La figura professionale del farmacista ha visto una profonda evoluzione nel corso dell’ultimo ventennio, dapprima con l’affermassi del modello della “farmacia dei servizi” e da ultimo con la firma della nuova convenzione farmaceutica nazionale, a marzo 2025. Ripercorriamo le tappe più significative di questo lungo viaggio insieme a Marco Alparone, Vice Presidente e Assessore al Bilancio e Finanza della Regione Lombardia e Presidente del comitato di Settore sanità della Conferenza delle Regioni.
Guardando a pochi anni fa, quando si iniziava a parlare della farmacia dei servizi, quali erano i principali problemi da risolvere e quali le barriere da superare?
Credo che la farmacia dei servizi rappresenti un passaggio culturale, non solo professionale, la farmacia intesa come dispensatrice di “salute”. Non si tratta di un cambiamento, ma piuttosto lo definirei una naturale evoluzione del luogo fisico farmacia e dei professionisti che ne fanno parte, ovvero i farmacisti. La farmacia evolve per rispondere a un bisogno di salute sempre maggiore dei nostri cittadini, il nostro compito è valorizzare le sue caratteristiche fondamentali: capillarità e professionalità.
A marzo 2025 è stata siglata la nuova convenzione farmaceutica nazionale, che ridefinisce il ruolo della farmacia come presidio sanitario polifunzionale di prossimità. Che impatto avrà sul perimetro d’azione delle farmacie?
La farmacia dispensa prodotti farmaceutici e non ed eroga servizi che passano dalle attività di prevenzione, che significa anche sensibilizzare ed informare i pazienti, fino ad arrivare alla cura e assistenza. L’Accordo sottoscritto ha l’obiettivo di descrivere quello che da tempo i nostri farmacisti svolgono dietro i banchi delle farmacie. Il consiglio e il rapporto tra farmacista-paziente sono elementi fondamentali per dispensare salute. Le attività di ingaggio per la divulgazione e informazione sui corretti stili di vita, la prevenzione e l’erogazione dei servizi cognitivi e in telemedicina sono elementi da sostenere attraverso una delineata stabilità progettuale anche in termini di allocazione delle risorse. Servizi che i nostri pazienti conoscono da tempo, ma che oggi vedono un loro inquadramento attraverso un atto di indirizzo. Questo significa valorizzare quello che i nostri farmacisti effettuano da tempo attraverso il riconoscimento delle attività che vanno oltre la dispensazione del farmaco.
Uno degli obiettivi chiave della nuova convenzione è assicurare l’accesso uniforme a farmaci e servizi. Come Quali crede siano le criticità da affrontare nel rapporto con le singole Regioni per superare la frammentarietà tipica del sistema regionale e giungere alla sua compiuta applicazione?
Attraverso un elemento centrale che è il paziente. Le Regioni possono attuare una loro programmazione e gestione in autonomia, possono sviluppare modelli anche differenti ma non bisogna dimenticare che il paziente è l’unico elemento da tutelare e, soprattutto, da considerare. Ogni territorio può avere caratteristiche differenti in termini economico-finanziari ma anche epidemiologici. Diminuire le disuguaglianze è uno degli obiettivi promossi dal PNRR e del decreto 77 del 2022 che ha messo a terra il PNRR ridisegnando le cure. Case e ospedali di comunità, centrali operative territoriali, telemedicina e assistenza domiciliare integrata e il Nuovo sistema di garanzia (Nsg) – che monitora qualità e quantità dei Lea – rappresentano strumenti di uniformità.
A che punto è il processo di digitalizzazione della rete delle farmacie reginali e quali sono le criticità che restano, ad esempio a livello di ricette dematerializzate?
La digitalizzazione ha assunto un ruolo sempre più rilevante nel settore sanitario. Anche le farmacie stanno sostenendo la trasformazione digitale per migliorare l’esperienza del cliente e offrire servizi più efficienti. Dal 17 marzo 2025 le farmacie in Lombardia possono consultare le ricette farmaceutiche dei pazienti nel Fascicolo sanitario elettronico, previa loro autorizzazione. Dal 17 marzo 2025, dunque, la modalità di accesso alle ricette si affianca a quelle attualmente in uso per la visualizzazione e l’erogazione, come indicato nel Decreto del ministero della Salute del 7 settembre 2023. Un processo graduale nel quale la farmacia evolve i propri servizi e le modalità di dispensazione. I nuovi strumenti tecnologici possono ottimizzare l’attività professionale del farmacista insieme all’attività amministrativa. Non dimentichiamo il livello di alfabetizzazione digitale, oltre all’indice di invecchiamento del nostro paese che possono essere fattori limitanti se non opportunamente considerati. Il processo di digitalizzazione dovrà essere sostenuto da azioni di informazione e formazione verso pazienti e caregiver per non rischiare di aumentare le disuguaglianze. Il farmacista, come in questo caso, può essere determinante per accompagnare il processo in atto.
Qual è l’impatto atteso dalla nuova convenzione a livello della gestione del dossier farmaceutico e della dispensazione per conto delle strutture sanitarie dei farmaci a distribuzione diretta?
