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come ottenere gli sconti fiscali


Chi vuole comprare o ha già acquistato condizionatori può accedere a uno sconto fiscale fino al 50 per cento delle spese. Un vademecum agli aspetti da attenzionare, dai modelli ammessi al pagamento

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Anche i condizionatori possono rientrare tra le spese ammesse in detrazione fiscale, ma è necessario prestare attenzione a specifiche regole e adempimenti.

Chi negli scorsi mesi ha deciso di comprare e installare un impianto di climatizzazione per la propria casa o si accinge a farlo alla luce di temperature sempre più roventi, è chiamato ad attenzionare in primis i modelli incentivabili, ma anche le regole che riguardano i pagamenti.

Non sempre è infatti possibile accedere agli sconti fiscali, che anche nel 2025 si articolano in tre diversi strumenti: l’ecobonus, il bonus ristrutturazione e il bonus mobili. Non si tratta di agevolazioni “intercambiabili” ma al contrario ognuna di queste prevede regole e condizioni specifiche.

Condizionatori, sostituzione o nuova installazione? Cambia la tipologia di agevolazione (e modelli ammessi)

C’è un primo aspetto sul quale è bene soffermarsi per capire la tipologia di agevolazione spettante. Il condizionatore è acquistato per sostituzione o si tratta di una nuova installazione?

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Partendo dall’evidenziare che gli sconti fiscali spettano in ambedue le ipotesi, è diverso lo strumento a disposizione.

Se la spesa è sostenuta per sostituire un impianto pre-esistente è possibile accedere all’ecobonus. In questo caso il valore massimo ammesso in detrazione è di 30.000 euro e rientrano tra le spese incentivate quelle relative a pompe di calore ad alta efficienza. Secondo le indicazioni fornite nel corso degli anni dall’Agenzia delle Entrate, così come dall’ENEA, gli impianti installati devono garantire specifici standard tecnici e in particolare:

“un coefficiente di prestazione (COP/GUE) e, qualora l’apparecchio fornisca anche il servizio di climatizzazione estiva, un indice di efficienza energetica (EER) maggiore o uguale ai pertinenti valori minimi, fissati nell’allegato F al D.M. 6.08.2020. Qualora siano installate pompe di calore elettriche dotate di variatore di velocità (inverter), i pertinenti valori di cui all’allegato I al D.M. 6.08.2009 e all’allegato F al D.M. 6.08.2020 sono ridotti del 5 per cento.”

Si tratta ovviamente di condizioni tecniche che è bene verificare con il venditore in fase di acquisto.

Se invece il condizionatore è acquistato per una nuova installazione, è possibile ottenere il bonus ristrutturazione. Si fanno più “blandi” i requisiti tecnici richiesti ed è possibile ottenere la detrazione non solo per le pompe di calore ma anche se l’impianto prevede il solo raffrescamento e non anche la funzione di riscaldamento.

Nuove installazioni agevolabili anche mediante il bonus mobili, accessibile però a patto di aver avviato lavori di ristrutturazione dal 1° gennaio dell’anno precedente.

Prima o seconda casa, bonus condizionatori dal 36 al 50 per cento

L’analisi della tipologia di bonus condizionatori richiedibile è decisiva per valutare l’impatto dello sconto fiscale, riconosciuto a rimborso sulla spesa sostenuta.

Su questo aspetto è bene partire evidenziando che, se fino allo scorso anno il bonus sui condizionatori poteva arrivare al 65 per cento grazie all’ecobonus, dal 1° gennaio al 31 dicembre 2025 per effetto delle novità introdotte dalla Manovra si applica l’aliquota unica del 50 per cento.

Per i condizionatori installati nella propria abitazione principale, sia l’ecobonus che il bonus ristrutturazione garantiscono uno sconto di pari valore. Per quel che riguarda le seconde case invece, la detrazione scende al 36 per cento.

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Unica eccezione è prevista per il bonus mobili, per il quale non sono previste differenziazioni tra prima e seconda casa e che quindi spetta per tutti nella misura del 50 per cento della spesa.

Condizionatore da pagare con bonifico parlante

Analizzate regole e condizioni d’accesso alle singole agevolazioni è bene soffermarsi su un aspetto centrale, ossia sulle modalità di pagamento.

Per accedere ai bonus per ristrutturazioni e risparmio energetico è fondamentale utilizzare il bonifico parlante, indicando il corretto riferimento normativo dell’agevolazione.

Per quanto riguarda la detrazione per i lavori di ristrutturazione edilizia, ai fini della corretta compilazione bisognerà inserire i seguenti dati:

  • causale del versamento, con riferimento alla norma (articolo 16-bis del Dpr 917/1986);
  • codice fiscale del beneficiario della detrazione;
  • codice fiscale o numero di partita Iva del beneficiario del pagamento.

Per beneficiare dell’ecobonus invece bisognerà indicare i seguenti dati:

  • causale del versamento: Lavori volti al risparmio energetico ai sensi art. 1, co. 344-347, L. 27/12/2006, n. 296
  • codice fiscale del beneficiario della detrazione
  • numero di partita Iva o il codice fiscale del soggetto a favore del quale è effettuato il bonifico (ditta o professionista che ha effettuato i lavori).

Per il pagamento di mobili ed elettrodomestici ammessi in detrazione l’uso del bonifico parlante non è obbligatorio, in quanto il pagamento potrà essere effettuato anche con carta di debito o credito o con bonifico ordinario sul quale non si applica la ritenuta.

In quest’ultimo caso la causale da inserire è la seguente:

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  • Spese per arredi o elettrodomestici ai sensi dell art. 16, comma 2, DL 63/2013, convertito nella legge 90/2013.

Attenzione all’installazione

Un ulteriore aspetto da monitorare, funzionale sia ai fini dell’accesso alle detrazioni fiscali ma più in generale per quanto riguarda la conformità rispetto alla normativa in materia edilizia, è relativo all’installazione.

Vietato il fai da te e, al contrario, è necessario che l’installazione venga effettuata da professionisti abilitati e in possesso della certificazione F-Gas.

Alla fine dell’intervento di installazione è inoltre necessario accertarsi che venga rilasciato il certificato di conformità dell’impianto, contenente anche i dati utili ai fini della trasmissione della comunicazione ENEA.



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