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Istituzioni, imprese e Terzo settore insieme per lo sviluppo sostenibile in Africa


 È stato presentato oggi presso la sede di Acri a Roma un nuovo protocollo di intesa tra sette realtà di primo piano del panorama istituzionale, imprenditoriale e del Terzo settore italiano, con l’obiettivo di sperimentare una nuova iniziativa di cooperazione internazionale a favore dello sviluppo sostenibile in Africa.

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I firmatari del protocollo sono: l’Associazione di Fondazioni e Casse di Risparmio Spa (Acri), Cassa Depositi e Prestiti Spa (Cdp), Confindustria Assafrica e Mediterraneo, l’Associazione delle organizzazioni italiane di cooperazione e solidarietà internazionale (Aoi), il Coordinamento italiano delle organizzazioni non governative internazionali (Cini), il network di ong italiane Link 2007 – Cooperazione in Rete e il Coordinamento Italiano delle Diaspore per la Cooperazione Internazionale (Cidci).

«La collaborazione», si legge nota condivisa, «mira a sperimentare un’iniziativa comune per lo sviluppo sostenibile di una o più comunità territoriali in Africa, che sarà individuata dal Comitato dei promotori, organo strategico composto da rappresentanti di tutte le parti. Il Comitato sarà incaricato di delineare le linee guida dell’iniziativa, definire i territori e gli ambiti di intervento, nonché approvare il progetto elaborato da un apposito Comitato operativo. La progettualità sarà ispirata ai valori della co-progettazione, dell’inclusione e della sostenibilità, favorendo l’interazione tra soggetti pubblici, privati e della società civile. Il protocollo prevede la possibilità di coinvolgere ulteriori soggetti, previo consenso unanime del Comitato dei promotori. I promotori si avvarranno delle proprie competenze e strutture, nonché del supporto di consulenti qualificati, per lo studio, la realizzazione e il monitoraggio dell’iniziativa, che rappresenta un passo concreto verso una cooperazione internazionale più equa, sostenibile e condivisa in linea con i principi della legge 125/2014 sulla Disciplina generale sulla cooperazione internazionale per lo sviluppo».

«Il protocollo», dice Giovanni Azzone, presidente di Acri, «rappresenta un’iniziativa altamente innovativa: per la prima volta, soggetti diversi – profit, non profit, ong e rappresentanze delle diaspore – decidono di esplorare concretamente la possibilità di mettere a fattor comune risorse, competenze ed esperienze per perseguire un obiettivo comune, e mettere così a punto un metodo di co-progettazione sin dalla fase iniziale, che, se di successo, possa poi essere replicato. Questo processo si colloca nel solco delle più recenti indicazioni normative e dimostra che è possibile costruire alleanze solide e generative. In questa operazione, le Fondazioni di origine bancaria confermano il proprio ruolo di costruttori di ponti per il bene comune».

«Prendiamo parte con orgoglio a un’iniziativa concreta frutto delle sinergie tra attori pubblici, privati e del Terzo Settore, quotidianamente impegnati per lo sviluppo sostenibile in Italia e all’estero. La rete che nasce grazie alla sigla del protocollo rappresenta un nuovo e virtuoso modello capace di dare slancio a progetti di cooperazione internazionale ad alto potenziale per le popolazioni africane. CDP, anche nel proprio ruolo di Istituzione Finanziaria Italiana per la Cooperazione allo Sviluppo, è pronta a lavorare con determinazione e responsabilità insieme a queste realtà unite da una visione condivisa, al fine di affrontare sfide globali e generare impatti duraturi», dichiara Giovanni Gorno Tempini, presidente Cdp.

Enrico Maria Bagnasco, presidente Confindustria Assafrica e Mediterraneo aggiunge: «Confindustria Assafrica & Mediterraneo è orgogliosa di far parte di questa iniziativa multi-attore, che unisce diverse competenze per promuovere lo sviluppo sostenibile in Africa. II protocollo si integra perfettamente nel contesto del Piano Mattei, rafforzando il legame tra gli stakeholder italiani che operano con il Continente e le diaspore africane. Un modello innovativo che mira a generare impatti positivi a lungo termine, in cui le imprese italiane possono dare il proprio contributo mettendo a disposizione non solo tecnologie e know-how, ma anche una cultura aziendale vicina ai valori della sostenibilità, dello sviluppo locale, della formazione professionale e dell’integrazione sociale».

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Il commento delle ong

«Come presidente della Rete Aoi», spiega Silvia Stilli, «ho accettato con convinzione di sottoscrivere questo protocollo, frutto di un confronto proficuo tra Acri e gli attori della cooperazione internazionale italiana, in quanto rafforza il percorso tracciato dalla L.125/2014 verso un intervento di sistema e riconosce il ruolo centrale dalle organizzazioni della società civile come animatrici di comunità e per il loro presidio continuativo nelle aree di crisi e di povertà.  Nell’ottica di una cooperazione basata su partenariati equi, visione condivisa e protagonismo dei territori, in un dialogo fattivo con il mondo del profit e delle fondazioni. Aoi vede nell’alleanza che il protocollo sancisce un’opportunità per mettere in rete esperienze consolidate, rafforzare il ruolo sociale e politico della società civile italiana e africana nel promuovere uno sviluppo basato su giustizia sociale, inclusione e sostenibilità».

«Siamo lieti di contribuire a un’alleanza innovativa che unisce istituzioni, imprese, ong e diaspore», continua Luca De Fraia, presidente Cini. «Questo Protocollo rappresenta un passo concreto verso una cooperazione internazionale più equa e inclusiva, incentrata sui territori e sulle comunità africane. Crediamo nella forza della co-progettazione e nella costruzione di partenariati capaci di generare valore condiviso e sostenibile. L’avvio di un processo di co-progettazione fin dalle fasi iniziali, se strutturato in modo efficace e replicabile, potrà costituire un modello virtuoso per l’intero sistema della cooperazione. In questa cornice, il Cini riconosce e sostiene con convinzione il valore dell’alleanza multi-attore, in linea con le più avanzate prassi europee e internazionali, e auspica che questo approccio diventi sempre più centrale nelle politiche pubbliche di sviluppo».

Per Sandro De Luca, presidente Link 2007 «Si tratta di un’iniziativa di grande rilevanza, per offrire risposte concrete alle sfide attuali grazie a un partenariato ampio e innovativo tra attori diversi. Viviamo in un contesto globale in cui i valori collettivi e la solidarietà vengono continuamente messi in discussione. Questi percorsi rappresentano invece spazi preziosi di confronto e costruzione condivisa di azioni orientate al bene pubblico e alla giustizia sociale attraverso un laboratorio di analisi e proposte innovative e capaci di impatto».

Un protocollo che ha bisogno delle diaspore e così Bertrand Mani Ndongbou, presidente Cidci commenta: «Il Cidci, che riunisce oltre 150 associazioni delle diaspore in Italia, partecipa a questo protocollo d’intesa con la convinzione che una cooperazione internazionale più efficace e sostenibile nasca dall’inclusione attiva delle comunità migranti. Le diaspore, grazie alla loro doppia appartenenza, portano conoscenza dei contesti locali, relazioni consolidate e una prospettiva interculturale. Questo protocollo è un’occasione concreta per valorizzare quel potenziale e costruire insieme interventi più radicati, partecipativi e generativi. Un passo verso una cooperazione davvero condivisa».

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