere l’attenzione da quello che è l’esigenza di un paese, di una crescita economica e di uno sviluppo sostenibile per tutti. Però questo sforzo sarebbe bene che in primis lo faccia anche la politica nel contenimento della spesa, e quindi se sarà necessario, magari si chiederà che dal prossimo anno, se non si riesce a trovare il bandolo della matassa, credo che la riduzione dei capitoli di spesa di tutte le segreterie sia più che più opportuno.
Antonella Mularoni (Rf): Segretario, io le dico la verità, mi trovo veramente spaesata rispetto alla logica politica che avevo imparato. C’è un destino crudele: la maggioranza ha approvato il contenimento della spesa, ma l’assestamento di bilancio prevede due milioni in più di disavanzo. Questi sono proclami ufficiali, mentre continuiamo a spendere e a chiedere sacrifici ai sammarinesi, oltretutto in assenza di un progetto di sviluppo. Dopo un anno dall’insediamento, il governo non ha fatto assolutamente nulla in tal senso. La situazione è grave anche per la modalità con cui si affronta tutto questo. Ricordo quando l’allora segretario di Stato alle Finanze, Clara Boscaglia, teneva tutto sotto controllo, imponendo a tutti di diminuire le spese del 10%. Oggi, invece, sembra che alcuni suoi colleghi sperperino continuamente e voi continuate a darvi i soldi. L’impressione è che ognuno faccia come gli pare, senza collegialità, come emerso anche dagli interventi del segretario Pedini Amati. Le chiedo un chiarimento sulle spese maggiori dell’avvocatura dello Stato. Se sono per cause perse, dovrebbero andare nei capitoli dell’Eccellentissima Camera, non dell’avvocatura. Non è che siano per pagare parcelle stratosferiche di avvocati italiani, magari amici di qualcuno, che forse non conoscono il diritto sammarinese? I cittadini faticano a capire perché l’avvocatura debba ricorrere a loro. Poi, le consulenze: è possibile che la pubblica amministrazione non abbia nessuno in grado di svolgere determinate attività? A me sembra un modo per accontentare persone vicine a voi o al partito di riferimento del segretario di Stato. Riguardo la delibera del signor Altafini, non si tratta di non voler valorizzare le risorse all’estero, ma è incomprensibile dare un incarico di scouting a una persona di oltre ottanta anni e non sammarinese, quando i consolati e le associazioni potrebbero occuparsene. La gente normale fatica a comprendere queste cose. Ci sono consulenze con importi stratosferici e spese pazze che qualche vostro collega continua a fare nell’indifferenza generale, mentre chiediamo sacrifici ai sammarinesi.
Gian Nicola Berti (Ar): Mi trovo a dover dire solo due parole su questo assestamento di bilancio che talmente è così tanto povero di movimenti economici che rischia di essere estremamente ricco di parole dette in più. Obiettivamente, mi sembra semplicemente imbarazzante che Repubblica Futura, così sempre attenta a tutti i dati economici, non si sia resa conto che il Dipartimento economia, cui rientra anche lo sport e le delibere del segretario Fabbri, sia un dipartimento che ha praticato risparmi per oltre centomila euro soltanto in questo breve periodo di legislatura. Io credo che questo sia un dato importante che forse avrebbero dovuto valutare, ma hanno preferito la scelta della speculazione nei confronti di Alleanza Riformista. Io penso che Josè Altafini, come veicolo pubblicitario e persona con tutto il rispetto, che vada a fare da promoter e da scouting in giro per il mondo per le nostre comunità, sia un qualcosa il cui nome è già un elemento e una garanzia utile per raggiungere certi obiettivi. Questo evidentemente a Repubblica Futura dà fastidio, perché personaggi come Altafini mettono in imbarazzo chi magari ha sotto gli occhi situazioni come le spese del turismo che non si giustificano affatto. Si chiede, per esempio, la copertura di distanziamenti per un evento di tennis che non è sportivo ma promozionale turistico. La Segreteria del Turismo fa molto bene a chiederlo, però guarda caso, e questo è sintomatico di un qualcosa che sta succedendo in quest’aula, Repubblica Futura non se ne accorge, o meglio, preferisce chiudere benissimo gli occhi, tappare le orecchie, e soprattutto che la lingua sia tagliata da un pezzo. Per me, l’elemento importante è quanto riferito dal segretario Gatti sull’andamento positivo delle entrate, che deve darci fiducia per il prossimo futuro, e credo che le valutazioni a fine anno saranno positive. Non mi sono piaciuti i riferimenti sulla bonifica dell’ex capannone della ditta Beccari, nota per violazioni ambientali. Se facciamo operazioni di bonifica spendendo soldi, peraltro coperti dal valore dell’immobile come garanzia, non è un’operazione criticabile. Nemmeno si possono fare critiche sulla copertura delle spese delle commissioni presiedute da enti di Repubblica Futura. Infine, riguardo la copertura delle spese dei mezzi di pubblica sicurezza, della polizia civile e del servizio antincendio, ne abbiamo fatti di investimenti e ne faremo ancora con questi assestamenti. Diversamente, sentiremo i piagnistei di qualcuno quando mancheranno i mezzi efficaci. Non mi sembra ci siano motivi per polemizzare su un assestamento dove il dato economico è quasi irrisorio, ma le parole spese sono state decisamente troppe.
