Liguria. Polemiche e scontro in Consiglio regionale sul piano relativo alla gestione del Fondo Strategico e il programma triennale, approvato con 16 voti a favore (maggioranza) e 12 contrari.
Il Fondo Strategico Regionale è stata istituito attraverso la Legge di Stabilità della Regione Liguria per l’anno finanziario 2017. Il Fondo è destinato a interventi di supporto finanziario a favore delle imprese, ma anche per investimenti infrastrutturali e la sua gestione è affidata a Filse, eccetto i casi di gestione diretta da parte della Giunta regionale per gli investimenti infrastrutturali: risanamento idrogeologico, bonifiche e riqualificazione ambientale e paesaggistica, risanamento della qualità dell’aria, riqualificazione del territorio e dei centri urbani, interventi sulle infrastrutture ed opere pubbliche, turismo, innovazione, formazione, ricapitalizzazioni di società in house della Regione operanti nel settore delle opere pubbliche, difesa della costa, tutela, valorizzazione e promozione delle aree protette regionali, terrestri e marine, e delle zone speciali di conservazione (ZSC) e zone di protezione speciale (ZPS), transizione ecologica, energie rinnovabili ed efficienza energetica.
Una quota pari almeno al 20 per cento delle risorse totali sarà riservata ad interventi e progetti presentati dai Comuni con popolazione inferiore ai 5.000 abitanti e ai Comuni nelle aree interne.
“Il piano presentato dalla giunta per l’utilizzo del Fondo Strategico Regionale è poco trasparente: non si capisce quanti milioni sono disponibili, quanti sono stati vincolati e quanti sono da allocare, soprattutto non è chiaro quali criteri siano stati utilizzati per stabilire la necessità di alcuni interventi e non altri”.
Così il gruppo del Partito Democratico in Consiglio Regionale, che ha espresso voto contrario sul piano di spesa presentato dalla giunta: “Ci siamo abituati, il Fondo Strategico Regionale è diventato un bancomat nelle mani della giunta, che lo usa per finanziare interventi scelti con criteri poco trasparenti, spesso sulla base di rapporti diretti con alcuni Comuni e non con una visione regionale. La testimonianza sta nella distribuzione dei fondi, che premia enormemente il ponente della regione a discapito soprattutto della Città Metropolitana di Genova e della provincia della Spezia. Da strumento di coesione il Fondo si trasforma in un elemento di disparità, almeno sulla carta perché mancando i cronoprogrammi e i dettagli finanziari delle opere non è nemmeno detto che si riesca ad attuare quanto previsto”.
“Noi da tempo avanziamo alcune proposte: bandi pubblici e selezione trasparente dei progetti, sulla base di criteri oggettivi, di qualità progettuale, impatto territoriale e capacità di fare rete tra Comuni; un’attenzione reale e vincolante all’entroterra e ai piccoli Comuni, dove almeno il 20% delle risorse, come previsto dalla normativa, deve essere destinato a Comuni sotto i 5.000 abitanti e aree interne, non per gentile concessione della Giunta ma come diritto garantito; un vero processo di programmazione triennale, in cui la Giunta discuta in Aula con il Consiglio le priorità strategiche per i prossimi tre anni e non un passaggio meramente ratificativo su un elenco già chiuso e cucinato altrove; un cronoprogramma allegato a ogni intervento, che indichi tempi, fasi, soggetti attuatori e coperture finanziarie. Bisogna smettere con gli annunci vuoti: la Liguria ha bisogno di una crescita che sia giusta, equilibrata, e ben governata. Non di liste marchette mascherate da piani triennali” conclude il gruppo Dem in Regione.
“Ci chiediamo a cosa serva la Regione e siamo sconcertati dalla mancanza totale di visione, obiettivi e strategie complessive sul futuro della Liguria. Il presidente Bucci ha affermato che la lista dei progetti finanziati dalla Regione con il fondo strategico europeo dipende solo dalla cantierabilitá dei progetti presentati dai comuni. Questo significa che la Regione non ha obiettivi e priorità, le va bene tutto basta che ci sia il progetto esecutivo” aggiunge per le minoranze Selena Candia, capogruppo di AVS in consiglio regionale.
“È previsto inoltre un impegno esiguo per la difesa del suolo, praticamente nullo per i giovani, per il welfare sociale, per il lavoro. Bucci preferisce il ruolo da commissario alle opere piuttosto che di guida politica della nostra Regione” conclude Selena Candia.
L’assessore ai rapporti con il Consiglio regionale Marco Scajola ha replicato alla minoranza: “Queste critiche sono basate su un pregiudizio politico e culturale e su una totale non conoscenza delle esigenze e delle richieste del territorio». L’assessore ha rilevato che il piano è stato elaborato dopo un serrato confronto con le amministrazioni locali e con i rappresentanti delle associazioni di categoria. «La Giunta ha modificato con una legge specifica i criteri di attribuzione proprio per fare in modo – ha detto – che tutti i Comuni, nessuno escluso possa acceder ai finanziamenti”.
