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(Adnkronos) – Un omaggio a uno dei capolavori del Rinascimento, la Presentazione di Gesù al Tempio di Giovanni Bellini, che da oggi torna alla Fondazione Querini Stampalia di Venezia per abitare dentro un ‘guscio’ che lo custodirà esponendolo e illuminandolo. Una colonna sonora e una trama olfattiva accompagneranno un’esperienza evocativa, avvolgente. 

Intitolato “How to deal with a masterpiece”, è un tributo, non solo all’opera in sé, ma anche alla sua capacità di generare senso, emozione e bellezza ogni volta che viene rivelata in un nuovo contesto. È un invito a viverla, non solo a guardarla. Un atto di cura e una visione condivisa che trasforma l’allestimento in un’esperienza collettiva, in cui l’arte diventa spazio d’incontro e partecipazione. Ad accogliere la Presentazione di Gesù al Tempio è uno spazio completamente trasformato. Non una semplice scenografia, ma una vera e propria architettura, che rimanda alla tradizione delle architetture effimere e sorprendenti che Venezia nei secoli ha realizzato in occasioni solenni, per esaltare il potere dell’immaginazione e celebrare un rito collettivo. E’ una declinazione contemporanea di una consuetudine storica. Una struttura che rompe le gerarchie e rinnova il rapporto tra gli spettatori e l’opera, che trasforma il rientro del capolavoro di Giovanni Bellini in Museo in un’esperienza immersiva e sensoriale. 

«Le opere hanno sempre viaggiato: dentro casse, nei bauli, arrotolate sotto il braccio come baguette. Hanno viaggiato per essere messe in salvo, per essere custodite. Alcune non sono mai tornate. Molte si spostano per occasioni speciali come le mostre temporanee, creando un doppio fertile movimento — non sono solo le persone ad andare incontro all’arte, ma è l’arte stessa a muoversi, a offrirsi a sguardi nuovi. Un dialogo continuo tra spazio, tempo e visione, che rinnova e moltiplica i significati» sottolinea Cristiana Collu, direttrice della Fondazione Querini Stampalia, che prosegue: «La Presentazione di Gesù al Tempio di Giovanni Bellini torna a casa. E la meraviglia del suo ritorno è il cuore di questo incontro e noi non lo abbiamo voluto mettere solo in cornice ma direttamente dentro uno scrigno profumato, attraversato da luci morbide e sonorità nuove: un’architettura effimera e colorata, che rinnova la sua vocazione a essere casa e insieme soglia, viaggio e ritorno, un guscio, un nido, un bozzolo per accogliere la meraviglia di una bellezza ritrovata.» 

A firmare l’allestimento è Izaskun Chinchilla, architetta madrilena che ha fatto del colore, della sperimentazione materica e del gusto per il dettaglio gli elementi distintivi della sua poetica visiva. I suoi progetti, spesso visionari, nascono da un approccio multidisciplinare che fonde architettura, design, artigianato e sensibilità ambientale. Il suo stile – riconoscibile per le forme sinuose, i materiali leggeri e l’uso sorprendente della luce – è qui pienamente dispiegato in un allestimento che trasforma lo spazio in una dimensione quasi fiabesca. Nulla è lasciato al caso: ogni elemento è pensato per dialogare con l’opera, accompagnando lo spettatore in un’esperienza collettiva che coinvolge vista, udito e olfatto. 

Il corpo fisico del Cocoon, come struttura che accoglie il quadro, gioca con la cultura materiale della rigidità e morbidezza. La struttura rigida in legno di betulla permette al feltro acustico, ottenuto da bottiglie di plastica riciclate, di adagiarsi con dolcezza e deformarsi, sinuoso, sull’ossatura principale, raggiungendo la fluidità di un materiale semirigido e permettendo, attraverso il controllo delle curve prodotte, di filtrare la luce all’interno. Le tende in velluto consentono di esporre il quadro in modo più aperto, visibile all’intero Salotto Verde, oppure in una modalità più riservata e avvolgente. Questa dualità riflette il modo con cui la vita veneziana è rappresentata nei quadri di Gabriel Bella, esposti in una sala vicina. Bella raffigura la profusione delle architetture temporanee a Venezia e mostra come le costruzioni tessili fossero funzionali a colmare, e talvolta a sfidare, gli spazi progettati per restare immutabili, trasformandoli con teatralità e imprevedibilità. L’ambiente è pervaso da una composizione sonora originale ideata da Gavino Murgia, che guida il visitatore come un respiro musicale, intimo e avvolgente. I suoni, profondi, arcaici, evocano echi di spiritualità e memorie ancestrali. Una trama sonora che invita a un ascolto profondo e contemplativo. 

