A fine giugno 2025, l’ENISA, ossia l’agenzia europea per la cybersecurity, ha pubblicato un documento di fondamentale importanza: la guida per l’implementazione, da un punto di vista tecnico, delle misure richieste dalla Direttiva NIS 2.
I destinatari delle linee guida Enisa NIS2
Le linee guida costituiscono un punto di riferimento per determinate categorie di soggetti. Quelli maggiormente impattati sono:
- fornitori di servizi di sistema dei nomi di dominio;
- gestori di registri dei nomi di dominio di primo livello;
- fornitori di servizi di cloud computing;
- fornitori di servizi di data center;
- fornitori di reti di distribuzione dei contenuti;
- fornitori di servizi gestiti;
- fornitori di mercati online;
- fornitori di motori di ricerca online e i fornitori di piattaforme di social network;
- fornitori di servizi fiduciari.
Infatti, i servizi erogati da tali soggetti sono caratterizzati da una natura spiccatamente transnazionale. Dunque, il legislatore ha ritenuto preferibile definire le misure che essi sono tenuti ad implementare a livello europeo, piuttosto che nazionale, anche in modo da favorire l’uniformità degli obblighi.
Ambiti operativi e misure richieste dalla direttiva NIS2
Il dettaglio delle misure è stato pubblicato nel regolamento di implementazione della Commissione Europea 2024/2690 del 17 Ottobre 2024.
Le linee guida abbracciano tutti gli elementi che, secondo il legislatore, devono essere presi in considerazione nell’implementare le misure di sicurezza, ossia:
- policy sulla sicurezza di reti e sistemi informativi e di rete;
- policy di gestione dei rischi
- gestione degli incidenti
- business continuity e gestione delle crisi
- sicurezza sulla supply chain
- sicurezza dell’acquisizione, dello sviluppo e della manutenzione di reti e sistemi informativi
- politiche e procedure per valutare l’efficacia delle misure di gestione del rischio informatico
- pratiche di cyber hygiene di base e formazione sulla sicurezza
- crittografia
- sicurezza delle risorse umane
- controllo degli accessi
- gestione degli asset
- sicurezza ambientale e fisica
Trasformazione organizzativa e implicazioni operative della NIS2
Sebbene l’implementazione di una grande mole di misure possa spaventare le aziende, è importante sottolineare come esse rappresentino anche un’opportunità strategica. Infatti, si estendono ben oltre i profili strettamente tecnico-informatici, toccando aspetti legali, organizzativi e culturali.
Per affrontare le nuove prescrizioni, le aziende devono compiere un vero e proprio salto di qualità nella propria struttura organizzativa. La sicurezza informatica non può più essere relegata a una funzione tecnica, ma richiede l’adozione di policy formali, la creazione di team dedicati, la razionalizzazione delle governance in materia di cybersecurity e l’implementazione di processi di risk assessment, audit regolari e formazione continua del personale.
Impatti legali e gestione della supply chain secondo le linee guida
Anche sul piano legale, questo cambiamento si riflette su numerosi piani, tra cui spicca la necessità di aggiornare i contratti con fornitori e partner, includendo clausole specifiche su sicurezza, monitoraggio e obblighi di reporting.
Infatti, uno degli aspetti chiave introdotti riguarda la sicurezza della supply chain. Le aziende non sono più chiamate a garantire solo la propria resilienza, ma anche quella dei fornitori, soprattutto se considerati critici. Questo implica anche la necessità di una due diligence accurata prima di instaurare relazioni commerciali, audit periodici e la previsione, nei contratti, di clausole che permettano la sospensione o la cessazione della collaborazione in caso di non conformità. Si tratta di una trasformazione importante, che impone alle imprese una visione più ampia e proattiva della propria rete di relazioni.
Conformità come leva strategica e competitiva
Non si tratta solo di obblighi: l’aderenza alle linee guida ENISA può diventare un vero vantaggio strategico. Sempre più spesso, infatti, gare pubbliche e private – soprattutto nel settore ICT – includono requisiti stringenti in materia di sicurezza. Disporre di certificazioni o poter dimostrare un sistema di gestione conforme alle direttive europee può significare l’accesso privilegiato a nuove opportunità di mercato.
Policy di sicurezza informatica come fondamento della compliance
Entrando nel merito delle misure, la prima che viene prevista è la predisposizione di una policy sulla sicurezza informatica. Infatti, in un contesto normativo sempre più stringente, le aziende non possono più permettersi di gestire la sicurezza informatica in modo improvvisato.