Enrico Carattoni (Rf): Signori, ho notato che stiamo discutendo della delibera di Altafini e il segretario Fabbri ha giustamente evidenziato come essa valorizzi le comunità sammarinesi all’estero; apprendo con piacere che Altafini è un nostro cittadino residente fuori confine. Lasciando da parte le battute, è evidente che non è una singola delibera a destare preoccupazione, ma una serie di decisioni che sommate comportano un eccesso di spesa ingiustificata, riverberandosi sul bilancio dello Stato e costringendoci a continui assestamenti che aggiungono 2 milioni di euro di spesa corrente. Tutto questo avviene al di fuori di una logica di investimenti: sfido chiunque a sostenere che le decine di migliaia di euro spesi per il concerto a Parigi, grazie a Sting, abbiano portato una ricaduta positiva per la Repubblica o rappresentino un investimento. Certo, si parla di ammodernare il parco macchine della Polizia civile, il che è giusto per garantire alle nostre forze dell’ordine mezzi all’avanguardia, ma non si tratta di progetti di sviluppo. Il punto drammatico che contestiamo è che di questi 2 milioni di euro, nemmeno uno è destinato allo sviluppo del paese. Voi chiedete un aumento delle imposte ai sammarinesi tramite la riforma dell’IGR, ma poi queste risorse non vengono utilizzate per progetti, nemmeno piccoli. Si parla da anni del parcheggio di Borgo Maggiore, del turismo, e ora sentiamo che i lavori del cinema Turismo sono fermi perché il preventivo di spesa è raddoppiato. Non stiamo parlando di piccole percentuali, ma del doppio. Questo significa che chi ha fatto quei preventivi era completamente fuori di testa e andrebbe licenziato, oppure che l’appalto è stato fatto demagogicamente, sapendo che non c’erano le risorse e ora si lascia tutto in sospeso. Questo non è un atteggiamento serio. Segretario Gatti, la concomitanza tra la prima lettura della riforma IGR e l’assestamento di bilancio è una dimostrazione plastica delle enormi contraddizioni di questo governo, che non riesce a giustificare interventi che poi concretizza in assestamento, la vera cartina di tornasole. Non c’è una riga per lo sviluppo o il contenimento della spesa in questo assestamento; anzi, le spese le aggiungiamo, promettendo poi di diventare bravi dopo l’estate. Questo non è un discorso serio. È il ragionamento che caratterizza l’anima di questo governo fin dall’inizio della legislatura: amministrare male l’ordinaria amministrazione senza avere un’unica idea per i progetti di sviluppo.
