Tonno certificato Msc e salari dignitosi: Bolton, Wwf e Oxfam illustrano i risultati raggiunti finora dalla loro collaborazione sui temi della sostenibilità ambientale e sociale nel settore della pesca – in particolare del tonno – annunciando i prossimi passi.
Il 24 giugno a Milano, agli Ibm Studios, si è svolto il convegno Insieme per un impatto positivo, organizzato da Bolton, Wwf e Oxfam per raccontare i risultati della partnership tra i tre soggetti, attiva da qualche anno.
Al centro dell’evento, le potenzialità dell’accordo tra profit e non profit, nato in questo caso da una parte per sviluppare un modello di pesca meno impattante, dall’altra per tutelare i diritti umani e garantire condizioni di lavoro eque e giuste per chi è impegnato in questo settore.
Nel gruppo Bolton rientrano marchi molto conosciuti, come Rio Mare e Saupiquet. Per questo, come ha ricordato la giornalista Francesca Garbarini nel ruolo di moderatrice, l’azienda può assumere su di sé il ruolo di leader nel campo della sostenibilità.
“Parliamo di una filiera presente in tutti i continenti e in tutti gli oceani – ha spiegato Luca Alemanno, Chief Executive Officer Bolton Food – e che coinvolge molti ambienti diversi, Paesi in via di sviluppo e persone in situazioni di debolezza economica e sociale.
Con la nostra leadership, vogliamo indicare una direzione, unire le forze per costruire le condizioni per un impatto concreto e farlo con il coraggio di affrontare anche ciò che è difficile“.
Tra certificazioni e advocacy
Tra le sfide più grandi c’è sicuramente il monitoraggio e la mitigazione degli impatti ambientali della filiera della pesca. “Noi siamo, essenzialmente, esseri di terra – ha dichiarato Alessandra Prampolini, direttrice generale di Wwf Italia – infatti il controllo di quello che avviene in mare è per noi sempre complesso e faticoso. Poter lavorare insieme alle aziende come Bolton è quindi una grandissima occasione per riuscire a ottenere dati reali e generare cambiamento a livello capillare: come Wwf, infatti, crediamo molto nel valore di queste collaborazioni strategiche con il mondo delle imprese, a patto che siano fondate su obiettivi misurabili“.
Uno degli obiettivi raggiunti dall’alleanza tra Bolton e Wwf – avviata nel 2017 – riguarda la filiera del tonno, tra le più importanti a livello economico. Lo scorso anno, ben il 99,7% degli approvvigionamenti dell’azienda destinati ai brand stato ricavato o da attività di pesca certificate Msc (Marine Stewardship Council) oppure da progetti di miglioramento della pesca (i cosiddetti Fip – Fishery Improvement Projects).
Attualmente, inoltre, il 100% dei prodotti a base di tonno Rio Mare e Saupiquet è tracciabile dal mare alla tavola, con dati accessibili da parte dei consumatori.
Altre risorse di Bolton sono state investite in iniziative di tutela della biodiversità, come per esempio la protezione di 8.000 ettari di mangrovie in Ecuador, in collaborazione con gli ambientalisti e gli attivisti Wwf locali.
Sempre guidata dal Wwf, Bolton ha poi condotto attività di advocacy presso istituzioni e organi di controllo, per promuovere azioni concrete a tutela degli stock di tonno, della tracciabilità del pescato, della conservazione degli ecosistemi marini.
Dal 2018, infine, la campagna divulgativa Insieme per gli oceani ha sensibilizzato i cittadini in 11 Paesi, mentre in Italia ha raggiunto il 70% delle scuole primarie in sei anni.
Entro il 2028, la partnership con il Wwf sarà estesa a tutto il tonno acquistato da Bolton, passando quindi da 130.000 a 700.000 tonnellate annue. Questa operazione avrà ricadute notevoli, visto che si calcola che, a pieno regime, inciderà sulla sostenibilità del 12% del tonno pescato a livello globale.
