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Gli ingredienti per un passaggio generazionale di successo


“Conoscenza, consapevolezza e tempestività”. Sono gli ingredienti per un corretto passaggio generazionale secondo l’analisi di Angelo Taffurelli, responsabile servizio wealth advisory di Bper Banca Private Cesare Ponti. Con lui abbiamo fatto il punto sulle principali preoccupazioni della clientela facoltosa e sulle modalità per evitare scelte affrettate.

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Cominciamo dall’attualità. Quali sono oggi le principali preoccupazioni della clientela del private banking?

“In un momento storico di grande incertezza e di forti tensioni politiche e sociali, la clientela private è particolarmente attenta al tema della protezione della ricchezza e della pianificazione del passaggio generazionale. Trasmettere la ricchezza e preservarne il valore per le generazioni future (o, in alcuni casi, dalle generazioni future) è un tema centrale, che abbraccia sia l’ottimizzazione fiscale delle scelte di passaggio, sia l’efficienza normativa e organizzativa delle soluzioni prescelte”.

Il processo al quale fa riferimento richiede un’attenta pianificazione. A suo avviso è in crescita la sensibilità degli italiani su questo fronte?

“Assolutamente sì. L’Italia è al quarto posto per l’aspettativa di vita (attualmente circa 84 anni) e per numero di ultracentenari. La longevità è spesso considerata una delle più grandi conquiste del nostro tempo ed è destinata ad aumentare ulteriormente nei prossimi decenni grazie ai costanti progressi della medicina e di tutti i fattori che incidono sul benessere: nel 2050, la percentuale di persone con più di 65 anni salirà di oltre dieci punti, arrivando secondo l’Istat al 35%. Il rischio è che aumenti l’aspettativa di vita, ma non la qualità della stessa. Esiste solo un consiglio di cui fare tesoro: affrontare il tema senza urgenza ma per tempo, prima che determinati eventi accadano e fin quando si è in grado, perché altrimenti si rischia che il proprio progetto pianificatorio venga travolto dagli eventi imprevisti e imprevedibili”.

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“Si, penso soprattutto alle piccole e medie imprese, molto importanti per il nostro tessuto economico, per le quali il tema della successione è un processo complesso e delicato, con sfide che riguardano sia la governance aziendale che la trasmissione del patrimonio agli eredi dell’imprenditore. Secondo i dati Istat, circa il 20% delle imprese familiari dovrà affrontare il cambio generazionale nei prossimi cinque anni. La difficoltà principale risiede, in questo ambito, nel fatto che solo una minoranza di aziende riesce a superare indenne il passaggio generazionale, con percentuali che scendono drasticamente dopo la seconda generazione (solo il 13%)”.

Quali sono gli ingredienti per una corretta pianificazione?

“Se dovessi rispondere con tre parole direi: conoscenza, consapevolezza e tempestività. Diffondere una cultura del passaggio, della pianificazione, fatta appunto quando si è lucidi e razionali e non come estrema ratio (spesso tardiva) o scelta indotta da emergenze di vario tipo. La pianificazione dovrebbe diventare un tema che accompagna la gestione della ricchezza nel tempo, che ne migliora la fruizione e ne valorizza le componenti, sia patrimoniali che personali, nella peculiarità della situazione di ciascun nucleo relazionale. Pianificare non significa necessariamente uscire di scena o non avere più il controllo del patrimonio ma piuttosto gettare le basi che consentano di proteggere il patrimonio e trasmetterlo alle future generazioni presidiando il più possibile i momenti di discontinuità, gli eventi straordinari e di trasformazione quali-quantitativa degli asset, a partire da quelli più delicati e difficili da gestire perché illiquidi, come immobili e soprattutto aziende”.

Angelo Taffurelli, responsabile servizio wealth advisory di Bper Banca Private Cesare Ponti 

Come vi muovete su questo fronte?

“Il nostro approccio muove sempre dalla proposta di una consulenza patrimoniale tailor made che consiste in primo luogo nella ricostruzione della situazione economica e personale della famiglia o delle persone a cui ci rivolgiamo. È poi fondamentale mettere a fuoco i desideri e i bisogni, spesso latenti, che devono guidare nella valutazione di quali strumenti giuridici, anche in combinazione tra loro, possono offrire soluzioni più o meno efficienti, più o meno convincenti per ciascun caso di specie”.

Quali sono le soluzioni maggiormente adottate per garantire un’ordinata successione patrimoniale?

“Il testamento resta lo strumento tipico di pianificazione del passaggio generazionale, quello più conosciuto (almeno in astratto), che può essere utilizzato anche in combinazione con altri strumenti giuridici, pensiamo alle soluzioni assicurative a contenuto finanziario, non standardizzate, che permettono di definire strategie di protezione altamente personalizzate”.

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E il patto di famiglia?

“Resta un po’ sullo sfondo, almeno per quanto attiene al nostro punto di osservazione, sia per le note complessità della normativa che impone di attualizzare il momento della successione trovando accordi non sempre facili tra tutti i legittimari, sia perché strumento rivolto esclusivamente alla componente societaria di un patrimonio, mentre la pianificazione risulta veramente efficace quando coinvolge il patrimonio nella sua interezza e nelle componenti qualitativamente diverse che lo caratterizzano. Anche la donazione, con eventuale scissione tra diritto di usufrutto e nuda proprietà, rimane molto diffusa per cercare di anticipare l’effetto successorio con l’auspicio, spesso vano, di mantenere un controllo o un beneficio sui beni e diritti trasferiti”.

Invece il trust?

“Questo strumento giuridico, che sintetizza le caratteristiche di donazione e testamento evitandone le rispettive criticità, si sta diffondendo sempre di più anche grazie alla ormai completa ‘metabolizzazione’ nel nostro ordinamento. Il trust permette di definire strategie di pianificazione altamente personalizzate, coinvolgendo tutte le componenti di un patrimonio (asset finanziari, beni immobili, quote societarie), dando vita ad un progetto di passaggio generazionale capace di dispiegarsi nel tempo, in una dimensione dinamica che è propria della natura programmatica del rapporto di trust”.



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