A completare l’esperienza sensoriale Mystic Incense di The Merchant of Venice – Murano Collection: un profumo caldo e penetrante, che accoglie con eleganti note di incenso ispirate alla Muda d’Egitto offre ulteriori informazioni sulle spezie e le essenze comuni nella Venezia del XV secolo. Suggestioni orientali si mescolano a raffinate sfumature legnose e gourmand, contribuendo in modo decisivo a generare un’esperienza di avvicinamento all’arte più immersiva, avvolgente e memorabile. 

Il presidente della Fondazione Paolo Molesini sottolinea il valore di questa scelta: «Non si tratta solo del ritorno di un capolavoro, ma della nascita di un’esperienza in cui arte, architettura e sensorialità si fondono in un unico respiro. Il risultato è un invito a ritrovare la capacità di stupirsi, di lasciarsi attraversare dalla bellezza e dal mistero che Giovanni Bellini cattura in quell’attimo in cui il divino sfiora l’umano». 

Il Cocoon, inserito nel Salotto Verde, intende occuparne una parte significativa e creare un nuovo centro d’attenzione. Propone, di fatto, una rilettura dell’importanza delle opere della collezione, attribuendo al Bellini un ruolo centrale. Introdurre questa deformazione del continuum storico all’interno del museo significa affermare una gerarchia che tiene conto del nostro sguardo attuale sugli oggetti. Il Bellini occupa più spazio – anche mentale – e sposta l’attenzione, cambia la percezione del museo e la sua comprensione oggi, attraverso piccole operazioni spaziali che legittimano il confronto tra valori contemporanei e storici per comprendere meglio il contesto dell’opera. 

Il Cocoon offre una casa al quadro. Lo ricollega agli stimoli sensoriali che gli erano familiari: gli restituisce i suoni e gli odori del suo tempo, gli riserva attenzione e centralità, genera uno spazio proporzionato alla sua misura. Ma il Cocoon è anche una casa per chi guarda, non solo individualmente, ma come gruppo. Una famiglia che si avvicina al dipinto può restare sorpresa, commentare, dedicare del tempo agli odori, ai suoni, ai dettagli visivi, e creare una memoria collettiva. Un gruppo di amiche o sorelle, di studenti alla fine di un percorso scolastico, può trovare in questo spazio un’intimità davanti all’opera, facendone uno degli snodi centrali della propria esperienza veneziana. Una visione che accoglie il pubblico in un’esperienza intima e potente, capace di farsi anche momento condiviso. Perché alcune opere, come questa, non fanno semplicemente ritorno: rinascono, e tornano a parlarci con una voce nuova. 

Per l’occasione, nel prossimo autunno verrà organizzata una Giornata di studi interamente dedicata alla Presentazione di Gesù al Tempio di Giovanni Bellini. L’incontro vedrà la partecipazione di studiosi di rilievo internazionale e rappresenterà un’importante occasione per approfondire il valore storico, artistico e culturale dell’opera. Un momento di confronto e riflessione pensato per contribuire in modo concreto alla sua valorizzazione e tutela, restituendole tutta la complessità e la ricchezza di significati che le appartengono. 

Per coinvolgere attivamente la membership su questo progetto speciale è stata avviata una campagna di crowdfunding rivolta in particolare agli ‘Amici della Querini’, con l’obiettivo di raccogliere 3.000 euro. Si invita a contribuire con una donazione minima di 10 euro, attraverso la piattaforma Rete del Dono. L’iniziativa ha un duplice significato: da un lato consente di sostenere in modo concreto il progetto, dall’altro rafforza il senso di appartenenza e la partecipazione culturale alla vita della Fondazione, valorizzando il legame tra l’opera e la sua comunità. 

cultura

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