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“Edge Cloud per modernizzare reti. E nuova Strategia AI”


Si riunisce il CITD presieduto dal Sottosegretario Butti. AI, BUL, cavi sottomarini, edge computing e gli altri temi all’ordine del giorno

L’Italia accelera sul fronte dell’innovazione digitale con una visione strategica che punta a rafforzare le infrastrutture tecnologiche, promuovere l’indipendenza digitale e guidare il Paese verso un modello tecnologico più integrato e resiliente.
Lo scenario è stato delineato durante la recente riunione del Comitato Interministeriale per la Transizione Digitale (CITD), presieduta dal Sottosegretario con delega all’Innovazione Alessio Butti, che ha tracciato le linee guida per la trasformazione digitale nei settori chiave: edge cloud computing, intelligenza artificiale (AI), identità digitale, banda ultralarga (Bul) e cavi sottomarini.

Questa sessione del CITD ha evidenziato come il lavoro del Governo e la collaborazione tra istituzioni centrali, Conferenza Regioni e Provincie Autonome, ANCI e UPI abbia portato a una crescita digitale senza precedenti negli ultimi due anni e mezzo. Ci ha inoltre ricordato l’importanza di proseguire nel percorso di innovazione per integrare sempre nuove tecnologie nei nostri piani strategici”, ha dichiarato il Sottosegretario Butti al termine della riunione.

Edge cloud per modernizzare le reti telco

Nel cuore della nuova Strategia Nazionale per la Banda Ultralarga (BUL) 2023–2026 vi è l’ambizione di ripensare l’architettura delle telecomunicazioni italiane. Il Governo intende incentivare l’adozione di sistemi di edge cloud computing per modernizzare le reti, aumentando la flessibilità, riducendo la latenza e supportando la crescente domanda di servizi digitali avanzati da parte di cittadini, imprese e pubbliche amministrazioni. Resta da capire a che tipo di incentivi si riferisce il Governo?

Questa trasformazione si inserisce nella più ampia traiettoria europea della Digital Decade 2030 e mira a una rete più intelligente e decentralizzata, capace di supportare le applicazioni emergenti in ambiti cruciali come l’industria 4.0, la sanità digitale, la mobilità connessa e la difesa cibernetica.

Come si legge nel comunicato ufficiale: “Le misure in corso di attuazione prevedono una transizione verso modelli differenziati di connettività multimodale, adattati alle specificità territoriali”.

Il passaggio a un modello “tech-driven”, inoltre, è visto come condizione necessaria per stimolare l’offerta e la domanda di connettività evoluta, integrando tecnologie emergenti su scala nazionale (Quantum? Robotica? O magari anche lo stesso 5G?).

AI, nel 2026 la nuova Strategia nazionale. Il ruolo del Parlamento

Il 2026 segnerà l’avvio di una nuova strategia nazionale per l’intelligenza artificiale, predisposta dal Dipartimento per la Trasformazione Digitale e aggiornata con cadenza biennale. Novità sostanziale è l’introduzione di un monitoraggio annuale da parte del Parlamento, a garanzia della trasparenza e del controllo democratico.

Tra i progetti già attivi spicca “Reg4IA”, un’iniziativa interregionale che coinvolge tutte le Regioni e Province autonome in sperimentazioni verticali su sanità, turismo, dati ambientali, mobilità sostenibile, competitività della PA e sicurezza.
Questo approccio diffuso, coordinato dal CITD, è precisato, consolida una “governance collaborativa” e promuove il riuso delle migliori pratiche, facilitando “una crescita omogenea dell’ecosistema AI” nel Paese.

Identità digitale, cresce l’adozione dell’IT-Wallet e della CIE

Sul fronte dell’identità digitale, l’Italia sta registrando progressi significativi: l’IT-Wallet ha superato i 5,6 milioni di utenti attivi in soli sette mesi, con 9,3 milioni di documenti digitali caricati. L’obiettivo è arrivare a un’attivazione completa e graduale, in base ai prossimi decreti attuativi.

