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Ponte sullo Stretto, ex Ilva e Pnrr: a che punto sono i dossier più importanti in mano ai ministri




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Ultim’ora news 5 luglio ore 17


Sebbene sia ancora troppo presto per dare i voti di fine anno al governo Meloni, i tempi sono maturi per tirare le somme sui principali dossier economici e industriali dell’esecutivo. Arrivati a metà legislatura la squadra, capitanata dalla premier, ha segnato diversi goal. Ma il secondo tempo è ancora tutto da giocare. Una certezza c’è: Giancarlo Giorgetti confermato in porta alla Partita del Cuore come estremo difensore dei conti pubblici.

I vicepremier Tajani e Salvini

In un contesto internazionale e geopolitico incerto se non imprevedibile, il ministro degli Esteri, Antonio Tajani, ha un obiettivo: arrivare a 700 miliardi di export entro il 2027. Come fare? Lo spiega il Piano d’azione della Farnesina: bisogna sfruttare le eccellenze del Made in Italy, assecondando le specificità dei mercati di approdo in particolare delle economie caratterizzate da alti tassi di crescita e un forte potenziale di sviluppo per le esportazioni tricolore.

Fra le priorità i Paesi dell’Africa, i Balcani occidentali e il Sud Est asiatico. A proposito di Africa, sotto l’egida di Tajani, l’Italia ha stilato il Piano Mattei, mirando a un cambio di paradigma nei rapporti con il continente africano, promuovendo partenariati paritari. La dotazione finanziaria iniziale è di 5,5 miliardi. La seconda relazione sull’attuazione del Piano non è ancora stata trasmessa al Parlamento, nonostante sia stata superata la scadenza del 30 giugno.

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Dal decreto Sicurezza a quello che allenta la disciplina sugli abusi edilizi, il ministro dei Trasporti, Matteo Salvini, ha incassato alcune vittorie politiche. Altre, invece, restano sospese. Come la grande promessa simbolica del suo mandato: il ponte sullo Stretto di Messina. Il leader della Lega martedì 8 luglio sarà in Giappone, dove visiterà – tra le altre cose – il ponte di Akashi, probabilmente alla ricerca di ispirazione. Da migliorare: i rapporti con l’altro vicepremier Tajani.

Il ministro Giancaro Giorgetti

Cercando di far quadrare i conti, si è ritrovato con il tavolo ricoperto di dossier. La partita delle privatizzazioni procede: vendute quote di Mps, Tim, Ita, Poste. Ma l’obiettivo dei 20 miliardi in tre anni è ancora distante. Di certo Giorgetti ha tenuto la barra dei conti dritta, tanto che ha fatto scendere lo spread e ha ridotto gli interessi sul debito rispetto agli Usa. Un successo storico come quello riscosso dal rilancio di Piazza Affari (con la riforma del Tuf e il Fondo dei Fondi).

Resta invece work in progress il processo di valorizzazione e dismissione degli immobili pubblici per ridurre il debito pubblico tricolore da record, in linea con la campagna del Tagliadebito, promossa da anni da Class Editori. Il Mef ha istituito la Cabina di regia sugli immobili pubblici ma è ancora ferma al primo step: il censimento del patrimonio.

Il ministro Guido Crosetto

Ha rafforzato i rapporti con l’industria della difesa nazionale (da Leonardo a Fincantieri) e spinto per l’aumento della spesa militare, centrando l’obiettivo del 2% del pil di concerto con l’esecutivo. Dopo aver ribadito al G7 di Napoli il sostegno a Kiev, il ministro della Difesa si prepara per la Conferenza sulla Ripresa dell’Ucraina (ospitata a Roma il 10 e l’11 luglio).

Il ministro Raffaele Fitto 

Subentrato in corsa a Raffaele Fitto – che ha rassegnato le dimissioni per assumere la carica di commissario europeo – il ministro per il Pnrr e gli Affari Europei, Tommaso Foti deve ingranare la quinta per completare gli obiettivi concordati con l’Unione europea ma soprattutto per riuscire a mettere a terra tutte le risorse ottenute e che ancora le spettano. Mancano 18 mesi alla scadenza del Piano ma l’Italia deve spendere ancora 110 miliardi, quasi triplicando il ritmo di spesa degli ultimi tre anni.

