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Lavoro, il metaverso è una chance concreta per un futuro diplomato ITS?


Un nuovo biennio si staglia all’orizzonte per gli studenti che, dopo la maturità, hanno deciso di puntare sulla formazione tecnologica superiore. Nei prossimi mesi, molti si metteranno alla prova per entrare a far parte delle classi destinate a formarsi presso le diverse Academy.

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A orientare le scelte è talvolta il pregresso ma non di rado la scelta del percorso ITS può costituire una pagina nuova o discontinua, che aiuta a proiettarsi verso un futuro ancora tutto da scrivere. Se poi, ad iscriversi, è un soggetto che nell’ITS cerca ulteriore formazione o reskilling, la destinazione del corso potrebbe rivelarsi una scelta ancora più verticale.

Ma quale può essere un elemento di stimolo alla scelta, posto che l’offerta delle singole fondazioni è piuttosto sfacettata? Gli ITS sono scuole di eccellenza ad alta specializzazione tecnologica post diploma e il concetto di specializzazione tecnologica andrebbe proprio messo al cuore della scelta, perché con la formazione duale ottenuta si dovrebbe poi andare a incidere da professionisti in quelle “aree tecnologiche considerate strategiche nell’ambito delle politiche di sviluppo industriale e tecnologico e di riconversione ecologica”.

E se la specializzazione tecnologica riguardasse il metaverso? Bene ribadire che si parla, in questo caso, di ambienti digitali interattivi al servizio di vari contesti di applicazione mentre il concetto di metaverso come di un ecosistema interattivo, interoperabile e immersivo che fa comunicare più mondi interconnessi è ben altra cosa e di non immediata realizzazione.

Lecito farsi la domanda perché, come emerge dall’orientamento e dalla ricognizione dell’offerta, non manca proposta in materia: l’Academy di ITS Angelo Rizzoli punta sul Metaverso con il lancio di ITS 3D Simulation & Metaverse Specialist, che punta a formare professionisti in grado di “progettare e creare mondi virtuali coinvolgenti, con ambienti dettagliati, scenari interattivi e dinamiche di interazione avanzate”.

Anche il corso di ITS Alto Adriatico, per Tecnico Superiore Metaverso e Digital Twins, rimarcava la possibilità di utilizzare le competenze acquisite per “creare ambienti digitali altamente interattivi, che riproducono la realtà in modo dettagliato e permettono di simulare scenari complessi in modo sicuro ed efficiente”, affermando anche che la “creazione di ambienti digitali avanzati e modelli virtuali digitali infrastrutturali rappresenta una frontiera rivoluzionaria per molteplici realtà produttive e manifatturiere“.

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Ma è così?

Porsi la domanda è lecito, perché poi dopo bisogna trovare lavoro. Come ben sottolineava questa analisi apparsa su Agenda Digitale, a cura di Marco Martorana e Zakaria Sichi, il metaverso “non è più l’oggetto del desiderio delle Big Tech né il centro delle narrazioni futuristiche da prima pagina. Ma non per questo è scomparso. Al contrario: si è trasformato. È sceso dal piedistallo del “prossimo grande paradigma” per diventare, più silenziosamente, una parte – seppur selettiva – dell’economia digitale contemporanea”.

Gli entusiasmi iniziali hanno lasciato posto a considerazione più pratiche, a orizzonti meno utopistici, come affermano gli autori: “Oggi il metaverso è meno un fenomeno di tendenza e più una componente infrastrutturale, soprattutto in ambiti specifici come il mondo aziendale, l’istruzione, la formazione professionale, nonché alcune esperienze culturali e sociali. È qui che le sue potenzialità stanno trovando una prima vera applicazione, non più come mero intrattenimento o speculazione futuristica, ma come strumento funzionale e strategico.

Insomma, se si vuole percorrere questa via, meglio guardare a quegli use case concreti ed effettivi, che aiutano a proiettarsi nella professione.

Un occhio a quanto succede fuori è doveroso, i dati non mancano: come indicavano le risultanze della più recente Ricerca dell’Osservatorio Extended Reality & Metaverse, “dal 2020 ad oggi, quasi 500 imprese in Italia hanno avviato almeno un progetto XR (extended reality, ndr), per un totale di 611 progetti realizzati. Di questi, 123 sono stati avviati nel 2024, segnando un calo del 9% rispetto al 2023. I principali obiettivi per cui le aziende sviluppano progetti con tecnologie XR sono rafforzare l’immagine e il posizionamento dell’azienda e arricchire i servizi offerti nel B2c, sperimentare soluzioni innovative e ridurre tempistiche e costi nel B2b/B2e. In generale, l’87% delle grandi aziende dichiara di aver raggiunto in toto o in buona parte i benefici attesi”.

Insomma, la consapevolezza su come imprese e aziende si concentrino sulle opportunità dell’Extended Reality e in generale delle tecnologie XR, combinate con AI e Digital Twin, non deve mancare e può aiutare a suo modo i processi di orientamento. Tuttavia, bisogna anche riconoscere che il mercato non è maturo ma paradossalmente ci sono margini in attesa che lo diventi e la presenza di professionisti con competenze adeguate è un elemento fondamentale se questo passo in avanti si realizzasse.

Inoltre, come nel caso del corso ITS 3D Simulation & Metaverse Specialist l’obiettivo è quello di “formare diverse figure altamente qualificate da inserire in azienda: Metaverse Developer, CVO (Chief Virtual Officer), 3D Modeler, Programmatore, Designer, Tecnico di AR, VR e MR, di 3D modeling e IoT, di blockchain, di simulazione, di audio e video. Profili, quindi, sempre più ricercati in settori come videogiochi, social, retail, servizi finanziari, sanità, industria, ma anche nel comparto dell’energia“.

Nell’ambito quindi di un panorama diversificato per figure e settori, la scommessa sul metaverso come indirizzo di studio può prendere piede, confidando sul fatto che il superamento dell’hype non sia un danno ma un processo virtuoso per approdare a qualcosa di più concreto ed efficace, in primis per le aziende.

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