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la filiera sociale e ambientale dal Mediterraneo all’Ecuador- Corriere.it


Proteggere le popolazioni ittiche e il lavoro dei piccoli produttori: la filiera sociale e ambientale dal Mediterraneo all’Ecuador
Roberto Barbieri (Oxfam), Luca Alemanno (Bolton Food) e Alessandra Prampolini (Wwf) all’evento “Insieme, per un impatto positivo”

Ci sono realt� dove la tutela del mare vince sull’imperativo di sfruttarne le risorse per fare soldi. Perch� gli stessi operatori ittici hanno capito che salvare il patrimonio sott’acqua significa anche tutelare il proprio futuro. Quello che accade gi� da un lustro nel piccolo Golfo di Portofino – dove la Cooperativa Armatori Motopescherecci di Santa Margherita Ligure promuove iniziative volte a rafforzare il legame di fiducia tra pescatori e consumatori, e a limitare la pesca per non impoverire gli stock del prodotto a chilometro zero – � un esempio in scala ridotta di quanto da oltre un decennio si sta provando a fare nel grande mercato del tonno.

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Durante l’incontro “Insieme per un impatto positivo”, a Milano il 24 giugno, l’azienda leader del settore ha raccontato i progressi fatti in ambito Esg grazie alla collaborazione con Oxfam e Wwf che hanno supportato la formazione degli operatori ittici. Nel mondo di sei milioni di tonnellate di tonno pescato meno di un terzo proviene da attivit� certificate. Ma �serve sostenibilit� per fare impresa�, ha detto Luca Alemanno, ceo Bolton Food

Se ne � parlato a Milano nel corso dell’incontro “Insieme per un impatto positivo”, organizzato da Bolton, Wwf e Oxfam Italia negli spazi degli Ibm Innovation Studios, marted� 24 giugno. Una mattinata di riflessione con i protagonisti dell’industria alimentare e i rappresentanti di due grandi organizzazioni per la tutela ambientale e la difesa dei diritti umani per condividere visioni future di sostenibilit� ambientale e sociale all’interno delle catene di produzione. Perch� un futuro pi� giusto e sostenibile si pu� costruire a partire dalle filiere produttive. Cos�, mentre dalla Liguria il presidente della coop di pescatori locali Benedetto Carpi avverte che �questo golfo non va depredato�, e che ogni pescatore deve accettare il concetto di “pesca limitata” ( perch� il mare sta cambiando e pescare troppo porta non solo a depauperare le future risorse ittiche, ma anche ad abbassare i prezzi all’ingrosso), nel mondo si riduce e rimodula la pesca del tonno per non rischiare di distruggere una risorsa comune planetaria pur senza mettere in crisi l’economia e la vita di tante comunit� locali legate alle attivit� ittiche.

Gli studi per sostenere la transizione

Se nel Golfo di Portofino la flotta di 17 motopescherecci (un tempo erano 40) degli armatori di Santa Margherita Ligure si � divisa le zone di pesca ai margini dell’Area marina protetta (�di cui siamo contentissimi�) in modo da non danneggiare il patrimonio ittico dell’area, in tutto il resto del mondo, la battaglia di Bolton – un colosso che da solo � tra i maggiori fornitori di tonno al mondo con oltre 500 mila tonnellate l’anno commercializzate – per coniugare pesca sostenibile e difesa degli ambienti marini nonch� la tutela dei lavoratori del settore affronta problematiche su vasta scala. Difficolt� e scelte complesse che hanno richiesto oltre un decennio di studi e collaborazione delle tre realt� Bolton, Wwf e Oxfam per raggiungere protocolli capaci di far segnare un effetto positivo e al contempo tenere in piedi le imprese.

La sostenibilit� che non si ferma

Negli Ibm Studios di Milano, gli esperti di Bolton, Wwf e Oxfam si sono confrontati – moderati dalla giornalista del Corriere della Sera Francesca Gambarini – per fare il punto sul ruolo che aziende, organizzazioni e istituzioni possono avere nel guidare il cambiamento. Partendo da una esperienza concreta: l’impegno congiunto per la tutela dei diritti umani, del capitale umano e degli oceani nella filiera del seafood. �E sono risultati concreti, fattuali, quelli che abbiamo analizzato�, spiega Gambarini, perch� �Bolton � una multinazionale che ha innescato un percorso verso la sostenibilit� quando ancora non se ne parlava molto�. Il caso di questa collaborazione a tre (tra il business e tutto il mondo delle ong di chi oggi si occupa di provare a immaginare un mondo diverso), hanno ribadito molti degli oratori intervenuti, � un segnale di speranza in una fase in cui la sostenibilit�, dopo un suo momento d’oro, pare affrontare un panorama offuscato da greenwashing e false comunicazioni social. �In un mondo in cambiamento tumultuoso, per alcuni la sostenibilit� � stata messa in pausa�, ha detto Gambarini, �ma siamo qui oggi a dire che la sostenibilit� va fatta whatever it takes�.

