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Unimpresa: sportelli bancari per la prima volta sotto quota 20mila


Per la prima volta, il numero degli sportelli bancari attivi in Italia scende sotto la soglia psicologica delle 20mila unità. Al 31 dicembre 2024, gli sportelli bancari si sono attestati a 19.655, in calo di 505 rispetto all’anno precedente, con una riduzione del 2,5%. La contrazione, che coinvolge soprattutto le banche appartenenti ai grandi gruppi, conferma la tendenza alla razionalizzazione della rete fisica a favore di modelli digitali e consulenziali.

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È quanto emerge da un report del Centro studi di Unimpresa secondo cui, parallelamente, si registra un forte aumento dei promotori finanziari (+15%), mentre prosegue il calo degli sportelli automatici (ATM) e dei terminali POS, questi ultimi in flessione di oltre 220mila unità. BancoPosta, al contrario, rafforza la propria rete con un lieve incremento di sportelli e bancomat.

Più nel dettaglio, nel 2024 il numero degli sportelli bancari in Italia è sceso a 19.655, segnando una diminuzione di 505 unità rispetto ai 20.160 del 2023, pari a una variazione negativa del 2,5% su base annua. Parallelamente, i promotori finanziari sono aumentati da 31.259 a 35.963, con un incremento di 4.704 unità, equivalente a una crescita del 15,1%. Gli sportelli automatici (ATM) sono passati da 37.844 a 36.324, con una contrazione di 1.520 unità (-4,0%). Il numero di negozi finanziari è cresciuto lievemente, da 1.810 a 1.838 (+28 unità, +1,5%).

Particolarmente rilevante il dato relativo ai POS (terminali di pagamento elettronico), che si sono ridotti da 973.744 a 752.465, registrando un calo di 221.279 unità, pari a una flessione del 22,7%.

«È un segnale allarmante che non può essere ignorato. Dietro questa razionalizzazione, che viene spesso giustificata con la digitalizzazione e l’efficienza dei servizi, si nasconde una progressiva desertificazione finanziaria che penalizza in modo drammatico le aree interne, i piccoli comuni e l’economia diffusa del nostro Paese. Le piccole e medie imprese, così come molti cittadini, continuano ad avere bisogno di un presidio fisico, di un rapporto umano con gli operatori bancari, soprattutto quando si tratta di credito, consulenza o semplici operazioni quotidiane. L’aumento dei promotori finanziari non può compensare il venir meno della rete di filiali, tanto più che questi professionisti non sono accessibili a tutti, né sempre presenti nei territori più fragili. Il nostro sistema bancario rischia di diventare sempre più selettivo e distante, attento solo alle grandi realtà urbane e meno incline a servire chi non genera margini elevati. È una deriva che va fermata. Chiediamo al governo di aprire un tavolo permanente con Abi, Banca d’Italia e associazioni d’impresa per affrontare il tema dell’inclusione finanziaria, prima che diventi un’emergenza sociale e produttiva» commenta il vicepresidente di Unimpresa, Giuseppe Spadafora.

Secondo il Centro studi di Unimpresa, che ha elaborato dati della Banca d’Italia, nel corso del 2024 il sistema bancario italiano ha proseguito la sua trasformazione strutturale, evidenziando variazioni significative in tutti i principali canali distributivi, come certificato dai dati di Banca d’Italia. Il numero complessivo degli sportelli bancari è sceso da 20.160 unità a fine 2023 a 19.655 al 31 dicembre 2024, con una riduzione di 505 sportelli, pari a una flessione del 2,5% su base annua. Si tratta di un dato storico: è la prima volta che il totale degli sportelli scende al di sotto della soglia psicologica delle 20mila unità. Il calo ha interessato in particolare le banche spa incluse nei gruppi, che hanno chiuso 486 filiali (da 14.956 a 14.470, -3,2%).

