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Geopolitica dell’IA: la Cina plasma il nuovo ordine globale


L’era dell’Intelligenza Artificiale è giunta e, con essa, un radicale riassetto delle potenze globali. Mentre l’IA promette di svelare il “paradosso della produttività” e inaugurare un’epoca di progresso senza precedenti, un nuovo report svela una verità scomoda: la Cina non sta solo recuperando terreno, ma sta ridefinendo la supremazia tecnologica.

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La geopolitica dell’IA come nuovo paradigma di potere

Con un’impressionante macchina di ricerca, un’ondata di giovani talenti e una strategia che la rende il “connettore primario” globale nell’IA, Pechino sta plasmando il futuro a suo vantaggio.

Dalla “guerra fredda del calcolo” che infuria per i semiconduttori, alle implicazioni militari e alla ridefinizione delle catene di approvvigionamento energetico, ogni mossa nell’IA è una mossa geopolitica. L’Occidente si trova a un bivio: adattarsi rapidamente, investire strategicamente e forgiare nuove vie per l’innovazione, o rischiare di rimanere indietro in un mondo dove il potere è sempre più definito dagli algoritmi. L’IA sta riscrivendo le regole del gioco globale e il futuro potrebbe essere più cinese di quanto immaginiamo.

L’ascesa tecnologica della Cina nell’intelligenza artificiale

La Repubblica Popolare Cinese sta superando il resto del mondo nella ricerca sull’intelligenza artificiale (IA), in un’epoca in cui questa tecnologia è diventata un “asset strategico” paragonabile all’energia o alle capacità militari. È quanto emerge da un nuovo rapporto intitolato “DeepSeek and the New Geopolitics of AI: China’s ascent to research pre-eminence in AI“, pubblicato da Digital Science e redatto dal suo CEO, il Dr. Daniel Hook. L’analisi rivela che il gigante asiatico è ora la potenza mondiale dominante nella ricerca sull’IA, non solo per volume di ricerca, ma anche per attenzione alle citazioni e influenza globale, un vantaggio che si è rapidamente consolidato negli ultimi sette anni. Nel 2024, la produzione di pubblicazioni sull’IA di Pechino ha eguagliato quella combinata di Stati Uniti, Regno Unito e Unione Europea (UE-27), e ora attrae oltre il 40% dell’attenzione globale in termini di citazioni. Nonostante le tensioni internazionali, la nazione asiatica è diventata il principale partner di collaborazione per Stati Uniti, Regno Unito e UE nella ricerca sull’IA, pur dipendendo meno da una collaborazione reciproca rispetto a questi blocchi.

Il suo vasto e giovane bacino di talenti alimenta una crescita sostenuta della ricerca, e il lancio di modelli come DeepSeek simboleggia la sua crescente indipendenza tecnologica. Sebbene gli Stati Uniti mantengano una solida scena di startup nel settore dell’IA, la Cina sta rapidamente colmando il divario.

La Cina detiene anche una posizione dominante nei brevetti legati all’IA, evidenziando la sua capacità di trasformare la ricerca in innovazione. Il Regno Unito, nonostante le sue dimensioni contenute, esercita un impatto globale significativo, mentre l’UE-27, pur beneficiando di una forte collaborazione interna, mostra limiti nell’engagement esterno e nella traduzione in brevetti o attività commerciali. L’IA, con la sua capacità di accelerare la ricerca, migliorare la produttività economica e offrire vantaggi militari, è diventata un’infrastruttura sottostante indispensabile per la forza nazionale, influenzando la sicurezza, l’economia e la capacità di plasmare le narrazioni globali.

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L’intelligenza artificiale come leva per la produttività globale

Dal lancio pubblico di ChatGPT 3 di OpenAI il 30 novembre 2022, l’intelligenza artificiale è passata da un concetto astratto a una realtà tangibile e pervasiva. L’IA generativa e i Large Language Models (LLM) alimentano ora chatbot ampiamente utilizzati, capaci di creare e manipolare testo, dati, immagini e video con una competenza quasi magica, promettendo di fornire il tipo di IA immaginato nella fantascienza. Il rapporto di Digital Science afferma che l’IA è “lo strumento più potente che l’umanità abbia mai creato”, con i suoi limiti che diventano sempre più difficili da immaginare data la dipendenza del mondo dai dati e l’ascesa di forme agentiche di IA.

A seguito delle tensioni economiche globali derivanti dalla crisi finanziaria del 2008 e dall’epidemia di COVID-19, è emersa una necessità accelerata di trovare percorsi per un aumento della produttività. Sebbene le precedenti rivoluzioni tecnologiche, come l’adozione dei computer negli anni ’80 e la rivoluzione di internet nei primi anni 2000, non abbiano portato a un aumento diffuso della produttività, vi è una forte aspettativa che l’IA alimenterà finalmente la rivoluzione tecnologica che trasformerà la produttività. Il Global AI Jobs Barometer 2025 di PwC supporta questa previsione, indicando che le industrie “più esposte” all’IA hanno registrato un tasso di crescita della produttività quasi quadruplicato, passando dal 7% (2018-2022) al 27% (2018-2024), rispetto a un calo nelle industrie meno esposte.

Gli economisti di Goldman Sachs hanno suggerito che l’IA potrebbe aumentare la crescita annuale della produttività tra 0,3 e 3,0 punti percentuali all’anno nel prossimo decennio.

Il rapporto di Digital Science fa esplicitamente riferimento al “paradosso della produttività” storico, introducendo l’IA come intrinsecamente diversa a causa della sua “natura esponenziale” e della capacità di “auto-replicazione” (l’IA che progetta e costruisce i propri successori). Questa distinzione è fondamentale perché posiziona l’IA come la tecnologia che finalmente romperà il paradosso.

I dati del 2025 di PwC e Goldman Sachs forniscono le prime prove empiriche a sostegno di questa affermazione, mostrando significativi aumenti di produttività nei settori esposti all’IA. Ciò suggerisce che l’impatto dell’IA potrebbe essere effettivamente più trasformativo e sostenuto rispetto alle tecnologie precedenti, portando potenzialmente a una ristrutturazione economica più rapida e profonda, ma anche intensificando le relative interruzioni del mercato del lavoro (dal rapporto di Digital Science, luglio 2025).

Secondo Daniel W. Hook, il  lancio di DeepSeek dalla Cina ha “messo in discussione” l’ortodossia a lungo sostenuta secondo cui gli Stati Uniti erano dieci anni avanti nello sviluppo dell’IA. DeepSeek è stato specificamente progettato e sviluppato utilizzando tecniche che hanno aggirato la necessità di cicli di addestramento da centinaia di milioni di dollari che si basavano su chip NVidia all’avanguardia, dimostrando chiaramente l’impressionante capacità di IA della Cina.

Oltre a eguagliare le restrizioni statunitensi sui chip, la Cina ha anche imposto restrizioni sui metalli delle terre rare, il che potrebbe rallentare la produzione degli stessi chip NVidia che hanno alimentato il dominio degli Stati Uniti. DeepSeek ha ulteriormente amplificato il suo impatto rilasciando il suo modello con licenza MIT come progetto open-source, con l’intento dichiarato di livellare il campo di gioco competitivo.

