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ANBI: l’intervista al Presidente Vincenzi in vista dell’Assemblea Nazionale “Serve acqua per coltivare la Pace”


ANBI e la sfida idrica: l’intervista al Presidente Vincenzi che anticipa i temi dell’Assemblea Nazionale “Serve acqua per coltivare la Pace”

L’Assemblea Nazionale ANBI 2025 si prepara ad accendere i riflettori su uno dei temi più urgenti e strategici per il futuro del Paese: la gestione della risorsa idrica in un’epoca segnata dalla crisi climatica. Con il titolo “Serve acqua per coltivare la Pace”, l’evento, in programma a Roma l’8 e 9 luglio presso il Centro Congressi del Carpegna Palace Hotel, si conferma un importante spazio di confronto tra istituzioni, mondo agricolo, accademia, imprese e società civile.

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Cinque i panel in programma, dedicati a coesione territoriale, riutilizzo delle acque reflue, strategie europee per la resilienza idrica, infrastrutture e agricoltura irrigua. A pochi giorni dall’apertura dei lavori, abbiamo intervistato Francesco Vincenzi, Presidente dell’ANBI, per approfondire i temi centrali dell’Assemblea, il ruolo dei Consorzi di bonifica e le priorità per affrontare una crisi idrica sempre più diffusa e strutturale.

In questa intervista, Vincenzi offre una visione concreta e determinata delle sfide idriche che l’Italia si trova ad affrontare, sottolineando l’urgenza di un piano strutturale di investimenti, la necessità di una gestione più efficiente e condivisa delle risorse e il valore strategico dell’acqua non solo per l’agricoltura e l’energia, ma anche come garanzia di sicurezza alimentare, coesione sociale e democrazia.

L’intervista di Affaritaliani a Francesco Vincenzi, Presidente dell’ANBI

Presidente Vincenzi, l’Assemblea ANBI 2025 si apre in un momento cruciale per la gestione delle risorse idriche. Qual è oggi lo stato reale della gestione idrica in Italia e quali sono le priorità strategiche che ANBI intende portare all’attenzione delle istituzioni?

Innanzitutto, è importante sottolineare che l’Italia, oggi come negli ultimi anni, sta affrontando la più grave crisi climatica, in proporzione anche più intensa rispetto ad altri Paesi del mondo. Questa crisi si manifesta soprattutto nella gestione della risorsa idrica e nel surriscaldamento globale. Il grande problema di questi giorni è rappresentato dalle elevate temperature del Mar Mediterraneo, che purtroppo ci fanno prevedere, o meglio, presagire, che, alla fine di questa fase di alta pressione, potremmo trovarci a dover gestire eventi meteorologici estremi, con piogge intense e persistenti”.

Per quanto riguarda la risorsa idrica, nel nostro Paese da anni osserviamo una situazione molto disomogenea: a macchia di leopardo ci sono territori che soffrono in modo grave e continuativo, come Sicilia, Puglia, parte della Calabria e anche della Sardegna, colpiti duramente per il secondo o terzo anno consecutivo. Stiamo vivendo grandi criticità, nonostante gli investimenti del passato che avevano garantito una buona disponibilità idrica nel Nord Italia. Tuttavia, questa condizione non è più così solida, come già accaduto nel 2022. È vero che alcune situazioni favorevoli hanno temporaneamente garantito una certa disponibilità, ma questo non basta”.

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Questa realtà deve farci capire che l’Italia ha bisogno urgente di un piano strutturale di investimenti. Da un lato, è necessario realizzare nuovi bacini multifunzionali; dall’altro, serve intensificare la manutenzione, sia ordinaria che straordinaria, delle infrastrutture esistenti e del territorio nel suo complesso”.

Con 142 Consorzi di bonifica ed irrigazione coinvolti, l’Assemblea si presenta come un momento di confronto esteso. Quali sono le principali criticità e opportunità che emergeranno dai cinque panel tematici, in particolare sul riuso delle acque depurate e sulle politiche europee?

Abbiamo scelto cinque temi che, secondo il nostro punto di vista, meritano particolare attenzione. Da un lato, li rivolgiamo ai nostri associati, con cui collaboriamo e condividiamo questo percorso; dall’altro, al confronto con le istituzioni e gli stakeholder del settore“.

Il primo tema riguarda proprio ciò di cui abbiamo parlato: come affrontare, con investimenti concreti, la crisi climatica che sta colpendo il nostro Paese. Ci concentreremo in particolare sui fondi delle politiche di coesione, che negli ultimi anni sono stati poco utilizzati, soprattutto in ambiti strategici come la difesa del suolo e la gestione della risorsa idrica. Su questi chiediamo che si abbia il coraggio e la determinazione di inserirli tra le priorità nazionali”.

In secondo luogo, vogliamo accelerare le collaborazioni con le Regioni. Questo sarà un focus importante, perché riteniamo che la sfida climatica non si vinca da soli, ma unendo le forze. Il mondo dei Consorzi di bonifica ha già dimostrato, nelle emergenze, di saper dare risposte concrete sia nella gestione della risorsa idrica sia nella manutenzione ordinaria del territorio. Con le Regioni vogliamo confrontarci per avviare convenzioni anche sulla gestione di reti idriche secondarie che oggi non rientrano tra le competenze dei consorzi, ma sono in capo alle Regioni. L’obiettivo è migliorare efficacia ed efficienza nella regolazione e disponibilità dell’acqua”.

Un terzo tema riguarda i bacini multifunzionali, che possono offrire risposte fondamentali non solo per l’uso umano, basti pensare che in molti comuni oggi manca l’acqua potabile, ma anche per l’agricoltura, aumentando la disponibilità idrica per la produzione, e per la produzione di energia elettrica, contribuendo così alla competitività del Paese sul fronte del costo energetico”.

Il quarto tema è il riutilizzo delle acque reflue. Vogliamo affrontarlo con i soggetti del servizio idrico integrato, costruendo insieme un percorso chiaro e trasparente. Il riuso è una risorsa fondamentale, a cui non possiamo rinunciare, ma deve avvenire garantendo sempre la sicurezza alimentare, la salubrità e la qualità del cibo che l’Italia ha saputo conquistarsi nel tempo, e che non possiamo permetterci di perdere“.

Infine, il 9 luglio affronteremo con i ministri il tema del ruolo dell’acqua in Europa. Proprio in questi giorni, l’UE sta scrivendo la Strategia per la resilienza idrica, ma ciò che leggiamo non ci sembra né trasparente né coraggioso. C’è poca visione. Serve più determinazione sull’uso dell’acqua in un’Europa divisa in due: il Sud ha esigenze molto diverse dal Nord e non deve essere penalizzato, bensì valorizzato per il modo in cui utilizza la risorsa”.

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Vogliamo aprire un dialogo anche con i cittadini e con le associazioni ambientaliste: l’acqua usata in agricoltura non serve solo a produrre cibo, cosa già di per sé essenziale, ma è fondamentale per mantenere la biodiversità, unica nel suo genere. E l’Europa, che con la Direttiva Quadro Acque ha spesso condannato l’uso agricolo dell’acqua nei Paesi del Sud, deve tener conto di questo“.

L’acqua è anche una questione di democrazia. La pace passa attraverso l’acqua. I cambiamenti climatici stanno già causando migrazioni: c’è chi fugge per troppa acqua e chi perché non ce n’è. Senza acqua non c’è cibo, e il cibo è il primo strumento di democrazia che ogni Paese deve garantire”.





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