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Il mercato del pesce nel mondo

Nel corso di questa riflessione corale sul come rendere le filiere un motore di cambiamento sistemico, si � parlato molto della industria della pesca del tonno. Bolton, in collaborazione con il Wwf, ha implementato le proprie politiche di approvvigionamento in modo da tutelare mari e oceani. Negli ultimi anni la percentuale di tonno acquistato proveniente da fonti sostenibili � significativamente cresciuta fino a raggiungere il 99,7 per cento nel 2023: un passo decisivo verso l’obiettivo del 100 per cent dichiarato dal gruppo per il 2024. Un dato importante se si pensa che dei circa 6 milioni di tonnellate di tonno pescate ogni anno (4 milioni sono pinna gialla e tonnetti striati) meno di un terzo proviene da attivit� di pesca certificate. Mentre la stragrande maggioranza del pescato di tonno di Bolton proviene gi� ora da attivit� di pesca certificate Msc (Marine stewardship council) o coinvolte in progetti di miglioramento della pesca (Fishery Improvement Projects – Fips).

Proseguire negli impegni

Bolton Food � la Business Unit di Bolton Group operativa nella produzione e commercializzazione dei prodotti e dei marchi alimentari del Gruppo

. Con 3.800 collaboratori tra gli uffici in Italia, Francia, Spagna, Ecuador e Colombia e in 7 stabilimenti in 5 Paesi, Bolton distribuisce in oltre 60 Paesi in 5 continenti attraverso marchi quali Rio Mare, Palmera, Saupiquet, Isabel, Cuca, Mass�, marchi che intendono garantire che qualit�, gusto e innovazione siano sempre collegati alla sostenibilit� ambientale e sociale. �La sostenibilit� noi la sentiamo, e non � solo fatta di annunci, bens� della continua ricerca di un impatto positivo�, spiega Luca Alemanno, chief executive officer di Bolton Food. �Quando abbiamo iniziato a occuparcene, la sostenibilit� era solo un modo concreto di fare impresa per dare un valore ai prodotti per costruire una fiducia durevole con tutti gli azionisti. Oggi � molto di pi��.

L’impatto sulle persone

Oltre a tutelare l’ambiente grazie al lungo lavoro di tutoraggio degli esperti del Wwf, il gruppo (una azienda familiare in cui la propriet� ha una sensibilit� particolare su questi temi) ha sposato l’impegno della Ong Oxfam a sviluppare una produzione attenta ai valori etici, che soddisfi la qualit� dei prodotti senza dimenticare la qualit� di vita delle persone. Perch� la sostenibilit� sociale d’impresa sta diventando un driver di scelta, per le aziende un fattore di crescita e di credibilit�. Perch� una produzione attenta ai valori etici pu� soddisfare la qualit� del prodotto e la qualit� di vita delle persone che quel prodotto ci garantiscono. �Con Wwf e Oxfam abbiamo avuto a volte conversazioni scomode�, ammettono i dirigenti di Bolton, �su temi ai quali magari non avevano mai pensato. Ma questo � quello che serve per mantenere la leadership: occorre lavorare insieme perch� � impossibile salvarsi da soli�. Per questo le aziende che crescono continueranno a parlare di approvvigionamento, trasformazione, tracciabilit�, nonch� di �impegno per la lotta alle disuguaglianze nel settore della produzione alimentare�.

L’impatto sulla biodiversit�

�Per i casi della vita, la storia di questo partenariato con Bolton (cui poi si � aggiunta Oxfam) iniziato oltre dieci anni fa�, sottolinea Alessandra Prampolini, direttrice generale di Wwf Italia, �� la storia di un nuovo impegno per mari e oceani

. Grazie al quale abbiamo raggiunto risultati importanti�. Risultati che hanno portato all’annuncio – in occasione dell’incontro agli Ibm Studios – del rinnovo delle due partnership fino al 2028, con nuovi ambiziosi obiettivi. �Le grandi sfide ambientali che il Pianeta si trova ad affrontare richiedono risposte immediate, coraggiose e, soprattutto, collettive�, prosegue Prampolini. �Come Wwf, crediamo da sempre nel valore di collaborazioni strategiche con il mondo delle imprese, a patto che siano fondate su impegni concreti e misurabili. Lavorare insieme significa anche unire le forze in attivit� di advocacy che spingano le istituzioni a prendere decisioni ambiziose a garanzia di una gestione sostenibile degli oceani, e far s� che il cambiamento non interessi una singola realt� ma sia di ispirazione ed esempio per l’intero settore�.

