Oggi a Palazzo San Macuto, alla Camera dei Deputati, si è tenuto il convegno “Un Piano Mattei verde per lo sviluppo, la pace e la sicurezza”
Rendere il Piano Mattei un’occasione di crescita per l’Africa, tessendo una rete di relazioni (commerciali, ma non solo) con i Paesi del continente africano che puntino non solo sullo sviluppo economico, ma anche sulla sicurezza, sulla sostenibilità e sulla transizione energetica.
Questi i principali temi di cui si è discusso oggi al convegno “Un Piano Mattei verde per lo sviluppo, la pace e la sicurezza”, svoltosi a Palazzo San Macuto, alla Camera dei Deputati. All’evento hanno partecipato, tra gli altri, il vicepresidente della Camera Sergio Costa, Enrico Maria Bagnasco, presidente di Confindustria Assafrica e Mediterraneo, Giuseppe Mistretta, ambasciatore e già direttore per l’Africa Subsahariana del Ministero degli Esteri e Francesco Maria Talò, inviato speciale per l’Italia per il Corridoio India-Medioriente-Europa.
PIANO MATTEI, COSTA: NON C’È SVILUPPO EQUO SENZA GIUSTIZIA CLIMATICA E TRANSIZIONE ENERGETICA
“Questo evento – ha dichiarato il vicepresidente della Camera, Sergio Costa – si colloca in un momento drammatico a livello internazionale e decisivo per la proiezione internazionale del nostro Paese. Il titolo scelto per l’incontro di oggi, ‘Un Piano Mattei verde per sviluppo, la pace e la sicurezza’ richiama la responsabilità collettiva di dare una sostanza ad un progetto che, per essere davvero innovativo, deve partire da una necessaria consapevolezza che non c’è pace duratura, né sviluppo equo, senza giustizia climatica, transizione energetica e accesso democratico all’energia”.
“Oggi – ha aggiunto Costa – ci troviamo in un momento cruciale per riflettere sul camino intrapreso con il Piano Matteo, a un anno e mezzo dal suo lancio ufficiale, durante il vertice Italia-Africa del gennaio 2024. Inoltre, solo pochi giorni fa, a Roma si è svolto il vertice congiunto sul Piano Matteo e il Global Gateway, un appuntamento che ha confermato la centralità del partenariato euro-africano nell’agenda strategica dell’Italia dell’Unione europea”.
COSTA: IL PIANO MATTEI NON E’ SOLO INVESTIRE, MA COSTRUIRE UN NUOVO MODELLO DI COOPERAZIONE INTERNAZIONALE
Secondo il vicepresidente della Camera, “Enrico Mattei molto probabilmente oggi ci inviterebbe a guardare oltre l’immediato, ad investire in infrastrutture condivise, a promuovere filiere del valore che uniscano le due sponde del Mediterraneo. Ci ricorderebbe che la sicurezza energetica non può più essere letta solo in termini di approvvigionamento di idrocarburi, ma deve includere la sostenibilità, il necessario, l’equità, la resilienza dei sistemi, che bisogna guardare oltre”.
“Oggi – ha aggiunto Costa –, se vogliamo essere coerenti con questa lezione, dobbiamo saper rileggere lo spirito di Mattei alla luce dei nostri tempi. In un’epoca segnata dall’emergenza climatica e dalla necessità di un’uscita ordinata ma decisa dalle fonti fossili, la transizione energetica rappresenta la sfida dell’oggi. Una sfida che intreccia sicurezza ambientale, autonomia strategica e giustizia sociale. Il nuovo paradigma energetico impone una grande domanda di innovazione nelle tecnologie verdi, nei materiali critici, nei modelli produttivi, fino alle stesse forme di diplomazia economica ma, come nel passato, anche oggi il rischio è di nuove dipendenze, di resistenze all’innovazione e di simmetrie che penalizzano i Paesi più vulnerabili. Ecco perché il Piano Mattei, per essere all’altezza della posta in gioco, deve puntare non solo ad investire, ma a costruire un nuovo modello di cooperazione internazionale, fondato sull’accesso equo e sostenibile dell’energia, sulla transizione ecologica condivisa e sull’inclusione dei partner africani nei processi decisionali e industriali”.