Federico Pedini Amati (Segretario di Stato per il Turismo): Allora, per prima cosa, trovo contraddittorio il vostro atteggiamento: se l’ordine del giorno di prima, che secondo Repubblica Futura “commissariava il governo” ed era un male, ha visto 31 consiglieri di maggioranza votare a favore, perché voi avete votato contro? Se l’intento fosse stato quello, io stesso lo avrei approvato, quindi vi siete smentiti già da soli. C’è poi l’ossessione di Nicola Renzi, che non mi sopporta e forse ce l’ha fin da bambino, che lo porta a queste uscite. Io lo sfido apertamente: lui ha ripetuto che avrei usato i soldi dello Stato per la “gita con la 500”, la Pechino Parigi. Lo sfido a dirlo fuori da quest’aula, senza immunità. Lo porterò in tribunale e perderà la causa, perché posso dimostrare euro per euro di aver speso i miei soldi e quelli di persone private per una cosa privata. Anche per Parigi, mi sono pagato la camera e sono andato con la mia macchina. Non devo giustificarmi, ma lo sfido ad avere il coraggio, gli attributi, di dirlo fuori di qui. E ricordo a chi parlava al telefono alle 11 di sera con giudici e Confuorti, a chi dava la manleva. Io potrei benissimo ricordare che Renzi andava tutti i sabati sera a mangiare a spese dello Stato, o che ha chiesto di alzare il plafond della sua carta di credito quando era segretario. Vada a vedere le sue spese, o le gite di Carattoni e di Celli in Grecia a spese dei sammarinesi. Si dimenticano gli ambasciatori! Lo sfido di fronte a tutto il popolo sammarinese: dica che ho usato anche solo 1 euro dello Stato per mie cose personali, e io la porto in tribunale. Se ha ragione, mi condannano. Ma lei è un coniglio se non lo dice fuori di qui, perché io non ho mai utilizzato un euro per mie cose personali. Sono un umile assicuratore, non un professore, ma penso di aver fatto molto meglio di lei a questo paese. È vergognoso, lei che ha rubato questo paese con la cricca, e aspetteremo le indagini fino in fondo per vedere se lei c’entrava o no. Infine, a tutti gli scienziati del bilancio, compreso Rete: i capitoli della segreteria di Stato al turismo, anche quello per il tennis che ho solo anticipato, sono diminuiti come importo rispetto a quelli che aveva il suo governo Renzi. Sono assolutamente diminuiti negli anni. Nella scorsa legislatura Gatti ha tagliato, come ha detto Santi, un 10%. Questo è un fatto. andatelo a vedere.
Enrico Carattoni (Rf): Non ho capito se Pedini ha detto che io sarei andato in Grecia. Ecco, forse si è sbagliato. Io volevo solo dire che non sono mai stato in Grecia in vita mia, neanche in vacanza.
Nicola Renzi (Rf): Io sono telegrafico. Credo che non ci meritiamo una cosa così, quindi che tutti i consiglieri si mettano una mano sul cuore e decidano di cambiare il Segretario al Turismo.
Marco Gatti (Segretario di Stato per le Finanze): Rispetto a alcune richieste che erano venute. L’assestamento di bilancio è completamente incentrato su quello che è l’adeguamento dei capitoli di spesa. Come già spiegato nella relazione, quasi 100.000 euro sono destinati ai compensi degli organi dello Stato, adeguati in base alle normative adottate, includendo la Corte del Trust, il Collegio Garante della Costituzionalità delle norme e il Consiglio grande generale. Si aggiungono poi 110.000 euro di maggiori spese per i lavori consiliari, che sono indubbiamente più intensificati e includono le trasferte, rese più frequenti dalla crescente attività internazionale che richiede la nostra presenza. Non voglio puntare il dito, ma è un dato di fatto. Altra voce significativa, quasi 220.000 euro riguarda i risarcimenti legali. Purtroppo, perdiamo le cause perché, come sapete, andiamo in giudizio su tutto. Personalmente, ritengo che tentare una conciliazione, soprattutto quando si è palesemente in difetto, potrebbe ridurre il danno, ma questo non accade e quindi paghiamo. Passando alle due spese più significative in conto capitale, illustrate nella relazione, troviamo gli espropri legati a due proprietà per danno ambientale. Sulla base della legge, è stato necessario intervenire. La somma quantificata qui non è una valutazione del bene, bensì le spese sostenute per la bonifica delle aree. È importante notare che se questi beni dovessero essere ceduti in futuro, e si realizzasse un valore maggiore, la differenza dovrebbe essere restituita al soggetto espropriato. Credo che questa norma meriti un approfondimento e, dal mio punto di vista, andrebbe rivista, perché un esproprio dovrebbe essere definitivo. L’ultima spesa rilevante concerne l’acquisto di veicoli, necessario per il rinnovo del parco auto della Polizia Civile e, in particolare, per la sostituzione del mezzo antincendio, ormai fortemente datato.
Comma 6 – Ratifica Decreti Delegati
Esame del Decreto Delegato 02/06/2025 n.80 Modifica al Decreto Delegato 25 giugno 2018 n.72 e successive modifiche – Disposizioni in materia di credito agevolato a supporto delle imprese.