Inoltre, entro il 2030, il 100% del tonno Rio Mare sarà esclusivamente certificato Msc. Ciò significa che, secondo quando stabilito dalla certificazione, verrà pescato da stock in buona salute, con metodi che minimizzano l’impatto sull’ambiente marino e che rispettano gli ecosistemi e le altre specie, limitando le catture accessorie.
Inoltre, la certificazione Msc attesta che la pesca è gestita seguendo un sistema di controllo trasparente e conforme alle normative.
Più attenzione alle persone
In parallelo, prosegue il lavoro di Bolton e Oxfam per migliorare condizioni di lavoro e di vita di dipendenti e collaboratori. “Spesso i diritti umani finiscono per essere la cenerentola del campo degli obiettivi Esg – ha detto Roberto Barbieri, direttore generale di Oxfam – eppure la sostenibilità è unica, non c’è nulla che deve valere di più o meno.
Lavorando su questi temi con un partner importante, si ottengono vittorie di tre tipi: innanzitutto le cose iniziano a cambiare all’interno del settore ittico, ma poi si evolvono anche all’interno di tutto sistema imprenditoriale, fino a creare un’innovazione positiva anche nei Paesi più lontani e svantaggiati in cui lavoriamo. In alcune zone siamo veramente dei pionieri, per esempio quando andiamo a parlare di salari minimi e sicurezza”.
Anche in questo caso, i risultati sono interessanti e incoraggianti. Tutto è iniziato tre anni dopo l’avvio della collaborazione con Wwf, nel 2020, quando Bolton è stata la prima azienda italiana a stringere una partnership con Oxfam per promuovere la tutela dei diritti umani nelle filiere ittiche.
Insieme, i due soggetti hanno analizzato e rafforzato le politiche aziendali in materia, valutando l’impatto sui diritti umani in tre filiere chiave del tonno (Ecuador, Marocco e Colombia, quest’ultima ancora in corso) tramite la metodologia Human Rights Impact Assessment elaborata da Oxfam.
Gli assessment hanno portato allo sviluppo di piani d’azione triennali per prevenire, mitigare e rimediare agli impatti identificati, oltre che di un sistema di segnalazioni da parte dai dipendenti stessi.
Proprio dall’Ecuador è intervenuto Pablo Guerrero, Eastern Pacific Ocean Tuna Coordinator del Wwf: “Qui il Wwf è riuscito ad unire le aziende produttrici di tonno e far ottenere loro importanti certificazioni internazionali. Così, di fatto, oggi sono la scienza e la sostenibilità a guidare le scelte compiute dalle attività di pesca del tonno, che determinano a loro volta il destino di tante popolazioni locali, anche in condizioni di fragilità“.
Per il 2028, Oxfam continuerà a supportare l’implementazione dei piani d’azione nei Paesi già analizzati, con focus su uguaglianza di genere, libertà di associazione, accesso ai meccanismi di reclamo e salario dignitoso, includendo anche i Paesi asiatici e medio orientali nelle progettazioni.
Bolton proseguirà inoltre nel rafforzamento del proprio sistema di due diligence lungo tutta la filiera e sarà accompagnata dalla no profit in nuove iniziative di advocacy per promuovere una maggiore tutela dei diritti nel settore pesca a livello globale.
“Ne siamo consapevoli – ha aggiunto Luciano Pirovano, Global Sustainable Development director di Bolton – Noi operiamo in una filiera complessa e controversa, quella della pesca e del tonno, che è un vero global game, un po’ come può essere il settore del caffè.
Proprio per questo però possiamo fare tanto per cambiare le cose. Dalle parternship con Oxfam e Wwf, in particolare, portiamo a casa tre grandi motivi di arricchimento: trasferimento del know how tra il nostro staff e le no profit, crescita del commitment interno alla nostra azienda e, soprattutto, grandi e veri risultati di cui essere orgogliosi“.
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