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Cooperazione sociale, Spinelli: “Modello positivo di sviluppo”


(AGENPARL) – Roma, 10 Luglio 2025

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(AGENPARL) – Thu 10 July 2025 Cooperazione sociale, Spinelli: “Modello positivo di sviluppo”
Stamani il punto in Regione in un convegno con Irpet, università, esperti,
cooperative sociali e organizzazioni sindacali
Un modello economico di sviluppo che tiene insieme lavoro, servizi, bene
collettivo, solidarietà, un tassello importate per il welfare e in tanti
altri settori.
Sono le cooperative sociali in Toscana e stamani nella sala esposizioni di
palazzo Strozzi Sacrati è stato fatto il punto complessivo sul ruolo della
cooperazione sociale in Toscana, attraverso i suoi tratti caratteristici e
valore.
Del tema ha parlato nel corso di un convegno molto partecipato l’assessora
alle politiche sociali Serena Spinelli che ha introdotto e concluso i
lavori. Sono intervenuti Federico Creatini dell’università della Calabria,
Gianfranco Marrocchi di Impresa Sociale, Letizia Ravagli di Irpet. A
seguire si è svolta una tavola rotonda a cui hanno partecipato i
rappresentanti delle centrali cooperative e delle organizzazioni sindacali
confederali.
“La cooperazione sociale in Toscana – ha spiegato l’assessora Spinelli –
occupa circa 50 mila addetti, soprattutto nel mondo dei nostri servizi
socio-sanitari. E’ evidente che rappresenta un pezzo importante
dell’economia toscana. Oggi – ha proseguito – l’abbiamo rappresentata e
raccontata sia dal punto di vista di cosa è stato il mondo coooperativo
nel Paese e in Toscana anche da una prospettiva storica, sia attraverso i
dati che IRPET ha elaborato su nostra commissione, tramite una ricerca
specifica sul tema”.
L’assessora ha poi ricordato che l’iniziativa di oggi si inserisce in un
percorso più ampio: “Oggi abbiamo fatto un ulteriore passo avanti
nell’attuazione di quello che è il Patto per il welfare toscano,
sottoscritto insieme alle tre centrali cooperative e la Diaconia Valdese
con le tre organizzazioni sindacali confederali CGIL, CISL e UIL. Si tratta
di un patto che prevede, tra le altre cose, la definizione del contratto di
riferimento nei servizi socio-sanitari. Abbiamo introdotto una modifica
alla delibera regionale di riferimento – ha spiegato Spinelli – stabilendo
che quello riconosciuto dalle cooperative sociali è contratto di
riferimento, in quanto sottoscritto congiuntamente dalle organizzazioni
sindacali maggiormente rappresentative. Il patto prevede anche un impegno
economico da parte della Regione Toscana, in parte già adempiuto, e un
percorso di lavoro che continuerà nei prossimi anni.»
L’assessora ha sottolineato il valore del lavoro condiviso: «Abbiamo
voluto incrociare due aspetti: la qualità del lavoro, intesa come
riconoscimento contrattuale delle lavoratrici e dei lavoratori nei servizi
socio-sanitari, e la qualità dei servizi stessi, che per noi vanno di pari
passo. Il fatto che il mondo cooperativo, insieme alle organizzazioni
sindacali, abbia deciso con noi che questi due elementi debbano procedere
insieme rappresenta un risultato importante per la Regione Toscana, per
garantire percorsi di inserimento lavorativo sui nostri territori”.
Alcuni dati di Irpet illustrati oggi:
Le cooperative sociali in Toscana: numeri, impatti e prospettive
In Toscana, le cooperative sociali costituiscono una parte fondamentale del
tessuto economico e sociale regionale. Secondo gli ultimi dati le realtà
iscritte all’albo regionale sono 525: 277 di tipo A (che si occupano
principalmente della gestione di servizi alla persona, socio-sanitari,
educativi e di formazione professionale), 174 di tipo B (che operano
nell’inserimento lavorativo di soggetti svantaggiati.), le restanti sono
cooperative con entrambe le funzioni e consorzi di cooperative.
Dove operano e in quali ambiti
Le cooperative sociali si concentrano in particolare nell’assistenza
sociale, nell’istruzione e nei servizi ambientali. Le cooperative di tipo A
sono attive per il 68% nei servizi socio-sanitari e per il 24%
nell’istruzione; quelle di tipo B, invece, si distinguono per attività
legate a servizi alle imprese (48%) e di pubblica utilità (11%).
Una presenza capillare sul territorio
Il sistema cooperativo conta circa 1.710 unità locali distribuite in tutta
la regione, con una media di 54 addetti per cooperativa — un dato
nettamente superiore rispetto alla media delle imprese toscane (3,4
addetti). Complessivamente, le cooperative sociali danno lavoro a oltre
32.500 persone ogni anno, con picchi che arrivano a 54.000 occupati a fine
dicembre.
Occupazione femminile e qualificata
Il lavoro nelle cooperative sociali è in gran parte femminile (oltre il
70% degli occupati) e fortemente strutturato: il 97% dei rapporti è di
lavoro dipendente, con un’ampia diffusione del part-time. Il livello di
istruzione è elevato: il 45% dei lavoratori ha un diploma, il 37% una
laurea.
Un mercato del lavoro dinamico, ma ancora fragile
Nel 2023 sono stati registrati oltre 15.600 nuovi avviamenti al lavoro
nelle cooperative sociali, a conferma della vivacità del settore.
Tuttavia, la maggior parte di questi avviamenti (71%) è avvenuta con
contratti a tempo determinato e per il 78% in modalità part-time.
Un attore centrale negli appalti pubblici
Le cooperative sociali svolgono un ruolo di primo piano anche nel sistema
degli appalti pubblici. Nel 2023 il valore complessivo delle gare
aggiudicate ha superato i 336 milioni di euro, con un importo medio per
gara di 610.000 euro. Più della metà delle cooperative ha ottenuto almeno
un appalto, in particolare nei settori sociale, sanitario e ambientale.
Valore economico e impatto redistributivo
Sotto il profilo economico, le cooperative generano un valore aggiunto per
addetto pari a 21.646 euro. Di questo, il 72% viene destinato a salari e
stipendi — una quota doppia rispetto alla media delle imprese regionali,
che si ferma al 34%.
Un modello che unisce economia e inclusione
La cooperazione sociale in Toscana rappresenta un modello virtuoso che
unisce inclusione, occupazione e servizi alle persone. Nonostante margini
economici più contenuti rispetto alle imprese tradizionali, le cooperative
sociali restano una leva strategica per la coesione sociale e per garantire
lavoro di qualità sul territorio.



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