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Sbloccare le opportunità nei mercati emergenti « LMF Lamiafinanza


Le azioni dei mercati emergenti offrono opportunità interessanti, ma richiedono un approccio selettivo. Investire con successo nei mercati emergenti (EM) richiede una profonda comprensione delle tendenze macroeconomiche globali, tra cui flussi commerciali, cambiamenti geopolitici e sfide strutturali nei mercati sviluppati (DM). I flussi di capitale e il sentiment di rischio nei mercati emergenti sono spesso influenzati dalle dinamiche dei DM, rendendo essenziale un approccio top-down attento al rischio.

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I mercati emergenti (EM) hanno registrato una performance solida quest’anno, sovraperformando i mercati globali. L’indice MSCI Emerging Markets (in USD) ha realizzato un rendimento dell’8,62% da inizio anno, superando sia il rendimento del 4,94% dell’MSCI World Index sia l’1,12% dell’S&P 500 (tutti in USD, al 30 maggio 2025). Questa sovraperformance evidenzia l’importanza della selettività e della gestione attiva per cogliere le giuste opportunità.

Cina, Grecia e Argentina offrono opportunità interessanti, sostenute da tendenze macro favorevoli, slancio riformista e prospettive positive in termini di utili.

La Cina rimane un focus centrale, sostenuta da un orientamento più deciso verso politiche pro-crescita, come riaffermato nei recenti incontri governativi. L’obiettivo di crescita del 5% per il 2025 segnala il proseguimento dello stimolo economico. Manteniamo una visione costruttiva sulle prospettive della Cina, sostenuta da un target di crescita del PIL del 5% per il 2025, da un mix di politiche più accomodanti — compreso un disavanzo fiscale del 4% — e da misure mirate a sostenere consumo, immobiliare, settore bancario e mercati dei capitali. I recenti incontri politici continuano a indicare che ulteriori stimoli sono sul tavolo. Siamo particolarmente costruttivi sui settori del software e del consumo discrezionale, privilegiando il consumo di servizi rispetto ai beni, in particolare nei segmenti viaggi, piattaforme di servizi locali, intelligenza artificiale e gaming. Queste aree beneficiano di valutazioni interessanti, di un miglioramento del momentum degli utili e di un duplice sostegno politico: l’iniziativa “Digital China” e la spinta verso una tecnologia “autoctona”. Aziende come Kingdee e Kingsoft hanno registrato sorprese[, positive sugli utili, spinte dalla leva operativa e da una rigorosa disciplina dei costi. Nel settore software, le avanzate capacità cinesi in ambito IA — esemplificate da DeepSeek — e le strategie nazionali come “Digital China” e la localizzazione tecnologica continuano a sostenere la crescita.

La Grecia si distingue per il suo forte profilo di rendimento corretto per il rischio, dopo il ritorno al rating investment grade. Prevediamo una crescita del PIL del 2,5% nel 2025, superiore al consenso, sostenuta da una politica fiscale prudente e da riforme strutturali. Il mantenimento di surplus primari dovrebbe favorire una riduzione graduale e costante del debito. Siamo positivi sul settore bancario greco, dove il potenziale di ritorno di capitale, inclusi i buyback azionari, è sempre più interessante.

Anche l’Argentina è un esempio di ripresa macroeconomica. Da dicembre 2023 il paese ha attuato riforme audaci in materia di deregolamentazione, privatizzazioni e disciplina fiscale. Un’amnistia fiscale di successo ha attratto afflussi per 22 miliardi di dollari statunitensi, mentre l’inflazione annua è calata drasticamente, passando dal 211% di fine 2023 al 47% nell’aprile 2025. Si prevede che l’inflazione continui a diminuire, raggiungendo il 37% nel 2025 e il 15% nel 2026, grazie a una politica monetaria restrittiva e alla riforma valutaria. Con l’espansione del credito privato da livelli ancora contenuti, e le banche destinate a svolgere un ruolo chiave nella ripresa del paese, vediamo un potenziale significativo nel settore bancario argentino, un’opportunità che a nostro avviso non è ancora pienamente scontata dai mercati.

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Sebbene i dazi pongano sfide per i mercati emergenti, l’impatto varia da paese a paese, e diversi paesi hanno dimostrato di saper reagire in modo efficace. A nostro avviso, l’impatto diretto dei dazi è più marcato sulle economie che li impongono — come gli Stati Uniti — che sugli EM nel loro complesso.

Detto ciò, i mercati emergenti non sono vulnerabili in modo uniforme. Le economie trainate dalla domanda interna, come India e Brasile, risultano più isolate rispetto a quelle dipendenti dalle esportazioni, come Messico o Vietnam. La Cina, ad esempio, ha risposto con stimoli mirati, sgravi fiscali e un’accelerazione della transizione verso settori a maggiore valore aggiunto come il software e l’intelligenza artificiale — ambiti che beneficiano del supporto delle politiche governative e di tendenze legate alla localizzazione.

Più in generale, i dazi stanno accelerando la divergenza nei percorsi di crescita tra mercati emergenti e sviluppati — spesso a vantaggio degli EM. Promuovendo l’autosufficienza e il commercio regionale, stanno rafforzando cambiamenti strutturali già in atto in molti paesi emergenti. Per gli investitori, ciò crea nuove opportunità nei mercati focalizzati su innovazione, crescita interna e resilienza guidata dalle politiche.

Storicamente, un dollaro USA più debole ha sostenuto i rendimenti dei mercati emergenti (EM), con una forte relazione inversa tra le due variabili. Questa dinamica favorisce gli asset dei mercati emergenti attraverso tre canali principali: flussi di capitale (un dollaro in deprezzamento attira afflussi di capitale estero), servizio del debito (un dollaro più debole riduce l’onere del debito denominato in USD per gli emittenti sovrani e le aziende dei mercati emergenti), materie prime (prezzi delle materie prime sono fondamentali, poiché molti EM sono esportatori di commodity).

Inoltre, un dollaro debole concede alle banche centrali dei mercati emergenti una maggiore flessibilità in termini di politica monetaria, consentendo loro di allentare le condizioni monetarie o di mantenere i tassi invariati.

Guardando al futuro, prevediamo un ulteriore indebolimento del dollaro USA, sostenuto da stimoli fiscali e aspettative inflazionistiche. Fattori strutturali, come le preoccupazioni sulla sostenibilità fiscale degli Stati Uniti e le valute EM sottovalutate, dovrebbero inoltre fornire un vento favorevole alle valute emergenti nel medio termine.

I mercati emergenti offrono opportunità interessanti a chi sa navigare le loro complessità. A nostro avviso, non sono solo investibili, ma rappresentano una componente essenziale di un portafoglio globale orientato al futuro.

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