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l’aiuto di Banca Progetto a Ricucci


Protagonista dell’intensa, breve e irripetibile (si spera) stagione dei furbetti del quartierino, Stefano Ricucci da molti anni non gioca più nella serie A della finanza. Addio scalate in Borsa, dalla Bnl al Corriere della Sera. Svaniti nel nulla i sogni di gloria che esattamente un ventennio fa alzarono un gran polverone di miliardi e di parole.

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Costretto dagli eventi a giocare in difesa, Ricucci non si è però rassegnato a uscire di scena. Domani ha scoperto che le tracce dei suoi affari di famiglia portano a Banca Progetto, commissariata da Bankitalia tre mesi fa per gravi irregolarità di gestione.

I documenti interni dell’istituto di credito danno conto dei finanziamenti concessi a tre società romane, E Erre 1, E Erre 2 e Invictus 1. Nomi nuovi che però riportano alle vecchie vicende che hanno visto protagonista il finanziere partito da Zagarolo, a pochi chilometri dalla capitale. Le tre sigle, infatti, non sono altro che le più recenti insegne della galassia Magiste, la holding di Ricucci ai tempi delle scalate bancarie di vent’anni fa.

La E Erre 1, per esempio, si chiamava Magiste Real Estate fino al 2017, diventata Magiste 2 tre anni dopo, nel 2020. E Erre 2, invece, è la nuova ragione sociale di Magiste international, mentre Invictus 1 riconduce alla Magiste 3, attiva fino al 2017 come Magiste Real Estate Property. Le tre società adesso fanno capo al figlio trentaduenne del finanziere, Edoardo Ricucci, e risultano amministrate dal suo commercialista di fiducia, Aldo Braghiroli, con studio a Colonna, nella zona dei Castelli Romani.

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Banca Progetto è scesa in campo tra il 2022 e il 2023, quando nell’arco di dodici mesi presta 5 milioni a ciascuna delle ex Magiste. Non è chiaro quale sia lo scopo di questi finanziamenti, 15 milioni in totale, destinati a società che vantano attività complessive per pochi milioni di euro e nel 2022, data dell’ultimo bilancio pubblicato, viaggiavano tutte con il bilancio in perdita.

La sorpresa vera però è un’altra. Secondo quanto risulta a Domani i tre prestiti sono stati assistiti dalla garanzia del Mediocredito centrale (Mcc), una banca pubblica, controllata dal ministero dell’Economia. Questo tipo di finanziamento era la specialità della casa per Banca Progetto, che negli anni scorsi è cresciuta a gran velocità proprio facendo leva sui mutui destinati alle piccole e medie imprese coperti dall’ombrello di Mcc, oppure, in piccola parte, di Sace. A fine 2023, ultimo esercizio per cui sono disponibili dati ufficiali, questa categoria di crediti copriva i tre quarti di tutto l’attivo di bilancio dell’istituto milanese, 6,8 miliardi su 8,5 miliardi.

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La giostra dei nuovi prestiti si è fermata all’improvviso a fine ottobre dell’anno scorso. Due differenti indagini della procura di Milano e di Brescia hanno alzato il velo su finanziamenti a imprese legate alla criminalità organizzata, anche questi assistiti da garanzia pubblica. Poco dopo la Banca d’Italia ha dato il via a un’ispezione che a febbraio ha portato alle dimissioni dell’amministratore delegato Paolo Fiorentino e poi, il mese successivo, al commissariamento dell’istituto.

Nelle carte della Vigilanza di via Nazionale si legge di «grandi irregolarità (…) nella gestione del credito» e negli ultimi tre mesi i commissari hanno ricostruito decine di finanziamenti ritenuti ad alto rischio. Sulla gestione recente dell’istituto indaga anche la procura di Milano con l’obiettivo, tra l’altro, di capire come sia stato possibile che la garanzia di Stato sia stata concessa ad aziende che si sono rivelate poco più di scatole vuote.

Nel caso delle società targate Ricucci, dall’esame dei bilanci non è facile comprendere quali fossero esattamente i progetti da finanziare coi soldi di Banca Progetto. La E Erre 1, ex Magiste Real Estate, è reduce da una procedura di concordato fallimentare aperta nel 2008 e conclusa 17 anni dopo, a gennaio 2025.

Direzione Costa Smeralda

Nella relazione degli amministratori ai conti del 2022 (gli ultimi disponibili) si fa cenno a un prossimo acquisto di alcuni immobili nel centro storico di Roma, da destinare, si legge, «alla rivendita o locazioni brevi di lusso». A partire dal 2023 i registri catastali non segnalano però nessun rogito siglato da E Erre 1. Nei conti del 2022 all’attivo della società c’è una proprietà immobiliare ad Arzachena, Costa Smeralda, oltre a crediti verso non meglio precisati «soggetti terzi» valutati 9,3 milioni. Gli unici ricavi, 255 mila euro, sono descritti come il frutto di «sopravvenienze attive».

Anche nel bilancio 2022 di E Erre 2 si fa cenno ad «acquisti immobiliari» da concludere, acquisti che però, a tutt’oggi, non risultano dagli atti catastali.

Invictus 1, invece, nel 2022 ha chiuso i conti in perdita per 500 mila euro, con ricavi pari a zero e costi extra di 1,4 milioni per definire un contenzioso in materia di tasse. Poca cosa, se non fosse che all’attivo di bilancio compare un credito Iva di 20 milioni di euro di cui ora si attende il rimborso.

Nel corso del 2022 – si legge nel bilancio – è stato infatti raggiunto un accordo con l’Erario per una «definizione agevolata» del contenzioso. Una vertenza, quest’ultima, particolarmente lunga e complessa in cui la società di Ricucci junior si è fatta assistere dallo studio di Maurizio Leo, il fiscalista, a lungo parlamentare nel partito di Giorgia Meloni, destinato di lì a poco a diventare viceministro dell’Economia. Il vecchio credito di 20 milioni si è così trasformato in un tesoretto fiscale da incassare negli anni successivi.

Sulla base di questi numeri, tra il 2022 e il 2023 il commercialista Braghiroli, che non ha risposto alle domande di questo giornale, ha bussato alla porta di Banca Progetto che ha dato via libera ai tre finanziamenti da 5 milioni ciascuno. A stretto giro sono arrivate le garanzie del Mediocredito Centrale, concesse con delibera del 2 dicembre 2022 per E Erre 1, del 30 maggio 2023 per E Erre 2 e del successivo 15 dicembre a favore di Invictus.

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La banca paga, le aziende incassano, lo Stato garantisce. Uno schema semplice, ripetuto migliaia di volte negli anni del boom di Banca Progetto, che quasi sempre prevede la partecipazione di un intermediario, incaricato di presentare il cliente all’istituto finanziatore e di gestire la pratica di fido. E Erre 1, per esempio, ha iscritto a bilancio un costo di 650mila euro per «l’assistenza e la consulenza nella pratica del mutuo».

Le società della galassia Ricucci, confermano le carte consultate da Domani, sono state assistite dalla Sviluppo imprese Italia, gestita da Alessandro Cataldo, un ex banchiere ben conosciuto da Fiorentino, il numero uno di Banca Progetto che ha lasciato l’incarico alla vigilia del commissariamento. Entrambi, Fiorentino così come Cataldo, in passato hanno lavorato a lungo nella squadra di vertice di Unicredit.

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