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Mediobanca, Nagel offre ai soci il 100% degli utili in dividendi: 4,5 miliardi in tre anni per rispondere all’ops di Mps




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Mediobanca, 4,9 miliardi ai soci in tre anni. L’Ops di Mps? Forti rischi di esecuzione


Mediobanca mette sul piatto una remunerazione di 4,9 miliardi in tre anni, di cui 4,5 miliardi cash, per rispondere all’ops di Montepaschi che dovrebbe partire a inizio luglio. E rispedisce ancora una volta al mittente la proposta di Siena, evidenziandone l’assenza di razionale industrale e finanziario e i forti rischi di esecuzione. Questi sono i punti principali dell’aggiornamento al 2028 del piano industriale di Piazzetta Cuccia presentati venerdì 27 al mercato. 

La visione industriale del gruppo

Il piano conferma «la visione strategica, che vede il wealth management come segmento prevalente e prioritario di sviluppo, il Cib sinergico al suo sviluppo in una logica, unica in Italia, di private & investment banking e  credito al consumo come segmento di diversificazione del rischio macro/controparte ad elevata e sostenibile redditività», spiega una nota.

I nuovi target di Nagel

La strategia prevede:

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1) Potenziamento del franchise e dell’offerta in tutti i segmenti di attività con circa 330 nuove risorse commerciali che verranno inserite nel wealth management. La rete diretta del credit finance vedrà un ulteriore ampliamento (da 335 a 373 punti vendita) coniugato a ulteriore investimenti nel canale digitale, nuove geografie e prodotti verranno aggiunti nel Cib.

2) Crescita degli attivi redditizi: il totale delle attività finanziarie salirà a 143 miliardi (+9%), gli impieghi a clientela a 63 miliardi (+5%), gli rwa a 50 miliardi (+3%).

3) Crescita dei ricavi ad oltre 4,4 miliardi (+20% nel triennio) con solida contribuzione da parte di tutti i segmenti. Il wealth management registrerà la maggior crescita (oltre 0,2 miliardi nel triennio sino a 1,2 miliardi) divenendo il primo contributore alla crescita dei ricavi di gruppo oltreché di commissioni, in via complementare al Cib, la cui crescita nei ricavi è attesa essere di oltre 0,1 miliardi sino a un miliardo; il credit finance manterrà la sua funzione di motore della crescita del margine di interesse di gruppo con uno sviluppo dei ricavi complessivi per 0,2 miliardi (a circa 1,5 miliardi); il segmento Insurance confermerà la sua contribuzione positiva al gruppo con ricavi in crescita di 0,2 miliardi (a circa 0,7 miliardi)

4) Crescita degli utili a 1,9 miliardi (+45% nel triennio) e dell’utile per azione a 2,4 (+14%) considerando il solido sviluppo degli utili ordinari a 1,7 miliardi (+30% o +9%) ed il conseguimento di utili derivanti dalla progressiva valorizzazione del progetto immobiliare nel Principato di Monaco per un apporto lordo cumulato di 500 milioni nel triennio.

5) Crescita della redditività a livello di gruppo (Rote al 20%) – rettificato degli utili non ricorrenti al 17% (dal 14%) – e divisionale: il wealth management è atteso registrare il maggior incremento della redditività passando dal 4,0% al 5,2%; il Cib è atteso migliorare al 2,2% (dall’1,9%), il credit finance stabile al 2,9%.

6) Crescita nella remunerazione degli azionisti sino a 4,9 miliardi nel triennio di cui 4,5 miliardi in dividendi e 400 milioni tramite il completamento del piano di riacquisto e cancellazione di azioni proprie. L’aumento della distribuzione è consentito dalla maggiore generazione di capitale (circa 280 punti base annui) derivante dall’elevata redditività e dall’assenza di impatti regolamentari negativi nei prossimi anni.

7) Ottimizzazione della struttura del capitale con Cet1 al 14% (dal 15%) ed emissione di strumenti AT1 per 750 milioni, che portano il Tier1 capital al 15,5%. Si ricorda che il progetto di integrazione con Banca Generali è interamente finanziato dall’utilizzo della partecipazione in Generali. 

