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Nuove Misure di Sostegno per Imprese in Crisi e Settore Moda


Il Decreto-Legge 26 giugno 2025, n. 92, pubblicato nella Gazzetta Ufficiale n. 146 del 26 giugno 2025, introduce un pacchetto articolato di misure straordinarie per il sostegno dell’occupazione nelle imprese italiane colpite da difficoltà strutturali. Il provvedimento, entrato in vigore il 27 giugno 2025, rappresenta una risposta concreta del Governo alle sfide che stanno attraversando diversi settori produttivi, con particolare attenzione alle aree di crisi industriale complessa e alla filiera della moda a cui afferiscono molte PMI italiane.

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Le misure per le aree di crisi industriale complessa

Esonero dal contributo addizionale CIGS

L’articolo 6 del decreto dispone l’esonero dal contributo addizionale previsto per l’accesso alla Cassa Integrazione Guadagni Straordinaria (CIGS) per l’anno 2025. Questo beneficio è riservato alle imprese che operano in territori riconosciuti come “aree di crisi industriale complessa” ai sensi del DL 83/2012.

Il contributo addizionale, normalmente calcolato sulla retribuzione globale che sarebbe spettata al lavoratore per le ore di lavoro non prestate, varia in funzione dell’intensità di utilizzo delle integrazioni salariali: 9% fino a 52 settimane, 12% oltre le 52 settimane e fino a 104 settimane, e 15% oltre le 104 settimane in un quinquennio mobile.

L’esonero rappresenta un intervento mirato a ridurre gli oneri contributivi per le aziende già colpite da difficoltà strutturali, consentendo loro di beneficiare del trattamento straordinario senza versare la contribuzione normalmente richiesta. Tuttavia, l’esonero non è concesso a chi attiva procedure di licenziamento collettivo nel corso del periodo di integrazione, incoraggiando i datori di lavoro a utilizzare gli ammortizzatori come strumento per la salvaguardia effettiva dell’occupazione.

Il finanziamento dell’intervento è previsto per un importo di 6,5 milioni di euro per l’anno 2025, con copertura tramite il Fondo sociale per occupazione e formazione.

Contesto delle aree di crisi industriale complessa

Le aree di crisi industriale complessa riguardano territori soggetti a  recessione economica e perdita occupazionale di rilevanza nazionale, derivanti dalla crisi di una o più imprese di grande o media dimensione con effetti sull’indotto, oppure da una grave crisi di uno specifico settore industriale con elevata specializzazione territoriale.

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Attualmente sono riconosciute come aree CIC diverse zone distribuite in quattordici regioni italiane, tra cui Val Vibrata (Abruzzo), Acerra-Marcianise-Airola, Torre Annunziata-Castellammare e Battipaglia-Solofra (Campania), Trieste (Friuli-Venezia Giulia), Taranto (Puglia), Porto Torres e Portovesme (Sardegna), Gela e Termini Imerese (Sicilia), e molte altre.

Ammortizzatori sociali per i grandi gruppi

L’articolo 7 introduce una misura di grande rilievo per i gruppi di imprese con almeno 1.000 dipendenti sul territorio nazionale. In presenza di un accordo quadro firmato con i sindacati maggiormente rappresentativi, il Ministero del Lavoro e il Ministero delle Imprese, è possibile richiedere una proroga della CIGS fino al 31 dicembre 2027.

Questo ammortizzatore straordinario, concesso in deroga alla normativa ordinaria, si colloca in continuità con trattamenti già avviati e consente di sospendere i lavoratori fino al 100% dell’orario. L’obiettivo è duplice: gestire le eccedenze di personale in maniera non traumatica e favorire processi di reindustrializzazione e riconversione produttiva.

La spesa pubblica prevista è considerevole: 30,7 milioni di euro nel 2025, 31,3 milioni nel 2026 e 32 milioni nel 2027, coperta con riduzioni del Fondo sociale e altri meccanismi di compensazione.

Sostegno in caso di cessione aziendale

L’articolo 8 prevede un ulteriore strumento a favore dei lavoratori coinvolti in cessazioni aziendali. In presenza di un accordo governativo presso il Ministero del Lavoro, può essere concessa una proroga della CIGS per sei mesi non rinnovabili, nel caso in cui esistano prospettive concrete di cessione dell’azienda e riassorbimento occupazionale.

