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I commenti a come la Commissione Ue propone di spendere i soldi dell’Unione


Bruxelles – La Commissione ha presentato la sua discussa proposta di Quadro finanziario pluriennale 2028-2034.

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In breve, il piano, che sfiora i 2mila miliardi, è strutturato in base alle principali categorie di spesa (“rubriche”) e prevede un importo massimo per ciascuna di esse (‘massimali’). La proposta della Commissione comprende quattro rubriche, oltre a uno “strumento di flessibilità” e una “riserva per l’Ucraina” che possono fornire fondi aggiuntivi oltre tali massimali. Questi elementi sono specificati nel regolamento che stabilisce il quadro finanziario pluriennale. Le rubriche del quadro finanziario pluriennale proposto per il periodo 2028-2034 corrispondono ai principali settori di attività finanziati dal bilancio dell’Ue, più specificamente la coesione economica, sociale e territoriale dell’Europa, l’agricoltura, la prosperità rurale e marittima e la sicurezza; la competitività, la prosperità e la sicurezza; l’Europa globale e l’amministrazione.

Pubblichiamo di seguito i commenti che riceviamo:

Kata Tüttő, presidente del Comitato europeo delle Regioni

“Ora capiamo la segretezza: da dietro il fumo della semplificazione emerge un piano MOSTRO per inghiottire la politica di coesione e spezzarne la spina dorsale nazionalizzandola e centralizzandola”, afferma su X Kata Tüttő, presidente del Comitato europeo delle Regioni.

Nicola Zingaretti, Partito Democratico, Alleanza Progressista dei Socialisti e dei Democratici (S&D)

In una nota dichiara: “Il caos di queste ore sul bilancio europeo è figlio di una destra nazionalista che condiziona i governi e chiede meno Europa. Ursula von der Leyen sta sbagliando tutto. Dovrebbe avere il coraggio di dire la verità: l’Europa ha bisogno di investire nel futuro con un bilancio più ambizioso, debito comune, entrate proprie e una rimodulazione del debito”.

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E stottolinea le pozisioni del PD per il prossimo Qfp: “Diremo no al fondo comune svuotato di risorse, alle aggressioni alla PAC e al sociale, e alla nazionalizzazione e la centralizzazione delle politiche europee che escludono i territori. Dovrebbe, con chiarezza, puntare il dito contro il nazionalismo che boicotta questa strada. L’ipocrisia del nazionalismo che dice ‘meno europa’ e ora chiede più soldi. Loro vogliono smantellarla l’Europa. Bisogna fermarli impegnandoci per un bilancio vicino alle persone e ai loro bisogni”
Lo scrive in una nota Nicola Zingaretti, capodelegazione Pd al Parlamento europeo.

Giorgio Gori, europarlamentare del PD

“Sul bilancio 2028-2034 si gioca una partita decisiva per l’Unione Europea. La scelta della Commissione di accorpare fondi strutturali, fondi di coesione, risorse della politica agricola, fondi per la pesca e per le migrazioni in un unico grande contenitore da suddividere tra gli Stati membri attraverso piani nazionali – del tutto separati tra loro – rischia di portare ad una nazionalizzazione del bilancio europeo, alla sua trasformazione in un bancomat a servizio di 27 distinti interessi nazionali, e di minare il senso stesso delle Istituzioni europee. Tale scelta – perseguita dalla Commissione per presunti obiettivi di flessibilità, su spinta degli Stati membri – rischia inoltre di indebolire le singole politiche e di ledere il ruolo decisionale del Parlamento. Ci sarà molto da discutere, quindi – tra Parlamento, Consiglio e Commissione – per restituire al bilancio europeo la necessaria ambizione e trasparenza, scongiurando il rischio di una frammentazione delle politiche europee”: lo scrive su X l’europarlamentare PD Giorgio Gori.

