Reggio Calabria, 30 Giugno 2025 – Si è svolto stamani in Camera di Commercio l’evento di presentazione del report “Osservatorio economico della Città metropolitana di Reggio Calabria. Due decenni di evoluzioni e mutamenti del sistema socioeconomico reggino”. Lo studio, promosso dall’Ente camerale e realizzato con la collaborazione del Centro studi delle Camere di commercio, G. Tagliacarne, analizza le dinamiche dei principali indicatori economici negli ultimi 20 anni, con approfondimenti sui cambiamenti occorsi sul territorio, sull’evoluzione dei principali divari, dei fattori di benessere e degli elementi di competitività, senza tralasciare gli effetti generati da importanti situazioni di crisi, per ultima quella originata dal Covid, di intensità mai sperimentata dal dopoguerra.
“A partire dagli anni 2000 la Camera di Commercio si è dotata di un Osservatorio dell’economia, ha dichiarato il Presidente Antonino Tramontana. Un sistema di monitoraggio e divulgazione sul sistema produttivo locale e su tutti i principali fattori economici, con approfondimenti annuali su alcuni aspetti, quali il credito, le aggregazioni produttive, le infrastrutture, l’internazionalizzazione, il mercato del lavoro, non tralasciando elementi imprescindibili per lo sviluppo, come il tema dell’innovazione, ma anche quello dell’illegalità economica che altera in modo significativo le regole di mercato.
Proprio in ragione del ruolo istituzionale di informazione economica a supporto dello sviluppo del territorio – ha proseguito il Presidente Tramontana – abbiamo voluto mettere a sistema il nostro patrimonio informativo pluriennale sull’economia reggina, per avviare una discussione con le altre istituzioni e con le realtà civili e sociali (certamente le Associazioni di Categoria, che rappresentano le istanze delle imprese), per riflettere insieme sulle sfide ed opportunità che ci vedranno impegnati nei prossimi anni .”“A partire dai dati emersi dallo studio, ha proseguito il Presidente Tramontana, è auspicabile la costituzione di un tavolo di confronto che possa contribuire alla definizione delle strategie per lo sviluppo locale in modo sinergico, per dare risposte alle imprese e generare un effetto moltiplicatore per le risorse impegnate”.
Dopo i saluti iniziali del Presidente Tramontana e di Marco Oteri, Capo Gabinetto del Prefetto, la presentazione dei dati è stata curata da Gaetano Fausto Esposito, Direttore generale del Centro studi delle Camere di commercio G.Tagliacarne, il quale ha evidenziato in modo articolato le dinamiche che hanno caratterizzato i trend del territorio metropolitano di Reggio Calabria nel ventennio 2003 – 2023, periodo caratterizzato da importanti crisi, da quella del credito del 2008 a Covid, una recessione di intensità mai sperimentata dal dopoguerra, con proiezioni anche dei dati dell’anno appena trascorso.
Ne esce una fotografia con alti e bassi che da un lato evidenzia la resilienza del sistema imprenditoriale e la capacità di rispondere a nuove sfide, come quella rappresentata dai nuovi mercati internazionali o dall’innovazione e, dall’altro, la necessità da parte del sistema pubblico di mettere in campo strategie e politiche capaci di sostenere investimenti, innovazione, sviluppo delle filiere, favorendo le connessioni ed aggregazioni produttive, per incidere in modo significativo sullo sviluppo economico del territorio.
Nel corso dell’evento sono intervenuti il Vice Sindaco del Comune di Reggio Calabria, Paolo Brunetti che ha confermato l’impegno dell’amministrazione comunale a lavorare in maniera sinergica per lo sviluppo locale e Giuseppe Zimbalatti, Magnifico Rettore dell’Università Mediterranea, che si è soffermato sull’impegno che l’Università reggina sta portando avanti per offrire al territorio ed al sistema imprenditoriale figure professionali e qualificate, coerenti con i fabbisogni delle imprese e capaci di contribuire al rendere l’economia reggina più produttiva. Il report completo e una sintesi dei dati sono disponibili sul sito della Camera di commercio https://www.rc.camcom.gov.it/tutela-dellimpresa-e-del-consumatore/informazione-economica-e-statistica/pubblicazioni/pubblicazioni-2025
Di seguito le principali risultanze emerse dallo studio. I principali risultati A partire dagli anni 2000 il sistema imprenditoriale, sia a livello nazionale che locale, ha avviato processi di adeguamento rispetto alle esigenze del mercato in termini di addetti, ma anche di modelli organizzativi sempre più strutturati in società di capitali. Fattori che, se da un lato hanno consolidato il sistema imprenditoriale, dall’altro hanno determinato una riduzione della propensione all’imprenditorialità individuale e familiare, soprattutto per le iniziative di autoimpiego, caratterizzate da modesta capitalizzazione e a basso contenuto di fattori qualificanti.
