PALERMO – “Noi dovevamo dare 7 (700 mila euro, ndr) maggioranza e 4 (400 mila euro, ndr) minoranza”. Soldi pubblici assegnati a deputati regionali di maggioranza e opposizione, le cimici della Procura di Palermo, all’interno dell’inchiesta sul presidente dell’Ars Galvagno, registrano gli esponenti di Fratelli d’Italia a ridosso degli ‘Interventi finanziari urgenti” dell’agosto 2024.
Un fiume di soldi di “particolare interesse investigativo”, annotano gli inquirenti. Galvagno sottolinea che “nelle passate leggi di bilancio non era mai successo che i deputati avessero a disposizione questi importi”. E il collaboratore meloniano conferma: “Allora domani mattina dovrebbero venire in ordine Uomo…, la Donna 36, Pd e Cinque Stelle”.
Indagini sui soldi a maggioranza e opposizione
Gli investigatori indagano su un lungo elenco di ‘mance’, sagre, manifestazioni e associazioni. Soldi assegnati ai deputati di maggioranza e opposizione. Una pratica rivendicata dal mondo politico come “legittima”, sarà la magistratura a definirne gli eventuali contorni.
Una manovra approvata a cavallo del Ferragosto 2024, un elenco di prebende molto lungo – come aveva documentato LiveSicilia – adesso è finito nell’incartamento giudiziario che sta scuotendo la politica regionale e non solo.
Maxiemendamento, cosa dicono le carte
Ci sono pagine di dialoghi captati dai finanzieri. Si tratta di intercettazioni che gli investigatori ritengono “di particolare interesse investigativo, in quanto lasciano chiaramente intendere come Gaetano Galvagno, in qualità di presidente dell’Ars, abbia la disponibilità di ingenti fondi pubblici che utilizza per il finanziamento di manifestazioni, eventi, investimenti, ritenuti di suo interesse politico- elettorale”.
Le attenzioni degli investigatori si concentrano sui finanziamenti pubblici “attraverso appositi provvedimenti normativi approvati dall’Ars a seguito di un iter parlamentare nel cui ambito la bozza di legge viene predisposta attraverso appositi emendamenti”.
Come nasce una manovrina
“100.000 parco archeologico va bene, ok sossario, Rino…va bene, ormai me il hai fottuti, 250.000 Biancavilla norme, 150.000 Biancavilla, eh Gravina mi pare che è 350.000, chiamate al sindaco di Gravina, e poi scavi piazza del Parlamento mettilo sempre dello stesso colore del Bellini, quindi non lo considerare, non lo considerare, rigenerazione urbana ok, quanto viene questo totale? Dovete aggiungere Uomo 57 500.000″.
Gaetano Galvagno comunica, ai collaboratori, le cifre richieste con gli emendamenti da ciascun deputato regionale.
“Quindi ci arriviamo precisi – continua Galvagno – perché diventano 25 milioni, ma tra l’altro ora devo levare qualcosa, perché Avola ritorna 750.000… allora, te li dico precisi, Uomo 56 2 milioni, Avola 750.000, Capodanno (di Catania, ndr) 500.000, Bellini (teatro di Catania, ndr) mettilo di un altro colore, mettilo rosso, cosi non è conteggiato, quello che vuoi, un colore differente, giallo, mettilo sospeso… 300.000 banca degli occhi, 2 milioni e mezzo ANCI, Proloco 500.000, Centuripe ok, Belpasso ok, Ammiraglio Ok, casa di Giulio ok, Festino di Santa Rosalia 400.000”.
Nell’elenco ci sono le richieste di esponenti di maggioranza e opposizione, gruppo misto compreso.
“Quindi abbiamo – riepiloga il presidente dell’Ars – 59 milioni Parlamento, 38 milioni maggioranza, 2 e 5 misto (2,5 milioni di euro per il Gruppo Misto, ndr), 750, 750eee… 3.750 Uomo 56, Uomo 70 e Uomo 71 li differenzi di 500.000, presidente della commissione (bilancio, ndr) chi gliel’ha detto 3 e mezzo (3,5 milioni di euro, ndr) qualcuno oppure l’hai scritto a caso?”.