Quanto alle proiezioni economiche per il prossimo triennio, Mediobanca prevede di raggiungere nel giugno 2028 un utile di oltre 1,9 miliardi, per 1,7 miliardi ordinario e per 0,2 miliardi derivante da proventi non ricorrenti derivanti dalla valorizzazione di un progetto immobiliare nel Principato di Monaco. Il risultato poggia su ricavi per oltre 4,4 miliardi (+6%), una riduzione del rapporto costi/ricavi di 3 punti percentuali (dal 43% al 40%) e una graduale stabilizzazione del costo del rischio a circa 60 punti base. Il risultato operativo salirà da quasi 1,9 a quasi 2,3 miliardi (+7%), il Rote si attesterà al 17% ordinario e al 20% stated.

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Il possibile contributo di Banca Generali

Questo percorso – spiega Mediobanca in una nota – sarà ulteriormente rafforzato dall’offerta su Banca Generali. «L’operazione, che mira all’integrazione di Banca Generali nella divisione wealth management di Mediobanca, imprime una forte accelerazione alla trasformazione del gruppo e realizza l’obiettivo del piano One Brand – One Culture di affermare definitivamente il gruppo come wealth manager». Sull’operazione è tornato lo stesso Nagel nel corso della presentazione del piano: «L’operazione tra Mediobanca e Banca Generali sarà in grado di creare un leader europeo nel wealth management per dimensioni, capacità di crescita e remunerazione degli azionisti, il cui closing è previsto per il prossimo mese di ottobre».

La bocciatura dell’ops del Monte

L’offerta di scambio di Mps – ribadisce Piazzetta Cuccia nella nota – per gli azionisti Mediobanca è priva di razionale industriale e finanziario ed è caratterizzata da evidenti elevati rischi di esecuzione per:

1) avere la realtà aggregata un profilo di banca commerciale di medie dimensioni indifferenziata, ad elevato assorbimento di capitale, altamente sensibile al contesto macroeconomico, senza rafforzamento in alcuno dei segmenti di attività di Mediobanca e rimanendo viceversa immutati i rischi insiti nel bilancio di Mps;

2) la riduzione a doppia cifra dell’eps, per le limitate sinergie da funding, la presenza di cospicue dissinergie di ricavo e la sostanziale assenza di reali sinergie di costo; prevedibile invece l’emergere di un cospicuo costo di retention legato ai promotori finanziari e ai private & investment bankers;

3) la difficoltà di stimare livelli di Rote, Cet1 e quindi pay-out sostenibili della nuova entità per le criticità legate alla tenuta del franchise, per le componenti non ricorrenti presenti nel bilancio Mps (fiscalità e rischi legali), per l’elevata sensitivity ai tassi di interesse ed al rischio di credito soprattutto per le sme’s; la difficoltà ad usare le dta nell’ammontare e nei tempi ipotizzati;

4) la non comparabilità della politica di remunerazione degli azionisti che è a rischio di esecuzione basso in Mediobanca ed elevato in Mps per effetto delle predette difficoltà di integrazione;

5) il forte sconto implicito nel prezzo dell’offerta rispetto al valore intrinseco di Mediobanca, delle sue attività, nonché delle sue prospettive di crescita e di creazione di valore.

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Il commento del ceo

Il ceo Alberto Nagel ha dichiarato: «L’estensione al 2028 del piano dimostra come Mediobanca sia in grado di realizzare, pur in un contesto macroeconomico complesso, un’ulteriore solida crescita di ricavi, utili e redditività, puntando a conseguire i migliori rendimenti di settore, associati a un basso profilo di rischio e di execution nonché a un significativo aumento della remunerazione degli azionisti. Questo entusiasmante percorso di crescita stand-alone, compiuto rimanendo ancorati alla scuola di banca responsabile radicata nel dna della banca, verrà ulteriormente potenziato dalla combinazione con Banca Generali, operazione in grado di creare un leader europeo nel wealth management per dimensioni, capacità di crescita e remunerazione degli azionisti, il cui closing è previsto per il prossimo mese di ottobre». 

Nagel ha ribadito anche la sua contrarietà all’ops del Monte: «Il nostro piano stand-alone è privo di rischio. Anche se le nostre attività sono sempre associate a del rischio, noi abbiamo sempre dimostrato negli ultimi 10 anni che quando fissiamo dei target, normalmente, li centriamo». Quindi, ha continuato il ceo, «non c’è paragone» con l’offerta di Mps. «Il rischio associato al piano di Mediobanca è contenuto, mentre il rischio associato a una transazione senza precedenti come quella proposta da Mps è elevato». (riproduzione riservata)



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