Questa economicità e la natura open-source stanno attivamente attirando attori globali. Il rapporto di Digital Science afferma esplicitamente che l’emergere di DeepSeek “non è semplicemente un’innovazione tecnologica” ma “un simbolo di un profondo cambiamento nel panorama globale dell’IA”. Esso “esemplifica l’indipendenza tecnologica della Cina” e convalida la strategia di investimento a lungo termine della Cina nell’IA.

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Il rilascio open-source di DeepSeek è presentato come un tentativo di democratizzare l’IA. Tuttavia, ulteriori informazioni rivelano un’implicazione strategica più profonda: la sua economicità e disponibilità open-source stanno portando alla sua ampia adozione da parte di “banche multinazionali, università e aziende tecnologiche in Europa, Medio Oriente, Africa e Asia”.

La dichiarazione del Presidente di Microsoft Brad Smith, “Il fattore numero uno che determinerà se saranno gli Stati Uniti o la Cina a vincere questa corsa sarà quale tecnologia verrà adottata più ampiamente nel resto del mondo“, fornisce il contesto geopolitico cruciale. Ciò indica che la Cina sta sfruttando i modelli open-source non solo per l’indipendenza tecnologica, ma come un potente strumento di soft power per penetrare i mercati globali, stabilire standard tecnologici de facto e costruire una sfera di influenza attraverso un’ampia adozione. Questa strategia potrebbe in ultima analisi portare a una “guerra fredda del calcolo” in cui il dominio hardware segue la prevalenza del software, alterando fondamentalmente le dinamiche di potere tecnologico globale.

Aziende tecnologiche e stati: nuovi equilibri di potere

Il rapporto di Digital Science sottolinea che la ricerca sull’IA, proprio come la corsa allo spazio tra l’URSS e gli Stati Uniti, è già “fondamentalmente di natura geopolitica”. Afferma che “chiunque controlli la migliore IA avrà un vantaggio competitivo in una varietà di campi”. Questo vantaggio si estende a un’accelerazione della capacità di ricerca in tutti i domini scientifici, non solo nell’IA stessa. Per guidare l’IA, i governi devono strategicamente (i) attrarre o sviluppare e quindi trattenere talenti; (ii) investire in infrastrutture complete, inclusa la governance e le strutture sociali, per supportare lo sviluppo e l’implementazione dell’IA; e (iii) promuovere meccanismi per tradurre la ricerca in ampi benefici sociali.

Il rapporto di Digital Science solleva una profonda questione sull’evoluzione della natura del potere globale: “Queste aziende sono sufficientemente grandi da iniziare a costituire un nuovo livello di struttura nel nostro mondo, con i loro confini tracciati nel cyberspazio piuttosto che nello spazio fisico?”. Ciò sfida direttamente il modello tradizionale dello stato-nazione, suggerendo che potenti aziende tecnologiche (“nazioni tecnologiche”) come Google, OpenAI, Meta e Huawei stanno acquisendo capacità e influenza tradizionalmente riservate agli stati.

Un’analisi aggiuntiva rileva gli sforzi di espansione di OpenAI per mantenere il dominio e descrive Huawei come un “campione nazionale” che è “uno dei più potenti al mondo”. Ciò implica una sfumatura dei confini tra potere aziendale e statale, dove i giganti tecnologici diventano attori geopolitici de facto, creando potenzialmente nuove forme di sfide di governance e dinamiche di potere che trascendono i confini nazionali e complicano le relazioni internazionali tradizionali.

Il “dividendo demografico” e la forza lavoro cinese in IA

Secondo Digital Science, la ricerca globale sull’IA è cresciuta in modo impressionante dal 2000, con un tasso di aumento composto medio dell’8% all’anno, raggiungendo 60.000 pubblicazioni nel 2024. Il contributo di Pechino a questa crescita è stato eccezionale, con il suo volume di produzione nel 2024 che eguagliava la produzione combinata di EU-27, Regno Unito e Stati Uniti. Ciò significa una “massiccia e impressionante” espansione della capacità di ricerca cinese in IA.

L’ambizione di ricerca cinese in IA è ulteriormente dimostrata dalla sua vasta e unicamente strutturata base di talenti. Con circa 30.000 ricercatori di IA di tutte le età, la comunità di IA cinese supera significativamente quella dell’EU-27 (quasi 20.000) e degli Stati Uniti (circa 10.000). Una caratteristica distintiva è la grande e giovane popolazione cinese di ricercatori con formazione in IA, dove le popolazioni combinate di dottorandi e post-dottorandi sono quasi il doppio della popolazione totale di IA degli Stati Uniti.

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In termini di influenza, la nazione asiatica è costantemente salita fino a diventare il paese più influente nella ricerca globale sull’IA dal 2018, misurata dalla centralità dell’autovettore, superando sia l’EU-27 che gli Stati Uniti. Questo dominio si estende alla visibilità della ricerca, con la produzione cinese del 2024 che ha ricevuto oltre il 40% dell’attenzione globale disponibile per le citazioni.

Secondo Daniel W. Hook, la  vasta quantità di giovani talenti formati in IA in Cina, in particolare le sue popolazioni di dottorandi e post-dottorandi, rappresenta un profondo “dividendo demografico” per le sue ambizioni in IA. A differenza delle nazioni occidentali che mostrano una distribuzione di età più equilibrata tra i ricercatori o si affidano all’importazione di talenti, le coorti più anziane “quasi inesistenti” della nazione asiatica e la limitata importazione di talenti su larga scala in questi gruppi indicano una base di talenti autosufficiente e coltivata a livello nazionale. Questa “forza lavoro giovane, vivace e altamente istruita, esperta di IA” è esplicitamente collegata all’alimentazione di “un’ondata di innovazione dalla Cina sulla stessa linea di DeepSeek”. Questa struttura demografica unica fornisce un vantaggio a lungo termine e sostenibile nello sviluppo dell’IA, poiché garantisce un flusso continuo di innovatori e leader che comprendono profondamente la tecnologia, guidando l’attività interna e l’innovazione su una scala ineguagliabile.

Anno Cina UE-27 Regno Unito Stati Uniti Globale Totale
2000 <1000 ~1000 <500 ~2000 ~10000
2005 ~2000 ~2000 ~1000 ~3000 ~15000
2010 ~5000 ~4000 ~2000 ~6000 ~25000
2015 ~10000 ~6000 ~3000 ~8000 ~35000
2020 ~18000 ~10000 ~4000 ~10000 ~50000
2024 ~24000 ~12000 ~5000 ~10000 ~60000

Tabella 1: produzione globale di ricerca sull’IA per regione chiave (2000-2024). Dati approssimati basati sul rapporto di Digital Science, luglio 2025.

Fascia d’età Cina (2020) UE-27 (2020) Regno Unito (2020) Stati Uniti (2020)
Studente (0-4 anni) ~12000 ~5000 ~1000 ~3000
Postdoc (5-9 anni) ~8000 ~4000 ~800 ~2500
Inizio carriera (10-14 anni) ~4000 ~3000 ~600 ~2000
Ricercatore affermato (15-19 anni) ~2000 ~2000 ~400 ~1500
Costruttore di carriera (20-24 anni) ~1000 ~1500 ~300 ~1000
Picco di produzione (25-29 anni) ~500 ~1000 ~200 ~800
Ricercatore avanzato (30-34 anni) ~200 ~500 ~100 ~500
Ricercatore senior (>35 anni) <100 ~300 ~50 ~300
Totale approssimato ~27800 ~17800 ~3450 ~11600

Tabella 2: demografia dei ricercatori di IA per regione (snapshot 2020). Dati approssimati basati sul rapporto di Digital Science, luglio 2025.

