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Un coro unanime per chiedere più investimenti europei in clima e natura. L’Italia delle istituzioni, della scienza, delle imprese e della società civile si è unita al WWF Italia per lanciare un messaggio chiaro all’Europa: rafforzare gli investimenti in natura e clima è una priorità strategica per l’Europa e il nostro Paese. È questo il segnale forte emerso dal convegno “It’s Your LIFE! Investire nella Natura e nel Clima: il Futuro del Programma LIFE nel prossimo Quadro Finanziario Pluriennale dell’UE”, organizzato a Roma dal WWF Italia, in collaborazione con l’Ufficio del Parlamento europeo in Italia, Legambiente e Lipu-BirdLIfe Italia. L’evento si è svolto presso la Sala Conferenze Europa Experience, a poche settimane dalla presentazione da parte della Commissione europea, attesa per il 16 luglio, della proposta per il Quadro Finanziario Pluriennale 2028–2034, che potrebbe ridefinire profondamente la natura e la dotazione del Programma LIFE, l’unico strumento dell’UE interamente dedicato ad ambiente, natura e clima. Il rischio è che si verifichi uno smembramento del Programma LIFE. Da una parte il sottoprogramma “natura e biodiversità” potrebbe confluire nei nuovi Piani nazionali a gestione condivisa creando il rischio di assoggettare il LIFE a scelte di carattere politico da parte degli Stati membri sulle priorità e sui beneficiari del programma. Dall’altra, i sottoprogrammi “clima” ed “economia circolare” potrebbero confluire nel nuovo Fondo per la Competitività. Questa ipotesi, se si concretizzerà, indebolirebbe il carattere trasversale del programma e ridurrebbe l’accessibilità ai finanziamenti da parte di tutti gli stakeholder. A questo si aggiunge la crescente preoccupazione per la fase di deregolamentazione ambientale in corso nell’Unione europea che rischia di minare i passi in avanti fatti su clima e natura nella scorsa legislatura. LIFE: Un patrimonio da difendere Nato oltre trent’anni fa, il programma LIFE ha permesso di realizzare migliaia di progetti in tutta Europa. In Italia ha favorito collaborazioni solide tra enti pubblici, università, imprese, aree protette e ONG, generando risultati tangibili e scalabili in settori cruciali come la tutela della biodiversità, l’adattamento al cambiamento climatico e l’economia circolare con impatti rilevanti per il benessere delle comunità coinvolte. 

L’analisi presentata dal WWF Italia sul periodo 1992–2023 mostra chiaramente l’ampiezza e la diversificazione dei beneficiari del Programma LIFE: solo il 5% dei beneficiari sono ONG, mentre le imprese rappresentano il 38%, gli enti pubblici il 32%, le università il 14%, le aree protette il 6%. Anche in termini di fondi ricevuti – per un totale di 1,04 miliardi di euro a favore dell’Italia – il quadro è altrettanto chiaro: 40% è andato alle imprese, 29% agli enti pubblici, 14% alle università, 7% alle aree protette, solo il 6% alle ONG. Questi numeri smentiscono la narrazione strumentale che dipinge il Programma LIFE come un canale privilegiato per le ONG. Al contrario, LIFE è un programma trasversale e sistemico, che incarna il vero valore aggiunto dell’azione europea sul territorio per imprese, enti locali, università e cittadini. La recente proposta di istituire un gruppo di lavoro al Parlamento europeo per indagare esclusivamente sui fondi UE ricevuti dalle organizzazioni della società civile, escludendo tutti gli altri beneficiari, è una distorsione inaccettabile e pericolosa per il processo democratico europeo e nasconde, neppure troppo velatamente, la volontà di condurre un attacco ideologico verso le organizzazioni che garantiscono la partecipazione dei cittadini che vogliono impegnarsi nella difesa dei beni comuni. Un fronte comune per difendere il Programma LIFE Nel corso dell’incontro, è emerso con forza un messaggio: per l’Italia il Programma LIFE è un pilastro per affrontare le emergenze ambientali e climatiche e deve essere non solo mantenuto autonomo e accessibile, ma anche rafforzato. Il prossimo bilancio UE dovrà riconoscere la natura, il contrasto al cambiamento climatico e la decarbonizzazione come leve strategiche per la competitività, la sicurezza, la salute e la qualità della vita dei cittadini europei. 

Il Programma LIFE è uno strumento irrinunciabile in questa direzione. Gilberto Pichetto Fratin, Ministro dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica ha dichiarato: “Per rispondere alla crisi climatica e proteggere gli ecosistemi e la biodiversità, il Programma LIFE ha finanziato solo in Italia migliaia di progetti che hanno permesso di ottenere risultati concreti e tangibili. Sono progetti che raccontano storie di territori, comunità e partenariati virtuosi. In vista delle decisioni sul prossimo Quadro Finanziario Pluriennale dell’Unione europea, è essenziale ribadire la necessità di investire con forza in natura e clima. Il Programma LIFE ha dimostrato di essere un volano straordinario per l’innovazione ambientale e la coesione sociale e territoriale. Dalla divulgazione di informazioni e conoscenze, tutto concorre alla transizione ambientale che ha bisogno anche del consenso sociale. Rinnovo l’impegno del Ministero a lavorare insieme per rafforzare queste politiche e sostenere nuove progettualità. E auspico che oggi sia occasione per promuovere sinergie sempre più efficaci tra istituzioni, imprese e società civile. Un grazie agli organizzatori e ai partecipanti per il contributo che date al lavoro del Governo italiano”. 

Antonio Decaro, Presidente Commissione Ambiente del Parlamento europeo ha dichiarato: “Il Green Deal è un piano per la tutela dell’ambiente, ma anche un piano importante per la competitività delle imprese. Il programma LIFE è un motore operativo del Green Deal, una sorta di laboratorio di innovazione territoriale e istituzionale. Rappresenta molto per le città, gli enti gestori dei parchi, le organizzazioni della società civile. È preoccupante che da alcune forze politiche del Parlamento europeo ci siano richieste di limitare se non eliminare l’accesso delle ONG al Programma LIFE e ai fondi europei. Le ONG danno voce ai cittadini, ai territori, alle future generazioni. Escluderle dall’accesso ai fondi europei significa minare la democrazia europea. Il dialogo tra Parlamento europeo e le ONG è fondamentale per bilanciare e rendere più aperto e informato il dialogo con tutte le altre parti interessate e con il settore privato”.

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Alessandra Prampolini, Direttrice Generale del WWF Italia ha dichiarato: “Oggi imprese, istituzioni, università e società civile si uniscono al WWF Italia per chiedere all’Unione europea di rafforzare gli investimenti in natura e clima. L’emergenza climatica e ambientale non permette passi indietro. Serve agire ora, affrontando in modo equo i costi della transizione attraverso investimenti di lungo periodo in natura e clima che possano generare sicurezza per i cittadini e competitività sostenibile per le imprese. Se non agiamo ora questi costi si moltiplicheranno, con impatti rilevanti sulla nostra economia, sulle imprese e sui cittadini. Il Programma LIFE è uno strumento essenziale per continuare ad affrontare queste sfide e intraprenderne di nuove, a partire dalla Nature Restoration Law la cui attuazione richiede fondi aggiuntivi che beneficeranno non solo all’ambiente, ma avranno un impatto diretto per le persone e per chi lavora costantemente con e nella natura, a partire dagli agricoltori. Chiediamo quindi con forza che l’Unione europea continui a investire in natura e clima, con target di spesa ambiziosi e con programmi, come quello LIFE, che siano autonomi, rafforzati e accessibili”. 



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