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contenuto della proposta di legge, iter e prospettive « LMF Lamiafinanza


La settimana corta

— Avv. Luca Viola, Lexpertise Legal Network —

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Negli ultimi mesi è tornato al centro del dibattito politico e parlamentare il tema della riduzione dell’orario di lavoro a parità di salario. Tutto prende le mosse dalla proposta di legge A.C. 2067 che mira a favorire CCNL (Contratti Collettivi Nazionali di Lavoro) che consentano di ridurre l’orario settimanale fino a 32 ore, anche distribuite su quattro giorni, mantenendo inalterata la retribuzione. Si tratta di un modello già oggetto di sperimentazione, con esiti positivi, in diversi Paesi europei e in alcune grandi imprese italiane che la proposta vorrebbe istituzionalizzare.

Il disegno di legge si compone di sette articoli e si articola attorno a quattro direttrici principali: il miglioramento della qualità della vita dei lavoratori, il sostegno all’occupazione, la competitività attraverso una riorganizzazione fondata su orari più brevi e la partecipazione attiva delle parti sociali.

Gli incentivi previsti includono un esonero contributivo fino al 30% per 3 anni, in proporzione alla riduzione oraria, che può arrivare al 50% per le PMI, con esclusione però dei settori agricolo e domestico. Sul fronte formativo, si prevede un potenziamento del Fondo nuove competenze, con uno stanziamento complessivo di 325 milioni di euro tra il 2024 e il 2026. Rilevante è anche la previsione di meccanismi di partecipazione: i sindacati potranno indire referendum interni per approvare la settimana corta, con decisione a maggioranza semplice tra i votanti. Il disegno di legge prevede infine l’istituzione di un Osservatorio Nazionale presso l’INAPP (Istituto Nazionale per l’Analisi delle Politiche Pubbliche), con compiti di monitoraggio e valutazione, anche in relazione all’impatto delle tecnologie.

Il percorso legislativo

Il percorso legislativo della proposta ha subito uno stallo a causa di resistenze politiche. Nell’ottobre 2024, in Commissione Lavoro alla Camera, è stato presentato un emendamento soppressivo dell’intero provvedimento. E successivamente nel febbraio 2025, i lavori sono stati sospesi in attesa della relazione tecnica del Governo sull’impatto economico della misura.

La ripresa della discussione è stata recentemente favorita da una serie di elementi convergenti: l’esito positivo delle sperimentazioni aziendali condotte da realtà come SACE, Intesa Sanpaolo, Luxottica e Lamborghini ha avuto un impatto rilevante sul piano mediatico e istituzionale. In particolare il modello elaborato dall’Osservatorio Smart Working della School of Management del Politecnico di Milano denominato “Flex4Future“, ha registrato un aumento della produttività del 26%, e le dichiarazioni di ben il 47% dei dipendenti in merito ad una diminuzione dello stress,  del 51% che ha ottenuto un miglioramento della flessibilità e della capacità affrontare con efficacia le sfide operative e del 58% che ha sperimentato un miglioramento della capacità di gestire obiettivi e attività.

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La settimana corta

Anche altri report contribuiscono a delineare il contesto (es Randstad e SACE). La settimana corta è descritta come una modalità organizzativa innovativa fondata sulla convinzione che una riduzione dell’orario di lavoro, se accompagnata da una trasformazione coerente, possa aumentare la produttività. I vantaggi per le aziende includono maggiore efficienza, maggiore attrattività verso i talenti, riduzione del turnover e dell’assenteismo, minori costi operativi e un impatto ambientale positivo. Dal lato dei lavoratori, i benefici principali sono il miglioramento del work-life balance, la riduzione dello stress e delle spese quotidiane, e una maggiore inclusione di categorie fragili come genitori e caregiver.

Tuttavia, il modello presenta anche criticità che possono portare ad un peggioramento del clima lavorativo quali la difficoltà di implementazione in settori a presidio continuo, il rischio di compressione dei carichi di lavoro su tempi più brevi, possibili problemi di equità interna se l’accesso alla misura è disomogeneo (alcuni dipartimenti si ed altri no) e la necessità di investimenti in tecnologie e nella revisione dei processi.

Per questo motivo, l’efficacia dell’iniziativa dipende in larga misura da un approccio strategico e dalla capacità di gestire la transizione in modo partecipato e monitorato.

Il disegno di legge è all’esame della Camera

Attualmente, il disegno di legge è all’esame della Camera. Se approvato, potrebbe trasformare un’esperienza aziendale volontaria in un quadro normativo nazionale, incentivando ma non imponendo la riduzione dell’orario. Resta aperto il dibattito, con entusiasmo e prudenza che convivono, soprattutto tra le piccole e medie imprese. In tale prospettiva, una transizione graduale, a partire dalle realtà più strutturate e dotate di risorse, appare come la via più realistica verso un nuovo equilibrio settimanale del lavoro.

Dal punto di vista strettamente giuridico, la proposta presenta numerosi elementi di interesse per il diritto del lavoro, sia in termini sostanziali che procedurali. La previsione di incentivi economici vincolati alla stipula di contratti collettivi introduce un’interessante sinergia tra politiche attive e contrattazione collettiva, rafforzando il ruolo delle parti sociali nella definizione dell’organizzazione del lavoro. La scelta di non intervenire direttamente sul contratto individuale, ma di agire tramite la leva collettiva e la volontarietà aziendale, riduce il rischio di contenziosi e garantisce maggiore adattabilità alle specificità settoriali. Particolare attenzione merita anche il meccanismo referendario interno, che se ben strutturato può diventare uno strumento di democrazia organizzativa. Resta centrale il tema della misurabilità degli impatti, che dovrà essere affidata a strumenti trasparenti e condivisi. In definitiva, la proposta rappresenta un laboratorio normativo che, senza modificare gli equilibri codicistici del lavoro subordinato, offre spazio per sperimentare soluzioni contrattuali innovative in un quadro regolato e monitorato.

Avv. Luca Viola, Lexpertise Legal Network



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