MISTRETTA: PUNTARE SU PROGETTI AMBIENTALI E BLUE ECONOMY
“Il tema del Piano Mattei oggi è come renderlo più green e come fare in modo che intervenga sulle sfide ambientali ed energetiche del continente africano, rendendo la vita migliore agli africani”, ha affermato Giuseppe Mistretta, ambasciatore e già direttore per l’Africa Subsahariana del Ministero degli Esteri, che ha aggiunto: “il Piano Mattei interviene già sul settore ambientale, con i progetti agricoli, la food security, la transizione energetica e tutti i progetti che riguardano l’acqua, dalla potabilità all’utilizzo delle acque reflue. Questo però non è sufficiente, ci sono ulteriori ambiti che dovrebbero essere toccati in futuro, sia attraverso il Piano Mattei che con il Global Gateway, l’altra iniziativa in ambito G7 sulle infrastrutture e gli investimenti in partnership con l’Africa. Io intravedo poi una grande possibilità nel settore del blue economy, in cui noi siamo partner importanti perché abbiamo tante coste, siamo ben conosciuti in tutti i settori preminenti della blue economy che sono tanti, non solo la pesca e lo sfruttamento delle coste. Da noi ci si aspetta anche delle proposte sulla blue economy, che al momento sono state secondarie rispetto alle altre. Ci sono poi tutti i progetti sulla riforestazione, che sono molto importanti: l’Africa potrebbe utilizzare tutta quella fascia sahariana, che al momento non è utilizzata e su cui stanno invece progettando alcuni Paesi arabi. Tra l’altro, visto che noi stiamo aprendo una partnership con i Paesi arabi, potrebbe essere un grande settore in cui dire la nostra”.
TALÒ: DOVREMMO CONSIDERARE L’AFRICA UN CONTINENTE INDO-MEDITERRANEO
“Dobbiamo tenere conto che ormai in Africa ci sono la Cina, la Russia, la Turchia e altri Paesi con cui possiamo collaborare. Bisogna iniziare a pensare all’Africa come un continente indo-mediterraneo”. Lo ha dichiarato Francesco Maria Talò, inviato speciale per l’Italia per il Corridoio India-Medioriente-Europa.
“Il termine indo-mediterraneo – ha spiegato Talò – richiama un altro concetto che ha avuto successo e che non esisteva, quello di indo-pacifico. Prima si parlava di Asia-Pacifico, è stato Shinzo Abe, il leader di una nazione marittima, a lanciare il concetto di indo-pacifico. Ora noi, Italia, nazione marittima, abbiamo interesse a parlare di indo-mediterraneo. E il progetto del corridoio IMEC che si collega a questo, perché è un corridoio essenzialmente, ma non solo, marittimo: dall’India al Medioriente e all’Europa, per creare differenziazione. Secondo me però il termine corridoio è riduttivo, perché non si tratta di creare una strada senza uscite, sarebbe più giusto parlare di rete di corridoi, includendo l’Africa. Sarebbe un continente indo-mediterraneo perché le coste settentrionali affacciano sul Mediterraneo, mentre quelle orientali sull’Oceano Indiano. Del resto, il 90% del trasporto delle merci avviene via mare e il 97-98% dei dati viene trasportato per cavi sottomarini”.
BAGNASCO (CONFINDUSTRIA): TRADUCIAMO LE IDEE GENERALI IN AZIONI CONCRETE
Enrico Maria Bagnasco, presidente di Confindustria Assafrica e Mediterraneo ha spiegato che “Confindustria Africa e Mediterraneo da quarant’anni opera sull’Africa, raggruppando in modo trasversale aziende di tantissimi settori e di diverse dimensioni, dalle multinazionali alle PMI, accompagnandole su questo territorio. Ci piace pensare di essere effettivamente uno degli elementi operativi per tradurre gli obiettivi e le idee generali del Piano Mattei in azioni concrete”.
“I nostri i nostri soci – ha aggiunto Bagnasco – da una parte sono presenti su questi territori in modo molto esteso e da lunghissimi anni, mentre in altri casi stanno entrando adesso. In noi trovano il metodo, che è quello di creare la connessione con le istituzioni italiane, con gli enti di finanziamento italiani e internazionali, con gli enti istituzionali e le imprese in loco, tutto quello che è necessario per far sì che una presenza sui territori di riferimento abbia una maggiore probabilità di successo Il Piano Mattei ci fornisce i criteri di sviluppo del business, che sono quelli di rispettare e ricercare la sostenibilità ambientale, la collaborazione con i corrispondenti in loco, lo sviluppo locale, l’individuazione dei rapporti, sia verso le istituzioni che verso le imprese locali, per far sì che l’idea generale del Piano Mattei si traduca in progetti effettivi”.
***** l’articolo pubblicato è ritenuto affidabile e di qualità*****
Visita il sito e gli articoli pubblicati cliccando sul seguente link