Emanuele Santi (Rete): Abbiamo affrontato il dibattito sul decreto 80, quello che andava a modificare le disposizioni in materia di credito agevolato e supporto alle imprese. Il nostro gruppo ha presentato emendamenti abrogativi perché ritenevamo che il testo esistente andasse già bene così. Abbiamo umilmente posto un quesito al segretario Fabbri, chiedendo se il decreto fosse destinato a un’impresa o a delle imprese specifiche, ma non abbiamo ricevuto risposta. Trovo problematico se il segretario non sa la ragione per cui porta avanti certi decreti. C’è un dato politico oggettivo che lei mi ha persino consentito: oggi cambiamo le regole del gioco, permettendo ad aziende di accedere a benefici che prima non avrebbero avuto diritto di avere. Questo avviene mentre ci viene chiesto di ‘tirare la cinghia’ e si impongono riforme che colpiscono i redditi più bassi. A mio avviso, un tale provvedimento avrebbe dovuto essere accompagnato da un accertamento dello stato effettivo di necessità dei beneficiari. Il credito agevolato può passare da 500.000 euro a 2 milioni. Non è l’importo in sé, ma l’uno per cento di interessi si traduce in 50.000-60.000 euro all’anno per ogni progetto. Questo costo potrebbe ripetersi per molti anni, arrivando a 60.000 euro per progetto. Mi chiedo se queste cifre siano state messe a bilancio, non mi sembra di averle viste nell’assestamento. Ci siamo stancati di vedere in quest’aula decreti portati ‘ad hoc per qualcuno’. Il segretario afferma di non sapere chi sia il beneficiario, dicendo che è l’ANIS a chiederlo. Ma noi siamo stanchi che in quest’aula arrivino decreti semplicemente perché uno chiede e il governo concede, tanto poi paga il cittadino, paga Pantalone.
Rossano Fabbri (Segretario di Stato per l’Industria e lo Sport): Santi, se lei mi fa domande pertinenti, io sono a sua disposizione, come lo sono per tutta l’aula consiliare. Lei mi ha chiesto “per chi” viene fatto e non “perché”. Il perché glielo ripeto: questo è un provvedimento che presenta tre punti di rilievo. Il primo non sposta nulla all’infuori del fatto che nella sede oggetto del credito d’imposta possano essere ubicate anche le società partecipate. La normativa che mi sono ritrovato permette l’ubicazione di sedi ogni dieci metri quadrati, a prescindere dall’abitabilità, mentre prima era un’abitabilità – una sede. Non ho trovato nulla di trascendentale nel fatto che società controllate dello stesso gruppo potessero ubicare la propria sede all’interno di quel manufatto. Se lei mi dice 50-60.000 euro all’anno, io le dico magari, perché vuol dire che ci sono più imprese che arricchiscono la nostra economia, che portano ricchezza e lavoro. Spero che questo progetto sia talmente utilizzato da poterlo riproporre in pianta stabile nel 2026, perché penso che quando parliamo di danari spesi per investimenti, ci riferiamo proprio a questa tipologia di interventi. Il secondo punto è una dimenticanza dell’articolo 7 rispetto alla durata, che era rimasto probabilmente nella penna, nell’impianto originario, sebbene fosse presente per altre tipologie di finanziamenti. Il terzo aspetto riguarda quello che dice lei: in via sperimentale nell’anno 2025, l’innalzamento della possibilità di richiesta mutui da 500.000 a 2 milioni di euro. Il capitolo allo Stato è capiente e al momento non è stato richiesto nulla in termini di assestamento. Le ripeto che io ho raccolto una proposta delle associazioni di categoria, discussa con le segreterie, che per me ha una portata generale ed astratta. Lei non ha il diritto di accusarmi che questo è un provvedimento fatto “ad personam” o “ad azienda” senza alcun fondamento. Certamente andrò a vedere chi e quanti ne usufruiranno del decreto, ma le assicuro che la mia segreteria non fa provvedimenti a persona.
