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Piano regolatore ombra Milano: la tangentopoli dell’edilizia svelata


Un pgt (piano generale del territorio) “ombra”, un “sistema criminoso” operativo per portare avanti quella che il procuratore capo di Milano ha definito “incontrollata espansione edilizia”, “un allarmante predominio degli interessi privati su quelli pubblici“. È così che i pm di Milano definiscono il flusso di cemento verticale progettato e/o cresciuto nel corso del tempo nella scintillante capitale economica italiana. Un’espansione urbanistica illecita per gli inquirenti avvenuta grazie a ipotizzate corruzioni e conflitti di interessi all’interno e sullo sfondo del Comune di Milano. Sono quattordici i progetti finiti nel mirino degli inquirenti e della Guardia di finanza: dal P39 o Pirellino allo Scalo Porta Romana, dai Bastioni di Porta Nuova alla Goccia Bovisa, passando per le Corte di Bayres, Park Towers, East town, Torre Futura. SE poi ancora Portali- Gioia 20, Tortona 25, Fioravanti 5, Hidden Garden, Salomone 77, Grazioli 59, Via Verziere 11. In totale 21 sono gli indagati, tra cui 15 persone e sei società immobiliari.

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I due architetti – Nella sceneggiatura di questa indagine uno dei personaggi principali è Giuseppe Marinoni, architetto e presidente della Commissione Paesaggio di Palazzo Marino (per cui è stato chiesto il carcere, ndr). Per i pm Maurizio Clerici, Marina Petruzzella e Paolo Filippini il professionista con la “copertura e la consapevolezza” dell’assessore alla Rigenerazione Urbana, Giancarlo Tancredi (per cui sono stati chiesti gli arresti domiciliari), avrebbe “perseguito l’obiettivo di attuare appunto un “Piano di governo del territorio (Pgt) ombra’”e con ‘alte parcelle’ riceveva incarichi privati dagli operatori della finanza immobiliare e proprietari di aree, coinvolti nei maggiori interventi urbanistico-edilizi” in città.

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Una “permanente situazione di conflitto di interessi in seno alla Commissione” che vedeva accanto a Marinoni, l’architetto Alessandro Scandurra. Analizzando i cellulari gli investigatori della Guardia di finanza hanno “tredici casi di conflitto di interesse non segnalato, con contestuale mancata astensione di fronte alla trattazione, all’interno della Commissione presieduta, di pratiche che hanno interessato operatori privati e progettisti con i quali” Marinoni era in rapporti commerciali. Nel caso di Scandurra l’elenco si ferma a nove casi di conflitto di interesse non segnalato. Gli architetti, dunque secondo la procura di Milano, ottenevano incarichi da parte delle società che riuscivano a favore e il relativo compensi. Gli inquirenti, nel decreto di perquisizione, aggiungono alla corruzione anche il falso per le sottoscrizioni di dichiarazioni da parte dei due membri della Commissione per il paesaggio nelle quali hanno omesso di dichiarare i propri conflitti di interessi. Scandurra, secondo i calcoli dei finanzieri, avrebbe incassato più di 2,5 milioni di euro emettendo “fatture per prestazioni professionali” per favorire la società Kryalos sgr interessata alle “operazioni immobiliari” di via Verziere e via Cavallotti a Milano. Ma sono diverse le “parcelle”, per decine o centinaia di migliaia di euro, che gli indagati, tra cui anche Marinoni (si è dimesso il 29 aprile scorso), avrebbero ottenuto in relazione a diversi progetti immobiliari, tutti riportati negli atti: dai Bastioni di Porta Nuova fino ai Portali-Gioia 20 e Tortona 25 e a Torre Futura.

L’assessore – L’assessore alla Rigenerazione urbana del Comune di Milano, Giancarlo Tancredi (anche per lui sono stati chiesti i domiciliari), avrebbe fatto parte con un suo “contributo” all’accordo “corruttivo” stretto tra Marinoni e Federico Pella, “manager e socio della società di ingegneria J+S spa”, uno degli indagati per i quali la Procura ha chiesto il carcere.

Questo ipotizzato patto corruttivo, secondo i pm, sarebbe stato “remunerato anche attraverso contratti di collaborazione e di partenariato di fatto”, da cui sarebbe conseguita una “totale messa a disposizione della funzione di Marinoni” nella Commissione a favore “degli interessi economici della J+S” su interventi edilizi. E Marinoni avrebbe partecipato “ai conseguenti affari e guadagni”. Marinoni, si legge ancora, avrebbe condizionato di conseguenza “le scelte amministrative di trasformazione urbanistica”, che passavano per la Commissione paesaggio, “condivise con l’assessore Tancredi, il quale dava un contributo alla realizzazione del patto corruttivo”.

Tancredi avrebbe agevolato “l’attività svolta da Marinoni in conflitto di interessi”, anche “riconfermandolo” al vertice della Commissione per il “2025-2029”. E pure “fornendo specifico supporto all’affare Nodi e Porte metropolitane, accordando il patrocinio del Comune di Milano e partecipando e stimolando incontri con gli operatori privati interessati alla realizzazione dei progetti urbanistici elaborati” dalla società di Pella e “dallo Studio Marinoni”. L’ipotesi di corruzione è contestata dal 22 dicembre 2021 fino ad oggi e a Tancredi sono contestate anche ipotesi di falso e induzione indebita a dare o promettere utilità.