Principio di condizionalità attiva

Il decreto introduce un importante principio di condizionalità attiva per i lavoratori beneficiari degli ammortizzatori sociali. Il lavoratore decade dal diritto al trattamento se:

  • Rifiuta corsi di formazione o non li frequenta regolarmente
  • Non accetta un’offerta di lavoro con retribuzione almeno all’80% di quella precedente, a condizione che la sede sia entro 50 km o raggiungibile in massimo 80 minuti con mezzi pubblici

L’elenco dei lavoratori sospesi deve essere trasmesso al Sistema informativo per l’inclusione sociale e lavorativa (SIISL), la piattaforma del Ministero del Lavoro che ha l’obiettivo di incrociare i dati relativi alle domande e offerte di lavoro in Italia.

Il sostegno al settore moda

L’articolo 10 rappresenta una boccata d’ossigeno per il settore moda italiano, da tempo in particolare difficoltà. La misura stabilisce l’incremento del tetto di spesa per le disposizioni già previste dalla legge di bilancio 2024, estendendo per tutto l’anno 2025 gli ammortizzatori sociali in favore dei lavoratori dipendenti di datori di lavoro operanti nei settori tessile, dell’abbigliamento, calzaturiero (TAC), conciario e settori affini.

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Viene riconosciuta un’integrazione in deroga per un ulteriore periodo massimo di 12 settimane dal 1° febbraio 2025 fino al 31 dicembre 2025. Questo si aggiunge alle 12 settimane già previste fino al 31 gennaio 2025, per un totale potenziale di 24 settimane di copertura.

La crisi del settore moda italiano

Il settore moda italiano sta attraversando una fase particolarmente critica. Secondo i dati più recenti, a febbraio 2025 la produzione della moda scende del -12,9%, rappresentando il 25esimo mese consecutivo con trend negativo. Nel primo bimestre del 2025, la produzione scende del 12,7%, peggiorando la flessione dell’11,8% registrata nel 2024.

Le esportazioni nei primi due mesi del 2025 scendono del 6,0% su base annua, con una flessione più intensa (-10,1%) nei mercati extra UE. Il settore automotive risulta il più colpito in tutti i paesi europei, ma il calo è marcato anche nei settori della moda e nella lavorazione dei metalli.

Per il 2025, le previsioni indicano un calo dei ricavi del 5,8% rispetto al 2024, con un picco del -7,7% per i settori core: abbigliamento, accessori e calzature. L’export dovrebbe attestarsi a -2,8%, in un contesto generale dove il fatturato 2024 del settore moda ha raggiunto quota 96 miliardi di euro, in calo del 5,3%.

 

Decreti attuativi e procedure

Per l’implementazione pratica delle misure previste dal decreto, è necessaria l’emanazione di specifici decreti ministeriali che definiscano le modalità operative. L’INPS, con la circolare n. 3 del 15 gennaio 2025, ha fornito un quadro riepilogativo delle novità in materia di ammortizzatori sociali per il 2025.

Il Ministero del Lavoro ha già emanato diversi decreti attuativi, tra cui il decreto n. 989 del 28 marzo 2025 concernente le misure di sostegno al reddito per i lavoratori dipendenti da imprese operanti in aree di crisi industriali complesse.

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Il ruolo del Fondo sociale per l’occupazione e formazione

Il Fondo sociale per occupazione e formazione rappresenta lo strumento principale di finanziamento delle misure previste dal decreto. Gli interventi finanziati attraverso tale fondo riguardano contributi economici o sgravi contributivi concessi ai lavoratori per il sostegno al reddito e ai datori di lavoro per l’assunzione di categorie specifiche come giovani, donne, disoccupati e soggetti svantaggiati.

Prospettive e implicazioni future

Il Decreto-Legge 92/2025 si inserisce in un quadro più ampio di politiche attive del lavoro e di sostegno alla reindustrializzazione del Paese. Le misure previste rappresentano un importante segnale di attenzione del Governo verso i settori in difficoltà, bilanciando il sostegno immediato ai lavoratori con l’obiettivo di favorire processi di riconversione e riqualificazione produttiva.

L’introduzione del principio di condizionalità attiva e il rafforzamento del sistema informativo SIISL dimostrano la volontà di modernizzare gli strumenti di politica attiva, rendendoli più efficaci nel favorire il reinserimento lavorativo e lo sviluppo delle competenze.

Per il settore moda, l’estensione degli ammortizzatori rappresenta un sostegno fondamentale in una fase particolarmente critica, mentre per le aree di crisi industriale complessa l’esonero dal contributo addizionale può alleggerire significativamente i costi per le imprese che investono nella salvaguardia occupazionale.

Il successo di queste misure dipenderà dalla loro implementazione operativa e dalla capacità di integrarsi con le altre politiche industriali in corso di definizione, in un momento cruciale per il futuro dell’industria italiana e la sua competitività sui mercati globali.





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