Un’accelerazione già si nota. Guardando gli ultimi dati messi nero su bianco sullo stato di attuazione del Pnrr dal governo e aggiornati al 31 marzo, le risorse spese erano 66 miliardi, 20 miliardi in meno di giugno. Quindi in tre mesi si è impiegato un terzo di quanto fatto in tre anni: l’Italia sembra aver inserito il turbo necessario da qui in avanti.

La ministra Marina Calderone

Sotto la guida di Marina Elvira Calderone, il ministero del Lavoro ha segnato molti record: da ultimo nel mese di maggio si è raggiunto il maggior numero assoluto di italiani impiegati, superando quota 24,3 milioni. Un numero che nasconde ancora però un importante gap generazionale. Perché se gli over 50 con un impiego sono saliti di 572 mila unità in un anno, la disoccupazione tra i 15 e i 24 anni sale al 21,6% (+1,7 punti percentuali). Per Calderone resta inoltre il nodo sicurezza: nel corso del 2024 sono state 1.202 le morti sul lavoro, una in più dell’anno precedente. Per contrastare il fenomeno il governo ha raccolto 1,2 miliardi per quest’anno.

Il ministro Adolfo Urso

La certezza di Via Veneto, sotto la direzione del ministro delle Imprese e del Made in Italy, in questi anni è stata la convocazione di un nuovo tavolo. Quello su Piaggio Aerospace, chiuso con la vendita alla turca Baykar. Quello su Stellantis, terminato con l’accordo sul Piano Italia. E quello sull’Ilva, tutto da decifrare, con nuovi appuntamenti fissati per la settimana del 7 luglio. Risultati concreti, invece, sullo Spazio: istituito un fondo pluriennale da 150 milioni per la filiera.

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Il ministro Gilberto Pichetto Fratin?????

Il ministro dell’Energia e della Sicurezza Energetica ha riaperto il dibattito sul nucleare, promosso la Piattaforma nazionale per un nucleare sostenibile e avviato la selezione del sito per il deposito unico delle scorie. A maggio è nata anche Nuclitalia (controllata da Enel, Ansaldo Energia e Leonardo). Ma i tempi restano lunghi e la scelta finale sul ritorno all’atomo è tutta politica e ancora da compiere.

La ministra Daniela Santanchè

Il turismo, di competenza della ministra Daniela Santanchè, è sempre più importante per l’economia italiana. Nel corso del 2024 infatti ha contribuito per quasi l’11% al pil tricolore e ha generato il 13% dei posti di lavoro a livello nazionale. E con il dimezzamento da 155 a 70 euro della soglia tricolore del tax free shopping – cioè il tetto minimo di spesa necessaria per i consumatori extra-Ue per acquistare beni senza applicazione dell’Iva – si parla già di un incremento del 97% nel numero delle fatture e del 29% nel fatturato tax refund. Restano sullo sfondo le vicende legali della ministra, con i casi Visibilia e Ki Group ancora nelle mani dei giudici.

Il ministro Andrea Abodi

Il ministro dello Sport, Andrea Abodi, non è riuscito a far salire alla presidenza del Coni il suo uomo, Luca Pancalli, battuto da Luciano Bonfiglio che ha dunque preso il posto di Giovanni Malagò. Però Abodi ha fatto sì che l’Italia si aggiudicasse gli Europei di Calcio del 2032 (insieme alla Turchia), l’America’s Cup nel 2027 a Napoli, senza scordare le vicine Olimpiadi invernali di Milano-Cortina 2026.

Per farsi trovare pronta agli Europei di Calcio l’Italia ha bisogno di un commissario stadi, si legge nel dl Sport, che riesca a rendere accessibili e ammodernare le infrastrutture. Ma ancora non si è trovato un nome. (riproduzione riservata)



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