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“Al lavoro con Mef per aumentare quota del 5% sul Fondo sanitario”


Prevenzione. Schillaci: “Al lavoro con Mef per aumentare quota del 5% sul Fondo sanitario”

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Il Ministro della Salute, intervenuto oggi alla Camera, ha illustrato le strategie e i finanziamenti destinati alla prevenzione sanitaria. Ha ribadito l’importanza del Piano Nazionale della Prevenzione e del Piano Oncologico, evidenziando i risultati ottenuti e le risorse stanziate, con l’obiettivo di ridurre le diseguaglianze territoriali e aumentare la quota del Fondo Sanitario Nazionale destinata alla prevenzione.


02 LUG

Il Ministro della Salute Orazio Schillaci ha risposto oggi in Aula alla Camera all’interrogazione di Maurizio Lupi (Noi moderati) sulle iniziative volte a garantire livelli di spesa pubblica adeguati per il finanziamento delle attività di prevenzione sanitaria. Schillaci ha sottolineato che le malattie croniche non trasmissibili rappresentano oggi il 70% dei decessi, evidenziando l’urgenza di agire sui fattori di rischio modificabili come tabagismo, sedentarietà, consumo dannoso di alcol e alimentazione scorretta.

Il Piano Nazionale della Prevenzione 2020-2025 è stato indicato come il fulcro dell’azione ministeriale, adottando un approccio “life course” che prevede interventi preventivi sin dalla primissima fase dell’esistenza. I risultati del 2023 dell’Osservatorio Nazionale Screening mostrano che quasi 16 milioni di persone sono state invitate agli screening, con quasi 7 milioni che hanno eseguito il test, raggiungendo oltre il 90% della popolazione target per screening mammografico e colorettale.

Il Ministro ha inoltre illustrato i finanziamenti stanziati per la prevenzione: 10 milioni di euro annui dal 2023 al 2027 per il Piano Oncologico Nazionale, 50 milioni di euro per potenziare prevenzione, diagnosi, cura e assistenza oncologica, 20 milioni di euro annui per il rimborso dei test genomici per il carcinoma mammario ormono-responsivo, e ulteriori fondi per il Next Generation Sequencing, i registri tumori e lo screening polmonare.

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Infine, Schillaci ha annunciato l’intenzione di aumentare la percentuale del Fondo Sanitario Nazionale destinata alla prevenzione, attualmente al 5%, collaborando con il Mef per far riconoscere questi investimenti nelle nuove regole del bilancio europeo.

“Investire in prevenzione significa investire in anni di vita in salute, in qualità della vita, in sostenibilità del sistema”, ha concluso il Ministro.

Di seguito la risposta integrale del ministro Schillaci.

“Grazie, Presidente. Ringrazio gli onorevoli interroganti per avere posto l’attenzione su un tema centrale per il futuro della nostra Nazione. Le malattie croniche non trasmissibili rappresentano oggi il 70 per cento dei decessi. È un dato che ci obbliga ad agire con determinazione su tutti i fattori di rischio modificabili. Tabagismo, sedentarietà, consumo dannoso di alcol, scorretta alimentazione condannano a un destino ineluttabile, che però possiamo contrastare con strategie mirate ed investimenti intelligenti.

Il Piano nazionale della prevenzione 2020-2025 rappresenta il cuore della nostra azione: un approccio life course che contempla interventi preventivi, sin dalla primissima fase dell’esistenza, per migliorare non solo l’aspettativa, ma, soprattutto, la qualità di vita dei nostri cittadini. I risultati stanno arrivando. I dati dell’Osservatorio nazionale screening per il 2023 parlano chiaro: 15.946.091 persone invitate agli screening; quasi 7 milioni hanno eseguito il test; più del 90 per cento della popolazione target raggiunta per screening mammografico e colorettale, oltre per quello cervicale; per gli screening femminili i risultati sono ottimali, riusciamo ad invitare oltre il 90 per cento della popolazione avente diritto.

Questi non sono numeri, sono vite potenzialmente salvate. Il 26 gennaio 2023 abbiamo adottato il Piano nazionale oncologico 2023-2027 con l’intesa Stato-regioni. Non solo prevenzione, ma un approccio globale e intersettoriale che integra prevenzione, diagnosi precoce e gestione. L’obiettivo? Eliminare le diseguaglianze nell’accesso agli interventi di prevenzione e cura perché un cittadino del Sud non può avere meno opportunità di uno del Nord. Tra le novità, allargamento delle fasce di età per screening mammografico e colorettale, miglioramento dei percorsi per l’identificazione precoce dei soggetti a rischio eredo-familiare, prevenzione personalizzata e non più uguale per tutti.