Emendamento di Rete interamente soppressivo dell’articolo 1
Emanuele Santi (Rete): Avevamo quasi intenzione di lasciare un solo emendamento in votazione, perché non è nostra intenzione rubare tempo all’aula. Ribadisco un concetto: segretario, le arriverà un’interpellanza in cui chiederemo conto del credito agevolato, e faremo l’approfondimento dovuto. Le crediamo che lei non abbia fatto un provvedimento ad personam, ma riguardo ai suoi colleghi, possiamo affermare con certezza che almeno una decina di decreti fatti ad hoc per qualcuno sono arrivati in quest’aula; non ci fidiamo dunque che non facciate provvedimenti ad hoc. Per questo, lascerò in votazione l’emendamento abrogativo dell’articolo 1. Senza questo decreto, il beneficiario non avrebbe diritto ad accedere al beneficio. Se diamo un beneficio per attrarre imprese o per necessità, basterebbe spiegarne la ragione. Non l’abbiamo saputo, e con questi criteri sempre molto centrati e ben localizzati, ci viene da pensare male. Ammetto che, se un provvedimento va a favore dell’economia, ci togliamo il cappello, ma quando arrivano decreti “un po’ così”, ci si accende subito la lampadina per i precedenti visti di ogni. Faccio una chiusa, Eccellenza, riguardo alla questione delega: non ci ha messo mano Rete, ma un altro. Questo è un esempio lampante di cattiva amministrazione passata, non sua. Non si può, in una legge di bilancio, modificare una legge o un decreto con un semplice articolo senza dire come, quando e perché. Questo non era un attacco a lei, segretario, ma una constatazione. Lei si è agganciato a una delega del 2018 che consente di cambiare qualsiasi articolo della legge sul credito agevolato, una delle più importanti per l’economia, in qualsiasi momento. Questo ho voluto puntualizzare, perché qualcosa non gira se possiamo fare deleghe così aperte. Detto questo, lo lascio in votazione, Eccellenza, e poi vedremo l’esito.
Rossano Fabbri (Segretario di Stato per l’Industria e lo Sport): Intanto ringrazio Santi per la preannunciata interpellanza perché per me sarà un piacere risponderle, nel senso che credo che sia uno strumento a disposizione dell’aula e credo che serva proprio a trovare un momento di confronto, di raffronto e anche e anche di conoscenza. Ad ogni modo, se vorrà e se le farà piacere ancor prima dell’interpellanza su semplice richiesta, le metterò certamente a disposizione il tutto. Sulla delega. Gliel’ho detto anche l’altra volta, lei in quello che dice ha ragione. Ha ragione nel senso che le deleghe in questo paese sono tante volte non circoscritte, quasi sono deleghe in bianco. Però mi perdoni se ho frainteso che la questione fosse rivolta al sottoscritto quando questo è un modus operandi che usiamo tutti. Chiudo dicendo che mi auguro proprio che le riforme istituzionali possano mettere mano anche un argomento importante come questo, perché quello che stanno facendo la Commissione per le Riforme istituzionali è un investimento importante per il futuro che deve servire proprio a cambiare le regole del gioco, il modo di approccio e di lavorare in quest’aula. Perché tante volte, troppo spesso, ci ritroviamo ad non avere, dal mio punto di vista, una gestione efficiente dei lavori che portiamo avanti.
L’emendamento è respinto con 8 voti favorevoli e 22 contrari.
Il Decreto è ratificato con 27 voti favorevoli e 6 voti contrari.
Decreto Delegato numero 84, modifica delle aliquote dell’imposta speciale sulle importazioni di benzina e di gasoli ad uso carburante.
Marco Gatti (Segretario di Stato per le Finanze): Non è altro che l’allineamento a quello che è stata la modifica avvenuta in Italia delle accise che ha visto una diminuzione dell’accisa per quanto riguarda la benzina è un aumento esattamente speculare per quanto riguarda il gasolio, quindi si tratta sostanzialmente di un allineamento.
Il Decreto è ratificato con 26 voti favorevoli.
Comma 6 bis – Sostituzione del consigliere Michela Pelliccioni a seguito di richiesta i sensi dell’articolo 1 della legge qualificata 18 giugno 2015 numero 1.
Per quanto riguarda la Commissione IV Igiene e Sanità viene indicato il consigliere Mirco Dolcini. Per il gruppo nazionale sammarinese interparlamentare viene indicata Carlotta Andruccioli.
Le sostituzioni sono approvate con 36 voti a favore.
Comma 12 – Istanze d’Arengo.