La Cina come nodo centrale della ricerca internazionale in IA

Nonostante le recenti tendenze verso la deglobalizzazione e la frammentazione, la Cina ha consolidato la sua posizione di “connettore primario per la ricerca sull’IA” a livello globale. I modelli di collaborazione del Regno Unito illustrano questo cambiamento in modo drammatico: storicamente, gli Stati Uniti erano un collaboratore ad alto volume, ma la collaborazione della Cina con il Regno Unito è aumentata dal solo 2% della produzione del Regno Unito nel 2000 a oltre il 25% entro il 2024, rendendo la Cina il principale collaboratore del Regno Unito in IA. Ciò significa che il Regno Unito è ora “molto più dipendente dalla collaborazione cinese che da quella statunitense in IA”.

Dal punto di vista dell’EU-27, pur mantenendo una forte collaborazione interna, la Cina ha recentemente superato sia il Regno Unito che gli Stati Uniti come principale collaboratore in IA, nonostante le più deboli dipendenze esterne complessive dell’EU-27. Anche dal punto di vista degli Stati Uniti, la collaborazione con la Cina è cresciuta costantemente fino al 2019, con la Cina che è rimasta il collaboratore di ricerca più regolare degli Stati Uniti in IA, rappresentando il 14% della produzione statunitense. Questo è avvenuto nonostante le successive azioni federali statunitensi come la China Initiative (2018) e il Securing American Science and Technology Act (2019). La dipendenza della Cina dalla collaborazione con EU-27, Regno Unito e Stati Uniti è notevolmente bassa, al 4% nel 2024, rispetto a tassi significativamente più alti per la dipendenza di queste regioni dalla Cina.

Anno Cina verso USA Cina verso UK Cina verso EU-27 USA verso Cina UK verso Cina EU-27 verso Cina
2000 Net Inflow Net Inflow Net Inflow Net Outflow Net Outflow Net Outflow
2005 Net Inflow Net Inflow Net Inflow Net Outflow Net Outflow Net Outflow
2010 Net Inflow Net Inflow Net Inflow Net Outflow Net Outflow Net Outflow
2015 Net Inflow Net Inflow Net Inflow Net Outflow Net Outflow Net Outflow
2020 Net Inflow Net Inflow Net Inflow Net Outflow Net Outflow Net Outflow
2024 Net Inflow Net Inflow Net Inflow Net Outflow Net Outflow Net Outflow

Tabella 3: flussi netti di talenti AI (regioni selezionate, 2024). Questa tabella rappresenta una tendenza qualitativa basata sul rapporto di Digital Science, luglio 2025.

I persistenti e crescenti legami di collaborazione tra Cina e nazioni occidentali, in particolare l’emergere della Cina come “connettore primario”, sono sorprendenti date le più ampie tensioni geopolitiche e le tendenze verso la deglobalizzazione. Ciò suggerisce che la collaborazione scientifica, specialmente in un campo critico e in rapida evoluzione come l’IA, può agire come una potente forma di soft power che trascende le divisioni politiche.

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Essendo il nodo centrale nelle reti di ricerca internazionali, la Cina non solo accelera la propria ricerca e lo sviluppo dei talenti, ma influenza anche sottilmente le agende di ricerca globali, favorisce la dipendenza dal proprio ecosistema scientifico e ottiene informazioni sulle direzioni della ricerca internazionale.

Questa dinamica evidenzia una tensione tra il desiderio della comunità scientifica di una collaborazione aperta (“i ricercatori potrebbero non desiderare di vedere confini internazionali” afferma Digital Science) e gli interessi strategici nazionali, creando una complessa rete di interdipendenza che Pechino può potenzialmente sfruttare per un vantaggio strategico a lungo termine.

Brevetti, startup e strategia nazionale diffusa: il modello cinese

La vasta base di talenti della Cina si traduce direttamente in una significativa innovazione, particolarmente evidente nelle sue tendenze brevettuali, precisa Digital Science. Negli ultimi anni, la crescita dei brevetti sull’IA in Cina dovrebbe accelerare drasticamente, con la Cina che produce già quasi dieci volte più brevetti rispetto al suo concorrente più vicino. Questo effetto notevole non è dovuto solo a pochi centri di eccellenza, ma a una capacità diffusa.

La Cina è anche preminente nelle collaborazioni tra università e imprese, come indicato dall’elevato numero di pubblicazioni che coinvolgono entità aziendali. Sebbene gli Stati Uniti abbiano storicamente avuto un forte settore tecnologico, la Cina sta rapidamente recuperando terreno in termini di entità aziendali che pubblicano attivamente, suggerendo che è sul punto di superare gli Stati Uniti nelle startup di IA impegnate nella ricerca.

Anno Cina Stati Uniti Giappone Germania Regno Unito Corea del Sud Canada
2000 ~10 ~100 ~50 ~20 ~10 ~10 ~5
2005 ~30 ~200 ~80 ~30 ~20 ~20 ~10
2010 ~100 ~300 ~100 ~50 ~30 ~30 ~15
2015 ~1000 ~1000 ~200 ~100 ~50 ~50 ~20
2020 ~10000 ~3000 ~500 ~200 ~100 ~100 ~30
2024 ~30000 ~5000 ~1000 ~300 ~150 ~150 ~50

Tabella 4: brevetti AI depositati dai paesi chiave (2000-2024). Dati approssimati basati sul rapporto di Digital Science, luglio 2025.

La distribuzione geografica dell’esperienza in IA in Cina è particolarmente sorprendente. A differenza di altre aree geografiche chiave in cui la ricerca sull’IA tende a essere più concentrata, la Cina ha accumulato un volume e una densità significativi di capacità di IA in tutto il paese. I punti focali includono Pechino, Shanghai, Nanchino e Guangzhou, con 156 organizzazioni che hanno prodotto più di 50 articoli sull’IA nel 2024, un netto contrasto con le 54 organizzazioni dell’EU-27 che soddisfacevano gli stessi criteri.

La diffusa distribuzione geografica dell’esperienza in IA e delle organizzazioni di ricerca ad alta produzione in tutta la Cina è un fattore chiave di differenziazione. Il rapporto la contrappone esplicitamente agli hub più concentrati nell’UE e negli Stati Uniti. Questa ricerca “relativamente uniformemente distribuita” suggerisce una strategia nazionale deliberata per promuovere l’innovazione in numerosi centri, piuttosto che concentrare le risorse in pochi “triangoli d’oro”.

Questo modello decentralizzato migliora la resilienza nazionale distribuendo le capacità, accelera diverse applicazioni promuovendo ecosistemi di innovazione locali e crea una base più ampia per l’utilizzo dei talenti e gli spin-off aziendali. Questo approccio si allinea al concetto di “scegliere la concorrenza piuttosto che scegliere i vincitori”, rendendo l’ecosistema dell’innovazione complessivo più robusto e meno suscettibile a singoli punti di fallimento, il che è un vantaggio strategico significativo in un campo in rapida evoluzione come l’IA.