Dario Nardella, Partito democratico

Dario Nardella, eurodeputato S&D e Coordinatore della Commissione AGRI del Parlamento europeo dichiara: “la proposta della Commissione europea per la nuova Politica Agricola Comune 2028–2034, presentata insieme al Quadro Finanziario Pluriennale, con un meccanismo di nazionalizzazione, è largamente insoddisfacente e rischia di compromettere il futuro dell’agricoltura europea”. 

“In un contesto segnato da forte instabilità geopolitica, dazi commerciali ed inflazione persistente – prosegue Nardella – gli agricoltori non possono far fronte ad ulteriori tagli agli aiuti diretti e allo sviluppo rurale. La riduzione da 386 miliardi a 302 miliardi di euro è un colpo duro per un settore già messo alla prova.” Nardella osserva che: “questi aspetti negativi sovrastano anche gli elementi positivi inseriti nella proposta, come la volontà di riservare gli aiuti della PAC agli agricoltori attivi, maggiore potenziale di semplificazione, l’aumento del sostegno ai giovani agricoltori ed un supporto diretto basato sulla regressività per favorire le piccole e medie aziende agricole”.

Gaetano Pedullà, Movimento 5 stelle, The Left

In una nota rilascia la seguente dichiarazione:  “Il Movimento 5 Stelle si schiera senza se e senza ma dalla parte degli agricoltori che sono scesi oggi in piazza a Bruxelles contro i tagli alla PAC previsti dalla bozza di bilancio pluriennale della Commissione europea. Ormai è chiaro il gioco al massacro di Von der Leyen, spalleggiata dalla sua alleata di fiducia Giorgia Meloni: tagliare risorse ai settori produttivi e ai cittadini europei per trasferirli verso il riarmo, la militarizzazione dell’economia europea e le grandi lobby della difesa. 

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Continua sostenendo ulteriormente gli agricoltori: “È inaccettabile che siano loro (gli agricoltori) a dover pagare il costo di questo riarmo, anche perché stiamo mettendo a rischio la sicurezza alimentare del nostro Continente. Contro questo bilancio pluriennale ci opporremo in ogni sede istituzionale, questa Commissione prima va a casa meglio è”, così Gaetano Pedullà, europarlamentare del Movimento 5 Stelle, ha dichiarato. 

Valentina Palmisano, Movimento 5 stelle, The Left

In un comunicato stampa Valentina Palmisano ha dichiarato: “L’accordo notturno tra Consiglio e Parlamento europeo sulla revisione della politica di coesione rappresenta un autogol strategico per l’Italia e le Regioni del Meridione. L’inserimento della difesa tra le cinque nuove sfide strategiche drenerà inevitabilmente risorse vitali da sanità, sociale e sostegno alle piccole e medie imprese, dirottando verso il comparto della difesa e le grandi lobby delle armi. Come ammesso dalla Presidenza danese in audizione al Parlamento europeo, la politica di coesione deve finanziare il riarmo europeo”.

Continua difendendo i paesi sud-europei: “L’accordo sulla revisione di medio termine prepara il terreno per una sottrazione ingente di fondi ai danni delle Regioni del Sud, che vedranno risorse preziose destinate ad alimentare l’escalation militare in Ucraina e la militarizzazione dell’economia europea. Questo testo è inaccettabile. Finora, chi si è riempito la bocca di retorica sulla difesa del Sud e di un’Italia forte in Europa ha poi sistematicamente avallato autentici voltafaccia come la programmazione centralizzata e il dirottamento di fondi vitali verso la difesa, così rende nota la sua posizione Valentina Palmisano, europarlamentare del Movimento 5 Stelle. 

The Left

Il partito europeo The Left ha rilasciato una nota comune che dichiara: “la Commissione europea ha rivelato il prossimo bilancio a lungo termine dell’UE e c’è una clamorosa omissione: i lavoratori. The Left al Parlamento europeo rileva il fallimento della Commissione nel proteggere i lavoratori e le tutele sociali nel nuovo bilancio”.