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L’impegno nei Paesi produttori

Sempre nella filiera del tonno, Bolton con Oxfam ha lavorato per la tutela dei diritti umani. Perch� se inizialmente l’aspetto sociale era rimasto un po’ indietro negli obiettivi della sostenibilit�, l’impegno con la Ong ha dato frutti impensabili in molti degli 80 Paesi coinvolti. �Paesi in cui noi vediamo quotidianamente quanto un certo tipo di impresa abbia deciso di ignorare i diritti delle comunit� che partecipano alla produzione del cibo nel mondo�. E oggi l’effetto dimostrativo di un’azienda come Bolton pu� avere un peso importante contro gli effetti distorsivi della globalizzazione. �Siamo un gruppo con 11 mila collaboratori in tutto il mondo�, evidenzia Ylenia Tommasato, direttore per lo sviluppo sostenibile di Bolton. In un contesto di competizione che spingerebbe i margini verso il basso, Bolton e Oxfam hanno messo a punto politiche aziendali innovative per una produzione giusta, etica: parlare di salario dignitoso in alcuni Paesi vuol dire essere pionieri e Bolton lo sta facendo. Questo � quanto si prefiggeva una Ong come Oxfam quando ha avviato la collaborazione con una grande azienda di questo calibro: avere un impatto su povert� e disuguaglianza che altrimenti sarebbe arduo raggiungere. �Oggi stiamo lavorando sugli oceani per esaltare il concetto di biodiversit�, prosegue Tommasato, �calcolando l’impatto che, sito dopo sito, le nostre attivit� ittiche stanno producendo sulla biodiversit� animale. E da un paio d’anni siamo impegnati a capire quali sono i rischi nello sfruttamento delle risorse idriche�.

Sostegno ai collaboratori

Sostenibilit� non solo ambientale ma anche sociale, dunque non solo nella sede Bolton di via Pirelli, ma anche tra i collaboratori che lavorano nel mondo e poi nelle comunit� locali, in Ecuador come in Marocco, in Colombia o alle Isole Solomon, “dove vivono i figli dei nostri dipendenti” L’obiettivo resta quello di coniugare la produzione con una costante misurazione e una comunicazione trasparente dell’impatto che le aziende stanno generando.

Il valore delle partnership

�Lavoriamo in una comunit� globale paragonabile a quelle di caff� e cacao, con in pi� i problemi del tonno che � in alto mare�, nota Luciano Pirovano, capo del dipartimento Sviluppo sostenibile di Bolton Food

, �e abbiamo sempre sentito la responsabilit� di guidare dando l’esempio. Per affrontare una filiera cos� complessa serviva un approccio trasformativo, scientifico e olistico: perch� la dimensione sociale � sempre pi� importante. Per riuscire serviva unire le forze, le partnership con Wwf e Oxfam sono state decisive. Io c’ero quando nel 2009 siamo stati tra i fondatori della International Seafood Susteinability Foundation. Abbiamo avuto la fortuna di lavorare con Wwf da allora (partnership poi rinnovata nel 2021), poi dal 2019 con Oxfam, durante il Covid. Le partnership sono uno strumento potentissimo per il trasferimento di know how: nelle prime riunioni facevamo fatica a parlarci; ora siamo cos� connessi da fare un evento insieme�. E’ stato grazie a queste collaborazioni che Bolton ha potuto raggiungere la quasi totalit� di approvvigionamento responsabile ed oggi � – in questo senso – al primo posto fra le 30 pi� grandi aziende del settore.

Poilitiche di genere e salari

Grazie a Oxfam, poi, Bolton ha attivato un sistema di gestione e un canale per le segnalazioni da parte delle comunit� indigene produttrici sui problemi da risolvere; incluso l’impegno per un salario dignitoso e l’attenzione alle tematiche di tutela dei diritti di genere. �Al momento�, spiega Davide Moleti, �abbiamo oltre 200 persone coinvolte nelle analisi dei bisogni delle comunit�: un impegno che non ha precedenti nel settore del tonno. E in Colombia abbiamo rivoluzionato con Oxfam le nostre attivit�. Tanto che ora, con una azione condivisa di collaborazione e ascolto stiamo varando il nostro piano economico per il 2026�. Ma ci sono molti Paesi del Sud del mondo dove le leggi nazionali potrebbero essere insufficienti per proteggere i diritti di lavoratori e comunit� coinvolte: �L�, dobbiamo essere noi a creare una catena di produzione che sia a tutela dei pi� deboli�, come � stato fatto anche in Ecuador.

Da Quito, interviene in video Pablo Guerrero, Eastern Pacific Ocean Tuna Coordinator, della iniziativa del Wwf Smart Fishing: �Qui il Wwf ha unito in Tunacons gli sforzi di 5 aziende produttrici di tonno e oggi Tunacons rappresenta circa il 30 per cento della produzione nazionale di tonno, ed ha ottenuto certificazioni internazionali. Cos�, di fatto, oggi � la scienza che guida le scelte per le attivit� di pesca del tonno che determinano il destino di tante popolazioni locali�. Non solo, si vanno sviluppando migliori pratiche di pesca per ridurre le catture accidentali di altri pesci. Con Oxfam � stata sviluppata una metodologia per calcolare il salario dignitoso nel settore ittico a seconda delle aree di intervento pilota: �Lo abbiamo fatto a Malta, vogliamo replicare in Marocco e in Colombia�. E per il futuro, l’azienda ha concordato con la ong di espandere il suo “human rights impact assesment” anche in Oriente, annuncia Helena Orella, manager della sostenibilit� sociale di Bolton Food: �Attiveremo meccanismi on site per i reclami, perch� vogliamo avere nei Paesi orientali salari dignitosi e continuare a rivedere la valutazione del rischio-paese a livello di diritti umani�.

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