Parallelamente, si legge nel documento, prosegue il rafforzamento dell’infrastruttura per la Carta d’Identità Elettronica (CIE), con nuove procedure online per il recupero del PIN, un servizio di customer care e una campagna di sensibilizzazione nazionale. Questi strumenti digitali, nelle intenzioni del Governo, saranno fondamentali per rendere interoperabili i servizi pubblici e privati, potenziando la cittadinanza digitale.

Cavi sottomarini, verso una filiera nazionale. Arriva lo sportello unico autorizzativo

Il segmento dei cavi sottomarini per le telecomunicazioni internazionali è poi considerato di interesse strategico. L’Italia partecipa già a tre dei sei segmenti chiave grazie ad attori come Prysmian e Sparkle, ma resta carente in asset nazionali per la posa e manutenzione, e nelle tecnologie di ripetizione del segnale.

Il Governo propone quindi misure mirate: costruzione di navi posacavi, produzione nazionale, semplificazione normativa, sportello unico autorizzativo, monitoraggio sistematico delle infrastrutture marine e sostegno alla R&S per rafforzare la resilienza del Paese contro minacce fisiche e cyber.

Questi investimenti sono coerenti con l’Action Plan 2025 e il programma europeo CEF e rappresentano un tassello essenziale per l’autonomia strategica continentale.

Infrastrutture strategiche leva per crescita e sicurezza nazionale

Le misure illustrate dal CITD indicano una consapevolezza crescente del ruolo delle infrastrutture digitali come elementi abilitanti per la competitività e la sicurezza nazionale.

Dal cloud distribuito all’intelligenza artificiale, dalla rete dati alla cybersecurity, a quanto si apprende, l’Italia si candida a giocare un ruolo da protagonista nel panorama europeo, con un approccio multilivello che coinvolge Regioni, Ministeri e imprese in una visione integrata e sostenibile. Rimangono delle domande in sospeso, anche legate al volume e la natura degli incentivi e degli investimenti (necessari quanto mai per realizzare una strategia nazionale giustamente ambiziosa e necessaria per garantire crescita, innovazione, sicurezza e competitività).

Pur apprezzando l’ampiezza della visione strategica tracciata dal CITD, restano alcuni nodi da approfondire, soprattutto in merito alla concreta attuazione delle misure presentate. Ad esempio, sull’aggiornamento della Strategia BUL 2023–2026 non è stato chiarito lo stato di avanzamento rispetto ai target fissati, né i tempi per il completamento delle coperture promesse.
La spinta verso l’Edge Cloud Computing – definita prioritaria per modernizzare le reti telco – solleva interrogativi sulle leve operative previste: si tratta di un indirizzo tecnico o sono in campo veri e propri strumenti di incentivazione economica per operatori e sviluppatori?

Allo stesso modo, l’intenzione di “stimolare la domanda” di connettività avanzata resta vaga: si prevede il ritorno di voucher per la fibra o altre misure a beneficio dei cittadini e delle imprese? Sarebbe utile anche un chiarimento su quali siano, concretamente, le “tecnologie emergenti” su cui il Dipartimento punta per raggiungere gli obiettivi della Digital Decade.

Particolarmente rilevante – anche in chiave di autonomia tecnologica e resilienza delle infrastrutture – il passaggio dedicato alla filiera dei cavi sottomarini. L’auspicio di sviluppare capacità nazionali di posa e manutenzione, semplificando le autorizzazioni tramite uno sportello unico, apre scenari di interesse industriale strategico, soprattutto per il settore delle infrastrutture marine e digitali.

Infine, sul fronte dell’intelligenza artificiale, l’impostazione suggerita sembra preludere a un approccio simile a quello della legge annuale sulla concorrenza, con un momento parlamentare ricorrente per monitorare l’evoluzione tecnologica. Un’ottima novità in termini di trasparenza e controllo democratico, ma che, almeno per ora, non è accompagnata da un quadro finanziario o da stanziamenti dedicati. Sarà importante, in futuro, affiancare a questa governance anche strumenti operativi e risorse adeguate per non perdere terreno rispetto agli altri Paesi europei.

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