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“Perseguire una società più ricca e più equa”. Le sfide? IA e merito


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Confindustria Romagna è “un processo di aggregazione portato a compimento” ed ora è “un’entità unitaria, qualcosa di più di una sommatoria, che intende continuare a confrontarsi con le istituzioni per essere un motore di sviluppo verso una società più ricca e più equa”. A mettere un punto fermo sul lungo processo di fusione delle ex associazioni provinciali, che ormai appartiene al passato, è il nuovo presidente dell’associazione degli industriali romagnolo Mario Riciputi, che riconosce al suo precedessero Roberto Bozzi di essere stato “protagonista di una fase di passaggio”.

Dazi al 10%? Un aggravio ulteriore

L’associazione degli industriali romagnoli conta quasi 900 imprese associate, oltre 21 miliardi di fatturato aggregato con il 30% destinato alle esportazioni (il 10% circa è verso gli Stati Uniti), 44 mila dipendenti. Con questi numeri debutta il neo-eletto presidente, formalizzato la settimana scorsa nell’assemblea a Castrocaro. Tra le priorità di Riceputi c’è la svolta epocale dell’intelligenza artificiale, il merito come molla di crescita dei giovani, la formazione di competenze.

VIDEO – Intervista a Mario Riciputi

C’è poi “una fase economica non facile per i bassi trend di crescita dell’economia nazionale e internazionale e le incertezze geopolitiche che rendono tutto questo più volatile”, tutti fattori che le aziende “hanno sempre avuto capacità di affrontare, ma che pesano sulla programmazione e sullo sviluppo”.

Conquistare nuovi mercati? A dirlo è facile, ma spiega Riciputi “sui nuovi mercati il livello di competizione sarà elevato, mentre si deve anche ottenere maggior valore aggiunto dove si è già presenti”. E in questo i dazi non aiutano: “Si parla del 10% con gli Usa con sollievo rispetto alle percentuali iniziali, ma sono un aggravio; inoltre sono da considerare assieme alla svalutazione del dollaro che portano ad un gap concorrenziale superiore al 20%”.

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Politiche locali, avanti con la Città Romagna

Dal punto di vista delle politiche locali, Riciputi promette “continuità con la presidenza di Bozzi” ed in particolare sul progetto “Città Romagna” elaborato da Confindustria Romagna fin dal 2020: “La Romagna unita è la base imprescindibile per attuare qualsiasi progetto di area vasta: va messo a punto con urgenza un intervento programmatico che la renda possibile, dando forma e regole a una città metropolitana con un perimetro riconosciuto a livello istituzionale, per rafforzare l’intera regione sotto ogni punto di vista, infrastrutturale, idrogeologico, culturale e identitario”. 

Per rafforzare le politiche territoriali, il nuovo presidente indica la scelta di individuare due delegati speciali: Guido Ottolenghi all’economia del mare e portuale e Alessandro Curti all’economia dell’aerospazio. Quindi un accenno sul tema dei due aeroporti (Rimini e Forlì): “Hanno prospettive positive, nella loro diversità di ruoli e siamo soddisfatti che il nuovo presidente della Regione de Pascale abbia preso in mano questa situazione”, spiega.

La squadra del presidente

La squadra che affianca il presidente è formata anche da otto vicepresidenti con le seguenti deleghe: Andrea Albani (territorio riminese, attrattività territoriale e turismo), Pierluigi Alessandri (Internazionalizzazione), Giacomo Fabbri (Energia), Maurizio Minghelli (Tecnologia e innovazione), Antonio Serena Monghini (Territorio ravennate e relazioni industriali), Davide Stefanelli (Territorio forlivese-cesenate, transizione digitale e intelligenza artificiale), Andrea Tomasino (Ambiente, sicurezza ed economia circolare) e Alessia Valducci (Imprenditoria femminile).

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Il Consiglio di presidenza si completa con i due vicepresidenti di diritto: Paolo Cesari, alla guida del Comitato Piccola Industria (delega a Sviluppo d’impresa), e Angelo Bagnari, che presiede il Gruppo Giovani Imprenditori (delega a Nuova imprenditorialità). Il presidente sarà poi coadiuvato da otto consiglieri delegati su specifiche materie, da lui indicati: oltre a Curti e Ottolenghi, Giacomo Gollinucci (New media), Amalia Maggioli (Credito e finanza), Ombretta Sequino (Sostenibilità Esg), Tarozzi Tomaso (Education), Cesare Trevisani (Progetto Città Romagna, città future e infrastrutture) e Riccardo Tura (Marketing e sviluppo associativo). 

La sfida dell’IA: attrarre talenti 

Il quadriennio di Riciputi sarà con ogni probabilità segnato dal cambio tecnologico dell’intelligenza artificiale. A parlarne è il vicepresidente delegato Davide Stefanelli: “Le nostre aziende hanno un buon livello di investimento nel digitale finalizzato finora all’aumento della produttività. Ma ora siamo ad uno snodo nuovo: si parla di nuovi modelli di business e si guarda, anche con preoccupazione all’IA”. Tuttavia, per Stefanelli, “chi non dominerà questi strumenti diventerà un territorio marginale”. Per questo serve “un forte impegno su formazione e attrattività di talenti”. 

Per diventare attrattivi c’è anche l’idea “di usare aziende locali come ambassador che fanno del nostro territorio un territorio attrattivo”, aggiunge Albani. E sempre in tema di innovazione tecnologica dice il vicepresidente Maurizio Minghelli: “Bisogna lavorare su innovazione di prodotto e di processo per raggiungere prodotti sempre più sostenibili, una condizione morale che abbiamo tutti ben chiara, mantenendo qualità e design che ci distinguono sui mercati internazionali”. 

Giovani e lavoro

La Romagna, come tutt’Italia, soffre fortemente della mancanza di risorse umane, non solo quelle specializzate, ma ormai anche quelle con competenze che dovrebbero essere più diffuse, al punto che a volte progetti aziendali innovativi si bloccano per la mancanza di personale. Sul tema dei giovani Riciputi mette al centro il merito: “È indispensabile garantire alle nuove generazioni un processo di riconoscimento del merito, di realizzazione delle proprie aspirazioni, di ascensione e sicurezza sociale, di salute e benessere. Il merito deve essere l’“ascensore” della società civile”.

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Ma questo si scontra, va dritto alla questione il presidente, “con problemi di accoglienza e integrazione degli stranieri”, in particolare nell’insegnamento della lingua italiana. Il secondo problema è la casa: “Infermieri e medici verrebbero anche a lavorare nei nostri ospedali, ma anche loro non trovano soluzioni abitative”. E poi le retribuzioni che possono invogliare a insediarsi in un territorio, come la Romagna, percepito come attrattivo per qualità della vita e livello dei servizi: “Una condizione retributiva migliore? La risposta è sì, ma perseguendo obiettivi di produttività così che ci siano le risorse per una maggiore remunerazione della forza lavoro”, conclude in neopresidente



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