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Unimpresa: ‘Turismo e aree interne, il disimpegno della Regione è ferita aperta per Irpinia e Sannio’ – NTR24.TV


Unimpresa Irpinia Sannio denuncia con fermezza il progressivo disimpegno della Regione Campania nei confronti delle aree interne, in particolare sul fronte della programmazione turistica, della valorizzazione territoriale e del sostegno alle micro e piccole imprese che operano in contesti fragili e marginalizzati.

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La Regione Campania – si legge nella nota – ha più volte ribadito l’intenzione di sostenere il turismo esperienziale, religioso e naturalistico nelle aree interne, ma a fronte di queste promesse, i fatti raccontano un’altra storia.

“Bandi inaccessibili, risorse concentrate sulle aree costiere, assenza di una regia territoriale, e una programmazione che ignora le vocazioni locali” denuncia il presidente Unimpresa Irpinia Sannio Ignazio Catauro.

Nonostante le dichiarazioni di principio e le strategie annunciate, i territori dell’Irpinia e del Sannio continuano a essere sistematicamente esclusi dai circuiti di investimento e promozione turistica, con effetti devastanti sul tessuto economico locale, sull’occupazione e sulla tenuta demografica dei piccoli comuni.

Il presidente Unimpresa Irpinia Sannio Ignazio Catauro dichiara: “Il disimpegno della Regione Campania verso le aree interne non è solo una scelta tecnica: è una rinuncia politica, una forma di abbandono istituzionale che colpisce territori già fragili e impoveriti. Il turismo, che dovrebbe essere leva di sviluppo, viene trattato come voce residuale. Le risorse si concentrano sulle aree costiere, – incalza nella nota – meglio se della sola provincia di Salerno, mentre l’Irpinia e il Sannio vengono lasciati indietro, senza strumenti, senza visione, senza ascolto”.

I dati parlano chiaro: dal 2021 a oggi, il saldo negativo tra aperture e chiusure di esercizi commerciali e artigianali nelle aree interne della Campania è tra i più alti d’Italia. Il commercio di vicinato e le botteghe artigiane stanno scomparendo, e con loro spariscono servizi essenziali, presidi sociali e opportunità di lavoro.

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Nel 2024 la Campania ha registrato oltre 24 milioni di presenze turistiche e un giro di affari che si aggira intorno ai 10 miliardi di euro. Le città più visitate risultano essere Napoli e Pompei che da sole si avvicinano ai 5 milioni di visitatori ciascuno. Le province di Avellino e Benevento rappresentano insieme meno del 4% del flusso turistico regionale e dei 23 progetti PNRR per il turismo nei borghi campani, solo 3 hanno interessato l’Irpinia e il Sannio. E come se non bastasse dei 385 milioni di euro destinati al turismo e alla cultura in Campania dal PNRR, la quota destinata alle aree interne risulta essere marginale e per certi versi inesistente. La Regione Campania ha adottato negli ultimi anni una strategia di sviluppo turistico fortemente orientata verso le aree costiere, in particolare Napoli, la Costiera Amalfitana, il Cilento e le isole. Questa scelta ha generato un evidente squilibrio territoriale, lasciando le province interne di Avellino e Benevento, in una condizione di marginalità strutturale.

Nel 2024, il Rapporto sulle Aree Interne campane ha evidenziato come Avellino e Benevento siano le province più colpite dal calo demografico e dalla contrazione del PIL regionale. Eppure, nonostante questi dati allarmanti “nessuna misura strutturale . aggiunge il presidente – è stata adottata per rilanciare il turismo come leva di sviluppo. La Strategia Nazionale per le Aree Interne (SNAI), pur formalmente attiva, non ha prodotto risultati tangibili per il comparto turistico e non solo. I fondi FESR e FSE, destinati alla valorizzazione degli attrattori culturali e naturali, sono stati distribuiti in modo disomogeneo, con ritardi cronici e criteri di selezione poco trasparenti”.

Unimpresa Irpinia Sannio denuncia l’assenza di una programmazione turistica integrata per le aree interne e il mancato coinvolgimento delle associazioni di categoria e degli operatori locali. Denuncia la centralizzazione delle risorse su Napoli, Salerno e le aree costiere La mancata attivazione dei Poli Turistici Locali in zone ad alta vocazione turistica come il Taburno, il Fortore, il Partenio e l’Alta Valle del Calore che ha determinato il fallimento delle politiche di riequilibrio territoriale, nonostante le promesse di “perequazione” e “coesione sociale” sbandierate dalla Regione Campania.