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Il doppio uso dell’IA: tra industria e sicurezza militare

L’Esercito Popolare di Liberazione (PLA) della Cina ha intrapreso un’azione aggressiva per integrare l’IA generativa al fine di rivoluzionare le sue capacità di intelligence. Ciò comporta l’utilizzo di Large Language Models (LLM) avanzati per compiti critici come l’elaborazione dei dati, l’analisi dell’intelligence e il supporto decisionale. La rapida adozione dei modelli di DeepSeek all’inizio del 2025 evidenzia la spinta aggressiva della PLA a impiegare l’IA in tutti i suoi flussi di lavoro di intelligence. I contractor della difesa cinesi hanno persino affermato di fornire alla PLA modelli di open-source intelligence (OSINT) personalizzati basati su DeepSeek. Ciò dimostra un collegamento diretto tra l’innovazione civile dell’IA e l’applicazione militare.

In risposta ai controlli sulle esportazioni statunitensi di semiconduttori ad alte prestazioni, i giganti tecnologici cinesi come Huawei e Semiconductor Manufacturing International Corporation (SMIC) stanno correndo per costruire alternative domestiche.

La serie Ascend di Huawei, in particolare l’Ascend 910C, sta emergendo come un concorrente significativo per l’H100 di NVIDIA, offrendo una capacità di inferenza comparabile a un costo inferiore ed è prevista per la produzione di massa nel 2025. La rete di distribuzione globale di Huawei, costruita sulla sua presenza nelle telecomunicazioni, sta ora vendendo attivamente infrastrutture IA, incluse GPU prodotte localmente. Il 14° Piano Quinquennale della Cina per lo Sviluppo dell’Economia Digitale impone esplicitamente l’espansione all’estero delle infrastrutture digitali, inclusi data center e risorse di calcolo IA, per supportare le imprese digitali cinesi nel “diventare globali”. Questa è una strategia deliberata per esportare la sua infrastruttura di calcolo e i suoi standard.

L’Amministrazione del Cyberspazio della Cina (CAC) ha anche adottato misure per gestire i contenuti generati dall’IA a livello nazionale, rilasciando misure per l’identificazione di contenuti sintetici generati dall’IA, con effetto dal 1° settembre 2025. Ciò indica un’attenzione al controllo delle informazioni e alla lotta contro il potenziale uso improprio della disinformazione generata dall’IA.

L’integrazione diretta di modelli di IA generativa sviluppati a livello civile, come DeepSeek, nelle operazioni di intelligence militare della PLA,  illustra vividamente la profonda natura a duplice uso dell’IA. Non si tratta semplicemente di sviluppare hardware militare avanzato, ma di sfruttare le scoperte commerciali dell’IA per un vantaggio strategico in aree come l’analisi dell’intelligence e la guerra dell’informazione. La spinta simultanea verso l’indipendenza dei chip e l’esportazione globale dell’infrastruttura di calcolo cinese rivelano una strategia completa per controllare l’intera catena del valore dell’IA, dall’hardware fondamentale alle applicazioni avanzate. Ciò implica che lo sviluppo dell’IA, anche nel settore civile, ha implicazioni immediate e significative per la sicurezza nazionale, rendendo necessaria una rivalutazione di come i modelli open-source e la ricerca civile sull’IA sono gestiti e regolamentati in un contesto geopolitico, poiché la “guerra fredda del calcolo” comprende l’intero ecosistema dell’IA.

Tabella: metriche di crescita dell’IA in Cina (2000-2024/2025)

Metrica 2000 2024/2025 Dettagli e Contesto
Output di ricerca IA (pubblicazioni) <10.000 (globale) (dal rapporto di Digital Science, luglio 2025) 60.000 (globale) (dal rapporto di Digital Science, luglio 2025); Cina = EU-27 + UK + US combinati (dal rapporto di Digital Science, luglio 2025) La Cina ha mostrato un’espansione massiva e impressionante della capacità di ricerca in IA, eguagliando la produzione combinata delle principali potenze occidentali.
Pool di talenti IA (ricercatori attivi) Non specificato ~30.000 (Cina) vs. ~20.000 (EU-27) vs. ~10.000 (US) (dal rapporto di Digital Science, luglio 2025) La Cina ha una popolazione di IA giovane e numerosa; i dottorandi e post-dottorandi cinesi sono quasi il doppio della popolazione totale di IA degli Stati Uniti (dal rapporto di Digital Science, luglio 2025).
Quota di attenzione globale (citazioni) Cifre singole (Cina) (dal rapporto di Digital Science, luglio 2025) >40% (Cina) (dal rapporto di Digital Science, luglio 2025) La produzione cinese dal 2024 ha ricevuto oltre il 40% delle citazioni globali disponibili, dimostrando un’influenza crescente nella visibilità della ricerca.
Brevetti IA depositati Basso (Cina) (dal rapporto di Digital Science, luglio 2025) Quasi 10 volte più del concorrente più vicino (Cina) (dal rapporto di Digital Science, luglio 2025) La crescita dei brevetti IA in Cina è notevolmente accelerata, indicando una traduzione significativa della ricerca in innovazione.
Entità aziendali che pubblicano attivamente Non specificato La Cina si sta rapidamente avvicinando al livello degli Stati Uniti (dal rapporto di Digital Science, luglio 2025) La Cina è preminente nelle collaborazioni tra università e imprese e sta colmando il divario con gli Stati Uniti nelle startup di IA impegnate nella ricerca.
Principali collaboratori (quota di collaborazione) Cina: ~2% con UK (dal rapporto di Digital Science, luglio 2025) UK: Cina > 25% (principale collaboratore) (dal rapporto di Digital Science, luglio 2025); EU-27: Cina ha superato UK e US (dal rapporto di Digital Science, luglio 2025); US: Cina ~14% (collaboratore più regolare fino al 2019) (dal rapporto di Digital Science, luglio 2025) La Cina è diventata il “connettore primario” per la ricerca in IA, con una bassa dipendenza reciproca (4% per la Cina) rispetto ai suoi partner occidentali (dal rapporto di Digital Science, luglio 2025).

Strategie occidentali sull’IA: adattamento e competizione

Per Digital Science, gli Stati Uniti continuano a dimostrare leadership nella traduzione della ricerca sull’IA in innovazione, principalmente attraverso i loro forti legami tra università e industria.

Gli Stati Uniti tra innovazione privata e fuga dei talenti

Ciò si riflette nel numero di articoli pubblicati da entità aziendali, dove gli Stati Uniti rimangono un attore significativo, sebbene la Cina stia rapidamente recuperando terreno. Tuttavia, il rapporto rileva che gran parte dell’innovazione negli Stati Uniti, in particolare da contesti di ricerca privati come OpenAI, potrebbe non essere pienamente catturata dalle metriche di pubblicazione tradizionali.

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Nonostante la sua leadership storica, l’influenza complessiva degli Stati Uniti nella ricerca sull’IA è in declino, con la Cina che detiene ora una posizione dominante in termini di produzione di ricerca. Sebbene gli Stati Uniti rimangano una destinazione attraente per i ricercatori di IA a livello globale, stanno sperimentando flussi di talenti netti consistenti e “schiaccianti” verso la Cina. Questa perdita di talenti è una preoccupazione significativa per la capacità di innovazione a lungo termine.