Il caso Sud chiama Nord
A rischiare di fare ‘saltare il banco’ politico sono le richieste di finanziamento contenute negli emendamenti presentati da Sud chiama Nord, il gruppo parlamentare guidato da Cateno De Luca, già candidato alla presidenza della Regione contro Renato Schifani.
“Abbiamo – dice a Galvagno il collaboratore Alberto Fusco (non è indagato, ndr) – una prima tranche di 3 e 4 (3.400.000 euro, ndr) al netto di quelle che sono le dotazioni aggiuntive, sulla dotazione iniziale sono fuori già dilli… quasi il 50% della dotazione”.
Davanti a queste cifre il presidente dell’Ars chiede a chi si riferissero. “Sud chiama Nord”, risponde il dipendente, che aggiunge: “140 emendamenti hanno portato, tutti parcellizzati a 100 a 100, a 50, ha fatto tutta la provincia di Messina”.
E Galvagno tira le somme: “Ma 140 emendamenti a 100.00 euro sono 14 milioni di euro, non può essere”. Tra queste cifre, i finanzieri annotano “Uomo 56”, uno degli esponenti politici omissati.
E Fusco: “50 e 100, 50 e 100, abbiamo ad ora 6 milioni di emendamenti, quasi 6 milioni di spesa”.
Galvagno media con le richieste di Sud chiama Nord: “No, vabbè, devono rimanere… intanto caricaglieli, ci sei?…però consiglio che do io, scriviamo nel maxiemendamento che dobbiamo distribuire, non li scriviamo tutti di fila quelli di Uomo 56, perché sennò sono facilmente individuabili”.
E il collaboratore assicura: “No, siccome andranno poi nei fondi per ogni singolo dipartimento o Assessorato, non si vedranno più di chi sono”.
Il presidente dell’Ars è soddisfatto: “Va beh, importante che noi ragazzi non sbagliamo perché abbiamo la responsabilità di una manovra tutta nostra, cioè non c’è Uomo 8, non c’è Uomo 72, è a trazione nostra 100%”.
“Maggioranza e opposizione”
A un mese dall’approvazione del maxiemendamento, il 17 luglio 2024 i collaboratori di Galvagno lavorano su cifre e nomi di esponenti politici, che la procura di Palermo ha omissato: “”No, indietro siamo – dice Fusco – perché è passato Uomo 63 per dirmi che stava andando da Uomo 10 e consegnerà tutto domani”. Galvagno è tranquillo: “Vabbè, ma tanto il tempo ce l’abbiamo, perché abbiamo preso veramente tanto tempo per sistemare tutto”.
E il collaboratore precisa: “Solo che io permesso di fare un po’ di fretta, no fretta, nel senso di ordinare il tutto perché potessimo arrivare quantomeno ad avere un primo quadro entro domani sera, volevo chiedere oggi la maggioranza e domani l’opposizione“.
A questo punto la figura che affianca il presidente Ars illustra le cifre da assegnare ai deputati regionali: “Presidente, te la posso dire una cosa, perché tanto siamo solo con (…) in stanza, quindi siamo noi tre in famiglia, noi dovevamo dare 7 (700.000 euro, ndr) maggioranza e 4 (400.000 euro, ndr) minoranza, basta, dopodiché, se c’erano esigenze particolari importanti, si aveva anche una posta per poter fare le cose di grande respiro”.
E Galvagno spiega l’importanza politica di quest’operazione: “Eh, lo so, ormai, vuoi detta la verità, a noi comunque ‘sta cosa ci avvantaggia perché siamo per la prima volta, stanno parlando solo con noi…”.
Il presidente dell’Ars parlava, le cimici registravano, ad agosto 2024 l’inchiesta era ancora in fase embrionale. L’inchiesta sull’assessore Amata è stata chiusa, il suo segretario si è dimesso e gli accertamenti continuano anche sui documenti finanziari che la finanza ha prelevato nei palazzi della politica.
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