Semplificare e migliorare le operazioni di dispensazione anche attraverso la valorizzazione della prestazione professionale del farmacista. Innovazione tecnologica e digitalizzazione dei processi sono strumenti che possono generare valore tra dispensazione e monitoraggio, ovvero, erogazione del farmaco e servizio cognitivo di ricognizione della terapia farmacologica. Il dossier farmaceutico include le informazioni sull’erogazione dei farmaci, rappresenta uno strumento per supportare il farmacista nelle azioni di counseling. Monitoraggio e appropriatezza nella dispensazione dei medicinali si traducono in una maggiore efficacia della terapia ed una ottimizzazione nell’utilizzo delle risorse economiche del sistema. L’innovazione si traduce in efficientamento delle prestazioni e delle risorse allocate. Per quanto riguarda la governance farmaceutica, nell’utilizzo di diversi canali di dispensazione del farmaco, bisogna tener conto di diversi elementi, in primis l’accesso al farmaco e la sostenibilità economico-finanziaria delle Regioni. Su questo tema, il Sottosegretario alla Salute Marcello Gemmato sta svolgendo un importante lavoro sulla governance farmaceutica; riprendendo le sue parole, “rendere accessibile il farmaco significa migliore aderenza terapeutica, migliore cura del cittadino, maggiore sostenibilità e risparmio per le casse dello Stato”.
La nuova convenzione assegna al farmacista il ruolo di dispensatore di test ad uso professionale. Come si colloca e quali vantaggi offre la possibilità di eseguire esami in farmacia?
La farmacia rappresenta un riferimento per i cittadini, per questo motivo intendiamo attribuirle valore e permettere di esprimere il massimo potenziale come qualsiasi struttura sociosanitaria sul territorio. Oggi la farmacia rappresenta la prima porta di ingresso al servizio sanitario, i cittadini riconoscono questo luogo come un riferimento sanitario e sociale, i farmacisti come un valore per la comunità. Le farmacie sono un grande alleato per il sistema sociosanitario anche per quanto concerne le liste di attesa, vogliamo che insieme a tutti gli attori del territorio abbiano la possibilità di innovare e ampliare i servizi ai nostri cittadini/pazienti, nel rispetto dei ruoli. La tenuta e la sostenibilità nel tempo del nostro servizio sociosanitario rappresentano una sfida che si vince con il supporto di tutti. A questo proposito, risulta funzionale ridurre le divergenze e accrescere il valore e potenziale di ciascun attore dell’ecosistema salute.
Quali sono le misure previste dalla nuova convenzione a sostegno delle farmacie rurali?
Le farmacie rurali sono un patrimonio imprescindibile per le istituzioni e soprattutto per i pazienti residenti in determinate zone a volte prive di molti servizi. Le farmacie rurali hanno diritto a un’indennità di residenza, stabilita da leggi regionali, a parziale compensazione della situazione di disagio in cui si trovano a operare. La convenzione ha individuato i parametri indicatori di disagio al fine della determinazione della indennità di residenza. I parametri sono determinati con riferimento al fatturato complessivo ai fini I.V.A., alla popolazione della località o agglomerato rurale in cui è ubicata la farmacia, alla distanza della stessa al capoluogo di provincia e al numero dei turni notte effettuati nell’anno sulla base dell’organizzazione regionale. Colgo l’occasione per esprimere il mio ringraziamento verso chi opera in questo luogo, che spesso rappresenta non solo una farmacia ma un riferimento per i cittadini. Il valore fondamentale delle farmacie rurali che rappresentano l’espressione e la ragione più antica del servizio farmaceutico e di assistenza sanitaria ai cittadini.
La nuova convenzione prevede anche la possibilità per infermieri e fisioterapisti di erogare servizi in farmacia su prescrizione del medico di medicina generale o del pediatra di libera scelta. In Lombardia è stato anche siglato un accordo con l’Ordine dei Biologi per offrire servizi di consulenza nutrizionale e dietetica nelle farmacie. Quali sono i fattori importanti per ottimizzare l’iterazione tra i farmacisti e gli altri professionisti sanitari?
La sinergia tra diversi professionisti, nel rispetto dei ruoli, è la strada da percorrere per riuscire a rispondere alla domanda di salute in modo appropriato ed efficiente, potenziando tutti gli attori del territorio all’interno dell’ecosistema salute. Mettere in relazione più figure professionali tramite la digitalizzazione può essere un valore aggiunto all’interno di un percorso di cura. L’approccio a “silos” dev’essere superato nell’interesse del paziente in termini di organizzazione dell’offerta e delle prestazioni erogate.
In conclusione, come pensa possa ulteriormente evolvere in futuro la figura del farmacista di comunità?
Il valore più profondo dell’Accordo è rappresentato dalla prospettiva di sviluppo che potrà avere la farmacia. Avere un futuro prospero significa rendere attrattiva una professione che rischia di perdere l’elemento più importante, cioè il farmacista. Questo non ce lo possiamo permettere, per i nostri pazienti che vedono nella croce verde un riferimento e, a volte, per i più fragili anche una seconda casa. Valorizzare quello che i nostri farmacisti effettuano da tempo attraverso il riconoscimento delle attività che vanno oltre la dispensazione del farmaco.
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