In termini di collaborazione, il legame degli Stati Uniti in IA con il Regno Unito è solo raddoppiato tra il 2000 e il 2024 (dal 5% al 10% degli articoli basati nel Regno Unito), nonostante le principali aziende di IA con sede nel Regno Unito siano di proprietà statunitense. Dal punto di vista degli Stati Uniti, la sua collaborazione in IA con altre nazioni sembra aver raggiunto il picco intorno al 2012 ed è diminuita da allora, scendendo quasi al 10%. Tuttavia, la Cina è rimasta il collaboratore di ricerca più regolare degli Stati Uniti in IA fino al 2019, rappresentando il 14% della produzione statunitense.

Il governo federale degli Stati Uniti ha lanciato diverse iniziative per rafforzare le sue capacità di IA, tra cui il pilot del National AI Research Resource per democratizzare l’accesso all’IA, l’AI Talent Surge per accelerare l’assunzione di professionisti dell’IA e l’iniziativa EducateAI per finanziare opportunità educative in IA. Gli sforzi legislativi riflettono le crescenti tensioni geopolitiche: il “Decoupling America’s Artificial Intelligence Capabilities from China Act of 2025″ (S. 321) è stato introdotto per proibire alle persone statunitensi di promuovere le capacità di IA in Cina e vietare l’importazione/esportazione di tecnologia o proprietà intellettuale di IA/IA generativa da/verso la Cina. Al contrario, l’amministrazione Trump ha rimosso alcune restrizioni sull’uso e lo sviluppo dell’IA all’inizio del 2025 ed ha abrogato la “regola di diffusione dell’IA” dell’era Biden per “liberare l’innovazione americana e garantire il dominio americano dell’IA”.

Il rapporto di Digital Science identifica gli Stati Uniti come una destinazione globale per i talenti dell’IA, il che rappresenta un chiaro punto di forza. Tuttavia, la perdita netta consistente e “schiacciante” di talenti dell’IA verso la Cina costituisce una vulnerabilità strategica critica. Questo deflusso di capitale umano mina direttamente uno dei tre imperativi chiave per la leadership nell’IA: la capacità di “attrarre o sviluppare e quindi trattenere talenti” . Questa “fuga di cervelli” potrebbe erodere la capacità di innovazione a lungo termine degli Stati Uniti, in particolare se confrontata con la massiccia e crescente base di talenti domestici della Cina. Ciò suggerisce che, nonostante i forti legami tra università e industria e le iniziative nazionali, gli Stati Uniti affrontano una sfida fondamentale nel trattenere le loro migliori menti in IA, il che potrebbe avere effetti negativi cumulativi sul loro vantaggio competitivo.

Dottrine militari americane e sfide alla cibersicurezza IA

Il Dipartimento della Difesa (DoD) degli Stati Uniti sta integrando attivamente l’IA per accelerare i suoi processi decisionali in combattimento, incorporando l’IA nei sistemi di puntamento, nell’analisi predittiva e nelle operazioni di combattimento senza equipaggio. Un imperativo strategico chiave è allineare le priorità di ricerca e sviluppo (R&S) per soddisfare la crescente domanda di capacità di guerra autonoma.

Il National Defense Authorization Act (NDAA) per l’anno fiscale 2025 dà priorità alla ricerca sulle tecnologie emergenti di IA e calcolo quantistico per migliorare le operazioni di difesa. Stabilisce programmi pilota per valutare lo sviluppo dell’IA per applicazioni biotecnologiche legate alla sicurezza e l’ottimizzazione del flusso di lavoro presso le strutture del DoD. L’NDAA autorizza anche il DoD a utilizzare l’IA per operazioni aziendali interne, come la revisione dei bilanci. I compiti del Chief Digital and AI Officer Governing Council sono stati ampliati per identificare e valutare i modelli di IA che potrebbero rappresentare rischi per la sicurezza nazionale se acceduti da avversari, e per sviluppare strategie per prevenire l’accesso e l’uso non autorizzati di modelli di IA potenti da parte di nazioni ostili.

Il panorama della cibersicurezza si sta evolvendo rapidamente, con circa il 40% di tutti gli attacchi informatici ora guidati dall’IA. Gli attaccanti utilizzano sempre più l’IA per creare malware adattivi e tentativi di phishing automatizzati. Una nuova e emergente minaccia è la “manipolazione dei modelli di IA”, in cui gli attaccanti spostano l’attenzione dal furto di dati all’”avvelenamento dei modelli di IA stessi”. Gli esperti prevedono che entro il 2025, questo potrebbe degenerare in una “guerra su vasta scala tra macchine”, rendendo necessari centri operativi di sicurezza altamente sofisticati in grado di prendere decisioni tattiche complesse a “velocità macchina”.

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Riconoscendo le significative esigenze energetiche dell’IA, la task force sull’IA e l’energia del Bipartisan Policy Center (BPC) è stata lanciata nell’aprile 2025. Questa task force si concentra sulla domanda di elettricità dell’IA, sull’affidabilità della rete e sulle soluzioni energetiche pulite per i data center, sostenendo gli investimenti del DOE in sistemi di IA efficienti dal punto di vista energetico e nella resilienza della rete.

L’aggressiva integrazione dell’IA nelle operazioni militari statunitensi e l’esplicita attenzione all’identificazione e alla mitigazione dei rischi derivanti da “avversari che impiegano l’IA”, segnalano chiaramente un’intensificazione della corsa agli armamenti nell’IA. L’emergere della “manipolazione dei modelli di IA” come nuovo vettore di minaccia e la previsione di una “guerra su vasta scala tra macchine” nella cibersicurezza entro il 2025, indicano una significativa escalation nella natura del conflitto. Ciò implica che i futuri conflitti saranno sempre più combattuti non solo con armi fisiche, ma con sistemi di IA autonomi che si scontrano nel regno digitale, potenzialmente a velocità che vanno oltre la comprensione umana. Ciò rende necessaria una rivalutazione fondamentale delle strategie di difesa tradizionali, enfatizzando una robusta cibersicurezza dell’IA, un’intelligenza proattiva sulle minacce e lo sviluppo di capacità difensive avanzate basate sull’IA per contrastare l’IA avversaria.

Il Regno Unito tra soft power scientifico e rischio strategico

Secondo Digital Science, il Regno Unito mantiene un’economia di ricerca altamente collaborativa, sfruttando strategicamente le partnership internazionali per preservare il suo soft power attraverso la ricerca. Nonostante la sua economia di ricerca relativamente più piccola (circa 3.000 ricercatori attivi in IA), il Regno Unito dimostra costantemente un impatto globale, superando la media in termini di “attenzione per output” nelle pubblicazioni sull’IA, suggerendo un’alta qualità della ricerca.

Un cambiamento significativo nel panorama collaborativo del Regno Unito è l’approfondimento dei suoi legami con la Cina. La Cina è diventata il principale collaboratore del Regno Unito in IA, superando sia gli Stati Uniti che l’UE. La collaborazione con la Cina è aumentata dal solo 2% della produzione del Regno Unito nel 2000 a oltre il 25% entro il 2024. Questa crescente dipendenza significa che il Regno Unito è ora “molto più dipendente dalla collaborazione cinese che da quella statunitense in IA”.

In termini di flusso di talenti, mentre il Regno Unito ha storicamente attratto ricercatori dall’EU-27, più recentemente è diventato un donatore netto di talenti in IA verso la Cina.