(Istanza d’Arengo n.13) Affinché la Repubblica di San Marino riconosca il 29 ottobre quale Giornata Nazionale della Cura e del Sostegno
Marco Gatti (Segretario di Stato per le Finanze): Come governo, ritengo le giornate di sensibilizzazione promosse dalle Nazioni Unite appuntamenti significativi per informare la popolazione su tematiche cruciali. Nel 2023, con la risoluzione ARS 77317, l’Assemblea Generale ha istituito la Giornata Internazionale della Cura e del Sostegno, celebrata il 29 ottobre, riconoscendo il lavoro di cura quale elemento fondante per una società solidale e sostenibile. In Repubblica, tali tematiche sono particolarmente sentite, sia dal settore pubblico che dalle associazioni di volontariato. San Marino promuove e sostiene da sempre i principi ispiratori di questa giornata. Il riconoscimento del valore del prendersi cura degli altri, in ambito familiare e comunitario, rappresenta un passaggio significativo verso il rafforzamento del senso di solidarietà e responsabilità collettiva, promuovendo consapevolezza sul contributo quotidiano offerto a chi garantisce assistenza. La cura, in tutte le sue forme, va sempre sostenuta come dimensione centrale del benessere sociale, della salute pubblica e dello sviluppo economico sostenibile. L’istituzione della giornata del 29 ottobre è un’occasione importante per continuare a promuovere momenti di riflessione e sensibilizzazione, rendendo più consapevole la società che la cura è un dovere e un valore collettivo. Rinnovo un sentito ringraziamento a tutte le persone che con spirito di dedizione e solidarietà offrono contributi a sostegno dei più fragili e alle associazioni che operano con impegno costante, un presidio insostituibile di supporto e coesione sociale. Nel confermare attenzione e impegno, invito il Consiglio ad esprimere parere favorevole.
Maria Aida Adele Selva (Pdcs): Aderisco pienamente all’accoglimento di questa istanza, trovando la risposta della Segreteria alla Sanità più che esaustiva. Ringrazio sia gli istanti sia, a nome dei consiglieri, tutti coloro che quotidianamente si prestano per la cura e il sostegno di chi è più fragile e in difficoltà. La cura e il sostegno non sono solo un discorso economico, ma un vero prendersi cura dell’altro, essere presenti, far sentire la presenza e non far sentire soli. Come diceva Madre Teresa, il più grande male di questa società è la solitudine, e sono convinta che per chi soffre sia un grosso peso; sapere che ci siamo, che la società c’è, è un grande aiuto. Penso sia un dovere, un valore collettivo ed etico, essere presenti. L’istituzione di questa giornata è utile, come propone l’ONU, per sensibilizzare e promuovere azioni di competenza non solo delle istituzioni, ma di tutti i settori della società e soprattutto azioni personali. La giornata è giusta per sensibilizzare, ma la cura e il sostegno devono essere quotidiani e non ridursi a una celebrazione; anzi, colgo l’occasione per ringraziare tutte le associazioni di volontariato. La celebrazione serve a tenere alta l’attenzione, ma poi tutti i giorni bisogna adoperarsi per portare avanti quei principi.
Fabio Righi (D-ML): Come Domani Motus Liberi, sosterremo l’istanza d’arengo per la giornata nazionale, utile a sensibilizzare. Credo però sia il momento di un approfondimento, oltre la “banale creazione” di una giornata. Nelle nostre comunità, persone con patologie o disabilità, chi è “fragile dal punto di vista fisico, psicofisico”, si trovano “lasciate sole”, affrontando costi della vita in aumento, con la pensione sociale insufficiente. Il sostegno ai più deboli deve venire da “provvedimenti concreti”, non solo dalla sensibilizzazione. È fondamentale ampliare il ragionamento su come venire incontro a queste reali difficoltà, con un’attenta “attività di controllo” per l’accesso alle agevolazioni, evitando abusi. Non sosteniamo quest’istanza per comodità; invitiamo ad essere molto concreti. La mia forza politica, non al governo, darà il suo contributo, come per i mutui prima casa. Sollecitiamo maggioranza e governo ad agire subito. Trasformiamo questo sentimento in un’azione concreta e senza colore politico, per le migliori soluzioni.