La prima raccomandazione dell’ENISA è l’adozione di una policy chiara e formalizzata, approvata dal vertice aziendale e integrata nei processi interni. Non si tratta di un documento simbolico e formale, ma di uno strumento concreto per organizzare ruoli, responsabilità e livelli di protezione, con una visione strategica della cyber resilience. Sul fronte legale, questa policy diventa la prima prova da esibire in caso di ispezioni o contenziosi: dimostra che l’azienda ha operato con diligenza e consapevolezza. Ma attenzione, per essere valida, deve essere aggiornata regolarmente e conservata con tracciabilità: verbali di approvazione, comunicazioni interne e attestazioni di diffusione costituiscono le evidenze fondamentali per dimostrare la conformità.
Gestione strutturata dei rischi informatici secondo Enisa
Una delle grandi rivoluzioni introdotte dalla direttiva NIS2 riguarda il modo in cui le aziende devono affrontare la gestione del rischio. ENISA è chiara: servono procedure strutturate, metodologie riconosciute e soprattutto coinvolgimento del top management. La mappatura degli asset, l’analisi delle minacce, la valutazione delle vulnerabilità non sono più attività opzionali, ma doveri gestionali che, se trascurati, possono costituire fonte di responsabilità. Dal punto di vista legale, la mancanza di un processo di risk management ben documentato espone l’azienda a responsabilità dirette, in particolare in caso di data breach o interruzioni di servizio. Per questo è fondamentale conservare report, aggiornamenti periodici, e documenti che dimostrino un processo decisionale consapevole. La conformità, in altre parole, passa da carte firmate, tracciabilità delle scelte e prove tangibili di azione.
Piani di risposta agli incidenti e obblighi di notifica
La capacità di reagire rapidamente a un incidente informatico è ormai considerata un indicatore chiave di affidabilità aziendale. ENISA chiede alle imprese di dotarsi non solo di un piano di risposta agli incidenti (Incident Response Plan), ma anche di un sistema rodato per identificare, gestire, comunicare e analizzare ogni evento rilevante. La direttiva NIS2 rafforza inoltre l’obbligo di notifica entro 24 ore dall’identificazione, rendendo necessarie procedure di escalation e ruoli predefiniti. Da un punto di vista legale, questa reattività è fondamentale: non rispettare i tempi può comportare sanzioni, ma anche aggravare il profilo di responsabilità in caso di danni a clienti o utenti. La conformità, dunque, non si dimostra solo con un piano scritto, ma anche con registri aggiornati degli incidenti, simulazioni di attacco documentate e clausole contrattuali con fornitori che stabiliscano chi fa cosa, e quando.
Resilienza operativa e continuità aziendale nelle misure NIS2
La resilienza operativa non è più soltanto un obiettivo, ma un obbligo. Le organizzazioni devono dotarsi di piani di continuità operativa (BCP) e di disaster recovery (DRP) per fronteggiare eventi critici come cyberattacchi, guasti infrastrutturali o calamità. ENISA insiste su un approccio ciclico: i piani devono essere redatti, testati regolarmente, aggiornati e integrati nella governance contrattuale (es. SLA con clienti e fornitori).
Legalmente, la mancanza di un piano formalizzato può configurare una responsabilità verso utenti o stakeholder, soprattutto in settori regolamentati. La conformità si dimostra con documenti ufficiali, cronoprogrammi di test e revisioni documentate.
Responsabilità estese nella gestione dei fornitori critici
In un mondo iperconnesso, la sicurezza non si ferma ai confini aziendali. La vera sfida è garantire la resilienza dell’intera filiera, soprattutto quando i fornitori gestiscono dati o servizi critici. ENISA impone un cambio di paradigma: le imprese devono effettuare una due diligence preventiva sui partner, integrare requisiti di sicurezza nei contratti e prevedere audit periodici.
Dal punto di vista giuridico, la responsabilità non si delega: se un fornitore è la causa di un incidente, il danno – anche reputazionale – ricade sull’organizzazione. La conformità si costruisce con contratti robusti, evidenze di controlli effettuati e, se necessario, clausole di recesso automatico in caso di violazioni.
Sicurezza integrata nello sviluppo e nella manutenzione IT
La sicurezza deve essere incorporata fin dall’inizio, secondo il principio del “security by design”. ENISA sottolinea la necessità di processi sicuri per lo sviluppo software, aggiornamenti tempestivi, testing continuo e utilizzo di standard riconosciuti come OWASP o NIST.
Dal punto di vista legale, l’utilizzo di software vulnerabili o non aggiornati – specie in ambiti come finanza o sanità – può essere interpretato come negligenza grave. La conformità si dimostra tramite piani di sviluppo sicuro, contratti con clausole di aggiornamento, log di test effettuati e rendicontazione dei cicli di rilascio.