Veniamo al cuore dell’interrogazione, i finanziamenti. Ecco cosa è stato stanziato: piano oncologico, 10 milioni di euro per ciascun anno, dal 2023 al 2027; 50 milioni di euro per potenziare prevenzione, diagnosi, cura e assistenza oncologica; per i test genomici, 20 milioni di euro annui per il rimborso dei test per il carcinoma mammario ormono-responsivo. Medicina personalizzata, quindi, non promesse. Per il Next Generation Sequencing, 5 milioni di euro iniziali; incrementati i 200 milioni euro annui per il colangiocarcinoma inoperabile, più un milione di euro per il 2024 perché la ricerca non si ferma; per i registri tumori, un milione di euro annui dal 2020, per alimentare il Registro tumori nazionali; per lo screening polmonare un milione di euro, incrementato di oltre 0,6 milioni di euro per il 2027 (la Rete italiana per lo screening polmonare è una realtà); per la prevenzione del tumore al seno 200.000 euro per il 2025 e 800.000 euro per il 2026, per estendere lo screening alle fasce 45-50 e 70-74 anni.

Il PON “Equità nella salute” dei fondi strutturali europei interverrà nelle 7 regioni del Sud dove le diseguaglianze sono più marcate. Non possiamo più accettare che la geografia determini le opportunità di salute. La prevenzione non è un settore della sanità, lasciatemelo dire: è il settore della sanità del futuro. Investire in prevenzione significa investire in anni di vita in salute, in qualità della vita, in sostenibilità del sistema.

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I numeri che ho illustrato dimostrano che stiamo andando nella giusta direzione, ma non ci fermiamo qui. Vogliamo aumentare quella percentuale del 5 per cento del Fondo sanitario nazionale destinata alla prevenzione. Stiamo lavorando con il MEF per far riconoscere questi investimenti nelle nuove regole del bilancio europeo, perché ogni euro speso in prevenzione ne fa risparmiare fino a dieci in cure, ma, soprattutto, regala futuro ai nostri cittadini”.

La replica di Lupi. Signor Ministro, a nome del gruppo di Noi Moderati, ci dichiariamo soddisfatti della sua risposta, nel senso che siamo convinti che la strada che lei ha indicato sia la strada da percorrere e da percorrere con la certezza dei tempi e con le risorse messe a disposizione per arrivare all’unico obiettivo che dà la ragione dell’importanza di quanto stiamo discutendo.

Eliminare le diseguaglianze nell’accesso agli interventi di prevenzione e cura, perché un cittadino del Sud non può avere meno opportunità di uno del Nord. Sto ripetendo un pezzo della sua risposta alla nostra interrogazione. La prevenzione non è un settore della sanità, è il settore della sanità del futuro. Ecco credo che questa sia la sfida che noi abbiamo davanti. Lei, come noi, sa di avere una responsabilità importante. Non c’è bisogno di guardare le indagini, le statistiche e i sondaggi per vedere che la priorità delle priorità nei cittadini italiani è la sanità: il diritto alla salute, il diritto a non avere lunghe code di attesa. Lei ha fatto un decreto insieme con noi e noi abbiamo chiesto, come Noi Moderati, alla Presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, di dare tutti gli strumenti a lei, Ministro, in accordo con le regioni; ma se le regioni disattendono, di qualunque colore sia la regione e da chi sia governata, sul tema della riduzione delle liste d’attesa si intervenga e si intervenga pesantemente.

Ma torniamo alla prevenzione. Dicevo appunto: non c’è bisogno di guardare i sondaggi. Basta parlare con i nostri familiari, con i nostri amici, con le persone che conosciamo, per vedere che questa è per tutti gli italiani la priorità della priorità. E allora ha ragione – e concludo – sul fatto che ogni euro speso in una prevenzione è un moltiplicatore di risorse che non si spendono da parte del bilancio pubblico, ma – mi permetta – innanzitutto un euro speso bene per la dignità della persona.

Due input e so che lei ne ha parlato, ma su cui Noi Moderati insistiamo. C’è un esempio virtuoso del passato, che ha permesso al nostro Paese di avere una prevenzione effettiva: era il medico scolastico; era il presidio nelle scuole, sin dalla tenera età, di una visita medica che permetteva uno screening totale a tutti i nostri bambini. Ripensiamo a questo, ovviamente anche con le risorse a disposizione. Sempre nell’età scolastica – so che ne abbiamo parlato tante volte…a nome di Noi Moderati, l’insegnante di educazione fisica nelle scuole elementari è sport, è salute, è possibilità di collaborare nella prevenzione.

Quindi la ringrazio di cuore e avrà sempre il gruppo di Noi Moderati a collaborare con lei per raggiungere questi obiettivi (Applausi dei deputati del gruppo Noi Moderati (Noi con l’Italia, Coraggio Italia, UDC e Italia al Centro)-MAIE-Centro Popolare) .

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