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A MELFI -59,4% DI PRODUZIONE NEL PRIMO SEMESTRE


I dati di produzione dei primi sei mesi del 2025 confermano il peggioramento rispetto al già critico 2024. Ad illustrare la situazione il report della Cisl. Per il Segretario Generale FimCisl Ferdinando Uliano «si prevede una chiusura d’anno intorno alle 440.000 unità totali, con circa 250.000 autovetture prodotte. Nel primo semestre 2025 sono state prodotte complessivamente 221.885 unità tra autovetture e veicoli commerciali, in calo del -26,9% rispetto allo stesso periodo del 2024. Le autovetture registrano una flessione del – 33,6% (123.905 unità), mentre i veicoli commerciali sono scesi del -16,3% (97.980 unità). Tutti gli stabilimenti auto evidenziano un forte peggioramento. A differenza del 2024, in cui almeno Pomigliano rappresentava un’eccezione positiva, oggi nessun sito sfugge alla situazione di forte difficoltà». «Non si intravedono segnali di ripresa entro fine anno. Anzi, il calo dei volumi e l’uso degli ammortizzatori sociali potrebbero aumentare, coinvolgendo già oggi quasi la metà della forza lavoro del gruppo. La partenza produttiva della 500 ibrida prevista per novembre e i nuovi modelli di Melfi potranno dare risultati significativi solo nel corso del 2026. Tuttavia, il livello di caduta dei volumi nel 2025 è superiore alle previsioni» continua Iuliano. Restano validi gli impegni presi in sede istituzionale, che dovranno essere verificati puntualmente con i nuovi vertici: 2 miliardi di investimenti negli stabilimenti italiani, 6 miliardi di acquisti da fornitori nazionali, Obiettivo di 1 milione di veicoli entro il 2030, legato però all’andamento del mercato. «La “tempesta perfetta” che investe l’industria europea – segnata dal crollo dei mercati, dal- la transizione elettrica e digitale, e ora anche dai dazi USA – impone una risposta politica forte e coordinata a livello europeo. – continua – A seguito della manifestazione del 5 febbraio 2025 a Bruxelles, promossa da Industri All Europe e sostenuta dalla Fim-Cisl insieme alle altre organizzazioni sindacali, denunciamo l’assenza di misure strutturali all’altezza della sfida. Le risorse finora stanziate (2,8 miliardi di euro) sono del tutto insufficienti per sostenere un comparto strategico in piena trasformazione, che rischia ricadute gravi sia sul piano industriale sia su quello occupazionale». «Serve un deciso cambio di passo: è necessario un piano industriale europeo espansivo, sostenuto da debito comune, e un nuovo Fondo europeo con dotazioni paragonabili al Next Generation EU, per accompagnare la transi- zione garantendo sostenibilità non solo ambientale, ma anche sociale. Anche il Governo italiano deve fare la propria parte, individuando risorse adeguate per sostenere e rilanciare il settore automotive e l’intero indotto» prosegue Iuliano. «Ad oggi, le uniche novità a livello europeo riguardano la rimodulazione delle sanzioni sul- le emissioni di CO2 previste per il 2025. Misure che, seppur positive, non sono sufficienti ad arginare le ricadute industriali e occupazionali già in atto». Le recenti dichiarazioni di Stellantis sul costo dell’energia nel nostro Paese, sugli impatti negativi delle multe e gli aggiornamenti in corso sul Piano industriale, «necessitano un confronto con i nuovi vertici aziendali». Dal 23 giugno 2025 si è insediato il nuovo Ceo di Stellantis Antonio Filosa con la sua nuova squadra di comando del Gruppo. «Diventa quindi indispensabile in tempi brevi un primo incontro con le organizzazioni sindacali italiane per costruire positive relazioni sindacali, necessarie per affrontare le difficoltà che stiamo attraversando» ritiene Iulia- no. «Il nostro obiettivo resta quello di garantire a ogni sito produttivo una prospettiva industriale e occupazionale certa, contrastando ogni atto unilaterale, chiusura o licenziamento, e orientando la transizione tecnologica verso soluzioni concrete, condivise e socialmente sostenibili. Intanto, con Stellantis, Cnhi, Iveco e Ferrari, abbiamo concluso positiva- mente il rinnovo del biennio economico 2025-2026 del Contratto Collettivo Specifico di Lavoro (CCSL), con un aumento salariale del +6,6%, superiore all’inflazione, pari ad aumento medio di 134,96 euro mensili (II area) e una tantum di 480 euro. Un risultato importante in un contesto di crisi, che conferma la centralità del ruolo contrattuale, della rappresentanza sindacale e di positive relazioni sindacali» conclude il segretario Iuliano.

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LO STABILIMENTO DI MELFI

Nel primo semestre 2025 lo stabilimento di Melfi ha registrato un crollo produttivo del -59,4% rispetto all’anno precedente, con solo 19.070 unità prodotte. Rispetto al pre-Covid, la perdita è ancora più pesante: -88% (133.697 auto in meno). È, insieme a Pomigliano, il sito che perde più volumi in assoluto (- 27.950 unità sul semestre). Dopo lo stop la 500X tornerà in produzione da questo mese fino a settembre 2025: saranno realizzate 5.000 unità destinate a un mercato specifico, quello Algerino. Continua la produzione Compass e Renegade con 18.153 unità (- 37%) e sono iniziate le prime produzioni della DS8 (circa 700 unità) e di altri modelli (200 unità in avvio). Nel semestre si sono registrati 25 giorni di fermo collettivo gestiti con Contratto di Solidarietà (124 turni). Negli altri giorni l’utilizzo medio del CDS è stato del 65%, coinvolgendo ogni giorno circa 3.160 lavoratori. La perdita di volumi ha già avuto conseguenze occupazionali: dal 2021, circa 2.200 lavoratori sono usciti incentivati su base volontaria, portando gli occupati a 4.860. Lo stabilimento è nel pie- no della transizione verso la nuova piattaforma BEV STLA Medium. Grazie alle pressioni della Fim Cisl, Stellantis ha rivisto il piano iniziale e previsto anche versioni ibride per quasi tutti i modelli (esclusa DS8 per tempi), portando a 7 i modelli previsti, rispetto ai 4 iniziali solo elettrici. Questo ampliamento è fonda- mentale per garantire maggiori volumi e salvaguardare l’occupazione. Il cronoprogramma prevede all’inizio 2025 la DS8 elettrica, seconda metà 2025 la Jeep Compass elettrica, nel 1° semestre 2026 la Compass ibrida e la DS7 (elettrica e ibrida), nel 2° semestre 2026: Lancia Gamma (elettrica e ibrida). Anche l’indotto è in forte sofferenza. «Serve garantire l’uso degli ammortizzatori e dare priorità alle aziende locali nelle forniture. Stiamo agendo a tutti i livelli istituzionali per tutelare i posti di lavoro e sostenere le imprese nella transizione. È indispensabile attivare strumenti previsti nell’accordo di programma e nelle aree di crisi complessa, per attrarre nuovi investimenti e dare prospettive a tutto il territorio» sottolinea Iuliano.




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