Valutazione dell’efficacia delle misure e controllo continuo
Non basta adottare misure di sicurezza: è fondamentale anche verificarne periodicamente l’efficacia. Le organizzazioni devono implementare processi e strumenti per monitorare e valutare in modo continuo i controlli messi in atto, attraverso audit, test di penetrazione, assessment e metriche di performance.
Questo approccio sistematico non è solo un’indicazione tecnica, ma un requisito giuridico per dimostrare la diligenza dell’azienda nella gestione del rischio. La prova di conformità si basa sulla documentazione degli audit, dei risultati e dei piani di miglioramento successivamente adottati, che mostrano un impegno attivo e responsabile nella sicurezza.
Igiene informatica e formazione come barriere difensive
ENISA evidenzia come le pratiche di igiene informatica di base rappresentino la prima linea di difesa contro le minacce informatiche. Tra queste figurano l’uso corretto delle password, l’aggiornamento regolare dei software, la gestione sicura delle email e la sensibilizzazione su phishing e altri attacchi. La formazione continua del personale è fondamentale per mantenere alto il livello di consapevolezza.
Sul piano legale, queste misure diventano fondamentali per dimostrare la diligenza dell’organizzazione nel prevenire incidenti. In caso di violazioni, poter certificare che il personale sia stato formato regolarmente e che esistano procedure documentate di igiene informatica può ridurre responsabilità e sanzioni. La conformità si attesta attraverso programmi formativi tracciati, attestazioni di partecipazione e registrazioni di campagne di sensibilizzazione.
Uso strategico della crittografia per la protezione dei dati
La crittografia è uno strumento indispensabile per proteggere dati sensibili, sia a riposo che in transito. ENISA sottolinea che la sua adozione deve essere coerente con la natura delle informazioni trattate e le minacce identificate, adottando algoritmi e protocolli riconosciuti a livello internazionale.
Dal punto di vista legale, la crittografia è considerata una misura “adeguata” ai sensi del GDPR e della direttiva NIS2, contribuendo a mitigare l’impatto di eventuali violazioni dati. Per dimostrare conformità, le aziende devono disporre di policy formali che regolamentino l’uso della crittografia, evidenze tecniche dei sistemi implementati e audit periodici che ne verifichino l’efficacia.
Gestione sicura delle risorse umane nel ciclo lavorativo
ENISA pone particolare attenzione alla sicurezza relativa al personale, che spesso rappresenta un anello vulnerabile nella catena di sicurezza. Questo include procedure di verifica precedenti all’assunzione, formazione specifica, gestione delle autorizzazioni durante il rapporto di lavoro e politiche per la cessazione del rapporto, per evitare accessi non autorizzati.
Dimostrare la conformità significa conservare documentazione accurata delle verifiche pre-assunzione, dei programmi formativi e delle procedure applicate nei casi di cessazione del rapporto di lavoro.
Controllo degli accessi e gestione dei privilegi digitali
Il controllo degli accessi rappresenta una delle misure più importanti contro le violazioni. Le politiche devono garantire che solo il personale autorizzato possa accedere a sistemi, dati e ambienti critici, utilizzando autenticazioni robuste e revisione regolare dei privilegi.
La conformità si attesta tramite la documentazione dei processi di autorizzazione, audit trail degli accessi e report di monitoraggio e revisione periodica dei privilegi.
Inventario e classificazione degli asset per la sicurezza
Per proteggere le risorse informative, è necessario mappare e classificare gli asset aziendali, definendo proprietà, responsabilità e requisiti di sicurezza. Questo consente una gestione più efficace del rischio e un controllo più puntuale sulle risorse critiche.
Dimostrare la conformità passa attraverso inventari aggiornati, policy di classificazione e registrazioni di controlli e aggiornamenti sugli asset.
Protezione fisica delle infrastrutture informatiche
Anche la sicurezza fisica e ambientale è un pilastro della cybersecurity. ENISA raccomanda misure quali il controllo degli accessi fisici agli edifici e alle sale server, la protezione da incendi e allagamenti, e sistemi di monitoraggio ambientale.
Dal punto di vista legale, eventuali danni causati da carenze in questo ambito possono esporre l’azienda a responsabilità importanti. La prova della conformità si basa su registri di accesso, report di manutenzione e audit periodici sulle misure di sicurezza fisica e ambientale.
Dalla compliance al vantaggio competitivo
Alla luce di quanto sopra, è evidente come le attività richieste alle aziende siano estremamente numerose e possano avere un impatto su numerosi aspetti della vita aziendale. Tuttavia, se approcciate nella maniera corretta, esse possono rappresentare non solo un adempimento di compliance, ma anche un asset strategico per migliorare la posizione dell’ente sul mercato.
***** l’articolo pubblicato è ritenuto affidabile e di qualità*****
Visita il sito e gli articoli pubblicati cliccando sul seguente link