La posizione del Regno Unito come economia di ricerca altamente collaborativa e i suoi legami sempre più profondi e dipendenti con la Cina in IA, pur mantenendo i legami con Stati Uniti ed UE, lo posizionano come un potenziale “ponte” tra diversi blocchi geopolitici. Tuttavia, questo ruolo comporta un significativo dilemma geopolitico. L’eccessiva dipendenza da un concorrente strategico in ascesa come la Cina, unita a un deflusso netto di talenti verso la Cina , potrebbe compromettere l’autonomia strategica del Regno Unito ed esporlo a rischi associati all’”interdipendenza asimmetrica” precedentemente identificata. Ciò solleva questioni critiche su come il Regno Unito bilanci i benefici economici e scientifici della collaborazione con le preoccupazioni di sicurezza nazionale e l’allineamento con i suoi tradizionali alleati occidentali.

La trasformazione della difesa britannica nell’era dell’IA

Il Piano d’Azione per le Opportunità dell’IA del Regno Unito per il 2025, lanciato il 13 gennaio 2025, delinea una strategia completa per posizionare il Regno Unito come leader globale nell’IA. I temi chiave includono la promozione della crescita economica, la garanzia di uno sviluppo etico dell’IA, l’investimento nello sviluppo delle competenze, il miglioramento dell’infrastruttura digitale (inclusa la garanzia di potenza di calcolo e lo sviluppo di “Zone di Crescita dell’IA”) e la promozione della fiducia pubblica e della collaborazione.

La Strategic Defence Review 2025 (SDR) ridefinisce fondamentalmente il ruolo dell’IA nella difesa del Regno Unito, considerandola non uno strumento periferico ma una componente fondamentale della guerra moderna. La SDR mira a trasformare le Forze Armate del Regno Unito in una Forza Integrata abilitata dalla tecnologia, migliorando la velocità decisionale e supportando i sistemi autonomi. Un obiettivo critico della SDR è la realizzazione di una “rete di targeting digitale” entro il 2027, con un prodotto minimo funzionante entro il 2026. Questa rete sfrutterà l’IA per l’analisi dei dati in tempo reale, l’ottimizzazione delle strategie operative e l’accelerazione del processo decisionale collegando sensori, decisori ed effettori in diversi domini.

La SDR annuncia anche l’istituzione di un nuovo Cyber and Electromagnetic (CyberEM) Command. Questo comando sarà responsabile della supervisione dell’integrazione dell’IA nelle operazioni cibernetiche, nella guerra elettromagnetica e nelle operazioni di informazione. Guiderà le operazioni di ciberdifesa e coordinerà le capacità cibernetiche offensive con la National Cyber Force, sostenuto da un investimento di oltre 1 miliardo di sterline. L’impegno del Regno Unito nello sviluppo di una “rete di targeting digitale” e nell’istituzione di un nuovo “CyberEM Command” dimostra un approccio proattivo e integrato alla difesa nazionale nell’era dell’IA. L’esplicita menzione del coordinamento delle “capacità cibernetiche offensive” significa un’evoluzione critica nella dottrina militare, riconoscendo che la guerra moderna comporta sempre più aggressioni e contro-aggressioni digitali. Questa sfumatura dei confini tra offensiva e difensiva nel dominio cibernetico, guidata dall’IA, implica un passaggio verso un impegno continuo e la necessità di innovazione e adattamento costanti per mantenere un vantaggio strategico. Sottolinea che la sicurezza nazionale dipende ora tanto dalla supremazia digitale quanto dalla potenza militare tradizionale.

Tabella: punti di forza e sfide comparate dell’IA (Stati Uniti vs. Regno unito)

Metrica Stati Uniti Regno Unito Dettagli e Contesto
Influenza complessiva della ricerca IA (centralità dell’autovettore) In declino dal 2018 (dal rapporto di Digital Science, luglio 2025) Più o meno preservata (dal rapporto di Digital Science, luglio 2025) La Cina ha superato entrambi in influenza complessiva.
Legami tra accademia e industria Continua a guidare nella traduzione IA-innovazione (dal rapporto di Digital Science, luglio 2025) Forte, ma non fortemente correlata ai partner (dal rapporto di Digital Science, luglio 2025) Gran parte dell’innovazione statunitense è in contesti privati non catturati dalle metriche.
Flussi di talenti Perdita netta schiacciante verso la Cina (dal rapporto di Digital Science, luglio 2025) Donatore netto verso la Cina (dal rapporto di Digital Science, luglio 2025) Entrambi i paesi perdono talenti IA verso la Cina.
Principali collaboratori Cina (fino al 2019, 14% dell’output USA) (dal rapporto di Digital Science, luglio 2025) Cina (oltre 25% dell’output UK, principale collaboratore dal 2024) (dal rapporto di Digital Science, luglio 2025) Il Regno Unito è molto più dipendente dalla collaborazione cinese in IA rispetto a quella statunitense.
Focus della strategia nazionale IA Democratizzazione dell’accesso, assunzione di professionisti, finanziamento dell’istruzione (Chambers and Partners, 22 maggio 2025, disponibile su https://practiceguides.chambers.com/practice-guides/artificial-intelligence-2025/usa) Crescita economica, IA etica, sviluppo competenze, infrastrutture digitali, fiducia pubblica (SCC, 16 gennaio 2025, disponibile su https://www.scc.com/insights/it-solutions/a-guide-to-the-2025-uk-ai-opportunities/; Crowe UK, 2025, disponibile su https://www.crowe.com/uk/insights/uk-ai-opportunities-action-plan) Gli Stati Uniti si concentrano sull’accesso e i talenti; il Regno Unito su una strategia più ampia.
Integrazione militare IA Accelerazione del ciclo decisionale, sistemi autonomi, programmi pilota (biotecnologie, flusso di lavoro), mitigazione rischi avversari (Frost & Sullivan, 2025, disponibile su https://www.frost.com/growth-opportunity-news/aerospace-defense/defense-industry/redefining-u-s-defense-strategic-imperatives-for-2025-cim-ps/; K&L Gates, 2 gennaio 2025, disponibile su(https://www.klgates.com/Key-Provisions-on-Artificial-Intelligence-in-Fiscal-Year-2025-NDAA-1-2-2025)) Rete di targeting digitale (entro 2027), CyberEM Command (offensivo/difensivo), investimenti > £1 miliardo (Burges Salmon, 11 giugno 2025, disponibile su https://www.burges-salmon.com/articles/102kdtq/ai-and-defence-insights-from-the-strategic-defence-review-2025/; GOV.UK, 29 maggio 2025, disponibile su https://www.gov.uk/government/news/uk-to-deliver-pioneering-battlefield-system-and-bolster-cyber-warfare-capabilities-under-strategic-defence-review; The Defense Post, 30 maggio 2025, disponibile su https://www.thedefensepost.com/2025/05/30/uk-cyber-targeting-network/) Gli Stati Uniti si concentrano sull’ottimizzazione e la mitigazione dei rischi; il Regno Unito sulla trasformazione operativa e le capacità cibernetiche offensive.

Le ambizioni e i limiti dell’Unione europea nell’innovazione IA

Secondo Digital Science, l’EU-27 dimostra una significativa forza nella collaborazione interna sull’IA tra i suoi blocchi di ricerca, favorendo una “ricchezza intrinseca” all’interno della sua comunità scientifica. Tuttavia, questa focalizzazione interna è accompagnata da dipendenze esterne più deboli. L’EU-27 collabora al massimo per l’8% della sua ricerca sull’IA al di fuori dei suoi confini. Questo limitato impegno esterno è identificato come un potenziale ostacolo al “dinamismo dell’innovazione dell’EU-27 in IA”.