Guerrino Zanotti (Libera): Come rappresentante del gruppo consiliare di Libera, desidero innanzitutto dichiarare il mio voto favorevole all’istituzione della giornata nazionale della cura e del sostegno. Tuttavia, e questo è un punto cruciale che vorrei sottolineare, spero vivamente che a questo riconoscimento si affianchino iniziative legislative concrete, volte a dare il giusto valore e un tangibile riconoscimento a un ruolo importantissimo nella nostra società che invecchia precocemente. Mi riferisco non solo a coloro che svolgono la cura e il sostegno per professione, ma soprattutto a tutti quei familiari, molto spesso donne, che si dedicano a questo ruolo fondamentale sacrificando magari la propria vita lavorativa. È in questo ambito che la politica è chiamata a un impegno significativo, per offrire sostegno e riconoscimento a queste persone che, al di là della loro professione o dei legami di parentela, svolgono un ruolo di supporto cruciale, purtroppo troppo spesso senza alcun riconoscimento concreto. La figura del caregiver, di cui abbiamo parlato a lungo in quest’aula, rimane ancora oggi senza una risposta legislativa adeguata, nonostante le diverse proposte sul sostegno alle famiglie. Colgo quindi questa occasione, nata dall’istanza d’Arengo, per invitare fortemente il resto dello stato a un riconoscimento effettivo e concreto di questa attività preziosa, spesso svolta al di fuori del contesto professionale, che merita il nostro pieno supporto con tutti gli strumenti a nostra disposizione.
Tomaso Rossini (Psd): Anch’io, a nome di tutto il gruppo del PSD, desidero esprimere il mio pieno appoggio a questa proposta. Vorrei innanzitutto ringraziare ancora una volta coloro che hanno presentato questa Istanza d’Arengo, perché utilizzano questo strumento in una maniera sempre molto interessante, offrendoci spunti preziosi e occasioni per affrontare temi che coinvolgono profondamente tutta la cittadinanza. La Giornata internazionale della cura e del sostegno, come si è giustamente detto, è, e deve essere, un momento importante per tutti noi per riflettere sull’enorme importanza che rivestono le persone che si prendono cura degli altri nei momenti di difficoltà. Credo fermamente che questa sia l’occasione ideale per riflettere in modo più serio e concreto sulle azioni che il nostro piccolo Stato può e deve intraprendere. Il nostro obiettivo deve essere quello di garantire che chi presta cure, sia a un parente, a un amico o a chiunque altro, possa vedere riconosciuto il valore del proprio servizio e sia messo nelle condizioni di poterlo svolgere al meglio. Questo riconoscimento, vorrei precisare, dovrebbe includere anche un sostegno a livello economico, poiché in molte situazioni la cura, ad esempio per un genitore anziano o un parente con disabilità, può essere un impegno veramente totalizzante che assorbe ogni energia. Pertanto, ribadisco il mio voto favorevole a questa istanza, che ci offre la possibilità di affrontare e ragionare sui problemi reali che toccano l’intera popolazione.
Emanuele Santi (Rete): Condivido e assolutamente sono a supporto di questa istanza esprimendo anche un ringraziamento sentito a tutti coloro che si prendono cura e sostengono le persone più bisognose. Come Rete sosterremo in maniera convinta questa istanza, pertanto voteremo sì convintamente.
Sara Conti (Rf): Siamo favorevoli a questa istanza; non si può non esserlo. Vanno ringraziate le persone che hanno portato all’attenzione dell’aula questa tematica, utile per una riflessione su un tema che coinvolge molte persone. Mi riferisco alle professioni che si occupano di cura e sostegno delle persone più vulnerabili e fragili, come Oss e infermieri nei servizi domiciliari, ma anche a chi si occupa della cura dei propri familiari. Questo è un lavoro sommerso che richiede tanta energia e forza d’animo. Spesso, per questione culturale, è gestito dalle donne, toccando la parità di genere. È fondamentale ricordare che le persone fragili e vulnerabili necessitano di tante attenzioni e cure. Valorizzare il lavoro di chi per professione o familiarità lo svolge quotidianamente è un atto di grande sensibilità. Il riconoscimento non è sufficiente, ma una giornata nazionale può offrire campagne informative, formazione specifica ed eventi dove le persone coinvolte nella cura di fragili possano partecipare, trovando una rete di conoscenza e sostegno. Credo possa essere d’aiuto. Per queste ragioni Repubblica Futura voterà favorevolmente e monitorerà i passaggi affinché l’istanza venga resa effettiva.
Giovanna Cecchetti (Indipendente di maggioranza): Ci tengo ad intervenire per ringraziare gli istanti che mettono il focus su un tema di grande importanza, ovvero le persone che offrono assistenza e supporto ai più fragili della nostra società, sia retribuiti che non retribuiti.
L’Istanza è approvata all’unanimità con 37 voti favorevoli
Alle 19.30 i lavori vengono sospesi. Riprenderanno domani alle ore 14:00.
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