Diari Toscani incontra la dottoressa Serena Castrini, che insieme al marito, il professionista Michele Rossi, ha dato vita al brand di skincare Helixphi (www.helixphi.com), che utilizza bava di lumaca, distribuito dell’azienda Natura Italiana Group srl, situata a Chiusi in provincia di Siena. Serena Castrini ha ricevuto il Premio Start Up sostenibile 2025, conferito dal direttore generale della CNA nel corso del Chianti Natural Festival che si è tenuto a Radda in Chianti il 28 giugno.
Dottoressa Castrini, perché questo premio?
La CNA ci ha scelto tra le tante aziende del territorio come impresa sostenibile e meritevole di ricevere questo loro premio. Ne siamo molto felici.
Cosa ha significato per voi ricevere questo premio?
In più di un’occasione ci è stato chiesto cosa facciamo per la sostenibilità. È una domanda che mi lascia sempre un po’ perplessa, perché la nostra azienda è nata sostenibile. Non abbiamo fatto ‘oggi’ qualcosa per diventarlo: lo siamo fin dall’inizio, perché, per noi, non sarebbe stato concepibile fare diversamente. Helixphi è il risultato di una scelta etica consapevole, non solo di una strategia. Le faccio qualche esempio concreto: nella nostra ‘officina agricola’ utilizziamo l’acqua di un pozzo con sistemi di nebulizzazione controllata nei momenti più adeguati, e la nostra energia elettrica è prodotta da pannelli fotovoltaici. Quando abbiamo deciso di avviare la linea skincare, abbiamo cercato a lungo un laboratorio che potesse offrirci un macchinario non stressante per il nostro mollusco. Ne abbiamo visionati molti, anche già brevettati, ma nessuno rispecchiava le nostre esigenze etiche e qualitative. Fino a quando non abbiamo trovato quello giusto. Inoltre, abbiamo stilato un nostro codice etico, che ci guida in ogni fase: dalla scelta delle materie prime alla formulazione, dal packaging alle tecnologie. Innovazione e sostenibilità per noi non sono parole che fanno tendenza, ma un metodo di lavoro quotidiano. Ricevere questo premio è stata una sorpresa tanto gradita, quanto significativa perchè la CNA ha voluto riconoscere e valorizzare la coerenza di un progetto e di un’azienda che, fin dall’inizio, ha messo al centro il rispetto per la natura, per la pelle e per l’intelligenza di chi decide di affidarsi a noi ogni giorno.
Con mollusco lei si riferisce alla chiocciola?
Sì, esattamente. La chiocciola è un mollusco gasteropode terrestre. Rilascia la sua bava per poter scivolare sulle superfici senza lesionarsi: un meccanismo naturale di protezione, rigenerazione e disinfezione. Tuttavia, è importante sapere che la bava viene prodotta anche in situazioni di stress – ma in quel caso, secondo diversi studi scientifici, la sua composizione cambia e risulta meno pregiata. Ecco perché abbiamo cercato con cura un laboratorio che ci garantisse un’estrazione delicata e non invasiva: è lì che portiamo le nostre chiocciole, allevate in Toscana a ciclo naturale, per fare una ‘giornata di SPA’ , nella quale, rilassandosi, rilasciano il loro prezioso elisir che è alla base della nostra filosofia ‘cosmo-etica.’
Dottoressa Castrini, quindi, quella che noi conosciamo come bava di lumaca è bava di chiocciola?
Esattamente. Il nome più diffuso è ‘bava di lumaca’, ma a rilasciare quella utile per la nostra pelle è la chiocciola – nel nostro caso, la chiocciola della specie Helix Aspersa Müller. Il suo secreto è un vero elisir di principi attivi: contiene sali minerali, vitamine, peptidi, aminoacidi, enzimi, antiossidanti, acido glicolico e lattico, mucopolisaccaridi (tra cui l’acido ialuronico), e altre molecole bioattive preziose per la pelle a tutte le età. Quello che può sembrare un ingrediente ‘semplice’, è in realtà un complesso naturale estremamente ricco e performante, come dimostrano numerosi studi scientifici. Anche se in etichetta compare sotto un solo nome INCI, cioè l’elenco delle materie che compongono quel prodotto cosmetico, generalmente – Snail Secretion Filtrate – in realtà racchiude un’intera sinfonia di attivi sinergici, capaci di rigenerare, idratare e riequilibrare la pelle in profondità.
La bava di lumaca però, la possiamo pensare come una base di partenza per arrivare poi a quella formula che caratterizza la qualità e l’efficacia dei prodotti della Helixphi…
Assolutamente sì. Possiamo pensare alla bava di lumaca come a una materia prima complessa, straordinaria e di fondamentale importanza, per arrivare alla formula finale, secondo gli standard di efficacia e qualità dei prodotti Helixphi. Potrei dirle che oggi è più semplice creare prodotti innovativi, performanti e sostenibili a base di bava di lumaca – o meglio, di chiocciola – ma quando abbiamo cominciato noi, non era affatto così. Questo perché la bava è talmente ricca di attivi che lavorarla bene è tutt’altro che semplice. Ai tempi in cui abbiamo iniziato a studiarla, veniva usata principalmente per formule molto basiche, quasi sempre monotematiche. Questo, paradossalmente, ci ha dato uno slancio: non avevamo un benchmark, quindi abbiamo dovuto fare tantissima sperimentazione autonoma, costruendo ogni formula da zero. È stato un processo lungo, azzardato ma anche molto creativo. Il nostro approccio è stato quello di coniugare natura e tecnologia: abbiamo preso quello che la chiocciola ci offre in modo naturale – una complessa secrezione biologicamente attiva – e l’abbiamo potenziato grazie ai risultati della nostra ricerca cosmetica avanzata.