“E infine, tanto per dare un inizio concreto alle tante chiacchiere da cortile che hanno ampiamente contraddistinto questo governo regionale uscente, si provveda all’inserimento del turismo nei piani di rigenerazione urbana e residenziale, perché senza abitanti non c’è economia”, evidenzia Catauro.

Le conseguenze sono sotto gli occhi di tutti: collegamenti ferroviari insufficienti, nessun investimento in mobilità sostenibile e intermodalità. La promozione turistica è assente, le campagne regionali ignorano sistematicamente i borghi interni e non si ritrova nessuna presenza nei portali ufficiali o nei pacchetti promozionali della Regione del presidente salernitano De Luca. Ma la cosa che lascia più sconcertati, continua la nota di Unimpresa, è che le comunità locali non sono coinvolte nei processi decisionali, basta vedere i fondi PNRR che sono stati assegnati senza una reale consultazione che determinano inevitabilmente un isolamento ed una mancanza di coordinamento dei singoli progetti intercomunali.

“Il turismo non può essere una voce residuale nelle politiche regionali. Per le aree interne, è una delle poche leve rimaste per contrastare lo spopolamento, creare occupazione, valorizzare il patrimonio culturale e ambientale”.

In un documento che presto sarà presentato agli organi istituzionali l’Associazione chiede alla Regione Campania l’attivazione nel breve periodo di bandi dedicati alle aree interne, con criteri semplificati e accessibili; il riconoscimento e il finanziamento stabile dei Poli Turistici Locali, con risorse proporzionate alla fragilità territoriale; la creazione di un tavolo permanente di confronto con le associazioni di categoria e i comuni delle aree interne e finalmente una legge regionale sul turismo che riconosca le specificità dei territori marginali e ne valorizzi le vocazioni.

“Un modello alternativo esiste. E Unimpresa Irpinia Sannio con il suo lavoro sui territori sta provando a creare un possibile modello di riferimento, ricordiamo che la nostra Associazione – dichiara Catauro – negli ultimi due anni ha già promosso progetti concreti come la creazione delle Comunità Produttive Locali in 13 comuni, con 32 microimprese e 51 nuovi posti di lavoro. La promozione di filiere turistiche e artigianali integrate, con valorizzazione delle tipicità territoriali. L’attivazione in collaborazione con Confesercenti di 9 Distretti del Commercio, che coinvolgono 81 comuni tra Irpinia e Sannio e la conseguente progettazione di eventi fieristici e percorsi esperienziali, come l’ultima proposta fatta dal nostro vice presidente nazionale Cosimo Callisto della istituzione della ‘Community Expo Alto Sannio’.”

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Queste iniziative dimostrano che le aree interne non chiedono assistenza, ma strumenti per costruire sviluppo. Il turismo può essere una leva, ma solo se accompagnato da politiche serie, investimenti mirati e una visione territoriale condivisa. Nella nota Unimpresa Irpinia Sannio sottolinea la necessità di continuare a vigilare e a mobilitare le imprese dei territori dell’Irpinia e del Sannio, affinché il tema del turismo nelle aree interne non venga relegato a slogan, ma diventi politica concreta, equa e lungimirante.

Il potenziale c’è ma manca una reale volontà politica, Unimpresa Irpinia Sannio si mobilita per codificare una serie di richieste essenziali per i territori: l’Associazione propone la creazione di un Piano regionale per il Turismo delle Aree interne, con fondi dedicati e obiettivi misurabili; una cabina di regia che coinvolga imprese, associazioni e amministratori locali e una campagna di promozione nazionale e internazionale per i borghi dell’Irpinia e del Sannio, accompagnata da concreti investimenti in mobilità sostenibile, digitalizzazione e formazione per gli operatori del settore.

“Il Sannio e l’Irpinia rappresentano un patrimonio straordinario di storie, natura, enogastronomia e tradizioni. Ma troppo spesso restano ai margini delle rotte turistiche principali. È il momento di cambiare passo e costruire un modello di turismo sostenibile, diffuso e identitario, che metta al centro i nostri borghi, le nostre imprese e le nostre comunità. Non ci servono parole, ci servono risorse. Non ci servono convegni, ci servono bandi. Non ci servono promesse, ci servono risultati. Il tempo dell’attesa è finito” conclude il presidente Unimpresa Irpinia Sannio, Ignazio Catauro.





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