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Quali sono gli obiettivi della Conferenza sulla ricostruzione dell’Ucraina in programma a Roma?


Roma si prepara ad accogliere, il 10 e 11 luglio, uno degli appuntamenti internazionali più rilevanti dell’anno: la Conferenza sulla Ricostruzione dell’Ucraina 2025. A tre anni e mezzo dall’invasione russa e in un contesto ancora segnato dalla guerra, l’Italia ospita un evento di portata globale, con oltre 5.000 partecipanti registrati – tra rappresentanti istituzionali, imprese, enti locali e organizzazioni internazionali – e la presenza di quindici capi di Stato e di governo.

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Tra i leader attesi figurano il cancelliere tedesco Friedrich Merz, il primo ministro polacco Donald Tusk, la presidente della Commissione europea Ursula von der Leyen, e naturalmente il presidente ucraino Volodymyr Zelensky, che torna a Roma con l’intento di rafforzare il sostegno politico, economico e umanitario al proprio Paese.

Gli equilibri geopolitici si riflettono anche nella lista degli invitati: gli Stati Uniti saranno rappresentati dall’inviato speciale per l’Ucraina, Keith Kellogg, mentre la Francia sarà assente ai massimi livelli istituzionali. Il presidente Emmanuel Macron, infatti, è impegnato a Londra per una visita di Stato di tre giorni. A rappresentare Parigi sarà il ministro degli Esteri Jean-Noël Barrot. Dal Regno Unito è attesa invece una delegazione di alto profilo. Invitato anche Israele, che però – secondo quanto appreso da Euractiv Italia – non ha ancora confermato la propria partecipazione.

L’appuntamento di Roma giunge a un anno di distanza dalla conferenza di Berlino e ha l’obiettivo di presentarsi non solo come una vetrina diplomatica, ma come un momento operativo.

Secondo quanto appreso l’obiettivo è quello di ripetere – e auspicabilmente superare – i risultati di Berlino che generò circa 16,5 miliardi di euro in nuovi fondi e circa cento accordi firmati, raccogliendo però 3.400 partecipanti e una presenza inferiore per quanto riguarda la rappresentanza ai massimi livelli istituzionali.

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Una conferenza costruita su quattro pilastri

La conferenza sarà articolata su quattro dimensioni fondamentali, considerate cruciali per avviare una ricostruzione credibile e sostenibile. La prima è quella economica, che punta sul coinvolgimento del settore privato. Circa 2.000 imprese da oltre 30 Paesi – tra cui 500 italiane e 500 ucraine – prenderanno parte alla conferenza, con l’obiettivo di attivare investimenti, consorzi e nuove collaborazioni. Una “business fair” dedicata faciliterà l’incontro diretto tra aziende e istituzioni a cui dovrebbero prendere parte 30 aziende ucraine, 30 comunità locali ucraine, 28 aziende italiane e 29 internazionali.

La seconda dimensione è quella sociale, centrata sul capitale umano. Il ritorno e la reintegrazione dei rifugiati, il sostegno ai veterani, l’inclusione delle persone con disabilità, l’istruzione e la formazione professionale: questi saranno alcuni dei temi trattati nei panel specifici. L’idea è chiara: non può esserci ricostruzione senza ricostruire anche le comunità, i legami sociali, le condizioni di vita.

Il terzo pilastro è quello territoriale, che mira a rafforzare il ruolo delle autorità locali e regionali, protagoniste di una ricostruzione dal basso. Saranno discusse proposte per sostenere le autonomie, migliorare la governance decentrata e favorire la partecipazione dei cittadini nei processi decisionali.

Infine, la quarta dimensione è quella istituzionale ed europea: l’Ucraina guarda con determinazione all’adesione all’Unione europea. Alla conferenza di Roma parteciperà la commissaria europea per l’Allargamento e la Politica di vicinato, Marta Kos, che tramite la DG NEAR gestisce lo Ukraine Facility, il programma di sostegno finanziario da 50 miliardi di euro per la ripresa, la ricostruzione e la modernizzazione dell’Ucraina, che copre il periodo 2024-2027.

Come sottolineato di recente anche dalla premier danese, Mette Frederiksen, il cui Paese detiene la presidenza di turno del Consiglio UE, l’Europa intende supportare questo percorso, promuovendo le riforme necessarie in ambiti chiave come la giustizia, la trasparenza amministrativa, l’economia di mercato e l’allineamento normativo. L’obiettivo dichiarato da parte dell’UE è avviare tutti e sei i cluster negoziali già entro il 2025.

Iniziare a impostare la ricostruzione nonostante il conflitto

La conferenza di Roma vuole lanciare inoltre due messaggi principali. Il primo riguarda la necessità di poter impostare una serie di attività di ricostruzione nonostante il conflitto, dalla messa in sicurezza delle infrastrutture critiche allo sminamento, dalla resilienza energetica alla modernizzazione delle aree meno colpite.

Questo secondo una logica “Building Back Better”, che lega la ricostruzione al processo di adesione all’UE. Il secondo messaggio è l’invito alle imprese a costruire partnership con aziende ucraine, con il governo ucraino e con altre imprese internazionali, per essere pronti al momento della vera ripartenza.

Particolare attenzione sarà dedicata alle PMI, per le quali si stanno sviluppando percorsi di accesso alla ricostruzione tramite partenariati, consorzi, filiere e nuovi strumenti finanziari e assicurativi che saranno annunciati in occasione della conferenza, sia da parte italiana che europea.

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Secondo le stime più recenti della Banca mondiale, alla fine del 2024 i danni diretti a infrastrutture e edifici pubblici e privati ammontano a circa 176 miliardi di dollari.

I settori maggiormente colpiti sono quello residenziale, con 57 miliardi di danni (circa un terzo del totale), seguito dai trasporti (36 miliardi) e dal comparto energetico e minerario (20 miliardi). Proprio l’energia continua a essere uno degli obiettivi privilegiati degli attacchi russi: solo nel 2024, i danni a centrali elettriche e infrastrutture correlate sono aumentati del 93% rispetto all’anno precedente.

Tuttavia la distruzione materiale rappresenta solo una parte del quadro. Considerando l’impatto complessivo della guerra – comprese le interruzioni dei servizi pubblici, l’aumento dei costi operativi, le perdite fiscali e la riduzione delle entrate per le imprese – la cifra sale vertiginosamente: da 499 miliardi di dollari stimati nel 2023 a 589 miliardi nel 2024, con un incremento del 18% in un solo anno. Alla luce di questi numeri, la Banca Mondiale stima che per affrontare un piano di ricostruzione decennale, tra il 2025 e il 2035, serviranno almeno 524 miliardi di dollari.



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