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5G, Italia fanalino di coda in Europa per qualità ed esperienza


L’Italia è agli ultimi posti in Europa per la qualità e l’esperienza del 5G, e gli utenti della Penisola sperimentano tassi di velocità media di caricamento in streaming estremamente bassi per i video 4K, posizionandosi al penultimo posto in Ue. Dulcis in fundo, il tempo di caricamento delle piattaforme social è ben lontano da quello dei Paesi più avanzati della regione.

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Il report realizzato da MedUx

A scattare questa fotografia impietosa dello stato del 5G in Italia è il report “Status of 5G Quality and Experience in Europe” stilato da MedUx, specialista internazionale nel testing e nel benchmarking delle reti fisse e mobili.

Si tratta di un’analisi approfondita, basata su sette parametri, della qualità e dell’esperienza del 5G in tutto il continente. La ricerca è stata condotta in modalità crowdsourcing, utilizzando una soluzione diffusa in oltre 100 paesi che raccoglie informazioni in tempo reale da oltre 50 milioni di utenti per fornire una visione dell’effettiva qualità dell’esperienza 5G (QoE). Grazie a questo esclusivo set di dati, l’indagine ha evidenziato il divario tra le potenzialità della tecnologia e la realtà percepita dagli utenti, confermando in sostanza i risultati ottenuti nelle classifiche MedUx del 2024 e del 2025, e posizionando l’Italia su valori QoE 5G ancora ben lontani dalla media europea.

La situazione italiana nel dettaglio

Il report evidenzia che, nonostante i progressi nell’espansione della copertura, l’Italia rientra tuttora nel gruppo dei Paesi caratterizzati da prestazioni 5G tra le più basse dell’Ue per quanto riguarda la maggior parte dei parametri.

Velocità di download e upload tra le ultime cinque dell’Unione, alta latenza e instabilità nelle connessioni incidono negativamente su attività quotidiane come lo streaming video, il gaming online e l’uso dei social media. Per esempio, gli utenti italiani sperimentano tassi di velocità media di caricamento in streaming inferiori al 29% per i video 4K, al penultimo posto in Ue, e una latenza di gioco superiore a 59 millisecondi che compromette il gameplay in tempo reale.

Con un valore del 41%, il rapporto evidenzia che l’Italia ha una disponibilità 5G in termini generali inferiore alla media, che si attesta invece sul 48%, ma superiore (30%) per quanto riguarda la banda medio-alta (3,4-3,7 GHz) e in linea per quel che riguarda le implementazioni standalone (rispettivamente 25% e 1%). Il nostro Paese deve inoltre affrontare sfide specifiche nel fornire una qualità dell’esperienza costantemente elevata in particolare in settori come lo streaming, i social media e il gaming, dove il margine di miglioramento per raggiungere i leader del continente è ancora significativo. In particolare, gli utenti italiani sperimentano tassi di velocità media di caricamento in streaming inferiori al 29% per i video 4K, posizionandosi al penultimo posto in Ue.

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Ma l’Italia non solo è tra i Paesi in maggiore ritardo nel 5G in termini di velocità di download, velocità di upload, latenza e jitter: rispetto ad altri Paesi europei deve anche fare i conti con uno dei tassi di interruzione dello streaming più alti in Ue, pari al 24%, il che indica una potenziale instabilità delle connessioni. Nel settore dei giochi, l’Italia registra una latenza superiore ai 59ms che può compromettere in modo significativo il gameplay in tempo reale.

Anche le prestazioni dell’Italia in tema di social media non brillano: anzi, il tempo di caricamento delle piattaforme social è il peggiore in Europa con 2.4 secondi di media, ben lontano dalla performance di paesi come Norvegia, Paesi Bassi, Danimarca, Svezia e Lussemburgo, che registrano un valore inferiore a 1.4 secondi.

Uno scenario europeo a luci e ombre

Il 5G continua a rappresentare una priorità per molti Paesi, accomunati dalla visione ambiziosa di realizzare una copertura Gigabit quasi capillare entro il 2030. Tuttavia, i risultati del rapporto MedUx mostrano come esista ancora un divario significativo tra queste aspirazioni e la reale esperienza degli utenti. In particolare, secondo il report i dati ufficiali sulla copertura 5G spesso non riflettono la realtà: in media, infatti, gli utenti europei sono connessi al 5G solo per circa il 48% del tempo, confermando una disparità significativa tra la copertura teorica della popolazione e l’esperienza reale di milioni di cittadini.

Sebbene l’implementazione del 5G sia ormai diffusa, la qualità non è universale. Solo in pochi Paesi, in particolare i Paesi Bassi, il 5G sta emergendo come tecnologia di accesso predominante con oltre il 73% di utilizzo, una tendenza guidata da implementazioni di rete avanzate e da un’adozione accelerata. Gli stessi Paesi Bassi, insieme a Svizzera e Danimarca, appaiono spesso ai primi posti per quanto riguarda l’elevata qualità dell’esperienza utente.

Verso una connettività più efficace e inclusiva

Secondo MedUx, superare queste sfide richiede una stretta collaborazione tra operatori e regolatori, con l’obiettivo di trasformare la connettività di base in uno strumento efficace per migliorare la vita quotidiana degli utenti e abilitare tecnologie avanzate come AI e IoT.

“Attraverso questa misurazione estesa e in tempo reale della qualità dell’esperienza 5G abbiamo fotografato la realtà del 5G proprio nel momento in cui viene usato”, commenta Luis Molina, ceo di MedUx. “Questo approccio sottolinea il nostro impegno ad aiutare paesi come l’Italia a migliorare l’esperienza 5G dei consumatori, fornendo informazioni cruciali per trasformare la connettività di base in uno strumento efficace per lo sviluppo a lungo termine della società”.

Rafael González, Svp Emea di MedUx, chiosa: “Il nostro rapporto non si limita a rivelare le disparità di prestazioni tra i vari paesi, ma intende fornire anche tutti gli strumenti per capire perché e come migliorare l’esperienza dei clienti. Vogliamo offrire una visione onesta e trasparente della connettività, per consentire a tutti gli attori coinvolti di far evolvere le reti e soddisfare le crescenti aspettative dei consumatori”.



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