L’imprenditoria reggina, ci dicono i dati, è stata più resiliente: nella Città metropolitana di Reggio Calabria, a partire dal 2013, quando la numerosità imprenditoriale si è sfoltita su base nazionale è invece cresciuta vivacemente a Reggio Calabria. La struttura delle imprese reggine è diventata più solida (la quota di società di capitali si è triplicata, attestandosi al 15%) e capace di rispondere alle sfide della sostenibilità e dell’innovazione: La Città metropolitana di Reggio Calabria è quarta in Italia per quota di imprese che riducono l’impatto ambientale delle proprie attività ed è 21-esima per quota di imprese che investono in progetti di innovazione.
E’ incoraggiante anche la capacità delle imprese di Reggio Calabria ad aprirsi ai mercati internazionali, con valori dell’export triplicati nel ventennio, dati nettamente superiore a quelli del resto del Mezzogiorno e del Paese. Permane però un forte gap nel rapporto tra esportazioni e valore aggiunto (4,2% Reggio Calabria, 32,8% nazionale, 16% meridionale). E’ interessante anche evidenziare la capacità del sistema imprenditoriale reggino a rispondere alle sfide della sostenibilità e dell’innovazione: La Città metropolitana di Reggio Calabria è quarta in Italia per quota di imprese che riducono l’impatto ambientale delle proprie attività ed è 21-esima per quota di imprese che investono in progetti di innovazione.
Passando invece ad un’analisi settoriale del sistema imprenditoriale, i dati non sono altrettanto incoraggianti; si registra infatti una contrazione del sistema manifatturiero a favore del sistema dei servizi. A crescere però sono stati soprattutto i numerosi servizi di base, che non riescono ad incidere in modo significativo sullo sviluppo economico del territorio. Un ulteriore aspetto che desta attenzione è legato al potenziale imprenditoriale nascosto; dal nostro Registro Imprese, infatti, è possibile capire anche che i reggini che fanno impresa in altri territori sono oltre il 43%, sottraendo importanti risorse al tessuto produttivo della Città metropolitana. Anche le dinamiche sul valore aggiunto prodotto confermano questa tendenza.
Il trend del Valore aggiunto seppur positivo, evidenzia una crescita della ricchezza prodotta inferiore a quanto registrato nel resto del Paese: reso pari a 100 il suo valore nel 2003, il valore aggiunto reggino aumenta di 30,2 punti nel ventennio fino al 2023, al di sotto dei 51,4 punti nazionali, dei 40,9 meridionali ma persino al di sotto dei 34,1 punti della regione Calabria. A Reggio Calabria il valore aggiunto è prodotto per circa il 76% nei comuni litoranei. L’analisi disaggregata per settore evidenzia che anche in termini di valore aggiunto a crescere sono i servizi poco innovativi e con limitato contenuto di competenze che passano, in termini di incidenza sul totale, dal 27,8% al 30,4%, a fronte di una media nazionale del 18,8%.
Il valore aggiunto pro-capite cresce, però in misura ridotta rispetto al resto del Paese; se nel 2003 la Città metropolitana era collocata all’88o posto fra le 103 province italiane, nel 2023 tale ranking scende al 97o posto. Il report evidenzia anche alcune dinamiche settoriali di lungo periodo. Osservando come è cambiato il settore del commercio, emerge un incremento delle superfici di vendita trascinato perlopiù da piccoli esercizi commerciali a gestione familiare, piuttosto che, come avvenuto altrove, mediante l’espansione della Gdo. Il proliferare dei piccoli esercizi a gestione familiare spiega una crescita di addetti inferiore alla media regionale e meridionale.
I dati sul comparto agricolo reggino, (dati dei Censimenti 2000, 2010 e 2020), evidenziano una profonda ristrutturazione. Diminuiscono le aziende e le superfici agricole, ma in termini di dimensione media aziendale si registra una tendenza a crescere, come spinta fisiologica verso una maggiore efficienza e possibilità di meccanizzazione delle attività produttive, che solo una più ampia superficie può garantire. In particolare, la SAU per azienda cresce dai 2,4 ai 4,1 ettari, un dato che, comunque, rimane incomparabile con gli 11 ettari medi nazionali, e che disegna un panorama agrario ancora dominato da una parcellizzazione in microaziende (legato anche all’orografia del territorio), con tutti i risvolti che questo carattere può avere in termini di produttività. Persino il Mezzogiorno, con i suoi 9,1 ettari medi per azienda, rimane superiore ai dati reggini.
Anche il turismo, che potrebbe rappresentare un volano di sviluppo per l’economia del territorio, presenta risultati altalenanti. Si tratta di uno dei settori che sul territorio cresce più vivacemente in termini di imprese e di addetti, ma nonostante ciò, la dinamica degli arrivi totali (italiani e stranieri) non ha ancora consentito di recuperare del tutto i livelli di arrivi del 2008 e pre covid, al contrario di quanto registrato nel resto del Paese. Un ultimo dato su quale richiamare l’attenzione è quello legato alle dinamiche demografiche. Dall’analisi presentata, emerge che la popolazione della provincia di Reggio Calabria è in calo dal 2003 ad oggi, con un’accelerazione nel periodo 2013-2023; il declino purtroppo riguarda anche la fascia di giovani. In altre parole, si sta esaurendo negli anni, una peculiarità del nostro territorio, che consisteva nell’essere dotati di una popolazione relativamente giovane, avvicinandoci alla struttura anagrafica media italiana.
comunicato stampa
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