Non è un segreto che mantenere un figlio costi parecchio: qualche anno fa un’indagine ha stimato che, da 0 a 18 anni, le famiglie italiane spendono quasi 200.000 € per ciascun figlio!
Proprio per questo, il governo ha introdotto spesso bonus, benefici e agevolazioni per i nuclei con figli, con l’obiettivo di incentivare la natalità e sostenere i genitori: ci riferiamo a misure come il Bonus Nascita o l’Assegno Unico.
Ma non finisce qui: se hai figli a carico puoi anche godere di specifiche detrazioni fiscali. Sono una risorsa molto utile, perché vanno a ridurre il carico di tasse che paghi sul tuo reddito!
Ti abbiamo incuriosito? Allora continua a leggere: nei prossimi paragrafi ti spieghiamo tutto quello che devi sapere sulle detrazioni per figli a carico e sulle novità per il 2025.
Cosa sono le detrazioni figli a carico?
Dato che ci piace essere sempre chiari, cerchiamo di farti capire bene di cosa stiamo parlando: la detrazione per figlio a carico è uno “sconto” sulle tasse che viene concesso ai genitori (o a chi ha la responsabilità genitoriale) quando hanno figli che non guadagnano abbastanza per mantenersi da soli.
In pratica, se hai uno o più figli a carico, lo Stato ti fa pagare meno IRPEF. Non sai cos’è? È l’imposta sul reddito delle persone fisiche, che viene applicata a vari tipi di reddito (incluso quello da lavoro dipendente e da pensione).
E che significa avere un figlio a carico? Rispondiamo subito: per essere considerato “a carico”, tuo figlio deve avere meno di 30 anni e un reddito complessivo annuo non superiore a 2.840,51 €. Se ha meno di 24 anni, la soglia sale a 4.000 €.
Se guadagna di più, anche vivendo ancora con te, comunque non sarà a tuo carico, quindi niente detrazioni!
Infine, in caso di figli con disabilità, non esiste limite di età per essere considerati a carico.
Tutto chiaro? Specifichiamo solo un ultimo dettaglio: come avrai capito, la detrazione non è un bonus o un rimborso diretto, ma una riduzione delle tasse che dovrai pagare.
Confronto 2024 vs 2025: Detrazioni, Assegno Unico e novità fiscali
Nel 2025 è stata introdotta una novità importante riguardo le detrazioni per i figli a carico: la nuova Legge di Bilancio ha confermato che saranno disponibili solo per i figli a carico tra i 21 e i 29 anni.
E per i più giovani? Niente paura: per loro hai diritto a ricevere l’Assegno Unico, un sostegno erogato ogni mese in importo variabile in base al tuo ISEE. In sostanza, l’AA ha sostituito le vecchie detrazioni per i figli sotto i 21 anni.
Per i più grandi le puoi ancora ottenere, ma solo se loro risultano a tuo carico!
Importi e fasce di reddito detrazioni figli a carico 2025
Arrivati a questo punto abbiamo capito che, dal 2025, le detrazioni per i figli a carico sono disponibili solo per i figli dai 21 ai 30 anni. Ma di che importi parliamo?
L’articolo 12 del TUIR, il Testo unico delle imposte sui redditi, parla chiaro: le detrazioni fiscali per i figli a carico possono arrivare a 950 €.
Ma attenzione: questo importo è solo teorico! Nella realtà, la cifra che ti spetta dipende dal tuo reddito annuo e viene ricalcolata con una formula precisa.
Il calcolo funziona così: più alto è il tuo reddito, più bassa sarà la detrazione. Se il tuo reddito complessivo è inferiore a 95.000 €, hai diritto a una quota (intera o parziale) della detrazione. Si usa questa formula:
950 € × (95.000 – tuo reddito) / 95.000
Se ad esempio guadagni 40.000 €, otterrai circa 550 €.
E se invece il reddito supera i 95.000 €? In questo caso la detrazione si azzera, quindi non ti spetta nulla… a meno che tu non abbia più figli! Per ogni figlio oltre il primo, infatti, il tetto dei 95.000 € si alza di 15.000 €.
Quindi, con due figli, il limite diventa 110.000 €, con tre sale a 125.000 € e così via. Questo meccanismo aiuta le famiglie numerose ad avere comunque accesso alle detrazioni, anche con redditi più alti.
Detrazioni in busta paga: esempio pratico 50% o 100%
Aggiungiamo un altro tassello: quando si parla di detrazioni per figli a carico se entrambi i genitori lavorano, spesso ci si chiede se convenga applicarle al 50% o al 100%. La risposta dipende dalla situazione familiare e da chi, tra i genitori, ha un reddito più alto.
In generale, se i genitori non sono separati, la detrazione si divide al 50% tra entrambi. Tuttavia, è possibile accordarsi per farla valere al 100% a favore del genitore con reddito più alto, in modo da sfruttarla meglio.
Non è chiaro? Non ti preoccupare, facciamo un esempio.
Supponiamo che tu abbia un figlio a carico di 23 anni e abbia diritto a 950 € di detrazione per il 2025:
- Se chiedi il 50%, in busta paga ti ritroverai uno sconto fiscale mensile di circa 39-40 €;
- Se chiedi il 100%, lo sconto sarà di circa 79-80 € al mese.
In caso di separazione legale o divorzio, la regola cambia: la detrazione, in assenza di accordi diversi, spetta al genitore affidatario.
E se l’affidamento è congiunto? In questo caso si torna alla regola del 50%. Tuttavia, se uno dei due genitori non può usufruirne (ad esempio perché ha un reddito troppo basso per pagare IRPEF), la detrazione può andare interamente all’altro, che però dovrebbe versare al primo genitore la parte corrispondente (a meno che non si siano messi d’accordo diversamente).
Insomma: tra 50% o 100% non c’è una risposta valida per tutti. Conviene fare due conti in base alla vostra situazione e, se possibile, accordarsi per ottimizzare il beneficio fiscale.
Spese detraibili figli a carico 2025: novità per spese scolastiche
Arrivati a questo punto, dobbiamo fare un’altra precisazione. Finora ti abbiamo parlato delle detrazioni IRPEF per i figli a carico e ti abbiamo spiegato che, nel 2025, non sono più disponibili per i figli sotto i 21 anni, perché sono state sostituite dall’Assegno Unico.
Tuttavia, se hai figli a carico (sotto i 30 anni) e sostieni alcune spese per loro, puoi comunque portarle in detrazione, ossia usarle per ridurre l’IRPEF che devi pagare. Ci riferiamo, soprattutto, alle spese mediche e scolastiche.
La novità del 2025 è che il tetto massimo detraibile per i costi scolastici sale a 1.000 € per figlio, rispetto agli 800 € degli anni precedenti.
Rientrano in questa categoria le spese sostenute per scuole dell’infanzia, primarie, secondarie e università, sia statali che paritarie. Se tuo figlio studia fuori sede, puoi detrarre anche l’affitto, fino a un massimo di 2.633 €.
Ma attenzione: per portare questi costi in detrazione devi aver pagato con mezzi tracciabili e aver conservato ricevute e scontrini! Al momento della dichiarazione dei redditi dovrai indicarli nel Quadro E, righe da E8 a E10, con il codice 12.
Anche le spese sanitarie danno diritto a una detrazione del 19%, ma solo per l’importo che supera la franchigia di 129,11 €. Puoi includere visite specialistiche, esami diagnostici, farmaci e dispositivi medici con marchio CE. I pagamenti devono sempre essere tracciabili, quindi vanno bene carte, bancomat o bonifici.
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