L’assessore alle infrastrutture Giacomo Giampedrone ha precisato che il fondo serve anche per recuperare interventi che non sono stati inseriti in altri programmi. L’assessore, rispetto alle difficoltà delle piccole amministrazioni a elaborare la progettazione necessaria per eseguire gli interventi, ha aggiunto: “E’ stato creato un “data base” infrastrutturale in cui tutti i Comuni possono caricare i loro progetti ed è stato costituito un fondino per aiutare le stesse amministrazioni a elaborare i propri progetti”.
“Il Partito Democratico ‘u l’à u muru cumme a battua da balla’, come dicono dalle mie parti. Affermare che il provvedimento sul Fondo Strategico regionale è stato fatto con criteri politici è veramente una cosa che non si può ascoltare. Basta leggerlo per rendersene conto: l’unico, vero criterio che sta alla base di questo atto, che io condivido in pieno, è quello dei bisogni e delle necessità dei territori, senza guardare in alcun modo al loro colore politico, come invece in passato ha fatto qualcun altro” afferma Angelo Vaccarezza, consigliere regionale di Forza Italia.
“Oggi, a dieci anni esatti dal nostro insediamento nella decima legislatura, il 1° luglio 2015 – prosegue Vaccarezza – possiamo dire che il Fondo strategico regionale ha davvero rappresentato e rappresenta uno strumento fondamentale per sostenere il territorio ligure, per fare sì che i Comuni, non soltanto quelli più grandi, ma anche quelli piccoli e dell’entroterra, potessero e possano realizzare importanti interventi di difesa suolo, opere infrastrutturali, rigenerazione urbana, impianti sportivi e tanto altro ancora. Se oggi, dopo dieci anni, siamo ancora qui, è proprio perché, anche grazie a strumenti quali il Fondo Strategico, abbiamo dato risposte concrete partendo dai bisogni reali e non dal colore politico dei Comuni”.
“Il Fondo Strategico ha reso la Regione più vicina ai territori ed è questo per noi un motivo di orgoglio”.
“Al PD, che in Consiglio, con il suo segretario regionale, ha anche annunciato il ricorso più frequente alla Corte dei Conti – sottolinea ancora il consigliere di Forza Italia – voglio suggerire di iniziare a fare politica invece che continuare ad appoggiarsi alla magistratura per tentare di riuscire a fare quello che con il voto democratico non riesce a fare, come le ultime elezioni regionali hanno dimostrato”.
“E in ogni caso, ogni volta che la Corte dei Conti non rileverà nulla di anomalo, ringrazieremo il PD per averci aiutato ad avere la bollinatura che conferma la bontà del nostro operato” conclude Vaccarezza.
E per la maggioranza, afferma Rocco Invernizzi, capogruppo in Regione per Fratelli d’Italia: “Ambiente, infrastrutture e trasporti, riqualificazione edilizia, cultura, sport, informatica, turismo, entroterra, sviluppo economico. Regione Liguria, attraverso il Fondo strategico regionale, ha varato il piano triennale degli impieghi per il periodo 2025-2027. Un piano che interessa tutto l’arco regionale e che dimostra ancora una volta l’attenzione della giunta Bucci con interventi mirati per far crescere l’economia e aiutare al tempo stesso lo sviluppo della Liguria”.
“Il piano triennale degli impieghi del Fondo Strategico Regionale (FSR) – spiega Invernizzi – è uno strumento finanziario che mira a sostenere la regione in diversi settori chiave. Il piano ha infatti come obiettivo una crescita equilibrata e sostenibile. Le aree di intervento individuate sono ampie e diversificate: per l’ambiente sono previsti progetti volti alla tutela del patrimonio naturale e alla sostenibilità ambientale; per le infrastrutture e trasporti sono previsti interventi per il miglioramento della rete viaria, ferroviaria e portuale, e per lo sviluppo di una mobilità più efficiente; per la riqualificazione edilizia con risorse dedicate al recupero e alla valorizzazione del patrimonio immobiliare, sia pubblico che privato; per la cultura un sostegno a iniziative e progetti volti a promuovere il ricco patrimonio culturale della Liguria; per lo sport investimenti per migliorare le strutture e incentivare la pratica sportiva sul territorio; per l’informatica progetti per l’innovazione tecnologica e la digitalizzazione dei servizi; per il turismo iniziative per attrarre visitatori e valorizzare le peculiarità turistiche della regione; per l’entroterra una particolare attenzione allo sviluppo delle aree interne, contrastando lo spopolamento e promuovendo le specificità locali; per lo sviluppo economico misure per incentivare la crescita delle imprese, l’occupazione e l’innovazione produttiva”.
“L’approvazione del piano triennale del FSR – conclude Invernizzi – rappresenta un passo significativo nella strategia regionale per il prossimo triennio, con l’obiettivo di rafforzare il tessuto economico e sociale della Liguria, garantendo uno sviluppo armonico e inclusivo”.
***** l’articolo pubblicato è ritenuto affidabile e di qualità*****
Visita il sito e gli articoli pubblicati cliccando sul seguente link