L’imprenditore – Anche Manfredi Catellauno degli imprenditori più attivi sulla scena milanese – è indagato. Anche per lui sono stati chiesti al giudice per le indagini preliminari di Milano, Mattia Fiorentini, per un ipotizzato “accordo di corruzione” basato su oltre 138mila euro di “incarichi” e “parcelle” affidate al due volte membro della commissione per il paesaggio fra 2018-2024, Scandurra, in cambio della “approvazione” dei suoi “progetti” immobiliari fra cui Scalo Romana e l’ex Pirellino. Per i pm Scandurra “piegava l’esercizio della sua funzione” a “favore” della società Coima di Catella “compiendo atti contrari ai doveri di ufficio”, senza astenersi nella seduta del 7 marzo 2024 dal voto sul Piano integrato di intervento (Pii) Zona Speciale Porta Romana – Accordo di Programma Scali Ferroviari e sul Progetto P39-Pirellino. Per la stessa vicenda è accusato in concorso di corruzione anche Marinoni, che pur “conoscendo già la situazione” e “avvertito al momento dallo stesso Scandurra” che “da tempo aveva iniziato a lavorare” nel “team di progettisti” scelto da Coima e Catella per la conversione degli alloggi del futuro villaggio olimpico di Milano-Cortina 2026 in uno studentato, lo avrebbe indotto a omettere di dichiarare il “conflitto di interessi”.

Il sindaco Sala – Nel decreto compare anche il nome del sindaco di Milano, Beppe Sala. Tancredi avrebbe ricevuto “gli investitori nei suoi uffici, per partecipare insieme a Marinoni”, “alle loro trattative”. E in “tali contrattazioni su quantità di volumi e superfici, confidando nell’appoggio del sindaco Sala, per una rapida e concreta attuazione, suggeriva il ricorso ad accordi di Ppp”, ossia di partenariato pubblico-privato, che “fissassero quote di Ers”, edilizia residenziale sociale, “atte a ‘giustificare’ l”interesse pubblicò degli interventi” immobiliari e “a ‘smarcare i piani attuativi, anche per gli edifici di elevata altezza”.

Nelle carte si parla di uno “studio”, passato per l’approvazione di una delibera di Giunta del 12 gennaio 2023, proposta dallo stesso Tancredi, e conferito proprio allo “studio Marinoni” su “Nodi e Porte Metropolitane Milano 2050”. Uno “studio” finalizzato, secondo i pm, “a un’operazione di vasta speculazione edilizia gestita da Marinoni e Tancredi sui tavoli istituzionali”. Il tutto “attraverso una ‘strategia urbanistica di pianificazione di dettaglio di estesissime aree del territorio di Milano” e sugli “svincoli” tra la città e l’hinterland.

Il 12 gennaio 2023, quando Marinoni era da un anno in carica, Tancredi (che aveva ottenuto la sua riconferma da Sala, ndr) avrebbe ottenuto, una delibera di Giunta, proposta dall’assessore stesso “di concerto con la direttrice Area Rigenerazione Urbana” Simona Collarini, che conferiva allo studio Marinoni srl il ‘patrocinio gratuito del Comune’ allo studio su Nodi e Porte Metropolitane Milano 2050 . Uno “studio”, che per la Procura otteneva così l’appoggio e i favori del Comune, ed “era finalizzato a un’operazione di vasta speculazione edilizia gestita da Marinoni e Tancredi su tavoli non istituzionali attraverso una strategia urbanistica di pianificazione di dettaglio di estesissime aree del territorio di Milano, mappate dallo stesso Marinoni, poste intorno a nove nodi”, gli “svincoli” tra la città e l’hinterland.

Gli uffici “spaventati” – Sempre questo studio, scrivono i pm nel decreto di perquisizione, sarebbe stato “portato avanti da Marinoni, nell’esercizio della sua attività professionale privata” con rilevanti parcelle, “contrattandone i contenuti nella doppia veste di pubblico ufficiale e professionista” con le società di sviluppo immobiliare e di investimenti. I cui esponenti sarebbero stati ricevuti da Tancredi “nei suoi uffici, per partecipare assieme a Marinoni alle loro trattative”. L’assessore, che avrebbe confidato “nell’appoggio del sindaco Sala” in merito ad accordi su volumi e superfici, si sarebbe anche attivato per “motivare” gli uffici del Comune, “spaventati” dalle volumetrie e dalle altezze proposte, ad esprimersi positivamente. I nove svincoli interessati sono Cascina Gobba, San Donato, Baggio (Bisceglie) Fiorenza (“Nodo Nord Ovest”), Famagosta, Linate, Opera, Assago e Figino (Molino Dorino).

Il Pirellino – Tancredi, su questo progetto, avrebbe fatto “proprie le richieste di Boeri e Catella”, ossia dell’archistar e dell’immobiliarista, che “minacciavano la ‘rottura’ delle relazioni che la mancata approvazione” da parte della Commissione paesaggio. Sempre Tancredi avrebbe riferito “che ‘ovviamente’ anche il sindaco Sala era stato informato da Boeri per averne l’appoggio“. L’assessore, secondo gli inquirenti, avrebbe fatto “pressioni sul presidente della Commissione del Paesaggio Marinoni, affinché facesse esprimere la Commissione in modo favorevole sull’intervento così da garantire gli interessi di Catella e Boeri”. Per questo caso a Tancredi, Catella, Marinoni e Boeri, “progettista” dell’intervento sul Pirellino, viene contestata l’”induzione indebita a dare o promettere utilità”. Tancredi, per i pm, attraverso Marinoni, avrebbe fatto cambiare il “parere” sul progetto che prima la Commissione paesaggio aveva valutato come “negativo” per l’impatto “dei volumi” e altre “gravi incongruenze progettuali”. Dopo queste “ripetute pressioni” su Marinoni, il 5 ottobre 2023 la Commissione aveva dato parere “favorevole”, indispensabile per “ottenere le autorizzazioni edilizie”.



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