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Di contro, si è registrata una forte crescita del numero dei promotori finanziari, passati da 31.259 a 35.963, con un aumento assoluto di 4.704 unità e una variazione percentuale del +15,1%. Anche in questo caso, il contributo principale arriva dalle banche spa appartenenti a gruppi bancari, che hanno visto i promotori crescere da 28.480 a 32.919 (+4.439, pari a +15,6%). Questo dato conferma un cambio di paradigma nei modelli distributivi: alla riduzione degli sportelli fisici corrisponde un potenziamento della consulenza finanziaria mobile, più flessibile e orientata alla relazione personalizzata.

Anche il numero degli sportelli automatici (ATM) ha mostrato una flessione significativa: da 37.844 nel 2023 a 36.324 nel 2024, con una diminuzione di 1.520 unità pari a un calo del 4,0%. La riduzione è ancora più marcata se si osservano le sole banche spa nei gruppi, che hanno eliminato 1.831 ATM (da 29.629 a 27.798, -6,2%). In controtendenza, BancoPosta ha aumentato il numero dei propri sportelli automatici da 7.978 a 8.225, con un incremento di 247 unità (+3,1%), confermando il proprio ruolo di presidio nei territori. Molto contenuta, invece, la variazione nel numero dei negozi finanziari, che sono passati da 1.810 a 1.838, con un incremento di appena 28 unità, pari a una crescita dell’1,5%, segnale di stabilità per questa tipologia di canale distributivo, in genere utilizzata per l’intermediazione creditizia.

Particolarmente rilevante risulta la contrazione del numero dei terminali di pagamento elettronico (POS), che sono diminuiti da 973.744 a 752.465, con una perdita complessiva di 221.279 dispositivi, pari a una riduzione del 22,7%. Il calo è pressoché generalizzato, ma assume proporzioni drammatiche per le banche spa dei gruppi, che hanno visto i propri POS scendere da 816.943 a 596.718, con un crollo di 220.225 unità, pari a una flessione del 27%. Le ragioni di questa diminuzione potrebbero essere legate a riclassificazioni metodologiche, all’uscita dal mercato di operatori specializzati, o alla sostituzione dei POS tradizionali con tecnologie integrate in smartphone e dispositivi mobili, ma resta comunque un dato che pone interrogativi sulla reale diffusione e disponibilità di strumenti digitali nei punti vendita.

Dietro i numeri c’è il profondo mutamento del modello di relazione tra banca e cliente: meno sportelli, più consulenti mobili. Le banche scelgono di intercettare i bisogni delle famiglie e delle imprese fuori dalle filiali, privilegiando l’incontro personalizzato e la capacità di costruire soluzioni su misura. In particolare, le banche spa appartenenti ai grandi gruppi rafforzano notevolmente questa strategia, aumentando di oltre 4.400 unità il proprio personale dedicato alla promozione finanziaria. La distinzione tra banche appartenenti a gruppi e banche indipendenti mostra differenze rilevanti. Le prime rappresentano la componente dominante del sistema bancario italiano e guidano i principali processi di trasformazione. Le seconde, spesso di dimensioni ridotte e con una forte presenza territoriale, mantengono un presidio più stabile e meno soggetto a dinamiche industriali.

Tuttavia, anche tra le banche non incluse nei gruppi si osservano segnali di adattamento: crescono leggermente gli ATM e i promotori, segno che anche le realtà minori stanno riorientando i propri modelli distributivi. Secondo gli analisti del Centro studi di Unimpresa, nel complesso, i dati del 2024 confermano una transizione strutturale del settore bancario verso una presenza fisica più leggera, un uso sempre più pervasivo della consulenza finanziaria personalizzata e un’infrastruttura tecnologica che deve ancora consolidarsi in termini di uniformità ed efficienza. Le banche italiane stanno cercando di bilanciare il contenimento dei costi con la qualità del servizio, in uno scenario in cui il valore della prossimità non è più solo geografico, ma sempre più relazionale e digitale. La sfida per i prossimi anni sarà mantenere questo equilibrio, evitando che la razionalizzazione si traduca in esclusione o inaccessibilità per le fasce più fragili della popolazione.



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