Nonostante i suoi punti di forza interni, l’EU-27 “sottoperforma nella visibilità della ricerca in IA e nella traduzione in brevetti o affari”. Sebbene ottenga una quota di attenzione globale simile a quella degli Stati Uniti (circa il 10%), quando normalizzata per il volume di output, l’EU-27 riceve costantemente meno attenzione rispetto alla sua produzione rispetto a Cina, Stati Uniti e Regno Unito.

La combinazione di una forte collaborazione interna all’interno dell’EU-27 e la sua riconosciuta “sottoperformance nella visibilità della ricerca in IA e nella traduzione in brevetti o affari”, indica un significativo “abisso dell’innovazione”. Ciò suggerisce che, mentre l’UE eccelle nella ricerca fondamentale e nello scambio di conoscenze interno, fatica a convertire questa eccellenza accademica in valore economico tangibile, prodotti commerciali o influenza sul mercato globale. Il rapporto avverte esplicitamente che ciò potrebbe portare a un “ciclo vizioso piuttosto che virtuoso” in cui scarse opportunità di traduzione scoraggiano l’acquisizione di talenti. Ciò implica una sfida sistemica nel colmare il divario tra scoperta scientifica e applicazione industriale, potenzialmente a causa di complessità normative, un mercato unico frammentato o differenze culturali nell’assunzione di rischi rispetto a ecosistemi di innovazione più agili.

Anno Cina Stati Uniti UE-27 Regno Unito Altri
2000 ~5% ~40% ~15% ~5% ~35%
2005 ~10% ~35% ~15% ~5% ~35%
2010 ~20% ~30% ~15% ~5% ~30%
2015 ~30% ~20% ~10% ~3% ~37%
2020 ~35% ~15% ~10% ~2% ~38%
2024 ~40% ~10% ~10% ~2% ~38%

Tabella 5: quota di attenzione globale alle citazioni AI per regione (2000-2024). Dati approssimati basati sul rapporto di Digital Science, luglio 2025.

Anno Cina Stati Uniti UE-27 Regno Unito Altri
2000 ~0.5 ~1.5 ~0.8 ~1.8 ~0.9
2005 ~0.8 ~1.3 ~0.8 ~1.6 ~0.9
2010 ~0.9 ~1.2 ~0.9 ~1.5 ~0.9
2015 ~1.0 ~1.1 ~0.9 ~1.4 ~0.9
2020 ~1.1 ~1.0 ~0.9 ~1.3 ~0.9
2024 ~1.2 ~1.0 ~0.9 ~1.2 ~0.9

Tabella 6: quota di voce normalizzata nella ricerca sull’IA (2000-2024). Dati approssimati basati sul rapporto di Digital Science, luglio 2025.

L’AI Act europeo tra governance etica e competitività

L’AI Act dell’UE, riconosciuto come il primo quadro giuridico completo al mondo per l’intelligenza artificiale, è entrato ufficialmente in vigore il 1° agosto 2024. I primi obblighi sostanziali, in particolare le disposizioni sulle “pratiche di IA proibite” (ad esempio, tecniche di IA manipolative, sistemi di sfruttamento che prendono di mira gruppi vulnerabili, sorveglianza biometrica remota in tempo reale in spazi pubblici con eccezioni limitate), sono diventati applicabili nel febbraio 2025. Le organizzazioni sono ora anche responsabili di garantire che il personale che interagisce con i sistemi di IA possieda un’adeguata alfabetizzazione sull’IA. Il 2 agosto 2025 segna una pietra miliare fondamentale, poiché introduce obblighi estesi per i modelli di IA per scopi generali (GPAI) e attiva nuove strutture di governance, tra cui l’Ufficio europeo per l’IA e il Comitato europeo per l’intelligenza artificiale. I fornitori di modelli GPAI, in particolare quelli che offrono Large Language Models (LLM), dovranno affrontare nuovi obblighi orizzontali relativi alla trasparenza, alla documentazione e alla conformità al copyright. Per i modelli GPAI considerati a rischio sistemico, si applicheranno requisiti aggiuntivi come la mitigazione dei rischi, la segnalazione degli incidenti e le salvaguardie di cibersicurezza. Il considerando 110 dell’AI Act elenca esplicitamente i “rischi sistemici” che i fornitori di GPAI devono identificare e mitigare, inclusi l’uso improprio di CBRN, le capacità di ciberattacco offensivo, i modelli auto-replicanti e la disinformazione su larga scala. Il quadro più ampio, inclusi gli obblighi per la maggior parte dei sistemi di IA ad alto rischio, entrerà in pieno vigore il 2 agosto 2026, con la scadenza finale per la conformità fissata per il 2 agosto 2027.

Tuttavia, a maggio 2025, sono emersi rapporti che suggeriscono che la Commissione europea potrebbe posticipare l’applicazione e l’attuazione di alcune disposizioni (ad esempio, i sistemi di IA ad alto rischio, previsti per il 2 agosto 2026) a causa della mancanza di standard tecnici, delle richieste di esenzioni per le PMI e delle deroghe per i sistemi di IA a bassa complessità. Questo rientra in un più ampio sforzo di “semplificazione” della legislazione dell’UE. La leadership dell’UE nella regolamentazione dell’IA, pur stabilendo un quadro giuridico completo, potrebbe creare un ambiente più cauto che inavvertitamente ostacola il dinamismo dell’innovazione e la traduzione, rispetto a ecosistemi più agili o meno regolamentati. Le discussioni in corso sul rinvio o la semplificazione dell’AI Act indicano un riconoscimento interno del potenziale di eccessiva regolamentazione che influisce sulla competitività, creando una tensione tra le ambizioni normative dell’UE e i suoi obiettivi di innovazione.

Programmi strategici: piano d’azione AI continent, GenAI4EU e fabbriche di IA

La strategia complessiva dell’UE in materia di IA mira a stabilire l’Unione come un centro di eccellenza mondiale per l’IA, garantendo che lo sviluppo dell’IA sia incentrato sull’uomo e affidabile.

Un’iniziativa chiave è il Piano d’Azione AI Continent, lanciato nell’aprile 2025, che mira a posizionare l’Europa come leader globale nell’IA. Questo piano si concentra sullo sviluppo di tecnologie IA affidabili per migliorare la competitività dell’Europa, salvaguardando e promuovendo i valori democratici. Cerca di portare i benefici dell’IA in vari settori, tra cui sanità, istruzione, industria e sostenibilità ambientale. Il piano include azioni per: costruire infrastrutture di dati e calcolo IA su larga scala; aumentare l’accesso a dati di alta qualità; promuovere l’adozione dell’IA in settori strategici; rafforzare le competenze e i talenti in IA; e facilitare l’attuazione dell’AI Act. Il Piano d’Azione AI Continent mira anche ad accelerare l’adozione dell’IA in settori strategici come la sanità, l’automotive e la produzione avanzata, e supporta le imprese e le pubbliche amministrazioni nello sviluppo e nell’implementazione di soluzioni IA promettenti.

GenAI4EU è un’iniziativa di riferimento all’interno della “Comunicazione per stimolare le startup e l’innovazione nell’intelligenza artificiale affidabile”. Il suo scopo è stimolare l’adozione dell’IA generativa negli ecosistemi industriali strategici chiave dell’Unione. Incoraggerà anche lo sviluppo di grandi ecosistemi di innovazione aperti che promuovano la collaborazione tra startup di IA e utilizzatori di IA nell’industria e nel settore pubblico.

