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Domanda di mutui in crescita a marzo, spinta dalle regioni del sud italia e dai depositi in aumento


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La ripresa della richiesta di mutui per l’acquisto della casa si è fatta sentire con forza soprattutto nel sud italia a marzo 2025. L’analisi aggiornata dell’Abi sul mercato del credito evidenzia una crescita nazionale nei prestiti per gli immobili, spinta da alcune regioni che mostrano incrementi più evidenti rispetto al resto del paese. Contemporaneamente, i depositi bancari, soprattutto nelle regioni del centro-sud, stanno crescendo su livelli interessanti, segnalando un atteggiamento più prudente da parte di famiglie e imprese. Il dato sulle sofferenze bancarie, cioè i prestiti non rimborsati, segnala un leggero miglioramento anche nelle regioni meridionali.

Aumento dei mutui in puglia e altre regioni del sud italia

Secondo il rapporto Abi, il mese di marzo ha mostrato un rialzo significativo nella domanda di mutui, specialmente in alcune regioni meridionali. La regione con la crescita più alta anno su anno è risultata la Puglia, con un aumento del 2,9% nelle richieste di finanziamenti per l’acquisto di case. Seguono la Calabria con un incremento del 2,4%, Campania e Abruzzo, entrambe con valori in crescita del 2,3%, e la Sardegna che ha raggiunto un +2,2%.

Questi dati confermano un ritorno all’interesse da parte delle famiglie e dei potenziali acquirenti in territori dove l’economia immobiliare aveva mostrato qualche rallentamento nei mesi precedenti. Anche le regioni del nord hanno manifestato variazioni positive, seppur più contenute, con la Lombardia e l’Emilia Romagna al 2,5%. L’aumento nei mutui indica che, nonostante l’incertezza economica globale, la casa continua a rappresentare un investimento stabile e ambito per molte famiglie italiane.

Segnali di propensione all’acquisto

I segnali emergono chiari: cresce la propensione ad acquistare immobili, soprattutto in quei territori dove il costo della vita rimane più accessibile rispetto al centro nord, e le condizioni di credito risultano più favorevoli o quantomeno meno rigide. Le richieste riguardano tanto le famiglie che cercano la prima abitazione quanto chi vuole investire in seconda casa o immobili da mettere a reddito, data anche la pressione sull’affitto in molte città.

Andamento nazionale dei prestiti tra famiglie e imprese: lievi differenze

A livello nazionale, l’Abi ha rilevato una crescita media dell’1,9% nei mutui concessi alle famiglie per l’acquisto di abitazioni. È un segnale di ripresa che interessa direttamente il mercato residenziale. Diverso il discorso per i finanziamenti alle imprese, che hanno mostrato un leggero calo dello 0,2% rispetto allo scorso anno. Sebbene la flessione sia più contenuta rispetto a fine 2024, quando i prestiti alle aziende erano diminuiti dell’1,2%, resta un quadro difficile per le imprese che cercano credito.

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Il calo dei prestiti alle imprese riguarda prevalentemente settori con margini ristretti o investimenti rinviati. Si nota però come la riduzione della flessione possa preludere a un possibile stabilizzarsi del mercato per le aziende. Alcune imprese, in particolare nelle aree con maggiore spinta economica, riescono ancora a ottenere risorse, anche se con maggiori difficoltà rispetto al passato.

Prudenza nel mercato del credito

Il confronto tra la crescita dei mutui per le famiglie e la stabilità, seppure negativa, dei finanziamenti aziendali segnala una fase di prudenza nel complesso. Il settore immobiliare residenziale si conferma punto fermo per i consumatori mentre le imprese affrontano scenari più incerti, in parte dipendenti dalla situazione economica globale e dalle politiche di credito delle banche.

Depositi bancari in crescita soprattutto nelle regioni del centro-sud e sardegna

In concomitanza con la ripresa della domanda di mutui, l’Abi segnala un aumento nei depositi bancari di famiglie e imprese. A marzo 2025, la crescita media dei depositi delle famiglie è stata dell’1,8%, in aumento rispetto all’1,1% registrato a fine 2024. Questa tendenza riflette la scelta di molti di mettere da parte risparmi più liquidi in attesa di condizioni più favorevoli o come forma di protezione economica.

La crescita maggiore arriva soprattutto da alcune regioni del centro e sud Italia. In Sardegna, i depositi sono cresciuti del 4,2%, uno dei valori più alti in assoluto. Seguono una Campania al +2,7%, il Lazio con +2,3% e poi Sicilia, Puglia e Molise che si attestano intorno al 2%. Al nord, la Lombardia mostra un aumento dei depositi bancari del 2,7% tra le famiglie, mentre quello delle imprese registra un +3,7%. In Sardegna anche i depositi aziendali sono cresciuti del 3,6%.

Atteggiamento prudente nella gestione delle risorse

Nonostante la differenza tra aree geografiche e tra famiglie e imprese, si percepisce una cautela crescente nell’utilizzo delle risorse finanziarie. Per molti, conservare liquidità rappresenta un modo per far fronte a possibili incertezze future. La maggiore crescita depositi in alcune regioni del centro-sud può anche riflettere una minore disponibilità ad investire o ad avventurarsi in operazioni rischiose, preferendo una strategia più conservativa.

La Val d’Aosta mostra il dato più alto tra imprese, con un +5% nei depositi, mentre quello delle famiglie nella stessa regione segna un +1,6%. Questo divario indica che soprattutto le aziende in quella zona stanno trattenendo più risorse liquide, forse in attesa di segnali più chiari dal mercato.

Diminuzione delle sofferenze bancarie nelle regioni meridionali

Un altro elemento importante nel rapporto Abi riguarda il calo delle sofferenze bancarie, ovvero i crediti non restituiti. Questo indicatore interessa tanto le imprese quanto le famiglie e rappresenta un termometro della qualità del credito. A marzo 2025, il tasso medio di sofferenze è sceso leggermente all’1,8%, rispetto all’1,9% rilevato a fine dicembre 2024.

Le regioni del sud italia mostrano miglioramenti sensibili sui crediti problematici. La Sardegna ha visto il valore legato alle sofferenze passare dal +3,5% di dicembre al +3,4% di marzo, la Sicilia è scesa da +3,3% a +3,2%, mentre la Calabria ha ridotto il dato dal 3,7% marzo al 3,4%. Questo segnale indica che le banche stanno recuperando una maggiore parte dei fondi prestati, o che le nuove erogazioni tengono conto di condizioni più stringenti nella valutazione del rischio.

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Miglioramento della tenuta del credito nel mezzogiorno

La diminuzione delle sofferenze, anche se lieve, fa sperare in un miglioramento della tenuta del credito nel Mezzogiorno. Il dato assume peso considerando che queste aree avevano da tempo difficoltà ad incassare i prestiti concessi, complicando l’attività delle banche e condizionando l’offerta di nuovi finanziamenti. L’attenzione resta comunque alta, perché la situazione economica di molte imprese e famiglie resta incerta e dipende da fattori sia locali che nazionali.





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