L’agroindustria piemontese si racconta tra export, tecnologia e sostenibilità. Presentata un’indagine sulle sfide del 2025: costi energetici, dazi e carenza di competenze. Scopri di più su Alessandria today.
IL FUTURO DELL’AGROINDUSTRIA PIEMONTESE TRA TECNOLOGIA E QUALITÀ PIÙ DEI DAZI, SPAVENTANO COSTO DELL’ENERGIA E MANCANZA DI COMPETENZE
Nuovi mercati, competitività e resilienza le caratteristiche di un settore che forma l’export occupa 90mila persone e diversifica mettendo capitale umano e tecnologie al centro delle strategie. Un’indagine tra le imprese del settore rivela le necessità e priorità per crescere ulteriormente
Cuneo, 9 luglio 2025
Si è svolto oggi l’incontro “ L’agroindustria piemontese tra nuovi mercati, competitività e resilienza: evidenze per guidare il futuro ” presso la sede di Confindustria Cuneo nel corso del quale è stata presentata un’indagine promossa dalla Commissione Agroalimentare di Confindustria Piemonte in collaborazione con il Servizio Studi di Intesa Sanpaolo .
L’indagine svoltasi tra maggio e giugno, rivolta alle oltre 300 imprese piemontesi del settore agroindustria iscritte a Confindustria, e presentata da Romina Galleri, economista del Dipartimento Studi di Intesa Sanpaolo, ha visto il coinvolgimento di imprese che lavorano complessivamente 2.800 addetti. Nell’attuale complesso contesto, a preoccuparsi quasi i due terzi di queste imprese è il costo delle materie prime e dell’energia , seguito dal peggioramento della domanda interna; più di un terzo teme invece i dazi , e circa il 30% sono quelle preoccupate dai cambiamenti climatici. Tra le imprese intervistate, quasi 9 su 10 esportano. Il 35% delle imprese medio-grandi realizza oltre il 50% del suo fatturato fuori Italia, mentre i due terzi delle micro-piccole realizzano meno del 10% del fatturato all’estero. Per fare ancora meglio nei processi di internazionalizzazione le imprese indicano la partecipazione a fiere, puntando anche al supporto di Sace e Ice; la qualità dei prodotti Made in Italy è un fattore di ulteriore sostegno. D’altra parte, le imprese sono frenate dall’instabilità geopolitica, dalle condizioni fiscali/burocratiche e dai costi di trasporto. Le strategie variano a seconda delle dimensioni : diversificazione dei mercati di sbocco e innovazione tecnologica più indicate dalle imprese medie-grandi; diversificazione dei prodotti e investimenti in capitale umano/competenze più indicate dalle micro-piccole. Alta l’attenzione per le tematiche ambientali, per la digitalizzazione e per l’utilizzo di tecnologie 4.0 , favorita anche dall’ingresso di giovani nelle posizioni apicali.
Ad aprire il momento di approfondimento svoltosi a Cuneo sono stati i saluti di Pier Giorgio Mollea della Sezione Agroalimentare di Confindustria Cuneo: ” I dati dell’indagine confermano quanto il settore agroindustriale sia strategico per l’economia piemontese e, in particolare, per il Cuneese. La qualità, in cui Cuneo è la prima provincia per impatto economico, con un valore di oltre 970 milioni di euro legato alle produzioni certificate, insieme alla diversificazione e alla capacità di presidiare i mercati esteri, rappresenta una leva fondamentale per la competitività. Le imprese chiedono però sostegno concreto per affrontare costi energetici, dazi, carenza di competenze e incertezze normative. Come Confindustria Cuneo vogliamo continuare a essere un punto di riferimento per accompagnare le aziende in questo percorso, mettendo a disposizione strumenti, visione e relazioni ”.
A seguire l’intervento di Marco Brugo Ceriotti , presidente della Commissione Agroalimentare Confindustria Piemonte, con un intervento dedicato all’agroindustria in transizione e le priorità delle imprese: ” Guardando avanti, il 2025 ci offre ottime prospettive con previsioni positive sia per fatturato che per investimenti. Non dobbiamo lasciare che l’incertezza ci blocchi, ma trasformare ogni sfida in uno stimolo verso maggiore efficienza e competitività. In questo senso le nuove generazioni rappresentano un’opportunità che dobbiamo valorizzare per portare nuove idee, energie e innovazione. Solo un’azienda su quattro ha dichiarato di aver adottato un componente under 40 nel consiglio dirigenziale: si tratta di un dato che meriterebbe di essere potenziato ”.
E’ stata poi la volta di una tavola rotonda dal titolo “ Dato alla strategia ” che ha coinvolto: Silvio Barbero (presidente Comitato Tecnico Scientifico Accademia Agrifood), Daniela Caracciolo (vicedirettore Direzione Agricoltura Regione Piemonte), Paola Lanzavecchia (presidente Sezione Vini e Liquori Confindustria Cuneo), Rossella Riva (Confindustria Piemonte – CHEDIH), Massimo Spertino (amministratore delegato Ferrero Mangimi – Gruppo Chiola), Giuseppe Tecco (titolare Agrindustria Tecco Srl) e Loredana Virdis (responsabile Area Agribusiness Piemonte Nord, Valle d’Aosta e Sardegna – Divisione Banca dei Territori Intesa Sanpaolo) che ha sottolineato l’impegno della Direzione Agribusiness nel supportare il comparto agroindustriale piemontese, tra i più dinamici e strategici a livello nazionale. La Direzione, rete specializzata a servizio delle imprese italiane della filiera agroalimentare, mette a disposizione strumenti finanziari e consulenziali per favorirne la crescita, la competitività e l’innovazione, con un’attenzione particolare alla sostenibilità, alla transizione digitale e all’internazionalizzazione. A supporto di questo impegno, Intesa Sanpaolo ha stanziato 10 miliardi di euro a favore delle filiere agroalimentari italiane, con soluzioni dedicate alle specificità delle singole produzioni. A chiudere i lavori è stato Giovanni Amateis della Regione Piemonte, dove lavora alla Direzione Competitività del Sistema Regionale, quale Responsabile del Settore Sistema Universitario, Ricerca e Innovazione.
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