Il partito di sinistra continua: “The Left esprime grande preoccupazione per la decisione di fondere i programmi di spesa agricola e regionale in piani nazionali specifici per Paese. Il gruppo critica anche il significativo aumento dei finanziamenti per la difesa a scapito delle misure sociali, con nuove spese dedicate alla difesa, la possibilità di dirottare altri fondi verso scopi militari e un aumento di dieci volte delle misure di mobilità militare”. Così viene espressa la loro insoddisfazione sul nuovo qfp

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Rasmus Nordqvist, eurodeputato del gruppo Verdi/EFA e relatore ombra per il QFP in seno alla commissione BUDG

“Il livello di azione per il clima, mitigazione e prevenzione delle catastrofi che l’UE sarà in grado di raggiungere nei prossimi decenni costituirà una prova esistenziale per l’Unione. Abbiamo bisogno di un QFP all’altezza delle nostre ambizioni climatiche e che consenta all’UE di raggiungere i nostri obiettivi climatici, rispettando il principio di non arrecare danni significativi. Grazie ai nostri sforzi, questa proposta prevede che il 35 per cento della spesa sia destinata alla resilienza climatica e all’ambiente, con un aumento rispetto all’ultimo QFP. Ciò darà al QFP la possibilità di contribuire a soluzioni rispettose del clima e della natura in tutti i fondi e dobbiamo garantire che ciò avvenga senza greenwashing”.

Rasmus Andresen, deputato europeo dei Verdi/EFA e relatore ombra per le risorse proprie nella commissione BUDG

”È positivo che la Commissione abbia presentato un pacchetto forte sulle risorse proprie. Tuttavia, questa è stata un’occasione persa per includere la tassa sui servizi digitali e la tassa sulla speculazione finanziaria e sulle criptovalute come fonti di risorse proprie per l’Ue. Le piccole e medie imprese pagano tasse più elevate rispetto alle grandi aziende tecnologiche. È ora che i ‘tech bro’ paghino la loro giusta quota. Ci batteremo affinché le grandi aziende tecnologiche siano incluse nel prelievo sulle grandi società. L’Ue ha bisogno di un pacchetto ambizioso sulle risorse proprie che consenta di finanziare le priorità attuali e future, nonché di rimborsare il debito in modo sostenibile, senza il quale rischiamo di tagliare il bilancio del 20 per cento”.

Sme United

“In una prima reazione alla proposta per il prossimo quadro pluriennale, SMEunited ne riconosce il potenziale per rispondere alle sfide attuali. Il quadro copre tutti i settori in cui le PMI si aspettano sostegno per la crescita, la competitività e la doppia transizione. Tuttavia, l’associazione nutre dubbi sul fatto che i finanziamenti raggiungano le PMI per realizzare gli obiettivi annunciati e chiede di essere coinvolta nell’ulteriore pianificazione per garantire che le aspettative delle PMI siano soddisfatte. Tutto dipenderà dai dettagli dei vari elementi e dai futuri programmi di lavoro annuali delle diverse azioni”.

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OSC e sindacati (di qui, Oxfam, Global, Citizen, Save the Children, European Youth Forum etc)

In una dichiarazione congiunta da diverse ONG e sindacati dove esprimono il loro malcontento: “le opzioni incluse nella proposta della Commissione europea sulle risorse proprie, porterebbero risorse molto necessarie per soddisfare il fabbisogno finanziario dell’Ue. Tuttavia, non sono state incluse le proposte che stanno prendendo piede a livello globale, come la tassazione dei super-ricchi, dei viaggi aerei di lusso e dei profitti dei giganti dei combustibili fossili. La proposta manca il bersaglio perché non prende di mira i settori più redditizi e inquinanti, come l’aviazione e il settore finanziario. Queste misure potrebbero raccogliere miliardi da investire in scuole, ospedali e in un’economia più verde ed equa, sia a livello nazionale che internazionale, rendendo l’Europa e i nostri partner più resistenti e prosperi”.

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