Quali elementi avete aggiunto?
Nei prodotti Helixphi, ai peptidi naturalmente presenti nella bava abbiamo affiancato specifici peptidi biotecnologici di ultima generazione, progettati in laboratorio per agire in modo mirato su tutti i principali inestetismi cutanei. Non si tratta semplicemente di sommare ingredienti, la vera sfida è trovare l’equilibrio perfetto. In una formula avanzata, anche un solo attivo fuori bilanciamento può compromettere il risultato da ottenere e si deve ricominciare tutto da capo. In sintesi: sì, oggi la bava è ancora in gran parte da scoprire e anche se molto utilizzata, Helixphi l’ha portata su un altro piano. Mi piace pensare che l’abbiamo trasformata in una piattaforma molecolare evoluta, in grado di sostenere trattamenti cosmetici di alto livello, scientificamente fondati e adatti alla pelle in ogni fase della vita.
Ci parli dell’idea che poi è diventata un brand importante nella dermocosmesi avanzata...
Quando abbiamo iniziato, mio marito e io, avevamo già una piccola azienda agricola a Chiusi in provincia di Siena. L’idea di ampliare l’attività è stata sua: nel 2017 abbiamo avviato il nostro primo allevamento elicicolo a ciclo naturale. L’anno successivo abbiamo iniziato a sperimentare l’uso della nostra bava, con l’obiettivo di valorizzarla in ambito cosmetico. Dopo due anni di studio, prove e test di laboratorio, nel 2020 è nato ufficialmente Helixphi. Purtroppo con il Covid abbiamo avuto una brutta battuta d’arresto. Ma non abbiamo mai smesso di crederci. Avevamo un’idea molto chiara: creare un prodotto che fosse davvero efficace per la pelle, ma allo stesso tempo sostenibile e rispettoso dell’ambiente. Questo principio guida ci ha aiutati a resistere e ad andare avanti, anche nei momenti più difficili. Inizialmente avevamo due prodotti, solo due! Poi man mano, grazie alla ricerca continua e al riscontro positivo delle persone, le linee si sono ampliate in modo naturale.
Qual è il vostro principio fondante?
L’innovazione senza compromessi. Non vogliamo che le persone debbano scegliere tra etica ed efficacia e, per questo, lavoriamo ogni giorno affinché le nostre formule rappresentino una sintesi virtuosa di entrambe. Crediamo che la skincare più evoluta debba essere efficace, sicura e sostenibile allo stesso tempo – e questa è la promessa che facciamo a chi sceglie Helixphi. Come dicevo, siamo partiti con due prodotti, e oggi abbiamo una linea completa acquistabile sul nostro ecommerce www.helixphi.com. Fin da subito, Helixphi si è distinto come un brand innovativo, pioniere nell’utilizzo della bava di lumaca potenziata con peptidi bioattivi ad alta efficacia. Da allora la nostra ricerca è continuata, portandoci a sperimentare l’integrazione con attivi funzionali sempre più evoluti e performanti come il retinolo vegetale, i fermentati, i prebiotici e i postbiotici solo per citarne alcuni.
L’uso della bava di lumaca si sta sempre più diffondendo nell’ambito della cosmesi…
E’ vero, oggi molte aziende iniziano a esplorare l’uso della bava in modo più creativo, ma per noi l’impegno non è una moda, è una scelta coerente e costante, fondata su una precisa visione: unire etica ed efficacia in modo autentico. E se domani nasceranno nuove tecnologie compatibili con la nostra filosofia, le anticipo già che saremo tra i primi a sperimentarle, perché Helixphi è nata con una vocazione innovativa, e questa sarà sempre la sua direzione.
Qual è , secondo voi, la relazione tra etica e sostenibilità?
Per noi sono imprescindibili, non possono essere scissi. Ci sono tante implicazioni e per questo parlo di compromessi, distinguendo sempre quelli che è lecito accettare, da quelli che bisogna avere il coraggio di rigettare.
Progetti futuri?
Sì, ci saranno sicuramente nuovi prodotti, anche se pochi: la nostra innovazione sta anche nel proporre percorsi skincare essenziali, con pochi passaggi e altissime performance, per ottimizzare non solo i risultati, ma anche i tempi evitando gli sprechi. Ora che gran parte del lavoro ‘dietro le quinte’ è stato fatto, il mio desiderio è far conoscere sempre di più Helixphi, perché credo davvero che possiamo essere una risposta concreta per molte donne stanche di skincare lunghe e dispersive e per tanti uomini che ancora trascurano la cura della loro pelle. Devo ammettere che, finora, mi sono dedicata con passione alla ricerca e allo sviluppo, trascurando un po’ l’aspetto divulgativo. Spero di riuscire a rimediare, incontrando e coinvolgendo sempre più persone che, grazie ai nostri prodotti e alla nostra filosofia, ritrovano il piacere di prendersi cura di sé in modo semplice, efficace e consapevole. Se posso aggiungere ancora un ultimo pensiero, ci tengo a dire che credo profondamente nei valori aziendali come fondamento del fare impresa, soprattutto in Toscana e soprattutto in Italia. Per questo mi auguro che la sostenibilità – in ogni settore – non sia più percepita come un ‘plus’ da premiare, ma diventi un gesto ordinario e condiviso: un’abitudine virtuosa, sia nel modo di produrre che in quello di scegliere cosa portare nella nostra quotidianità. Intanto ben venga tutto ciò che divulga un modo di fare impresa basato sui virtuosismi da riconoscere e valorizzare.
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