L’istituzione di Fabbriche di IA e Gigafabbriche è una componente fondamentale del Piano d’Azione AI Continent, intesa a costruire infrastrutture di dati e calcolo IA su larga scala. L’UE prevede di mobilitare 20 miliardi di euro per l’infrastruttura IA, puntando a un massimo di cinque Gigafabbriche di IA in tutta l’UE, ovvero strutture su larga scala per sviluppare e addestrare modelli IA complessi su una scala senza precedenti, integrando una massiccia potenza di calcolo superiore a 100.000 processori IA avanzati. L’UE mira a mobilitare investimenti significativi, con i programmi Horizon Europe e Digital Europe che investono 1 miliardo di euro all’anno in IA, e ulteriori investimenti privati e degli Stati membri che mirano a un volume annuale di 20 miliardi di euro nel corso del decennio digitale.

L’AI Act completo dell’UE e i suoi programmi strategici come il Piano d’Azione AI Continent, dimostrano una strategia deliberata per guidare la governance dell’IA e lo sviluppo etico. Questo approccio “regolatorio prima di tutto”, che privilegia la sicurezza, i diritti fondamentali e l’affidabilità, si distingue dalle strategie basate sull’innovazione degli Stati Uniti e della Cina. Gli sforzi dell’UE per stabilire standard globali, come si vede con lo standard ISO/IEC 42006:2025 , suggeriscono che il suo quadro normativo ha ambizioni extraterritoriali. Ciò significa che le aziende che operano a livello globale, anche se non basate nell’UE, potrebbero dover rispettare gli standard dell’UE per accedere al vasto mercato europeo. Questo approccio, pur creando potenzialmente “attrito all’innovazione” internamente, consente all’UE di esercitare un significativo “potere normativo” sul panorama globale dell’IA, plasmando il modo in cui l’IA viene sviluppata e implementata in tutto il mondo influenzando gli standard e le pratiche internazionali.

L’IA nella difesa e nelle infrastrutture strategiche dell’UE

La Bussola Strategica dell’UE per la sicurezza e la difesa sottolinea la crescente importanza dell’innovazione nella difesa, riconoscendo il suo valore strategico ed enfatizzando la necessità di rafforzare le tecnologie militari emergenti dell’UE, inclusa l’IA. Nell’ultimo decennio, l’UE e i suoi Stati membri hanno aumentato gli investimenti in tecnologie militari basate sull’IA.

Molteplici progetti del Fondo Europeo per la Difesa (EDF) e della Cooperazione Strutturata Permanente (PESCO) sono dedicati all’integrazione dell’IA nelle future capacità militari.

Le tecnologie digitali, inclusa la cibersicurezza e l’uso dell’IA per potenziare le capacità militari, sono ampiamente presenti in questo programma, riflettendo l’importanza di proteggere le infrastrutture critiche e le reti militari dalle minacce digitali. L’EDF enfatizza anche l’integrazione dell’IA nei sistemi di difesa per migliorare l’efficienza e la reattività alle minacce emergenti, e mira a ridurre la frammentazione degli investimenti e promuovere l’interoperabilità tra gli Stati membri.

Nel settore dei trasporti, sebbene l’AI Act dell’UE menzioni “trasporti più sicuri e puliti” come un beneficio dell’IA, l’investimento dell’UE di 2,8 miliardi di euro in 94 progetti di trasporto nel 2025 si concentra ampiamente sulla mobilità sostenibile e connessa attraverso la rete transeuropea di trasporto (TEN-T). Questi progetti includono la modernizzazione delle ferrovie (ad esempio, Rail Baltica), il miglioramento della gestione digitale del traffico in paesi come Francia e Spagna, e lo sviluppo di sistemi di trasporto intelligenti cooperativi (C-ITS) per la sicurezza stradale. Sebbene questi sistemi promuovano una mobilità “più intelligente” e “connessa”, le fonti non specificano esplicitamente il ruolo dell’IA in questi progetti di infrastruttura civile oltre le generiche implicazioni di digitalizzazione o gestione del traffico.

Intelligenza artificiale e ordine globale: una nuova corsa al potere

Il rapporto “DeepSeek and the New Geopolitics of AI” di Digital Science, dipinge un quadro inequivocabile: l’intelligenza artificiale non è più una disciplina scientifica neutra, ma un asset strategico fondamentale che sta rimodellando gli equilibri di potere globali. La Cina si è affermata come leader indiscusso nella ricerca sull’IA, superando le potenze occidentali in termini di volume di produzione, influenza delle citazioni e, in modo cruciale, capacità di tradurre la ricerca in innovazione pratica, come dimostrato dalla sua preminenza nei brevetti e dall’emergere di modelli come DeepSeek. La sua vasta e giovane base di talenti, unita a una strategia di ricerca distribuita e a un modello di collaborazione internazionale asimmetrico, le conferisce un vantaggio competitivo a lungo termine.

Gli Stati Uniti, pur mantenendo un forte ecosistema di startup e legami tra università e industria, affrontano la sfida di un’influenza di ricerca in declino e di una significativa “fuga di cervelli” di talenti IA verso la Cina. La loro strategia è sempre più orientata al “disaccoppiamento” tecnologico e al rafforzamento delle capacità militari basate sull’IA, ma la persistente interdipendenza nella ricerca e la diffusione globale dei modelli cinesi complicano questa rotta.

Il Regno Unito, con la sua ricerca di alta qualità e l’approccio collaborativo, si trova in una posizione unica come potenziale ponte tra Oriente e Occidente, ma deve navigare la crescente dipendenza dalla collaborazione cinese e mitigare il deflusso di talenti.

L’Unione Europea, pur eccellendo nella collaborazione interna e nel tentativo di stabilire un quadro normativo etico e completo con l’AI Act, rischia di rimanere indietro nella traduzione dell’innovazione e nell’impegno esterno, fattori cruciali per la competitività.

Le dinamiche geopolitiche dell’IA si estendono oltre la ricerca, toccando le vulnerabilità delle catene di approvvigionamento dei semiconduttori, l’enorme e crescente fabbisogno energetico dell’IA e l’impatto sulla cybersicurezza e la guerra dell’informazione. La corsa globale per i campioni nazionali dell’IA e lo sviluppo di standard internazionali riflettono una competizione più ampia per il dominio tecnologico e l’influenza normativa. Sebbene l’IA offra opportunità senza precedenti per migliorare la produttività e affrontare sfide sociali, essa rischia anche di esacerbare le disuguaglianze esistenti, con le nazioni in via di sviluppo che lottano per accedere ai talenti e alle risorse necessarie.

In definitiva, l’IA è destinata a plasmare l’ordine globale del XXI secolo. La Cina ha dimostrato una strategia a lungo termine e multiforme che sta dando i suoi frutti, mentre le nazioni occidentali devono adattarsi rapidamente, non solo con politiche reattive, ma con investimenti strategici e sostenuti in talento, infrastrutture e innovazione per rimanere competitive. La vera sfida non sarà solo chi sviluppa l’IA più potente, ma chi riuscirà a integrarla in modo più efficace nella propria economia e sicurezza, pur gestendo le sue profonde implicazioni sociali ed etiche a livello globale.



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